
“La lettera che avevamo tanto inseguito, e che solo
per caso eravamo riusciti a recuperare, non spiegava
quello che era successo. Ma in ogni caso era ed è
la prova che mio fratello voleva continuare a vivere.
Invece è morto. Forse pensando di essere stato abbandonato
dalla sua famiglia, mentre semplicemente
non ci lasciavano entrare.
Vorrei potergli dire che non era solo.
Hanno provato a farci credere che ‘s’è spento’ come
fosse una cosa normale, perché s’era lasciato andare.
Ma non è così. Mio fratello Stefano è morto per
responsabilità di qualcun altro e io, Ilaria Cucchi,
vorrei sapere di chi. E perché.”
Stai pensando a un ex compagno di scuola che non senti da anni, quando improvvisamente squilla il telefono e all’altro capo del filo c’è proprio lui. Dal fondo di un armadio, dove è stato dimenticato per anni, emerge un pacchetto che contiene proprio l’abito che stavi cercando in quel momento. Stai per salire su un aereo, ma avresti urgentemente bisogno di parlare a un amico che rincorri da giorni senza successo. Salito a bordo, lo trovi seduto nel posto di fianco al tuo. Si tratta di «coincidenze», che la scienza spiega con lunghe catene di cause ed effetti, e il senso comune definisce solo come capricci del caso. E se dietro a ognuna di esse ci fosse qualcosa di più, qualcosa che non si può spiegare con il calcolo delle probabilità o con il semplice fatalismo? Se le nostre necessità e le nostre speranze potessero infl uenzare gli avvenimenti sul piano fisico e incanalarli verso ciò a cui aspiriamo? Esiste insomma la possibilità di interazione tra spirito e materia, una facoltà umana che non conosciamo e che potrebbe migliorare il corso della nostra vita? Già un secolo fa Carl Gustav Jung, introducendo il concetto di sincronicità e dedicandovi alcune delle sue pagine più importanti, aveva dato dignità scientifica ad argomenti fino ad allora sottovalutati dal mondo accademico. Oggi gli studiosi si interrogano sempre di più su questi temi, prendendo in considerazione ipotesi desunte da campi quali la teoria delle stringhe, la riduzione dell’entropia, la dinamica non lineare. Tra corpo e mente, tra scienza e fede, Le coincidenze non esistono è un viaggio affascinante attraverso i piccoli e grandi eventi sincronicistici della vita, quei rari momenti in cui l’universo sembra ascoltare le nostre richieste.
Jan Cederquist (1936-2009) è stato uno dei più famosi copywriter e pubblicitari svedesi e, grazie alle sue campagne, ha vinto moltissimi riconoscimenti nazionali e internazionali. Tra una pubblicità e l’altra ha coltivato il suo forte interesse per la filosofia, la psicologia e le tematiche spirituali. Sposato e padre di quattro figli, nel 1994 ha lasciato il mondo della comunicazione per dedicarsi alle sue più grandi passioni: scrivere, fare giardinaggio e suonare musica jazz con il contrabbasso. E dimostrare che le coincidenze non sono solo frutto del caso.
Bella appartiene alla glymera, l'aristocrazia dei vampiri. È stata catturata dai nemici mortali della sua razza, i lesser: rinchiusa in un centro di tortura, rischia di impazzire e di morire, ma la Confraternita del pugnale nero riesce a liberarla appena in tempo. A guidare la spedizione dei vampiri guerrieri è Zsadist, che ha il volto e il cuore segnato da spaventose cicatrici, e crede di non avere posto per i sentimenti. Invece, davanti alla sofferenza e all'inspiegabile amore di Bella, Zsadist scopre una tenerezza che non sapeva di poter provare. Ma sarà Bella a capire che, per squarciare la corazza che avvolge il cuore del feroce guerriero, è necessario portare alla luce il terribile passato che l'ha segnato per sempre, ed esorcizzarlo. Per affrontare, uniti, i pericoli che li minacciano. "Porpora" è il terzo romanzo della serie "La confraternita del pugnale nero"
Le classifiche del Paese parlano chiaro:
23° (su 30) per gli stipendi.
