
Francesco perde il suo primo dente, un canino. Come la mamma gli ha raccontato, la notte arriva il topo dei denti per lasciargli il dente nuovo. Ma il topo non ci vede bene e fa confusione. Quando il dente cresce, è appuntito come quello di un... vampiro!
La mamma è stupita e porta il bambino da un buffo dentista, vestito da clown, che mette in azione il trapano. Ma Francesco si spaventa e scappa. Nella sua fuga si imbatte in uno strano bambino, pallido e vestito di nero, un vampiretto, in fuga anche lui da un dentista.Anche a lui è spuntato un canino, ma corto e arrotondato.
Capiscono subito che i loro denti sono stati scambiati, ma decidono di tenerseli così come sono, e di diventare anche buoni amici.
Fulvia Degl’Innocenti è una giornalista e lavora da anni per il Giornalino e il GBaby. Ha scritto oltre quaranta libri per bambini e ragazzi con svariati editori, alcuni dei quali tradotti all’estero. Ha ideato e dirige la collana Il parco delle storie. Nella stessa fascia le giostre, ha pubblicato: Martina e il coccodrillo (2005), La cicala suona il rock (2006) e Un folletto in cucina (2009).
Mirella Mariani lavora da anni come illustratrice per ragazzi con editori italiani ed esteri: San Paolo, Paoline, Piemme, Mondadori, EL, De Agostini, Lisciani Giochi, Franklin Watts, Oxford University Press. Collabora in modo continuativo con i periodici San Paolo (GBaby, Giornalino e Famiglia Cristiana) realizzando fumetti, illustrazioni e giochi per bambini. Per il Parco delle storie ha già illustrato L’ombra del drago (2005) e Gli inventori botanici (2007).
Il testo è una Via Crucis con 15 Stazioni, l’ultima è l’incontro di Maria con Gesù risorto.
Le Stazioni sono quelle che i Vangeli e la Tradizione ci hanno tramandate.
L’autore le ha costruite cogliendo, nelle relazioni tra Gesù e i suoi, aspetti di amicizia e di amore, di inganni e di perdono, di tradimenti e di abbandono, di gratuità e di devozione, di legame e di libertà.
Quindici stazioni, quindici relazioni, «che hanno il gusto profondo, e non sempre comprensibile, della vita degli uomini e che Gesù di Nazaret ha compreso in pieno».
Ogni stazione è indicata da un passo evangelico; segue la riflessione sulla stazione e chiude sempre con riferimenti alla situazione degli uomini. È una Via Crucis un po’ fuori dal consueto; ha un quid di originalità.
Luca Saraceno è un sacerdote della diocesi di Siracusa. Docente di filosofia, ha pubblicato alcuni libri e collabora ad alcune riviste su tematiche filosofiche e religiose.
«Un congedo dal mondo più dolce e quieto», potrebbe essere la frase che riassume questo libro, che racconta alcune storie di malati terminali, quei malati per i quali non c’è più speranza e che ricevono solamente Cure Palliative.
L’autrice ha raccolto le parti più intense (lettere e racconti) del diario che raccoglie le testimonianze lasciate dai pazienti e dai loro familiari dell’Hospice e delle Cure Palliative a domicilio, dell’Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova. La bellezza di questo libro è nell’essere storia concreta e viva di molte persone.
Si racconta del passaggio ultimo della vita e di come questo possa non deludere né tantomeno ingannare, perché si può essere circondati da «angeli» esperti (medici, infermieri, psicologi, massaggiatori volontari...) che renderanno il passaggio il meno doloroso possibile e perché alla fine del tunnel non si troverà la morte, ma il volto sereno e affettuoso del Padre.
Per questa via la vita finirà per svelarci il suo significato e noi potremo viverla come un percorso in cui la crescita non procede sempre in maniera lineare, ma a volte presenta battute d’arresto, retrocessioni, ritorni all’indietro.
Elena Miglioli, giornalista, è stata redattrice del quotidiano La Voce di Cremona. Collabora con testate locali e nazionali, tra le quali Il Giornale.Vive e lavora a Mantova dal 2008 come responsabile della struttura Comunicazione dell’Azienda Ospedaliera Carlo Poma.
