
“Un giorno padre Rick ha detto: ‘Signore, dammi gli strumenti
per fare ciò che comandi, e comanda ciò che vuoi’. Poi ha abbassato
lo sguardo, ha trovato gli strumenti e si è messo al lavoro.”
— Andrea Bocelli
“Haiti ti avvicina a rapporti talmente stretti tra la vita e la morte, tra
Dio e il diavolo, che ti rimangono nella testa e nel cuore per sempre.”
— Raoul Bova
“Un angelo custode, protettore delle anime, un principe azzurro,
il padre che ognuno di noi vorrebbe avere, il supereroe sognato
dai nostri figli, il condottiero di un esercito di bisognosi, un santo.”
— Martina Colombari
“In questo libro ci sono storie di umorismo, calore umano, coraggio
e speranza.”
— Paul Haggis, regista e sceneggiatore Premio Oscar
“Padre Rick è un prete cowboy che lotta per Haiti.”
— Viviana Mazza, “Corriere della Sera”
Da ventidue anni padre Frechette ha scelto di fare di Haiti la sua casa e di portare consolazione e aiuti a una delle popolazioni più sfortunate della Terra: una discesa agli inferi del dolore ma, attraverso la carità cristiana, una rinascita nella condivisione. Alla guida dell’organizzazione umanitaria N.P.H., nel suo lavoro di prete e di medico, padre Richard Frechette ha conosciuto il corpo, il cuore e l’anima della gente di Haiti, già oppressa dalla povertà e dalla precarietà, nelle più terribili circostanze: violenze, sconvolgimenti sociali, disastri naturali e, recentemente, i lutti e il dolore provocati dal terremoto del gennaio 2010. Questo libro è una raccolta di aneddoti e racconti nell’inferno di Haiti, finalizzati a dare messaggi universali con l’ironia, la leggerezza e al tempo stesso la profondità che caratterizzano padre Rick, dedito a salvare la vita a bambini e moribondi, ma anche a curare le ferite invisibili dell’anima. Un libro bello per chi lo ha conosciuto, per chi ha visto Haiti con i propri occhi, ma anche per chi non c’è mai stato, spaccati di vita che catturano l’attenzione senza alcuna retorica, per illuminare i lettori anche su eventi apparentemente molto distanti da Port-au-Prince. Perché quando la dignità della persona è offesa, lo spirito si trova sotto minaccia e deve lottare tenacemente per conservare la sua umanità, trovando la luce nelle tenebre della sventura, con l’aiuto della grazia di Dio. Padre Rick ci mostra come un popolo, con l’aiuto della fede, possa risollevare il capo dalla più grande delle tragedie. Un incredibile lavoro che attraversa le barriere convenzionali tra il personale e il politico, la degradazione inflitta dagli altri e l’elevazione di se stessi.
Padre Richard Frechette, americano, sacerdote cattolico passionista e medico in prima linea, dirige in Haiti N.P.H. - Nuestros Pequeños Hermanos, organizzazione presente in 9 paesi dell’America Latina con Case orfanotrofi o ed ospedali, rappresentata in Italia dalla Fondazione Francesca Rava. Padre Rick è alla guida di numerose attività tra le quali orfanotrofi , scuole di strada, un ospedale pediatrico e cliniche mobili nella zona di Port-au-Prince. Prima di trasferirsi ad Haiti ha svolto lo stesso lavoro in Messico e in Honduras. Parla cinque lingue, compreso l’italiano e il creolo, ha corso più volte la maratona di New York e scalato le Ande per raccogliere fondi per i “suoi” bambini.
Lui e la sua musica
appartengono agli spazi aperti,
dove il battito d’ali dei piccioni
assomiglia a una platea che applaude.
Un genio dimenticato
dal mondo incontra
un giornalista distratto.
E cambia la sua vita.
Lopez descrive magnificamente l’effetto della
musica su un’anima che lotta per sovrastare il caos della follia.
— The Washington Post
Non si separa mai dal suo carrello, indossa quello che gli capita e dorme per strada a Skid Row, il quartiere più degradato di Los Angeles, dove bazzicano solo prostitute, tossici e diseredati dimenticati da Dio. Però quando suona il violino di fronte alla statua di Beethoven, Nathaniel Ayers diventa un altro: non più il farneticante senzatetto di colore, ma un virtuoso capace di esprimere con quello strumento scordato tutta l’armonia e il sentimento della musica. Il giornalista Steve Lopez lo sente e ne resta affascinato. Che vicenda si nasconde dietro un uomo che non ha di che vivere ma conosce intere sinfonie, che dorme in mezzo ai topi ma è in grado di accordare gli strumenti? Giorno per giorno, ne raccoglie le parole sconnesse, i ricordi, le sfuriate e i deliri, fino a ricostruire la storia di una promessa della musica che, nero in un mondo di bianchi, era riuscito a entrare nella più celebre accademia musicale americana, la Juilliard School. Dove, la competitività esasperata e l’ansia di raggiungere un’inarrivabile perfezione avevano scatenato la sua schizofrenia e l’avevano confinato in un mondo di paranoie e ossessioni, estraniandolo gradualmente dalla scuola e dalla famiglia. Non dalla musica, però, unico legame rimasto fra lui e il mondo. E proprio grazie al potere consolatorio delle note, Steve Lopez tenta di liberare Nathaniel dagli antichi fantasmi e di restituirlo alla realtà, attraverso graduali progressi, improvvisi trionfi e violente ricadute. Questa è la storia vera di un’amicizia inattesa, complessa e a tratti straziante tra un giornalista affermato e un barbone, che insegna a entrambi il senso più profondo di se stessi, ma è anche una riflessione sui limiti e sulle potenzialità del genio, sospeso in precario equilibrio tra i vertici dell’eccellenza e le brusche discese nei meandri della follia.