Il 16,5 per cento in meno rispetto alla media europea.
2° solo alla Grecia per evasione fi scale.
100 miliardi di mancate entrate.
24° (su 25) per la libertà di stampa.
Definizione tecnica: “parzialmente libero”.
156° (su 181) per la giustizia.
Peggio di Angola, Guinea e Gabon.
Nel 2009, nessun italiano in classifica, per esempio tra le 50 fi gure che hanno plasmato il decennio o i 100 libri dell’anno. Zero tituli. A costruirci un’immagine di simpatici ma inetti cafoni non sono solo antichi stereotipi, ma anche fatti e comportamenti reali. Tanto per cominciare il maggior debito pubblico dell’Ue, 1821,9 miliardi di euro. Ma anche tasse tra le più alte (siamo quinti, ma dietro i Paesi scandinavi che il denaro pubblico lo sanno usare molto meglio), la giustizia più lenta, infrastrutture ineffi cienti e costosissime. In tutta Italia ci sono 230 chilometri di rete metropolitana; nella sola Londra, 408. Per un contenzioso su un assegno a vuoto impieghiamo 645 giorni; in Olanda, 39. Per avviare un’impresa ci vogliono circa 5000 euro e 62 giorni di scartoffi e; in Usa, 170 dollari e 4 giorni. Nell’indice di libertà economica strutturato dal «Wall Street Journal» siamo al 74° posto, dietro al Botswana. E negli ultimi dieci anni la qualità della nostra vita è peggiorata: la bolletta del gas è aumentata del 50 per cento, quella della luce del 70, mentre i nostri stipendi rimangono tra i più bassi del continente e i nostri pensionati sono i più tassati. Per forza esportiamo più giovani professionisti di chiunque altro, un esodo di cervelli da quasi due miliardi di dollari. Giovanni Floris illustra con dati, inchieste, aneddoti e notizie quello che nessuno ha il coraggio di dirci: quanto siamo caduti in basso, e come è successo. Rivela come ci vedono davvero gli altri Paesi e quanti investimenti mancati ci costa questa immagine. Indaga casi eclatanti di corruzione, ineffi cienza, spreco. Chiede conto a una politica che non rimuove gli ostacoli alla crescita e ha smesso di fare il nostro interesse. Perché ormai, per l’Italia, navigare in zona retrocessione non è più solo imbarazzante. Può essere fatale.
Giovanni Floris è nato a Roma il 27 dicembre 1967. Giornalista dal 1995, ha seguito come inviato del Giornale Radio Rai i maggiori avvenimenti di politica, esteri ed economia. Ha condotto i GR del mattino e Radio anch’io; è stato corrispondente dagli Usa. È autore e conduttore di Ballarò, quest’anno alla nona edizione. Vincitore di numerosi premi tra cui Saint-Vincent, Premiolino, Flaiano, Guidarello e Elsa Morante, Oscar Tv e Telegatto. I suoi ultimi bestseller pubblicati da Rizzoli sono Mal di merito (2007), La fabbrica degli ignoranti (2008) e Separati in patria (2009).
Düsseldorf, settembre 1853. Uno sconosciuto musicista ventenne suona alla porta della casa sulla Bilkerstrasse in cui vivono, con i loro sei fi gli, il compositore Robert Schumann e sua moglie, la celebre pianista Clara Wieck. È un ragazzo vagabondo e silenzioso, biondo e angelico: il suo nome è Johannes Brahms, e fi n da quel primo incontro gli Schumann diventeranno il centro della sua vita, i primi sostenitori del suo talento e la sua vera famiglia.
