La liturgia del mistero pasquale, celebrato nella Settimana Santa e culminante nel Triduo Sacro, è una miniera da cui non si finisce mai di estrarre i tesori nascosti. L'intento di questo commento spirituale ai testi liturgici - dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Risurrezione - è proprio quello di aiutare molti a scoprirne il valore, per trarne un maggior frutto di grazia. Si tratta di spunti meditativi scaturiti dalla celebrazione liturgica di una comunità monastica benedettina nella quale è ancora conservato e coltivato il nobile canto gregoriano, patrimonio di valore inestimabile, carico della preghiera e della pietà di generazioni e generazioni di cristiani e di grandi santi che se ne sono nutriti.
Oscar Luigi Scalfaro, racconta a un gruppo di giovani provenienti dalle diverse esperienze del mondo dell'associazionismo cattolico (Azione Cattolica, Acli, Agesci, Movimento dei focolari, Centro Sportivo Italiano ecc.) la sua vita, le sue idee, le stelle polari del suo impegno politico e della sua fede cristiana: la Costituzione, la pace, la giustizia, la laicità, la speranza. Una conversazione a cuore aperto, una giornata di domande e risposte, un'intervista in presa diretta per un libro-documento straordinario, curato da Federica di Lascio e Davide Paris, presidenti nazionali della Fuci, proposto con linguaggio chiaro e schietto a lettori di ogni età.
Il 19 marzo del 1994 veniva ucciso un giovane sacerdote di soli trentasei anni. Era Don Giuseppe Diana (Peppe per gli amici), parroco di Casal di Principe, in provincia di Caserta. Mandanti ed esecutori del delitto appartenevano alla camorra. Don Diana fu ucciso perché si era opposto ai tanti soprusi che funestavano il territorio. La sua fu una lotta aperta, mobilitò autorità religiose e civili di fronte ai tanti delitti che si verificavano nella zona. Coglieva ogni occasione per educare alla legalità, alla giustizia. Ma quando la camorra, nonostante le sue dimostrazioni di forza, si accorse che le cose stavano cambiando e la gente si sollevava contro i loro abusi, decretò la morte del parroco scomodo. Il testo, pur essendo una biografia del giovane sacerdote, parla per lo più della sua azione pastorale che si oppone con forza al potere della camorra, e cerca di liberare la gente dalla paura di questo potere. È una lotta che conduce confrontandosi sempre col Vangelo: "una lotta di liberazione" della sua gente. Il libro riporta eventi, testimonianze (di chi non ha avuto paura di parlare), stralci dei processi, e la voce della stampa dell'epoca.
Agile e breve testo di 8 capitoli distribuiti in tre parti: Parte prima, La preghiera come fonte di conoscenza di sé. Parte seconda, La preghiera e la compunzione del cuore. Parte terza, Preghiera e guarigione. A. Grün recupera l'esperienza dei primi monaci (III-VI secolo) per sottolineare come l'esperienza della preghiera implichi quella della conoscenza di sé, per arrivare all'incontro con Dio, e nell'Introduzione ribadisce: "Nell'ideale della realizzazione di sé perseguito oggi, l'uomo è al centro. Tutto ruota intorno a lui. Perfino Dio è finalizzato alla sua realizzazione. Le pratiche meditative e religiose hanno lo scopo di sviluppare tutte le facoltà umane. Si è riconosciuto che anche l'inclinazione religiosa fa parte dell'interezza umana e quindi va sviluppata. In ciò, Dio è soltanto un mezzo per raggiungere un fine. Non m'interessa in quanto Dio, bensì soltanto come aiuto per la realizzazione di me stesso. I monaci non volevano realizzare se stessi, ma cercare Dio. Tentavano di eliminare dentro di sé tutto ciò che precludeva loro Dio. In questo processo hanno scoperto che non si può trovare Dio se ci si ignora, se non ci si conosce. Alla conoscenza di Dio si giunge soltanto attraverso la conoscenza di sé."
