
Una visione d’insieme sull’Ortodossia russa di ieri e di oggi, in cui il passato illumina come non mai il presente e l’attualità. Eccellente novità in campo storiografico, per documentazione e prospettiva storica, il presente volume tratta tematiche essenziali come il rapporto tra Stato e Chiesa ortodossa, il ruolo del monachesimo, la religiosità e la teologia russa, le relazioni della Chiesa russa con l’Occidente e il fenomeno della dissidenza religiosa.
Dalla quarta di copertina:
In Russia storia e storia della Chiesa sono strettamente intrecciate fra loro. Ne consegue che il ruolo della Chiesa ortodossa russa è fondamentale per fare luce su molte epoche della stessa storia russa.
Il presente volume è una novità in campo storiografico, per documentazione e prospettiva storica. La trattazione, essenziale e brillante, inizia con un percorso cronologico della storia della Chiesa dalla cristianizzazione del X secolo ad oggi. Nei capitoli successivi vengono trattate, con riferimento anche all’attualità storica, politica e culturale, tematiche essenziali come il rapporto tra Stato e Chiesa, il ruolo del monachesimo, la religiosità e la teologia russa, il rapporto della Chiesa russa con l’Occidente e il fenomeno della dissidenza religiosa. Il risultato è una visione d’insieme sull’Ortodossia russa di ieri e di oggi.
Dentro ciascuno di noi c’è uno spazio in cui ci è dato di essere interamente noi stessi. Lì ci sentiamo protetti, al sicuro. Lì possiamo sfuggire alla tirannia della quotidianità e concentrarci su noi stessi. Lì diveniamo liberi. In quello spazio di autenticità Dio abita in noi.
Dalla quarta di copertina:
«Esiste uno spazio in me su cui nessuno ha potere: lo spazio in cui Dio abita in me. Là, dove Dio dimora in me, vengo a contatto con il mio vero io. Là sono interamente me stesso. Là il mio io è protetto. Là cresce la mia autostima e divengo sempre più uno con me stesso».
(Anselm Grün)
Nella nostra quotidianità moderna siamo spesso determinati dalle attese degli altri, dalle scadenze, dalla pressione cui siamo sottoposti e dall'incertezza. Anselm Grün, il noto monaco benedettino, ci mostra, sulla base dei testi qui raccolti, come possiamo, nella dispersione del nostro tempo, concentrarci su di noi per farci una cosa sola con noi stessi.
Traduzione e commento di Rudolf Pesch
«I vangeli della natività, sia nel loro valore di opera letteraria sia nelle loro implicazioni politiche, non hanno mai cessato di affascinarmi» (Rudolf Pesch).
In questo libro il noto studioso di scienze bibliche offre una nuovissima traduzione del testo e una interpretazione tesa ad attualizzarne il messaggio di pace.
Dalla quarta di copertina:
Rudolf Pesch, studioso di scienze bibliche noto a livello internazionale, traduce in linguaggio corrente il testo del Nuovo Testamento, e lo interpreta versetto per versetto, così che il suo messaggio di pace acquisti un nuovo significato per il nostro tempo.
a domanda che Gesù rivolge ai discepoli – «Voi chi dite che io sia?» – funge da filo conduttore. In che rapporto stanno l’identità del Nazareno, così come è stata mediata dalla testimonianza apostolica, e le successive precisazioni della medesima identità? Seguendo la riflessione del passato e dei decenni più vicini a noi, il trattato offre una risposta – «Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore» – che fonde cristologia e soteriologia. Il volume infatti, più del classico manuale, si propone come introduzione a un incontro con Colui che è oggetto ultimo dell’umana attesa.
Dalla quarta di copertina:
Il presente trattato ha il pregio della chiarezza espositiva, accompagnata dalla ricchezza delle informazioni: chi lo accosta trova tutto il necessario per comprendere luoghi, tempi, formule, visioni; nulla deve essere cercato in altri testi. Il percorso di apprendimento è pertanto facilitato: il lettore viene guidato alla conoscenza della riflessione dei secoli passati e degli ultimi decenni, sì da acquisire gli elementi per dare la sua risposta sia alla domanda originaria sia alle provocazioni che l’attuale congiuntura presenta, in particolare quelle che vengono dal pluralismo religioso.