Steve Lopez, giornalista, tiene dal 2001 una rubrica sul “Los Angeles Times”. Proprio sulle colonne del quotidiano ha pubblicato gli articoli sulla storia di Nathaniel Ayers da cui ha tratto Il solista.
Qual è il mistero che si cela dietro la morte di Caravaggio? E dov’è finito il suo corpo? Da chi scappava quando nel luglio 1610, dopo mesi di fughe avventurose, sbarcò sulla spiaggia toscana di Porto Ercole? Era davvero un assassino? Ricercato dalle autorità dello Stato pontificio, condannato alla pena capitale, provato dal lungo viaggio, nei suoi ultimi giorni di vita Caravaggio è un uomo solo, che sa di non potersi più fidare di nessuno, nemmeno dei suoi protettori di un tempo. Secondo alcuni sta tentando di sfuggire a un misterioso cavaliere deciso a vendicare con il sangue un’offesa subita, mentre il cardinale Borghese e il viceré di Napoli attendono nell’ombra la morte del pittore per impadronirsi delle sue opere. Nel corso dei secoli si sono susseguite ipotesi fantasiose e verità parziali, ed è in questa foresta di supposizioni che si nasconde Il mistero Caravaggio. Coniugando ricerca storica, scienze forensi e moderne tecniche di investigazione scientifica, questo appassionante viaggio nella memoria fa luce su uno dei gialli più affascinanti della storia dell’arte, nell’ambizioso tentativo di identificare le spoglie del maestro del chiaroscuro. Attraverso documenti originali, Il mistero Caravaggio ricostruisce la biografia dell’artista, ne delinea un nuovo profilo e offre una prospettiva inedita sui fatti di sangue che lo videro protagonista: la Roma delle feroci lotte politiche e delle gelosie artistiche, l’omicidio che portò alla messa al bando del pittore e gli oscuri eventi legati alla sua ultima, disperata fuga. Una scia di intrighi e falsi indizi che racchiude un enigma lungo quattrocento anni.
Attila aveva lo sguardo irrigidito. “Non ho mai visto una cosa simile. Che vuoi tu da me?” “Io? Niente: te l’ho già detto.” Ma la voce dolce di papa Leone si era rifatta dura e tagliente. “Dio ti ha detto ciò che vuole da te. Ora basta, la misura è piena. Torna indietro, Attila.”
Da Oriente avanza la minaccia di Attila, un pericolo che l’Occidente presume di conoscere, ma il cui radicalismo è invece culturalmente inconcepibile per una Cristianità governata da un potere fine a se stesso, preoccupato solo di mantenere i propri equilibri. A contrastare l’avanzata di quest’uomo grande e terribile, solo due figure si ergono: Ezio, l’ultimo vero romano, e papa Leone. Al centro della storia, proprio l’incontro tra Leone e Attila, attorno ai quali ruotano gli altri personaggi: dal kan Bleda, fratello di Attila, a Galla Placidia, vera imperatrice in nome del figlio Valentiniano, alla giovane Onoria. E, sullo sfondo di vicende umane distanti eppure collegate, il panorama triste e decadente di un impero in disfacimento, ridotto alle proprie fastose apparenze esteriori.
Louis de Wohl (1903-1961), tedesco di padre ungherese e madre austriaca, dopo essere fuggito dalla Germania hitleriana nel 1935, prestò servizio come capitano nell’esercito britannico durante la Seconda guerra mondiale. In BUR sono pubblicate le biografie di Giovanni d’Austria (L’ultimo crociato), di san Tommaso d’Aquino (La liberazione del gigante), di santa Caterina da Siena (La mia natura è il fuoco), di Elena madre dell’imperatore Costantino (L’albero della vita). I suoi romanzi sono tradotti in dodici lingue.
L'Autore presenta la vita di un santo quasi sconosciuto ma che ha saputo dimostrare come nessun altro quanto il dolore non significhi infelicità". "
Le riflessioni personali di Madre Teresa ne presentano un ritratto completo e inaspettato, che ci permette di leggere più in profondità la sua visione spirituale e la sua missione. Pensieri sui poveri, sulla famiglia, sulla generosità, sulla preghiera, su Gesù: l'essenza della fede incrollabile di una donna dall'aspetto semplice e persino fragile, ma capace di toccare il cuore delle persone e di diventare per molti una fonte di ispirazione. Con il suo modo piano, schietto e accessibile, la missionaria di Calcutta ci parla di sé e della propria vocazione all'amore, del suo lavoro con gli ultimi tra gli ultimi. E così ancora più forte ne spicca l'insegnamento: che affetto e attenzione sinceri possono cambiare la vita di chiunque, anche di chi aveva perso la propria dignità di uomo.