Quarantatré anni dopo quel giorno decisivo nell’esistenza di tutti e tre, di ritorno da un angoscioso viaggio in treno che ha intrapreso per essere presente al funerale di Clara, rinchiuso nel suo studio di Vienna Johannes scrive una lunga lettera, l’ultima – quasi una confessione – alla sua carissima amica, così profondamente amata. E ripercorre le tappe di un rapporto unico, esclusivo, a volte ambiguo e persino crudele, divenuto ancora più singolare dopo la discesa nella follia e la misteriosa morte in manicomio di Robert. Riga dopo riga, trapelano tutte le verità non dette di un’affettuosa amicizia tormentata e indistruttibile, consumata nel nome della musica, all’ombra del ricordo di Robert e nel segno di una devozione reciproca così assoluta da costringere Clara nel ruolo di vedova inconsolabile e da spingere Johannes a rinunciare a tutto pur di restarle vicino. Illuminando in una prospettiva originale un sorprendente triangolo amoroso, e regalandoci così i ritratti di tre personaggi affascinanti e indimenticabili, Luigi Guarnieri racconta con sapienza e passione il mondo della grande musica romantica dell’Ottocento, e orchestra un’indagine finissima sui temi più segreti e profondi di tutte le nostre vite – la pazzia, la morte, la felicità, la famiglia, l’amicizia, l’amore.
Luigi Guarnieri (1962) è autore di cinque romanzi, tradotti nei principali paesi europei: L’atlante criminale. Vita scriteriata di Cesare Lombroso (2000), Tenebre sul Congo (2001), La doppia vita di Vermeer (2004), La sposa ebrea (2006), I sentieri del cielo (2008).
Una innocente cavalcata all’alba per salutare la prima neve si trasforma in un incubo per la giovane Grace. La caduta, il terribile schianto con il camion, la perdita di una gamba, le ferite forse incurabili riportate dal suo cavallo Pilgrim: in una manciata di minuti una sequenza di eventi ingovernabili trasforma l’esistenza della piccola cavallerizza rubandole la speranza e la voglia di vivere. L’incrollabile fiducia e determinazione della madre Annie, la capacità di Tom di “parlare tra sussurri” all’animo di uomini e cavalli restituiranno a una ragazzina segnata nel corpo e nel cuore la forza di guarire, e a una donna forte ma confusa il senso di un’esistenza dimenticata. Un’avventura spirituale, nella cornice di una natura maestosa e benevola, capace di assorbire e medicare i dolori dell’uomo. Da questo libro – uno dei più grandi successi editoriali internazionali degli ultimi anni – l’omonimo film diretto e interpretato da Robert Redford.
Chi ha detto che a Holloman, piccola città del Connecticut, non succede mai niente? È il 3 aprile 1967: mentre la Guerra Fredda sembra traghettare il mondo verso un futuro catastrofico, nella sonnacchiosa cittadina americana, così piccola che la sua Polizia non ha nemmeno una squadra omicidi, in un solo giorno si consumano dodici delitti. Dodici morti, tutte diverse, inf litte con mano spietata, esperta e perf ino fantasiosa: dallo studente Evan Pugh, stritolato da una tagliola per orsi, a Desmond Skeps, il boss del colosso degli armamenti Cornucopia, torturato e avvelenato. Tocca al capitano di polizia Delmonico indagare su questa serie di crimini senza precedenti: l’istinto gli dice che gli omicidi portano tutti la stessa f irma, quella di un individuo meticolosissimo e capace di agghiacciante crudeltà. E così tra una telefonata alla moglie – che spera sempre che lui ritorni a casa per cena – e un pranzo con i fidati colleghi nel suo ristorantino preferito, Delmonico comincia una spericolata discesa negli inferi della “tranquilla” Holloman, addentrandosi in una rete sempre più f itta di segreti e bugie. Finché, con il suo irresistibile misto di astuzia e imperturbabilità, arriverà per primo a vedere al di là delle apparenze. Peccato che qualcuno sia deciso a spacciare quelle apparenze per l’unica verità. Specie quando arriva in città l’FBI, richiamata dal clamore del caso Skeps… Con La morte in più Colleen McCullough ci regala un giallo dal sapore classico e dall’esecuzione impeccabile, mettendo di nuovo in scena uno dei suoi personaggi più riusciti, il poliziotto italoamericano Carmine Delmonico, con tutte le sue manie e un sesto senso che non sbaglia (quasi) mai; e insieme, la grande scrittrice tesse una trama piena di chiaroscuri, degna di una vera maestra del genere.