«Dov’è mio figlio?» è la domanda che sostiene il difficile cammino di tutte quelle mamme e quei papà che hanno un figlio in cielo e raccoglie, in sintesi, le infinite domande che albergano nel loro cuore: «Esiste una vita oltre la morte? Che cosa sarà successo a mio figlio? Sarà salvo? Potrò rivederlo e riabbracciarlo? Come potrò riconoscerlo senza il corpo? Come posso ancora aiutarlo? Com’è la vita in cielo, in Paradiso, in Purgatorio? Esiste l’Inferno? ecc.».
L’autrice, psicoterapeuta, che ha vissuto la perdita della figlia Camilla, desidera che le riflessioni raccolte in queste pagine aiutino le famiglie che, come lei, hanno vissuto il tremendo dramma della perdita di una figlia, o di un figlio o di una persona cara, credenti o non credenti, che sono alla ricerca angosciosa, spasmodica, di verità eterne, desiderose di conoscere più da vicino il mistero del cielo: «La vita del mondo che verrà», ossia lo stato di vita nuova che ora avvolge il proprio caro.
Il Vangelo di Marco, costruito sulla base di un preciso progetto teologico e cristologico, dimostra la sua autorevolezza non per l’importanza dell’autore, ma per il valore del suo messaggio: riporta il vangelo di Dio manifestatosi in Gesù, il Figlio di Dio.
L’opera marciana è spesso interpretata come un testo in cui il materiale tradizionale è stato accostato senza un vero e proprio principio ordinatore. L’analisi approfondita della narrazione mostra, al contrario, come la costruzione marciana abbia una sua articolazione progressiva anche se non secondo i criteri classici. Si presenta pertanto un testo a composizione simmetrica preceduto da un prologo e chiuso da un epilogo, che contiene due ampie parti dedicate rispettivamente al ministero galilaico e a quello gerosolimitano con al centro una sezione di passaggio che presenta Gesù in cammino dalla Galilea alla Giudea.
Il titolo iniziale costituisce il programma non solo narrativo, ma anche teologico dell’opera.Lo scopo del racconto,infatti,è proprio quello di mostrare come il personaggio Gesù sia da identificare con il messia sulla linea della figliolanza divina (Mc 1,1).
Santi Grasso, nato a Udine il 13 agosto 1961, è presbitero della diocesi di Gorizia. Ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico nel 1991 ed è professore di esegesi del Nuovo Testamento nel Seminario interdiocesano di GoriziaTrieste-Udine, nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Gorizia e di Udine e presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. È autore di diverse pubblicazioni, fra le quali ricordiamo: Gesù e i suoi fratelli (Bologna 1993), Il vangelo di Matteo (Roma 1996), Luca (Roma 1999), La prima lettera ai Corinzi (Roma 2001); Il Vangelo di Giovanni. Commento esegetico teologico (Roma 2008). Con Paoline ha pubblicato: Matteo. Il vangelo narrato (Milano 2000); Il vangelo di Marco. Nuova versione, introduzione e commento (Milano 2003, 20122). Collabora anche a diverse riviste con articoli e contributi scientifici.
Benedetto XVI, il 7 ottobre 2012, festa liturgica della Madonna del Rosario, ha invitato i fedeli a valorizzare il Rosario per un cammino di fede con Maria per meglio assimilare e vivere il Vangelo. La presente proposta vuole essere un’agile guida alla riscoperta delle radici della propria fede nella contemplazione dell’opera redentrice di Cristo meditando con Maria i venti misteri del Rosario.
La fede quindi è il tema centrale evidenziato nelle due brevi letture, parola di Dio e commento, e nella preghiera conclusiva.
Questo Rosario, nella sua semplicità, favorisce il coinvolgimento di tutta la persona: mente, cuore e volontà.
La struttura è classica: inizia con l’invocazione O Dio, vieni a salvarmi Signore vieni presto in mio aiuto... Continua con l’enunciazione del «mistero», a cui segue la Lettura biblica corrispondente; il Commento approfondisce e rende attuale la storia della salvezza che i brani della Scrittura propongono; quindi si introduce un breve momento di silenzio per confrontare la propria esperienza alla luce della Parola.
La preghiera del Padre nostro che, con l’aiuto dello Spirito Santo, ci unisce a Cristo e ai fratelli; la ripetizione litanica dell’Ave Maria costituisce il tessuto sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri di Gesù che ogni Ave Maria richiama e dà voce ai sentimenti di fede, gioia, lode e supplica. Il Gloria al Padre è la dossologia con cui glorifichiamo la SantissimaTrinità Padre,Figlio e Spirito Santo,culmine della preghiera cristiana.L’orazione conclusiva è la sintesi di quanto meditato, contemplato e pregato. Si premette alla preghiera ancora un momento di silenzio perché ognuno formuli l’intenzione personale.