È l'anno 3689 e il pianeta Arbre vive un periodo di pace e serenità. Nel suo passato ci sono imperi, colpi di stato militari, gli Eventi Tragici e la Ricostituzione, il Primo, il Secondo e il Terzo Sacco, ma nei secoli è stato raggiunto un equilibrio. Gli scienziati, i matematici, i filosofi vivono chiusi nei loro "concenti", e si dedicano alla pura speculazione teorica senza avere nessun contatto con la tecnologia, che invece segna l'esistenza del resto della popolazione: gli "extramuros", sottoposti al Potere Secolare. Ma qualcosa minaccia l'ordine perfetto di Arbre: lo dimostra l'espulsione dal concento di Saunt Edhar, al canto struggente dell'Anathem, del sapiente Orolo, che osservando il cielo ha scoperto un oggetto luminoso in avvicinamento. Sarà il suo allievo prediletto, il diciottenne fraa Erasmas, ad avere una parte cruciale nel dramma che sta per svolgersi su Arbre. E toccherà a lui, alla compagna Ala e agli altri novizi esplorare il mondo di fuori: sino ai confini più estremi.
Un giovane di una tribù hopi, nel New Mexico, si caccia in un guaio molto più grande di lui quando cerca di impegnare per pochi dollari un diamante e viene accusato di aver partecipato a una rapina a mano armata terminata con la morte del gioielliere. Il ragazzo sostiene di aver ricevuto la pietra preziosa da un vecchio eremita incontrato nel Grand Canyon. Il tenente Joe Leaphorn, ormai in pensione dalla Navajo Tribal Police, e il suo vecchio collega Jim Chee credono nell'innocenza del giovane. Insieme si imbatteranno in una storia di cinquant'anni prima: uno spaventoso disastro aereo, un commerciante di gioielli diretto a New York dalla fidanzata incinta, una contesa eredità miliardaria. Ma nello sconfinato Ovest americano tutto è permesso e ci sono uomini disposti a tutto pur di impedire che la verità venga alla luce.
Amedeo Guillet è uno degli eroi dimenticati del Novecento italiano. Nato a Piacenza nel 1909, allo scoppio della Seconda guerra mondiale si trovava nell’Africa italiana come comandante di un reparto di cavalleria indigeno. Con i suoi uomini si rese protagonista di azioni memorabili: conosciuto come cummundar-as-sheitan, il “comandante diavolo”, affrontò le superiori truppe inglesi meritandosene il rispetto grazie al genio tattico e al coraggio. Per sopravvivere dopo la sconfitta degli alleati e una strenua resistenza privata, cambiò nome e si finse acquaiolo, maniscalco, veterinario, fino a rifugiarsi nello Yemen e diventare consigliere dell’Imam. Tornato clandestinamente in patria nel 1937, combatté per la liberazione dai tedeschi; dopo il referendum del 2 giugno abbandonò la divisa in nome della propria lealtà al re, e si dedicò alla carriera diplomatica nei Paesi arabi. Una vita intensa, al termine della quale si è ritirato nella tranquilla campagna irlandese. Sebastian O’Kelly ci guida alla scoperta del Lawrence d’Arabia italiano, e in un saggio preciso e appassionato ne racconta vita, avventure e amori raccogliendone anche la viva testimonianza. Una vicenda umana coinvolgente ed esemplare, la storia straordinaria dell’ultimo protagonista di un’epoca e un mondo che sembrano ormai dimenticati.
Dentro la follia del mondo
L’uomo ha fatto dire persino al Signore Iddio
che è tempo di uccidere. Da non credente
sono sicuro che nessun Dio mai ha pronunciato
una simile sentenza.
Vittorino Andreoli
Vittorino Andreoli, da sempre attento studioso della follia e dei suoi meccanismi, offre in queste pagine un’indagine sugli aspetti sovrapersonali dello squilibrio: quelle forme che si incarnano nella struttura sociale, influendo sul pensare e l’agire comuni. I saggi presentati indagano i momenti in cui la malattia si è addentrata nella Storia, portando a passaggi cruciali e terribili del nostro passato. Il progetto della soluzione finale hitleriana; il naufragio della rivoluzione sovietica, che ha prodotto una delle più crudeli dittature di sempre; la deriva di illegalità durante tangentopoli; le devastazioni della guerra irachena. Al contempo questi scritti restituiscono l’importanza di un’etica propria dell’agire, del comportamento singolo dentro una comunità, che è profondamente iscritto in ognuno di noi: il piacere del fare il bene per il bene, in antitesi della pulsione all’orrore e al malvagio. Andreoli ripropone qui, completamente rivisti e aggiornati, i quattro volumi – Colpa e vergogna (1994), Elogio della normalità (2002), La follia del mondo (2003) e Si fa presto a dire pace (2004) – che rappresentano il suo fondamentale contributo alla comprensione sociologica della pazzia.