«Voi chi dite che io sia?». La domanda rivolta da Gesù ai suoi discepoli nei pressi di Cesarea di Filippo è risuonata molte volte nel corso dei secoli e continua a risuonare anche oggi. La risposta è stata ed è, per molti versi, sempre la stessa, ma per altri, si è diversificata in dipendenza dalle congiunture storico-culturali. Il cristiano di oggi (ma anche chi cristiano non è) si trova di fronte a un interrogativo ineludibile: la risposta dei secoli passati ha ancora valore o se ne deve cercare una corrispondente alla situazione odierna? In questo secondo caso, come si può mantenere la continuità con la risposta della prima ora? Inoltre, c’è una risposta normativa, dalla quale, pur nella variazione dei luoghi e dei tempi, non si può prescindere, pena negarsi la possibilità di entrare in rapporto con Colui che ha posto per primo la domanda? E come fare, eventualmente, a cercare tale risposta?
Le questioni che una ricerca su Gesù deve porsi incrociano necessariamente la questione del rapporto tra l’identità del Nazareno mediata dalla testimonianza apostolica e le successive precisazioni della medesima identità. Si tratta della questione ermeneutica che sta a fondamento di ogni indagine teologica. Ed è la questione fondamentale sottesa a questo volume, pensato come manuale per la scuola, ma offerto a molteplici possibili lettori. La risposta qui presentata – «Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore» – mette insieme, come è doveroso, cristologia e soteriologia: l’identità di Gesù appare quando si fa, in lui e grazie a lui, esperienza della salvezza donata da Dio. In tal senso il volume si propone come introduzione a un incontro, pensato, con Colui che ogni persona umana, a volte inconsciamente, attende.
˛ˇ O g g i p u Ú a n c o r a d i r e q u a l c o s a i l N a t a l e d i G e s ˘ , a n o i c h e v i v i a m o n e l l i n d i f f e r e n z a ? E i l m o n d o o c c i d e n t a l e , c o s Ï r i c c o e l u c c i c a n t e , Ë a n c o r a i n g r a d o d i l a s c i a r s i i n t e r p e l l a r e d a t a l e e v e n t o ?
D a l l a q u a r t a d i c o p e r t i n a :
˛ˇ P e n s i e r i s u l N a t a l e , p o t r e b b e e s s e r e i l f i l o c o n d u t t o r e d i q u e s t o p i c c o l o l i b r o , s c a t u r i t o d a l l e s p e r i e n z a p e r s o n a l e e p a s t o r a l e d e l l a u t o r e , n e g l i a n n i d e l s u o m i n i s t e r o i n u n a p a r r o c c h i a d i F i r e n z e .
C h e c o s a p u Ú d i r e a n c o r a o g g i i l N a t a l e d i G e s ˘ ? E c h e m e s s a g g i o v i e n e d a l l a n n u n c i o d e l l a n a s c i t a d e l B a m b i n o a n o i c h e v i v i a m o n e l l o p u l e n z a e n e l l i n d i f f e r e n z a ?
» i l n o s t r o m o n d o , r i c c o e l u c c i c a n t e , a n c o r a i n g r a d o d i c o n f r o n t a r s i e d i l a s c i a r s i i n t e r p e l l a r e d a t a l e e v e n t o ?
L’opera, suddivisa in quattro volumi, è organizzata per lemmi come un dizionario, ma si propone di essere un significativo esperimento che rivisita e attualizza la concettualità della teologia cristiana per favorire un confronto con la cultura contemporanea. Un testo di consultazione che rende disponibili le forme e le strutture essenziali di una scienza religiosa responsabile e aperta al futuro, fornendo un servizio prezioso sia alla ricerca teologica sia al dialogo con la filosofia e le scienze.
Dalla quarta di copertina:
L’opera, I concetti fondamentali della teologia, si articola in quattro volumi. Non si tratta propriamente di un dizionario teologico, anche se è scandita in ordine alfabetico, ma di un significativo esperimento che rivisita e attualizza, con tutti i sussidi della scienza moderna, la concettualità della teologia cristiana.
Ogni voce è affidata a uno specialista, generalmente di lingua tedesca, che presenta, in una monografia di sintesi, storia e teoresi della concettualità teologica, esposta, analizzata e contestualizzata in forma nuova, con ricca e aggiornata bibliografia internazionale.
L’opera rende un servizio prezioso alla ricerca teologica, ma anche al dialogo con la filosofia, con le scienze e con la cultura contemporanea, rendendo disponibili le forme e le strutture essenziali di una coscienza e di una scienza religiosa, responsabile e aperta al futuro.
Edizione italiana a cura di Flavio Dalla Vecchia
Uno strumento fondamentale per lo studio delle origini cristiane. L’Autore analizza il Nuovo Testamento per svelare le strategie messe in atto onde illustrare il mistero di Cristo sfuggendo al pensiero gnostico. E fa luce su alcuni aspetti del pensiero di Paolo e Giovanni che, in qualche misura, hanno subito l’influsso del linguaggio e dell’immaginario gnostici.
