
Nella vita l'essere umano è perennemente in cammino. Ha in sé una tensione verso ciò che non è ancora compiuto, verso il perfezionamento e la felicità. Perciò la speranza, inscritta nella sua natura, non è un atteggiamento o un sentimento, ma una virtù: la tendenza stabile a realizzare se stessi e il bene. Questo scritto di Pieper, il primo del Novecento filosofico e teologico a richiamare l'attenzione sul tema, indaga la speranza come virtù teologale, i suoi opposti, disperazione e presunzione, e i suoi rapporti con la fede, la magnanimità e l'umiltà. Anche a chi non se la sente di spingere lo sguardo alla vita oltre la morte, scrive nella Prefazione Andrea Aguti, la speranza insegna a volgersi da un passato che non è più a un futuro che non è ancora. È un elisir di giovinezza, di cui abbiamo bisogno, anche oggi, per non cedere alla rassegnazione.
La prima edizione della cronaca del primo giubileo della storia, il Giubileo di Bonifacio VIII nel 1300: la sua indizione, il suo svolgimento con la fonte tradotta "Liber de Centesimo seu Jubileo" del cardinale Iacopo Gaetani Stefaneschi. Arsenio Frugoni, più grande storico dell'età medievale, introduce alla storia del giubileo e traduce e commenta il testo del cardinal Stefaneschi. Il libro, pubblicato da Morcelliana per l'Anno Santo del 1950, è qui presentato nei Libri del Centenario dell'editrice Morcelliana. Chiara Frugoni lo definiva “il libro che più mi ha ispirato nel racconto del Medioevo”. Con tavole di illustrazioni.
Opera che ha acquisito l'importanza di un classico della riflessione cristologica, questo saggio di Karl Adam raccolse al suo apparire, in Germania e in Italia, notevoli consensi per il linguaggio nuovo con cui presenta Cristo ai contemporanei, facendo proprie le istanze critiche della mentalità del Novecento e prendendo le distanze sia dal “gesuanismo”, sentimentale e troppo umano, sia dal “docetismo”, che induce a scorgere nel Cristo solo la divinità. La sua visione riesce a trasmettere con efficacia e immedesimazione spirituale la comprensione dell'umanità piena di Gesù; le sue intuizioni sulle facoltà dell'Uomo-Dio, sul senso della realtà, sulla ricchezza e l'equilibrio perfetti dei rapporti con gli uomini si dispiegano in pagine di qualità letteraria oltreché di solidità teologica. Originale è la collocazione del discorso sulla Risurrezione e la Pentecoste prima di quello sulla Croce: Adam avverte che il cammino per attingere l'abisso del mistero dell'amore sacrificale, anche e soprattutto nell'uomo d'oggi, presuppone la luce spiegata della Pasqua. Su «études» un recensore scriveva: «Questo libro è opera di un teologo che ha meditato profondamente sul nodo vitale del cristianesimo e di un apostolo che vuole comunicare la sua fede con un ardore mirabile».
Nel 1964, due anni dopo la pubblicazione di quest'opera, Zubiri riceve una lettera di Hans-Georg Gadamer, che si congratula per il suo «libro su Aristotele». Racconterà poi alla moglie di aver risposto ringraziando, ma precisando di non aver mai scritto un libro su Aristotele. A partire da Aristotele e dalla sua nozione di sostanza, nel volume il confronto critico si amplia alla tradizione filosofica metafisica, da Platone a Heidegger. Attraverso la Scolastica, Descartes, Kant, Hegel si snoda un percorso argomentativo volto a indagare l'“essenza” e il suo rapporto con i concetti di senso, esistenza, realtà, specie, individualità, trascendentalità. Una disamina, qui per la prima volta proposta al lettore italiano, del significato di una categoria fondamentale nella storia del pensiero occidentale e nel sistema filosofico di Zubiri.
Noto per aver elaborato il famoso “paradosso di Böckenförde” – uno Stato liberaldemocratico presuppone la scelta per la libertà dei suoi cittadini - è questo l'autore che ha fatto proprio il dilemma del rapporto della religione nello stato secolarizzato, esaminandone il legame essenziale, gli sviluppi teorici attorno a questo legame e le contraddizioni. Questi sono i saggi più significativi da lui elaborati sul rapporto tra cristianesimo, libertà e democrazia e che pongono le basi per le sue tesi più mature. Il volume, da un lato, permette di avere una visione più completa del pensiero teologico-politico di uno tra i più significativi intellettuali tedeschi contemporanei; dall'altro, ha la funzione civile di introdurre nel dibattito su religione e politica prospettive di pensiero di ampio respiro, fondate su di una profonda cultura giuridica e teologica nutrite da un'attenta analisi storica.