Clemens Rosu, della Congregazione delle Figlie di San Paolo, attualmente fa parte del gruppo Paoline Editoriale Libri e Minimedia di Milano.
A cinquant’anni dall’apertura del Vaticano II, il volume illustra l’operato del Concilio a partire da alcuni dei documenti prodotti dal Concilio stesso.
Prendendo in considerazione,tra gli altri,Sacrosanctum Concilium,Lumen gentium, Dei Verbum, Gaudium et spes, Ad gentes, l’autore espone le principali istanze del Vaticano II, sottolineandone la portata rivoluzionaria e la necessità che l’eredità di quella «stagione» della Chiesa non vada perduta, ma anzi raccolta e rilanciata.
Mons. Ghidelli riporta anche alcuni episodi che testimoniano come l’iter di preparazione e approvazione di alcuni documenti sia stato lungo e travagliato; nonché alcune «curiosità»,come,per esempio,il fatto che la costituzione pastorale Gaudium et spes, diventata poi simbolo dell’ottimismo e della speranza cristiana, era inizialmente intitolata con un binomio di segno opposto, cioè Angor et luctus.
Chiude il volume un capitolo sulle analogie tra il primo Concilio della storia, quello di Gerusalemme (a cui partecipò, tra gli altri, san Paolo), e il Concilio Vaticano II.
Nei rapporti interpersonali oggi c’è molta sopraffazione, addirittura molta violenza, verbale e no. La tentazione, se provocati, è di rispondere nello stesso modo. Ma specialmente chi ha un compito educativo si interroga: da cristiani, ci si può rassegnare a questo stato di cose? Come calare nella realtà il messaggio evangelico?
Partendo da ciò che in proposito si legge nel Vangelo secondo Matteo (in cui Gesù si definisce «mite e umile di cuore»), l’autore prende in considerazione tre episodi biblici incentrati sulla mitezza come fonte della vera forza interiore: la risurrezione di Lazzaro, le Beatitudini, la lavanda dei piedi durante l’ultima cena.
In Appendice sono raccolte alcune preghiere – destinate ai docenti – che scandiscono, giorno dopo giorno, l’intera settimana.
Marco D’agostino (1970), prete della diocesi di Cremona dal 1995, responsabile del Centro Vocazioni, insegna Sacra Scrittura al seminario diocesano, di cui è vicerettore, e lettere classiche al liceo classico e scientifico Vida di Cremona. È autore di diverse pubblicazioni in campo biblico e pedagogico.
Nella prima parte del testo viene riportata una breve biografia di san Giuseppe, basata sulla Sacra Scrittura.
Vi sono poi testimonianze di persone che hanno ottenuto grazie da questo santo, patrono della Chiesa universale e protettore della famiglia. È colui che sostiene i morenti ed è ritenuto il santo della divina provvidenza. San Giuseppe infatti si è preso cura di Gesù e di Maria e allo stesso modo si prende cura di quanti si affidano a lui in ogni necessità.
Nella seconda parte, il testo è corredato da molte preghiere a san Giuseppe, sia quelle tradizionali, sia quelle più recenti, comprendendo anche alcuni esempi di liturgia della Parola, litanie e novene.
Kathryn James Hermes, è una religiosa paolina che ha conseguito un master in teologia e Sacra Scrittura presso il Weston Jesuit School of Theology. Attualmente opera nell’ambito dell’editoria digitale di Pauline Books & Media degli Stati Uniti. È autrice di molte pubblicazioni in lingua inglese. In italiano ha pubblicato: Uscire dalla depressione. Un approccio cattolico (2008).
L'autore vuole fare scendere, come fasci di luce, alcune pagine di Vangelo e di Sacra Scrittura proprio dove la violenza dell'ingiustizia sembra zittire ogni possibilità di cambiamento. Ogni stazione è scandita dal brano evangelico a cui segue uno spazio meditativo dell'autore che, di volta in volta è sottolineato da nomi diversi di persone che hanno capito come "porgere l'altra guancia" non è né debolezza e vigliaccheria, ma resistenza di fronte al male, rifiuto della spirale della vendetta e delle logiche disumane annidate in ogni proposta criminale (P. Borsellino, P. Impastato, B. Diana...).