Il libro è un agendiario, pensato per accompagnare la mamma e i primi 365 giorni del suo bambino. Come in una vera e propria agenda ci sono informazioni dettagliate e graduali circa lo sviluppo psicofisico del bambino, consigli per la sua crescita e soprattutto c'è lo spazio riservato alla mamma dove può registrare i progressi fisici e psicologici del bambino, le sue reazioni, i suoi primi sforzi di movimento e di comunicazione, insomma tutto quello che documenta l'irrepetibile esperienza con le molte emozioni che l'accompagnano e che ogni mamma non vuole dimenticare. Un volume agile, ricco di notizie e informazioni semplici e sapienti nel contempo. Un libro utile ai genitori e simpatico da conservare come memoria della famiglia.
Libretto di C. Rotatori, di 16 pagine al tratto che il bambino può colorare. In testa a ciascuna immagine tre righe di semplice testo per un primo approccio alla conoscenza di animali e vita del bambino. Sulla quarta di copertina ci sono tutte le immagini colorate, per chi vuole vedere una proposta di colorazione.
Libretto di C. Rotatori, di 16 pagine al tratto che il bambino può colorare.In testa a ciascuna immagine tre righe di semplice testo per descrivere una bellissima giornata al mare. Sulla quarta di copertina ci sono tutte le immagini colorate, per chi vuole vedere una proposta di colorazione.
Sentirsi "brutti anatroccoli" significa vivere in modo problematico il rapporto con il proprio corpo. Modelli culturali imposti dai mass media possono generare un senso di inadeguatezza e quindi di insicurezza, condizionando - e a volte compromettendo - i rapporti sociali. Il legittimo desiderio di ricevere attenzione, rispetto e fiducia non può basarsi sul confronto con gli altri, ma unicamente sulla consapevolezza del proprio valore. Il testo di G. Paravati, particolarmente adatto a preadolescenti, adolescenti e loro genitori, si articola in otto capitoli: Brutti anatroccoli si nasce...; ... o si diventa?; Pubblicità regresso; Mode e pappagalli; Una questione di riflessi; Il bell'anatroccolo; Qualcosa a cui non rinunciare; Lettera d'amore da uno Sconosciuto.
Da anni la rivista Prier risponde agli interrogativi dei lettori attraverso una rubrica curata dal gesuita Michel Rondet. Nelle pagine di questo libro egli risponde, con delicatezza e rispetto, a domande sulla preghiera. Lo fa basandosi sulle parole del Vangelo e sui numerosi esempi che deriva dalla sua esperienza di accompagnatore spirituale. Con parole semplici ma puntuali, padre Rondet abbozza risposte che, volta per volta, illuminano e rassicurano, incoraggiano e fortificano; offre riferimenti essenziali per la nostra vita spirituale e per la nostra fede; apre a un ampio orizzonte: non c'è una sola definizione, un unico cammino per la preghiera, ma esistono mille modi per portare avanti il dialogo con Dio. Sempre e comunque la preghiera può trasformarci dall'interno, farci scoprire una nuova arte di vivere con noi stessi e con gli altri. Il libro ruota intorno a 8 grandi temi: Dove e quando pregare?, A chi rivolgere la preghiera?, Come gestire gli stati d'animo, Quando la preghiera interroga la fede, La mia preghiera è efficace?, Solidali nella preghiera, Preghiere di ieri e d'oggi, Quando lo Spirito viene a pregare in noi.
Il filo conduttore del testo di F. Bisogno è imparare ad accettare e donare tutte le parti della propria personalità per raggiungere una completa armonia di sé. Spesso, infatti, le persone non coltivano la propria "melodia" interiore, ma inibiscono alcune parti di sé ritenendo che soltanto così potranno essere felici o perfette. Considerando gli aspetti problematici della personalità come altrettante note stonate, l'autrice esorta a riscoprire la "melodia" d'amore che ognuno può produrre per sé e per gli altri se si impara a fidarsi dell'unico vero "compositore", cioè Dio. Il testo si articola in sei capitoli: La nota della tristezza, La nota dell'importanza, La nota delle relazioni, La nota della stanchezza, La nota della sensibilità, La nota della concentrazione.
Questa importantissima Nota pastorale della CEI, sulla scia degli orientamenti pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, ridefinisce il volto missionario delle parrocchie. Nella prima parte, che ha carattere introduttivo, viene delineato il contesto missionario delle indicazioni pastorali proposte in seguito, tenendo presente e rispondendo al cambiamento culturale in atto, di cui sono evidenziati alcuni fenomeni specificamente legati alla parrocchia. La seconda parte, invece, è dedicata a illustrare le valorizzazioni e le scelte ritenute più significative, raccolte per ambiti. In modo particolare si insiste sull'itinerario di iniziazione cristiana, considerato sia in rapporto ai fanciulli sia in rapporto agli adulti. Al vertice del cammino di iniziazione sta l'esperienza eucaristica della parrocchia nel giorno del Signore. Le parrocchie sono invitate soprattutto a farsi carico della situazione degli adulti, con particolare attenzione alla famiglia, al lavoro, al riposo. Ampio spazio viene dato alla cosiddetta "pastorale integrata".