I testi qui raccolti, composti tra il 1930 e il 1944, sarebbero dovuti confluire in un volume, rimasto finora inedito, a cui l'autore lavorò fino a pochi mesi prima di morire. Attraverso sei meditazioni e sei commenti ai salmi, Romano Guardini avvicina le Scritture a partire dalle domande che sorgono dall'esperienza di vita dell'uomo contemporaneo. Gli scritti sono attraversati in filigrana da un interrogativo comune: come può l'uomo conoscere Dio e relazionarsi con Lui? Egli è inconoscibile, delicato come «il sussurro di una brezza leggera», disposto ad andare alla ricerca di chi si allontana; ci conosce fino al più intimo pensiero e traccia per noi una via misteriosa. Queste pagine sul Dio della vita, «scritte in anni di violenza, di guerra, di ingiustizia», sono «testimonianza di fede e invito alla fiducia». Parole di speranza che, allora come oggi, aiutano ad affrontare alla luce del messaggio cristiano le difficoltà della vita e le vicende tragiche della storia.
All'indomani del Concilio Vaticano II, ecco una presentazione del cristianesimo aggiornata che comunica con incisività tutti gli elementi fondanti per presentare la fede a credenti di altre religioni in vista di una condivisione efficace, sulla base dell'esperienza del Segretariato per i non cristiani come strumento. Attraverso tre focus - l'evento cristiano, la sapienza cristiana e la vita cristiana - vengono esplorati i temi fondamentali della fede. Il libro, che in questa nuova edizione ha una straordinaria attualità, ha avuto una diffusione enorme, in particolare in lingua inglese e francese, con più di venti traduzioni. Lo stile narrativo, la forte ispirazione biblica e la brevità lo rendono un testo fresco utile per una sintesi, per la formazione, per la comprensione della fede come speranza.
Quando si tratta di pensare ad Abramo, sono come annichilito. In ogni momento mi accorgo di quel paradosso enorme che è il contenuto della vita di Abramo, in ogni momento vengo respinto indietro e il mio pensiero malgrado tutta la sua passione non può penetrarlo, non può giungere di un capello oltre. Tendo ogni muscolo per aguzzare la vista, istantaneamente divento paralitico. Nei suoi scritti Kierkegaard ritorna più volte sulla figura di Abramo. Il momento topico del sacrificio di Isacco attorno a cui ruota questo libro offerto al lettore italiano in una nuova traduzione basata sull'edizione critica danese, è per lui il respingimento della fidanzata Regine Olsen e, al tempo stesso, l'occasione per smontare la concezione hegeliana che confinava la fede a stadio primo e immediato della conoscenza umana. Con una serrata logica inferenziale che deve molto agli Stoici, Kierkegaard lavora ai confini della ragione, dunque al limite del paradosso, restituendo alla fede il suo statuto di passione eccedente.
Il volume raccoglie per la prima volta gli scritti ecclesiologici di Romano Guardini. Pur non essendo un "ecclesiologo di professione", Guardini ha più volte approcciato il mistero della Chiesa, al punto che il saggio "Il senso della Chiesa" - edito per la prima volta nel 1922 - viene spesso considerato il punto di avvio di un'intensa stagione di rinnovamento dell'ecclesiologia cattolica, che avrebbe trovato il suo approdo nel Concilio Vaticano II. Gli scritti ecclesiologici di Guardini si caratterizzano per la sostanziale omogeneità tematica (la Chiesa come prosecuzione dell'opera di Cristo, come incontro tra santità divina e debolezza umana, come garante oggettiva della verità rivelata contro le derive soggettivistiche), per le sue intersezioni con altri ambiti del pensiero guardiniano (la filosofia della persona e della comunità come "realtà viventi"; la reazione all'idealismo e al positivismo; l'interesse per il rinnovamento liturgico), per la sua sintonia con la dottrina del Vaticano II. Finalmente l'edizione completa e critica di questi suoi studi ecclesiologici, che costellano l'intera sua produzione con un tratto di assoluta originalità.

