
Per farsi coinvolgere dalla bellezza del parlare umano di Gesù
Con una prefazione di Enzo Bianchi
“Nei vangeli, che sono buona notizia, apportatori di un messaggio di amore e di misericordia, sono presenti però anche parole ‘dure’, parole che sorprendono il lettore, che possono essere per lui inciampo, scandalo. Parole che sconvolgono il nostro buon senso, la nostra sensibilità, la nostra ragionevolezza ... Gesù non è venuto tra di noi per portarci un messaggio che potesse piacere a tutti. Ha parlato con franchezza, dicendo sempre la verità; ha parlato con passione, perché le sue parole nascevano dal suo amore per Dio, dallo zelo per Dio suo Padre; ha parlato con forza, servendosi anche dello stile dell’invettiva e della santa collera” (dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi).
Ludwig Monti (Forlì 1974), monaco di Bose e biblista, collabora alle riviste Parola, Spirito e Vita e Ricerche storico bibliche. Presso Paideia Editrice ha pubblicato Una comunità alla fine della storia. Messia e messianismo a Qumran (2006).
Nei suoi aspetti più intimi la vita è in stretta relazione con il senso che attribuiamo alla morte
Cristo non si è rassegnato alla sua morte, ma vi è andato incontro: ha saputo celebrare la sua morte con parole e gesti di comunione. Così Gesù per primo ha annunciato la propria morte, trovandovi un senso per se stesso e per gli altri: vi ha riconosciuto un valore e un significato davanti a Dio e agli uomini. In questo modo ha evangelizzato la morte. La morte di un uomo non è di per sé un annuncio ma una notizia, perché ogni uomo muore. Quando, però, un uomo è capace di fare della sua morte un atto di comunione, ed è capace di celebrare il morire con gesti e parole di comunione, costui trasforma la sua morte in un’invocazione di comunione eterna con le persone che lascia e, se è credente, con il Signore al quale va incontro. Se vissuta così, la morte è annuncio.
Goffredo Boselli (Codogno 1967), monaco di Bose e liturgista, è membro della Commission francophone cistercienne e delle redazioni di Rivista Liturgica e di Arts Sacrés. Collabora con la Commissione episcopale per la liturgia della Cei in qualità di esperto. Presso le nostre edizioni ha già pubblicato Il senso spirituale della liturgia (2011).
Un’affascinante esperienza di dialogo
tra culture e religioni diverse
“La luce parte dall’oriente e a occidente si smorza. Queste pagine partono dall’occidente e guardano verso oriente, ma tornano a riflettersi sull’occidente. Perché chi le ha scritte ha piena coscienza di essere nato occidentale e di rimanerlo. Nella sua vita ha incontrato, e vissuto, l’oriente. Ha cercato di lasciarsene impregnare, così come apprendere una lingua straniera significa impregnarsi di chi la parla, in tutte le sue dimensioni. E ha voluto riflettere, per quanto è possibile, su questo impregnarsi. I riflessi d’oriente non hanno fatto altro che favorire il confronto fra due realtà, senza la pretesa di giungere in fretta, e dunque senza riflessione, a una sintesi” (dalla “Premessa” di Claudio Gugerotti)
Claudio Gugerotti (Verona 1955), arcivescovo cattolico, già segretario presso la Congregazione per le chiese orientali, dal 2011 è nunzio apostolico in Bielorussia, dopo esserlo stato per dieci anni in Georgia, Armenia e Azerbaigian. Autore appassionato, si è sempre occupato di spiritualità, liturgia e cultura delle chiese orientali, in particolare di quella armena.
Una lettura spirituale della pittura
di William Congdon
Contiene 16 tavole a colori
Noi come Gesù, come ogni uomo preda del dolore e della morte, siamo un corpo di carne. Il discrimine fra ciò che è “di carne” e ciò che è “dello spirito” è occulto, ma può essere interrogato. L’arte non può conoscere la verità, ma può darne notizia in simulacri che siano all’altezza dell’uomo.
Massimo Morasso (Genova 1964) è saggista e poeta. Studioso di Rainer Maria Rilke e Cristina Campo, ha tradotto Ernst Meister, William Butler Yeats, Navarro Scott Momaday e Yvan Goll. Il suo ultimo libro è La caccia spirituale (Jaca Book 2012), terza parte del vasto ciclo poetico de Il portavoce.