Colleen McCullough è nata e vive in Australia. Dopo il bestseller planetario Uccelli di rovo ha scritto molti altri romanzi di successo, pubblicati in Italia da Rizzoli e quasi tutti disponibili nel catalogo Bur. Tra i più recenti, Cleopatra, Come la madre, in cui compare per la prima volta il personaggio del poliziotto Carmine Delmonico, e L’ indipendenza della signorina Bennet.
Non ci pensiamo mai, ma la vita può deragliare improvvisamente. Bastano due parole. È successo il 19 maggio 2009 a Pietro Calabrese, una carriera luminosa nel giornalismo e un’esistenza piena. Nel suo caso le due parole sono state addensamento polmonare, pietoso eufemismo per significare che è entrato di diritto nella costellazione del cancro (quale acutezza nella battuta di Woody Allen: “Oggi le due parole che è più bello sentirsi dire non sono ‘ti amo’ ma ‘è benigno’”). In questo libro tanto lucido quanto toccante Calabrese racconta il suo cammino, giorno per giorno, dopo quel fulmine a ciel sereno. Un cammino che passa per l’altalena dello sconforto e della speranza, per le notti sotto l’assalto molesto dei pensieri e per il ricordo sognante di quando la notte – invece – si parlava d’amore, per il tempo che diventa sospeso e per il calore benefico delle persone care (“già, e adesso chi lo dice agli amici?”). Ed è un cammino che passa inevitabilmente per la brutalità delle cure e per un corpo devastato in cui non ti riconosci più. Eppure, a un certo punto, fa una svolta radicale e diventa un cammino di crescita e di consapevolezza nuova. Raggiunta durante una chiacchierata con un amico sotto un baobab africano, il monumentale albero dei mille anni. Da lì Pietro, scoprendo una verità semplice e rivoluzionaria ma nascosta, lancia a tutti un messaggio salvifico, scritto con la penna del grande giornalista ma pensato con la mente e con il cuore dell’uomo.
Pietro Calabrese, nato nel 1944 a Roma da genitori siciliani e scomparso il 12 settembre 2010, a pochi giorni dall’uscita di questo libro, è stato una delle firme più note del giornalismo italiano. Ha diretto “Il Messaggero”, “Capital”, “La Gazzetta dello Sport” e “Panorama”. Ha firmato alcune rubriche fisse su periodici, fra cui Moleskine su “Sette”. Proprio da questa rubrica, subito dopo che nel maggio 2009 gli era stato diagnosticato un tumore al polmone, ha cominciato a raccontare la sua storia attribuendola all’amico Gino. I lettori lo hanno sommerso di mail e lettere comunicandogli una “vicinanza amorosa” che gli ha dato forza e conforto. Grazie, popolo di Gino!
Può esistere
la politica
senza la mafia,
ma non la mafia
senza politica.
I veleni e gli appalti, la p2 e la p3: la foto di gruppo di un sistema corrosivo fatto di sprechi e scandali. Un libro-testimonianza sulla battaglia per restituire dignità a un Paese violentato dal malaffare.
“Io credo che la camorra si sia seduta ad un tavolo nel quale c’era un intreccio di interesse molto più ampio.”