L'autore, come in tutti i suoi testi, si sofferma sulla necessità di costruirsi una personalità armonica. Una armonia tra le componenti fisiche e psichiche senza trascurare la parte spirituale. Perciò, il rispetto del corpo, l'ascolto del corpo. E poi le paure da superare nelle situazioni della vita. La vita vista come viaggio, con tutte le incognite da superare (alla maniera dei viaggi iniziatici). E tutte le cose hanno un senso perché Dio è in ogni cosa, in tutte le vicende umane.
Come l'autore esprime bene nell'Introduzione, l'idea di questo piccolo sussidio è nata da un'esigenza spirituale e da una difficoltà concreta. Per un credente, "l'ascolto della Parola diventa una necessità quotidiana come mangiare, bere e respirare. È la luce che mi fa vedere qualsiasi cosa nella giusta prospettiva? La parola di Dio fatta carne è Gesù Cristo che possiamo incontrare innanzitutto attraverso il Vangelo. La preghiera è il "lavoro" del cristiano il quale lascia calare la Parola nella sua vita come un seme affinché porti frutto".
Via crucis suddivisa nelle tradizionali 14 stazioni. Ogni stazione è costituita da uno schema celebrativo che comprende, come momenti centrali, un passo delle Scritture, una breve riflessione e una preghiera a cori alterni con versetti della Bibbia. Scrive l'autore nell'Introduzione:"Una delle metafore più ricorrenti per definire la vita dell'uomo è quella del cammino, della strada: Ma in cammino verso dove? Questa è la domanda radicale che l'uomo si pone nella ricerca della sua identità. Fra le tante risposte, quella di Gesù di Nazaret si pone come uno spartiacque: "Io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14,6). C'è solo un'alternativa: accoglierla o rifiutarla? La "via della croce" è la strada che Dio ha scelto per dare all'uomo la pienezza della vita, attraverso l'obbedienza del suo Figlio Gesù". Tanti i temi affrontati nelle singole riflessioni: il tema della menzogna, della forza del potere, della regalità come servizio, del volto sfigurato dalla sofferenza, del conformismo della massa, del coraggio di rialzarsi, dell'amore più forte della morte.
Anna Katharina Emmerick (1774-1824), suora agostiniana di Dülmen in Germania, ha un percorso spirituale e mistico che il poeta romantico Clemens Brentano trascrive - dopo averla incontrata e frequentata per cinque anni - nella sua opera letteraria, Das bittere Leiden unsers Herrn Jesu Christi (La dolorosa passione di nostro Signore Gesù Cristo), comparsa in Germania nel 1833 con un successo straordinario, che continua ancora oggi. L'opera trova poi il suo complemento nel testo Leben der HL. Jungfrau Maria (La vita della santa Vergine Maria), pubblicata postuma e integrata dal fratello Christian, sulla base dei testi di Clemens.
È ora che diventiamo più consapevoli del nostro modo di pensare e di agire. Per evitare di finire nel vortice dell'incomprensione, dobbiamo riconoscere i nostri bisogni e prendercene cura noi stessi invece di lamentarci del fatto che nessuno se ne occupa. Questo testo è un invito a smorzare la meccanica della violenza, là dove nasce: nella coscienza e nel cuore di ognuno di noi. L'Autore afferma che solitamente siamo più abili a reagire di fronte agli altri piuttosto che a esprimere semplicemente la verità di ciò che accade dentro di noi. Abbiamo più che altro imparato a essere compiacenti, a portare un maschera, a interpretare un ruolo. Abbiamo preso l'abitudine di dissimulare ciò che accade dentro di noi per acquistare l'approvazione, l'integrazione o un'apparente tranquillità invece di esprimerci così come siamo. Abbiamo imparato ad allontanarci da noi stessi per stare con gli altri. La violenza della vita quotidiana si innesca proprio con questo allontanamento: la mancanza di attenzione a se stessi porta, prima o poi, a una mancanza di attenzione per gli altri; la mancanza di rispetto per se stessi porta, prima o poi, a una mancanza di rispetto per gli altri. Il libro è stato premiato al Festival degli Autori di Nimes (Francia).