Un commento attualizzante
alle parole di Gesù:
“Beati i miti perché erediteranno la terra”
Il mite lo si nota per come incede, per il tono della voce, per come traversa l’oscuro, forte di una luce che non si sa bene da dove venga, un po’ come accade al vento di Nicodemo: non gli viene dall’alto ma emana, sbalorditiva, dalla terra. Il mite non è nei cieli ma quaggiù, tra noi: è uno di noi. Ci deve pur essere un motivo per cui riceve in eredità non il cielo ma la terra. Il mite è attivo, prima e dopo la prova, e anche se la sua condotta non è aggressiva, egli non accetta il male quotidiano, ma alla forza racchiusa nel male oppone un’energia di natura diversa ma egualmente intensa: una forza concentrata, riluttante all’aggressione ma non priva di ribellione.
Barbara Spinelli (Roma 1946) è una delle menti più acute e delle voci più autorevoli nel leggere in profondità gli eventi che segnano la convivenza civile in Europa. Editorialista del quotidiano La Repubblica, vive e lavora a Parigi. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Ricordati che eri straniero (2005).
Calendario ecumenico di Bose 2013
Accanto all’Agenda ecumenica di Bose proponiamo, in più agile formato, il Calendario ecumenico di Bose 2013 con la sinossi delle festività e delle memorie dei santi delle chiese cattolica, ortodossa, anglicana, le festività e i sabati ebraici, il calendario liturgico del monastero di Bose.
È una possibilità in più per accostarsi alle tradizioni delle chiese cristiane e alla fede del popolo di Israele. E per estendere questa memoria anche agli uomini di altre fedi religiose, abbiamo voluto aggiungere una tavola con le date delle principali ricorrenze islamiche e buddhiste per l’anno 2013.
Non c'è sapienza più grande di quella che riguarda le proprie passioni: è questa l'intima convinzione che spinge Giovanni il Solitario - monaco siriaco del V secolo - a intrattenersi con i suoi visitatori su varie questioni spirituali. Ascoltando il suo discorrere, proveniente da un mondo lontano eppure intrigante, perché intessuto di acute intuizioni affiorate nella meditazione dell'esperienza vissuta, siamo accompagnati nel cammino di crescita dell'uomo interiore. In questi Dialoghi sulle passioni dell'anima, si individua a poco a poco con lucidità la condizione dell'uomo veramente "spirituale", che trascende quella dell'uomo "giusto" stimato per le sue virtù e la sua ascesi.
La fede è insieme dono, protesta, fiducia. È la grande affermazione della dignità dell'essere umano che rifiuta di ridurre l'universo a quel che i suoi sensi percepiscono. La fede è sempre una miscela di luce e oscurità. Credere è essere fedeli nelle tenebre a quel che si è visto nella luce.La fede è la protesta dell'evangelo contro tutte le oscurità, gli idoli e le illusioni del nostro mondo. È la fiducia che non si sbaglia mai a scegliere l'umiltà, a tenere le mani aperte, a lasciarsi guidare sulla strada di un amore più grande.
La tua età, per quanto bella e affascinante, non è fine a se stessa. La verità di ciò che ora sei chiamato a vivere è oltre. La parabola umana è essenzialmente apertura al futuro, alla scoperta, a ciò che di nuovo può essere messo al mondo... Volersi bene è il ritorno a se stessi. In fondo noi abbiamo provato a compiere questa prima tappa del mestiere di vivere e perciò ora, proprio ora, puoi iniziare il tuo cammino. Il cammino da uomo adulto. Il cammino da donna adulta.
Attraverso la parola di Dio ascoltata ogni giorno, la verità, l'amore e la luce di Cristo, presenti nella sacra Scrittura, nutrono la vita della comunità cristiana e di ogni credente, donandogli gioia e pace, speranza e coraggio. L'ascolto della tradizione spirituale ortodossa invita a riflettere sul modo in cui la lettura della Scrittura, fatta attraverso lo Spirito e nella chiesa, sia il vero fondamento di ogni autentica spiritualità cristiana.