Il 6 agosto del 1964, Paolo VI si rivolgeva alla Chiesa e al mondo con questa sua prima enciclica Ecclesiam suam. Fu un documento che segnò uno stile nuovo non solo tra Chiesa e mondo, ma anche per il dialogo interconfessionale e interreligioso. Il Concilio Vaticano II stesso nelle grandi costituzioni come la Lumen gentium e la Gaudium et spes, e nei decreti Unitatis redintegratio, Nostra aetate e Dignitatis humanae, deve molto allo spirito che soggiace a questa enciclica.Per questo, a quarant'anni di distanza, sembra opportuno più che mai ripresentare questa enciclica con una nota teologica, elaborata da don Ettore Malnati, sacerdote della diocesi di Trieste, grande esperto di ecumenismo, che possa aiutare ad apprezzare questo preziosissimo documento che Paolo VI offrì come chiave di lettura del suo intero ministero petrino e del suo modo di porsi a servizio del Vangelo e dell'uomo, pensando a un progetto di Chiesa, Corpo Mistico di Cristo nella storia, dove la dimensione della relazionalità non sia motivo di contrapposizione ma di arricchimento. Questa nuova edizione dell'enciclica è anche arricchita con la riproduzione di alcune pagine del testo autografo di Paolo VI, conservato in Vaticano presso l'Archivio della Segreteria di Stato, nel fondo Raccolta Manoscritti di Paolo VI.
Il libro di Daniele, nei vari racconti differenti per linguaggio e attendibilità storica, evidenzia i motivi di speranza di una comunità rappresentata da Daniele e dai suoi amici, durante la persecuzione religiosa al tempo di Antioco IV Epifane (175-163 a.C.). Delinea il volto del credente aperto alla collaborazione con il potere politico e irremovibile nell'esigere la libertà di coltivare le proprie tradizioni e di vivere il rapporto con Dio, creduto attivamente presente nel guidare la storia, nel giudicare le azioni umane e nel donare una vita oltre la morte. Il libro è una rilettura del Primo Testamento, similmente all'Apocalisse di Giovanni, e opera una singolare lettura della storia guidata da Dio altissimo e trascendente e inserito profondamente nella vita umana. Gli eventi sono scoperti come orientati al regno di Dio, dinanzi al quale i regni umani sono colti nella loro provvisorietà. B. Marconcini, che esamina il libro dettagliatamente in unità significative e traduce con chiarezza e fedeltà il testo ebraico, aramaico e greco, presenta i risultati dell'indagine in otto temi teologici, dal regno di Dio al Figlio dell'uomo, dalla preghiera alla risurrezione. L'articolazione in tre parti inquadra il testo biblico nell'ambiente storico-letterario proprio dell'ellenismo in seguito alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.), con accenni alla dimensione estetica e al rapporto con gli scritti di Qumran. I quattro Indici finali, assieme al Lessico biblico-teologico e simbolico, permettono al lettore di ritrovare il pensiero degli studiosi e i paralleli biblici con la possibilità di approfondimenti personali utilizzando anche la vasta bibliografia ragionata e generale.
Nel corso dei millenni, l'umanità ha esplorato tutti gli aspetti della guerra e della violenza, sperimentandone gli orrori. Oggi diventa urgente sperimentare modi diversi di relazionarsi, attraverso la comprensione e il rispetto reciproco nelle nostre società. Lo sostiene Pierre-Yves Boily in questo saggio che è anche un grido dell'anima. Ma come compiere collettivamente questo passaggio? Si può tentarlo nella organizzazione del lavoro? Si può andare più lontano della non violenza nei rapporti tra persone, tra gruppi, e tra Paesi? La tenerezza organizzativa o politica, economica e sociale ubbidisce alla stessa dinamica della tenerezza intima? Il testo cerca di dimostrare come questo tentativo può rivelarsi fruttuoso nelle organizzazioni. Un saggio sociale, dunque, comprensibile da tutti per lo stile piano e scorrevole, che può favorire la presa di coscienza della violenza nelle sue svariate forme e il rifiuto della stessa. Nel testo vi si trovano, talvolta, analisi curiose e interessanti, come la distinzione tra aggressività e aggressione: la prima, un meccanismo di protezione molto utile; la seconda invece, fa parte di una dinamica malsana? Senza mai nominarla, il testo è sulle posizioni di rifiuto della globalizzazione, intesa come omologazione e distruzione della libertà individuale. Pur ispirato a principi cristiani, il libro ha tuttavia un'impostazione laica.