
Alcune delle avventure più mostruose della serie Piccoli Brividi, pensata per i giovani appassionati di horror. Età di lettura: da 10 anni.
Alcune delle avventure più mostruose della serie Piccoli Brividi, pensata per i giovani appassionati di horror. Età di lettura: da 10 anni.
Eravamo alla metà di giugno, eppure il cortile era ricoperto da un soffice tappeto di foglie morte che si sbriciolavano sotto i piedi, man mano che risalivamo il viale verso la casa, con uno scricchiolio che non esiterei a definire sinistro... Età di lettura: da 8 anni.
La casa era disabitata da anni, per lo meno da quanto ricordavano Greg e i ragazzi. Sarà stato per questo che in città si raccontavano strane storie su Villa Coffman, che avevano per protagonisti fantasmi inconsolabili o crudeli assassini assetati di sangue che in quelle stanze si erano macchiati di efferati delitti. Età di lettura: a partire da 8 anni.
Il corridoio al piano di sopra era buio pesto. Premetti l'interruttore, ma la luce non si accese. "Deve essersi fulminata la lampadina" dissi. "Mmm, è da brivido quassù" fece April. Aveva appena finito di pronunciare quella frase, quando l'armadio si aprì all'improvviso e, con un grido disumano, balzò fuori una figura misteriosa. Età di lettura: da 8 anni.
Potevo fuggire! Era un pensiero così scioccante e al tempo stesso così reale, che impiegò un po' prima di prendere forma. Potevo nascondermi nel bosco. Potevo scappare dallo zio Al e dal suo campeggio degli orrori. Età di lettura: da 8 anni.
"Posso esaudire tre desideri" ripeté la donna. "Ciò che desideri diverrà realtà." Si sfilò la borsetta rosa da sotto il braccio, l'aprì, frugò dentro e finalmente tirò fuori qualcosa. Era una sfera di vetro, color rosso fuoco, che brillava fulgida nell'oscurità della sera. Età di lettura: da 8 anni.
Il Meridiano, primo di tre che presenteranno una ricca selezione della narrativa di Roth, propone i più importanti romanzi del periodo giovanile, tra i quali spicca «Lo scrittore fantasma» (1979), preceduto dal romanzo breve «Goodbye, Columbus» (1959) e dall'esplosivo e mirabolante «Lamento di Portnoy» (1969) e «La mia vita di uomo» (1974); seguono «Zuckerman scatenato» (1981), «La lezione di anatomia» (1984), «L'orgia di Praga» (1985) e «La controvita» (1986). Il saggio introduttivo e gli apparati critici di Elèna Mortara e Paolo Simonetti contribuiscono a presentare l'opera di Roth a nuove generazioni di lettori offrendo informazioni preziose e inedite anche a chi di Roth è già lettore appassionato.
Questa raccolta di importanti testi due-centeschi può essere una felice scoperta, afferma Marco Santagata nella sua premessa. Addirittura, precisa, una doppia felice scoperta: «quella di una tradizione in volgare di visioni dell'aldilà e di testi didattico-escatologici che precede di poco il poema di Dante, e quella di una zona padana, fra Milano e Verona, sulla cui produzione letteraria quasi mai anche le persone colte - prese dai lirici di Sicilia, dai guittoniani, dagli Stilnovisti, dai laudisti, insomma, dalla grande fioritura poetica dell'Italia mediana - gettano un occhio». I poemi di Bonvesin da la Riva e Giacomino da Verona, qui accompagnati da alcuni passi scelti dalle opere di Uguccione da Lodi e Pietro da Barsegapè, costituiscono esiti letterari di inconfondibile fisionomia e grande tenuta per diversi motivi. In primo luogo per l'energia della tensione e delle finalità squisitamente morali che si prefiggono, e che costituiranno sempre, anche nei secoli successivi, una matrice e un carattere della cultura letteraria settentrionale. In secondo luogo per il loro collocarsi attivamente in un clima e in una tematica - quelli, appunto, delle visioni e dei viaggi d'oltretomba - specifici dell'epoca e che troveranno poi nella Commedia dantesca la più elevata e ineguagliata espressione. E ancora per la grande forza ruvida, originaria, espressivamente inquieta e carica di episodi e scene di una penetrante concretezza, dei versi di questi quattro autori. La cui opera viene qui proposta, con testo a fronte e nella traduzione in versi italiani, da quattro poeti del nostro tempo, Maurizio Cucchi, Mary Barbara Tolusso, Giorgio Prestinoni e Fabrizio Bernini: decisamente, apertamente coinvolti dall'esemplarità di quei lontani maestri, tanto da impegnarsi nell'esercizio e nella bellissima avventura di ricrearne lo spirito e i valori.
In questo secondo volume trovano posto quattro grandi romanzi della maturità dello scrittore: «La zia Julia e lo scribacchino» (1977), sospeso tra verità autobiografica e l'invenzione ispirata dagli sceneggiati radiofonici dell'eccentrico Raúl Salmón; «La festa del Caprone» (2000), incentrato sulla trentennale dittatura di Trujillo nella Repubblica Domenicana; «Avventure della ragazza cattiva» (2006), una storia d'amore moderna e antiretorica scritta sull'onda dei ricordi, segnata dai soggiorni in Europa dell'autore tra gli anni Sessanta e Ottanta; e, infine, «Crocevia» (2016), un affresco sociale che intreccia scandali sessuali e losche manovre politiche, ambientato a Lima verso la fine del XX secolo.