
La misericordia è il balsamo che si effonde con il nome di Gesù, è il nome di uno dei piedi di Dio, l’altro piede è la giustizia; il loro passaggio lascia nell’anima la traccia della speranza e del timore. La misericordia è il dono del Padre per le molte miserie dell’umanità, è il carattere che distingue la persona di Cristo, è il manto della Madre di misericordia, è il frutto del dono dello Spirito.
Nel volume cui il lettore si accosta viene seguito il filo rosso di questo tema in testi biografici su san Bernardo, in qualche sua lettera, nelle prime opere sull’umiltà, in alcuni sermoni sul Cantico della maturità e, infine, in altri sermoni liturgici dove la misericordia diventa il pane quotidiano; tutti modi di orchestrare un unico pensiero.
I testi qui presentati, tutti tradotti in italiano, costituiscono una piccola antologia ragionata del pensiero di san Bernardo sulla misericordia nell’anno santo ad essa dedicato.
L'autore, condividendo con il lettore l'esperienza di corrispondente in diretta dai lavori, ci fa rivivere le sequenze di giornate intense e imprevedibili - non sempre entusiasmanti, spesso illuminate dagli interventi di Papa Francesco - dei due Sinodi dedicati alla famiglia, quello straordinario del 2014 e quello ordinario del 2015. Il lavoro di Franco Ferrari - scrive Andrea Grillo nell'Introduzione - ci permette di ricostruire un cammino; già oggi, infatti, noi rischieremmo di dimenticare "come si è arrivati" al testo di Amoris Laetitia. Utile risulta, per questo, il ritornare ai singoli passi che l'hanno preparata, ostacolata, accompagnata e purificata. Un cammino nel quale i Vescovi stessi si sono sentiti "cambiati" dagli scambi sinodali. Appare chiaro il valore di questo "diario" che, con i dati della cronaca dà un contributo originale e prezioso, attestando non solo l'atto di un Pontefice, ma il non facile assenso di una Assemblea episcopale; non solo la paro la di un capo, ma il dialogo di un corpo; non solo la grande dottrina della giustizia, ma anche la più grande sapienza della misericordia.
L'intera Dottrina Sociale della Chiesa può, più o meno adeguatamente, essere interpretata, da un lato, come un grande movimento in difesa della persona e un baluardo contro le pretese dello Stato assoluto, dall'altro, come una tensione verso il bene comune e un'invocazione alla realizzazione di una giustizia sociale il cui attore principale (se non spesso unico) sembra essere indicato proprio nel medesimo Stato. Questo testo vuole presentare i principi fondamentali su cui poggia l'insegnamento sociale della Chiesa senza, tuttavia, nascondere limiti e contraddizioni in cui spesso incorre il magistero ecclesiastico. Con onestà intellettuale, il credente fa, perciò, bene a ricordare le parole di Wilhelm Ropke: "Un economismo sordo alle esigenze morali è nefasto, ma non è meno nefasto un moralismo ignorante in fatto di economia".
Rivista trimestrale 
Anno XLI (85° di "Vita Cristiana")
N. 2 aprile-giugno 2016
Parte prima: Le collezioni poetiche
Parte seconda: Sezione antologica
In occasione del quattrocentocinquantesimo anniversario della nascita di santa Maria Maddalena de' Pazzi (2 aprile 1566), "La Santa Fiamma" si propone di far meglio conoscere lo straordinario percorso storico e mistico della grande carmelitana fiorentina, "figura emblematica d'un amore vivo che rinvia alla dimensione mistica essenziale di ogni vita cristiana". "Santa Maria Maddalena de' Pazzi rimane una spirituale presenza ispiratrice per le Carmelitane dell'Antica Osservanza. In lei esse vedono la "sorella" che ha percorso interamente la via dell'unione trasformante con Dio e che addita in Maria la "stella" del cammino verso la perfezione".
L'esicasmo non è una dottrina mistica, non fornisce una teoria, ma indica un itinerario ascetico al cristiano per riporre la sua mente stabilmente in Dio e nutrirsi delle bellezze del mondo invisibile. Il percorso richiede il raggiungimento e il compimento di alcune tappe progressive per conquistare infine l'hesychía: la preghiera monologica, la purificazione interiore, l'illuminazione e la deificazione. In questo volume a più mani che in realtà si configura come una vera e propria monografia, la luminosa civiltà athonita viene analizzata sotto angolature storico-teologiche differenti che approfondiscono in particolare il periodo della rinascita filocalica, senza per questo tralasciare alcuni momenti storici che la precedettero, come la venerabile e antica tradizione bizantina e protocristiana, fino alle soglie della contemporaneità.
I Padri dei primi secoli cristiani hanno parlato del mistero della Chiesa attraverso immagini simboliche, spesso evocate nel recente insegnamento di papa Francesco e, prima, di papa Benedetto XVI. È forse doveroso, però, offrire ai lettori più attenti qualche ragguaglio sulle origini e l'attualità di una delle immagini ecclesiali care ai Padri, ossia quella della Chiesa come Luna, il mysterium Lunae. L'astro minore, infatti, quello che illumina il mondo immerso nelle tenebre per virtù della luce del Sole, immagine di Cristo, ci vuole ricordare la funzione vicaria della Chiesa illuminata da Cristo e che solo in lui trova il senso della sua esistenza nel mondo e la forza per essere fiaccola che nella storia illumina gli uomini e le donne chiamati a essere una cosa sola in Cristo.
La preghiera contemplativa nutre il dinamismo di coloro che compiono il bene aiutandoli a restare onesti, coraggiosi e gioiosamente compassionevoli nel servizio agli altri. Le buone azioni senza la preghiera rischiano lo scoraggiamento. La preghiera contemplativa, fra gli altri vantaggi, ci assicura di rimanere persone appassionate e allegre. Gli scritti raccolti in un unico volume da Merton stesso e qui tradotti per la prima volta in italiano presentano ciò che il monaco pensava in riferimento ai valori contemporanei incarnati nell'esperienza quotidiana quale educazione richiesta ad uno stile di vita contemplativa. A suo avviso, la contemplazione non è l'ambito esclusivo per le comunità claustrali o per le chiese ufficialmente riconosciute. L'esperienza contemplativa metodica è un diritto e un dovere per chi nel mondo, agendo da soli o insieme ad altri, porta la parola di Dio in ogni azione del quotidiano quale esempio e condotta della vita stessa.
Santa Rita (ca. 1381-1457) visse circa sette secoli fa a Cascia, piccola città dell'Appennino umbro, terra di grande spiritualità e culla nel tempo di molti santi; ma anche terra aspra e inaccessibile, specie durante il lungo inverno, luogo di conflitti e di violenza. Per lei e molti suoi contemporanei la vita era una dura lotta, tra prove e innumerevoli sofferenze. Dopo la morte del marito e dei figli, Rita rimase sola, emarginata e osteggiata da quanti non accettavano il perdono accordato agli assassini di suo marito. Rita, nutrendosi con il cibo della misericordia, seguì l'insegnamento di sant'Agostino, padre e maestro della sua spiritualità monastica: "In una notte piena d'insidie, non temere! Abbi fiducia in Cristo e cerca in lui la luce del giorno" (In Ps. 100,12).
 
 
 
 
 
  
