
Fin dall'antichità risuona il dilemma:perché Dio ci fa o ci lascia soffrire? Se il non credente attribuisce le ragioni della sua sofferenza all'essenza della condizione umana, alla responsabilità delle persone, all'incompiutezza del mondo; per colui che crede l'interrogativo diviene un quesito di difficile risoluzione. Il libro, partendo dalla tradizione cristiana, elabora una riflessione critica che esclude le più comuni risposte: Dio non ci punisce dalle colpe, non educa tramite la sofferenza, non rende partecipi della salvezza del mondo. Di fronte al male sono possibili atteggiamenti diversi: dalla negazione dell'esistenza di Dio, alla rivolta nei suoi confronti; la protesta e la resa; fino a quello più sapiente, l'accettazione del limite e l'affidamento al Mistero, che è la vera cifra della realtà di Dio.
Giacomo Canobbio è docente di Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Tra le sue pubblicazioni per Morcelliana: Dio può soffrire? (2006); Chiesa, religioni, salvezza. Il Vaticano II e la sua ricezione (2007); Il destino dell'anima. Elementi per una teologia (2009); Laici o Cristiani? Elementi storico-sistematici per una descrizione del cristiano laico (2017); Fine dell'eccezione umana? La sfida delle scienze all'antropologia (2018); Quale riforma per la Chiesa? (2019).
Fin dal loro apparire, nel 1534, i Paradossi di Sebastian Franck suscitarono sconcerto per la loro radicalità: ad avere la forma del paradosso sono la teologia stessa e la Scrittura, un paradosso in conflitto con tutto ciò che il mondo crede. Di qui l'andamento dialettico dell'opera: il vero Cristo, il Cristo interiore, lo Spirito, non ha bisogno delle Chiese storiche, ovvero non ha bisogno di libri, cerimonie, culti. Il Nuovo Testamento stesso è pensato da Franck non come un libro, una legge, bensì come lo Spirito santo che parla all'uomo interiore, all'uomo completamente distaccato. Affermazioni che nella loro paradossalità, anche stilistica, riprendono temi della mistica speculativa di Meister Eckhart e inaugurano quella corrente della cultura europea che va sotto il nome di "pensiero religioso liberale". Non a caso Pietro Martinetti ebbe a scrivere: "Sebastian Franck è la più grande figura religiosa del cristianesimo moderno. Egli ha un intuito profondo della realtà: anche nella storia religiosa sa gettare uno sguardo penetrante, sicuro, sereno, obiettivo. Egli solo ha saputo sottrarsi, restando cristiano, alla schiavitù del biblicismo, che egli rimprovera anche agli anabattisti, e resistere al sogno di restaurare il cristianesimo apostolico [...] Non dobbiamo perciò meravigliarci se egli rimase solo.".
Nella storia dell'Italia cattolica del Novecento, Evasio Colli - per una breve stagione vescovo di Acireale e dal 1932, per oltre un quarantennio, vescovo di Parma - è stato una delle più autorevoli figure dell'episcopato italiano preconciliare, qui per la prima volta oggetto di una compiuta biografia. Grazie a un'ampia bibliografia, frutto di un attento scavo di fonti archivistiche e memoralistiche, emerge un ritratto a tutto tondo, con le sue luci e le sue ombre, tratteggiato con la libertà di espressione consentita dai cinquant'anni e oltre che ci separano dalla morte del presule.
Il testo ha il compito di introdurre e presentare le coordinate fondamentali - l'abc - del discorso teologico cristiano cattolico, fornendo gli strumenti essenziali per riflettere criticamente sul messaggio del Vangelo, che trova in Gesù il compimento della rivelazione di Dio e dell'uomo. Da qui i quattro nuclei tematici: le radici della relazione tra l'uomo e Dio; la Bibbia e la teologia cristiana; la storia di Gesù di Nazareth; le grandi coordinate della relazione tra Dio e l'uomo alla luce della proposta di Gesù. Una guida al discorso teologico, pensata per coloro che vogliono avvicinarsi alla Parola della fede, attraversando la biblistica, la scienza delle religioni e la filosofia.
Sommario- Presentazione- Tavola delle abbreviazioni- T. Faitini - F. Ghia, Un profilo storico-concettuale della parrhesia politica: Sezione I - Parrhesia e politica- G.L. Prato, Dimensioni socio-religiose della parrhesia giudaica nella tradizione linguistica dei testi biblici- Scheda: Principali occorrenze del termine parrhesia nel Nuovo Testamento- A. Colli, "Non in proverbiis sed palam". La parrhesia di Cristo nel commento al Vangelo di Giovanni di Tommaso d'Aquino- D. Fedele, Il parresiasta punito, ossia Momus di Leon Battista Alberti- L. Cebolla Sanahuja, Kant y el ¡sapere aude! La verdad ilegal y su relación con la acción política - M. Mariani, "Non più servitori muti di dèi muti". La parrhesia in Hans Urs von Balthasar e Karl Rahner- D. Spini, Riflessioni su verità, politica e democrazia a partire da Hannah Arendt- S. Chignola, Il coraggio della verità: Michel Foucault. Sezione II - La "Licenza di Naaman il Siro"- Testo: 2Re 5- Testo: T. Hobbes, Da Leviatano, cap. XLIIG.L. Prato, Il racconto di 2Re 5 (la "conversione" di Naaman il Siro) nel suo contesto letterario e storico-religioso (e in riferimento remoto a Hobbes, Leviatano XLII 11)- R. Meynet, La "licence" du lépreux dans les evangilesL.F. Pizzolato, L'imbarazzo del cristianesimo antico di fronte alla "Licenza di Naaman"- M. Perrone, La "Licenza di Naaman il Siro" (4Re 5,18-19) nel contesto della tradizione esegetica del Medioevo latino- M. Campanini - F. Forte, La dimensione pubblica della religione in al-Ghaz...
Leggendo nel rotolo della Legge durante il suo bar mitzwah, il ragazzino perde il segno; bele sì, gli suggerisce sottovoce il rabbino. Bele sì, proprio qui. Qui, in questa pagina. Qui, in questo luogo. Il Libro e Asti. Leggere le Scritture ad Asti: questo è ciò che tale lavoro vuole documentare, per questo raccoglie dati e date, narra di persone e di fatti, descrive la vita della comunità israelitica che in Asti si insediò, ad Asti visse per secoli, crebbe, fiorì e poi si estinse. I suoi membri se ne allontanarono fisicamente, andando a vivere in città più grandi, e culturalmente, andando a far parte di più ampie comunità. C'è un periodo chiave in questa storia, tra l'ultimo decennio dell'800 e il primo del '900. Anche per la comunità di Asti nel suo insieme quello fu un periodo di eccezionale apertura e visibilità nel contesto cittadino: ma fu anche l'inizio della diaspora della comunità, e con essa dell'accelerazione del processo di assimilazione. Nulla lasciava presagire la "grande carneficina". La Shoah cambia tutto. Molte sono le strade che hanno preso quelli che sono usciti dalle tante Asti d'Italia e del mondo. Ci sono quelli che ebrei lo sono nel rispetto della ritualità, nella conoscenza della lingua, nell'osservanza delle norme; e ci sono quelli interamente secolarizzati. Ci sono quelli per cui l'essere ebreo è diventare israeliano, altri per cui è avere il mondo come patria. Ci sono ortodossi e riformati. Ci sono cattolici che restaurano la sinagoga, ed ebrei orgogliosi di non averne.