
Un piccolo breviario per la felicita. La felicita si rinnova ogni giorno. Ogni giorno e ogni istante. Basta che facciamo attenzione e ce ne accorgeremo. Non prima o dopo, non presto o tardi, ma oggi la vita ci aspetta: una vita luminosa, variopinta, libera e leggera.
L'autore considera questo piccolo libro di 'omelie' come il suo testamento, che egli intende affidare ai giovani anni del terzo millennio". Vengono qui raccolte le omelie festive secondo l'anno C, che l'Autore ha tenuto ai suoi fedeli. "
In un tempo che ci assilla con grandi interrogativi, questo ‘breviario’ è un invito a ricercare la profondità nella vita. In questi testi distribuiti nel corso dell’anno si può percepire, giorno dopo giorno, l’energica forza del pensiero e la sommessa voce del cuore. Entrambe, insieme, fanno spazio alla Parola di Gesù che sempre ci interpella.
Dalla quarta di copertina:
I testi di questo ‘breviario’ rappresentano stimoli al pensare e al credere, sono impulsi per l’orientamento personale, indicano direzioni verso cui camminare e orizzonti entro i quali trovare la propria sicurezza. Soprattutto sono un invito alla ricerca di profondità nella vita, in un tempo che ci assilla con grandi interrogativi.
In questi testi del cardinale Joseph Ratzinger, distribuiti nel corso dell’anno, si può percepire, giorno dopo giorno, l’energica forza del pensiero e la sommessa voce del cuore che, insieme, fanno spazio all’interpellante parola di Gesù: «Lo Spirito di Dio vi guiderà a conoscere tutta la verità» – se intelletto e cuore lo sapranno accogliere.
L'autore descrive le radici storiche e storico-religiose dei profeti biblici e spiega la tradizione letteraria dei profeti nel loro contesto storico.
L'intenzione del libro non e ispirare che cosa sia il tempo. La questione invece e: come possiamo vivere nel tempo ed essere tuttavia sostenuti dall'eternita?
Un volume fondamentale – decisamente un “classico” – sul cruciale confronto fra cristianesimo e scienza storica moderna, nell’edizione critica che mette a confronto la prima (1902) con la seconda (1912) edizione del testo. Una traduzione nuovissima, di alto rigore scientifico, e un apparato ampio, di straordinaria utilità.
Con le tesi del 1901 e le annotazioni manoscritte
Edizione critica a cura di Trutz Rendtorff in collaborazione con Stefan Pautler
Edizione italiana, traduzione dal tedesco e postfazione a cura di Stefano Miniati
Dalla quarta di copertina:
Il cristianesimo pretende di essere la religione dell’assoluta verità. Come è possibile accettare tale pretesa nel momento in cui l’indagine storica ci mostra equivalenti pretese all’interno delle altre grandi religioni universali? Come è possibile accettarla nel momento in cui il cristianesimo stesso si mostra come un fenomeno storicamente individuato – dunque un fenomeno relativo e non assoluto –, che affonda le proprie radici nel contesto della cultura ebraica, prima, e della classicità greco-romana, poi? Secondo Ernst Troeltsch l’uomo moderno educato scientificamente, proprio grazie a un’indagine storica che faccia tesoro del metodo analogico e comparativo, può rispondere affermativamente a questa domanda: può cioè asserire che il cristianesimo è la forma più alta di religione, pur nella ferma consapevolezza che ogni professione di fede è, in ultima analisi, una questione di scelta personale.
Atlante biblico, una introduzione al libro dei libri, cosi enigmatico ed estraneo per tanti lettori di oggi. Esso vuole facilitare la riscoperta del testo, offrendo ricerche recenti su origine, struttura e significati dei libri biblici.
In questo saggio, pensato sia per la lettura personale sia per gruppi biblici, Anselm Grün rende comprensibile e familiare la "Lettera ai Filippesi" scritta da Paolo in lotta dal carcere. E, nei quaranta brani meditati, il benedettino tedesco dispensa a tutti, con la consueta sincerità e generosità, importanti suggerimenti biblici per la vita di oggi.
L’Autore racconta la storia della felicità nel cristianesimo e mostra quello che il pensiero religioso e le odierne concezioni della felicità hanno da dirsi. Un libro per mettere in discussione quello che uomini e donne intendono quando parlano di “felicità”.
Dalla quarta di copertina:
L’atteggiamento scettico verso la felicità terrena sembra essere una parte costitutiva tradizionale del cristianesimo. E tuttavia una lunga serie di pensatori cristiani si è costantemente occupata della questione della felicità. Di essi si occupa la prima parte del libro: in essa si mostra come da Gesù fino a Kant la felicità sia nel cristianesimo una questione, a cui non si cercano risposte soltanto in un aldilà, nel paradiso.
Ma le concezioni della teologia in fatto di felicità sono ancora oggi utili? A questa domanda cerca di rispondere la seconda parte dell’opera: essa svolge in modo sistematico, con riferimento alle moderne elaborazioni culturali del tema della felicità, una visione teologica della felicità. Una visione, secondo la quale l’uomo e la donna trovano liberamente e con serenità il coraggio e la fiducia in qualcosa di smisurato: impegnarsi per la propria felicità.
L’Autore racconta la storia della felicità nel cristianesimo e mostra quello che il pensiero religioso e le odierne concezioni della felicità hanno da dirsi.
«Si dice che compito della religione sarebbe quello di ridurre la complessità della realtà per permettere all’uomo di farsene un’idea. Nel caso del nesso esistente tra Dio e la felicità bisognerebbe argomentare in senso inverso: la religione aumenta la complessità della felicità per mettere in discussione quello che uomini e donne intendono per felicità. Nella felicità l’uomo e la donna incontrano un eccesso di realtà e un plusvalore della vita, che fanno loro presagire che tale felicità non è solo di questo mondo».