— Raffaele Cantone
Minacce, intimidazioni, proiettili: è la sorte riservata a chi, come Tommaso Sodano, osa denunciare apertamente le connivenze tra camorra e politica nella gestione dei rifiuti. Perché “la munnezza è oro”, come disse il pentito Nunzio Perrella spiegando il nuovo business: un affare molto più redditizio della droga, e non solo per la malavita. Con coraggio, questo libro ci racconta un’inquietante storia vera: quella del terremoto ecologico che negli ultimi quindici anni ha sconvolto la Campania, scatenando su questa regione il più grande disastro ambientale dal Dopoguerra. È la storia di una truffa legalizzata che comincia negli anni Ottanta quando in Italia va in crisi il sistema di raccolta della spazzatura. La soluzione la offre la camorra, fornendo intermediari “di fiducia” a cui le imprese e le amministrazioni del Nord affidano la monnezza che parte per le discariche campane. Per poi essere interrata nelle cave, mentre il pattume tossico viene disseminato ovunque, spacciato come concime. “I rifiuti liquidi erano talmente inquinanti che quando venivano sversati producevano la morte immediata di tutti i ratti” dirà Gaetano Vassallo, collaboratore di giustizia. Ma la peste non si ferma qui: si espande come una vera epidemia fi no a Roma e al cuore stesso dei palazzi del potere, rivelando che i rifiuti in Italia non si riciclano, ma i funzionari corrotti sì. L’indagine che ha portato Tommaso Sodano a dover vivere sotto scorta ha mostrato infatti un sottobosco in cui si confondono criminali e politici, imprenditori e faccendieri. Destra o sinistra non fa differenza: vince sempre il partito dei rifiuti, una classe dirigente che nella spazzatura affonda le sue radici e su di essa ha costruito imperi e carriere. Perché se c’è l’emergenza, ci sono i commissariamenti e i fondi pubblici. Ci sono gli appalti e i consorzi con tante assunzioni che poi diventano voti. E c’è persino chi si è tuffato nella monnezza con la pretesa di uscirne completamente pulito. Ma Sodano ci aiuta a riconoscerne la puzza.
Tommaso Sodano è stato presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato. Nel 2003 ha denunciato irregolarità nel bando di gara che ha assegnato alla Fibe la costruzione dell’inceneritore di Acerra e alla società madre, la Impregilo, la gestione del ciclo industriale dei rifiuti in Campania; da qui sono partite le inchieste sui vertici della Impregilo e sul governatore Antonio Bassolino. Nel 2008, dopo aver denunciato le connivenze fra camorra e politica nella gestione dei rifiuti in Campania, ha ricevuto minacce di morte ed è stato messo sotto scorta. Oggi è consigliere provinciale a Napoli.
Nello Trocchia, giornalista professionista, ha scritto tra gli altri per “il manifesto”, “L’espresso”, “Articolo21” e l’edizione online del “Fatto Quotidiano”. Nel 2009 ha pubblicato Federalismo criminale, premiato con la menzione speciale al premio Giancarlo Siani.
Parigi, 4 novembre 1911. Museo di Storia Naturale del Jardin des Plantes. I poteri sovrannaturali di un anziano scienziato stanno per riportare in vita una pericolosa bestia preistorica che dorme intatta nel suo uovo da 136 milioni di anni. È abbastanza per gettare nel panico la capitale, monopolizzare l’attenzione della stampa e precipitare in città un’eroina dall’irresistibile allure: Adèle Blanc-sec, scrittrice di romanzi d’appendice, bella, cinica e dalle oscure intenzioni. Parigi si prepara al freddo di un inverno buio e nevoso: ma è ben altro il motivo che la farà tremare…
È un’altra notte di angoscia, di orrore e di sangue, quella che stende il suo nero manto sulla capitale? Adèle ha paura, e la comprendiamo… Piglio deciso, spirito avventuroso, fascino indiscutibile, pessimo carattere… Adèle Blanc-sec non è certo il tipo di donna che passa inosservato. E questo può essere un grosso problema, per una che come lei ha un vero e proprio talento per farsi trascinare in storie su cui non esercita il benché minimo controllo: che si tratti di cacce allo pterodattilo o sacrifici a demoni assiri, inseguimenti, ibernazioni o ricerche di preziosi bottini, Adèle è sempre lì, pronta a correre, indagare e farsi ogni volta nuovi nemici, per proteggersi dai quali non può neanche contare sull’inetta (quando non corrotta) polizia parigina. Fino al terribile epilogo, che frena ogni corsa e arresta ogni battito, nell’attesa trepidante delle nuove, straordinarie avventure di Adèle Blanc-sec. Le straordinarie avventure di Adèle Blanc-sec mescola con humour acuto e grottesco atmosfere alla Lovecraft, azione, suspense e mistero: il presente volume, che ne raccoglie i primi quattro episodi, sarà presto seguito da un Libro II a completamento dell’opera più conosciuta di Tardi. Intanto, Adèle si trasforma in un’eroina in carne e ossa nel nuovo, strepitoso film di Luc Besson: Miss Adèle e l’Enigma del Faraone.