Dalla quarta di copertina:
Il dibattito sul rapporto tra il Nuovo Testamento e la gnosi, intesa come movimento o come sistema concettuale, anima da tempo la ricerca sulle origini e sullo sviluppo della teologia cristiana. Dibattito reso ancor più intenso con le scoperte di Nag Hammadi che hanno permesso di accedere a testi gnostici ebraici e cristiani.
Con un contributo documentato e ampio, il lavoro di Schmithals – qui presentato in edizione italiana, che aggiorna quella tedesca – aiuta a definire i termini del problema, le sue radici storiche e soprattutto illumina circa i risultati della ricerca contemporanea.
Il lettore è invitato a percorrere il Nuovo Testamento scoprendo le strategie messe in atto dai suoi autori per illustrare il mistero di Cristo. Pur dimostrando che il Nuovo Testamento non include alcuno scritto gnostico, Schmithals riesce in modo convincente a scoprire tra gli avversari di Paolo esponenti di tale dottrina allo stato nascente, facendo luce inoltre su aspetti del pensiero paolino e giovanneo che, in misura maggiore o minore, hanno subito l’influsso del linguaggio e dell’immaginario gnostici.
Uno strumento fondamentale per lo studio delle origini cristiane.
Un’incisiva riflessione sulla sfida della vita spirituale, in particolare sulla chiamata a imitare l’esempio di Cristo nello svuotamento-abbassamento della sua condizione divina. Per introdurre il lettore a un simile percorso, Nouwen passa in rassegna quelle che chiama “discipline della formazione spirituale” e si sofferma in particolare su Chiesa, parola di Dio e impulsi del cuore.
Dalla quarta di copertina:
In questo breve libro Henri Nouwen presenta un’incisiva riflessione sulla sfida della vita spirituale, in particolare sulla chiamata a imitare l’esempio della “via dell’abbassamento” di Cristo. Questa vocazione è duramente contestata dalla costante esaltazione della “via dell’ascesa”, che riporta alla mente le tentazioni affrontate da Gesù nel deserto: essere “potenti, importanti, spettacolari”. Per prepararci a questo percorso Nouwen descrive le “discipline della formazione spirituale”, rappresentate dalla Chiesa, dalla parola di Dio e dagli impulsi del nostro cuore.
«La prima volta che mi sono imbattuto nell’espressione di Henri Nouwen “la via dell’abbassamento”, mi ha colpito come un’espressione radicale, paradossale e profondamente vera. Il suo richiamo al messaggio di Gesù va contro quasi ogni aspetto della vita moderna, ma ignorarlo ha portato alla maggior parte dei problemi urgenti che oggi dobbiamo affrontare: il riscaldamento globale, la povertà e un profondo senso di alienazione. Forse non è troppo tardi per cambiare, e Henri Nouwen ce ne ha indicato la via» (Philip Yancey).
Prefazione di Bernhard Casper
Introduzione e traduzione di Sandro Gorgone
Una intensa meditazione: l’autore, teologo e filosofo tedesco, conduce a cogliere l’evento della morte in tutta la sua serietà e drammaticità, senza far mai ricorso a illusioni consolatrici. Soltanto nella crisi assoluta che così si configura può manifestarsi con autenticità la questione capitale del senso dell’esistenza. E soltanto allora l’annuncio biblico e cristiano del Cristo risorto può risuonare in modo credibile
Dalla quarta di copertina:
Nelle meditazioni qui presentate il filosofo della religione e teologo di Friburgo Bernhard Welte (1906-1983) conduce il lettore a confrontarsi con l’evento della morte in tutta la sua serietà e drammaticità, con l’intento di coglierne la verità senza rimozioni o illusioni consolatrici. Attraverso un riflettere esercitato sul pensiero di Jaspers e Heidegger, egli scopre l’essenziale dell’incontro con la morte nell’esperienza che in esso l’uomo compie del nulla, del proprio non potere più essere e non potere più fare. Soltanto in tale crisi assoluta si manifesta senza infingimenti la questione capitale del senso dell’esistenza umana e l’annuncio biblico e cristiano può risuonare in modo credibile: è proprio l’integrale ed estrema umanità del Cristo a costituire il senso autentico della divina speranza che sorge dalla morte. Il piccolo scritto di Welte, risalente a una conferenza del 1978, ma ancora attuale per la pregnanza dell’analisi fenomenologica e la profondità dell’interrogazione, si rivolge a quegli uomini che nel nostro tempo tentano di aprirsi una via nel pensiero senza farsi illusioni e allo stesso tempo, arrischiandosi nella fede, cercano di essere uomini in verità.
Una intensa riflessione e meditazione sul caso serio della speranza.