
La storia è maestra di vita: è urgente riscoprirla come guida. Che cosa lega l'invenzione della stampa moderna (Gutenberg) nel 1450, la Riforma protestante di Lutero e quel primo esperimento di globalizzazione che furono le grandi esplorazioni navali? È possibile paragonare Facebook o Instagram alle altre rivoluzioni della comunicazione? Che distanza c'è tra quella età del caos che chiamiamo Rinascimento, i suoi Savonarola, e i populismi di oggi? E perché la riscoperta dello Stato-nazione ci sembra un regresso, mentre con la Pace di Vestfalia fu un approdo di stabilità? Dopo "Le linee rosse", in cui ha guidato i lettori alla decifrazione del mondo attuale usando le mappe, Rampini applica lo stesso metodo alla storia, giocando con alcune date-chiave per fare luce sui sorprendenti legami tra eventi epocali del passato e il nostro presente. La nascita nel 1600 della Compagnia delle Indie, azienda privata a cui l'Inghilterra assegna il grosso del suo impero, in queste pagine diventa l'inizio di una storia del capitalismo che si dipana fino al crac di Lehman e alla grande crisi del 2008 da cui non siamo ancora usciti. La guerra dell'oppio (1840) spiega lo spirito di rivincita che anima oggi la Cina. Il 1869 vede la nascita del Canale di Suez, che ispira "Il giro del mondo in ottanta giorni" di Jules Verne: non solo un romanzo d'avventura, ma l'avvento del globalismo come ideologia. In tema d'immigrazione, si parte dal 1870: la Grande Fame degli irlandesi e quello che, secondo Marx, dovrebbe insegnarci. Il 1948 segna la fine dell'impero britannico e della sua pretesa di fagocitare quello ottomano: una vicenda di cui settant'anni dopo la questione israelo-palestinese porta ancora le cicatrici. Esplorando gli anni 1963-67, riaffiora la terribile e seducente eredità del lungo Sessantotto americano, l'inizio di quella «guerra civile sui valori» tuttora in corso. L'incontro di Nixon con Mao Zedong nel 1972 innesca una reazione a catena che sfocia nel protezionismo di Donald Trump. E l'anno 1979 concentra tre eventi formidabili: la rivoluzione degli ayatollah in Iran, la svolta reazionaria dell'Arabia Saudita, l'invasione sovietica in Afghanistan, un triangolo dove viene piantato il seme degli islamismi moderni. Anche questo libro di Rampini non nasce «a tavolino». Le letture del passato si fondono con i racconti dei suoi viaggi di nomade globale - dalla profonda provincia americana che ha votato Trump al cuore islamico di Harlem, dall'Iran a Israele e alla Palestina - e con la sua vita in Cina o nella Silicon Valley californiana. L'avventura a ritroso nel tempo finisce per diventare una sorta di specchio magico. Così acquistano nuovi contorni e significati, e la giusta profondità, le cose da lui viste da testimone in prima fila: luoghi e personaggi, vertici internazionali e scontri tra leader che tentano di imprimere alla storia il loro segno.
Secondo dei tre volumi dedicati alle opere narrative di Philip Roth, recentemente scomparso, questo Meridiano propone i grandi romanzi della maturità dell'autore - Operazione Shylock (1993), Il teatro di Sabbath (1995) e Pastorale americana (1997) - preceduti da Patrimonio (1991), piccolo gioiello di fiction autobiografica dedicato alla morte del padre. La curatela (saggio introduttivo e notizie sui testi) di Paolo Simonetti.
"Mi obbligo a vedere l'amore anche dove si fa più fatica ad individuarlo - attingendo, nel mare del mio profondo, parole sempre cariche d'anima. Noi osserviamo il mondo attraverso lo sguardo che filtra emozioni dal cuore. Se le acque del nostro cuore sono limpide, penseremo sempre in positivo e tutte le cose belle della vita, tra cui i colori dell'amore, ci verranno incontro. Se al contrario ci scorre dentro un mare inquinato, vedremo le cose che ci circondano in bianco e nero. Tutto dipende dal pensiero del nostro cuore. La bellezza, l'amore, la libertà, il sogno, la speranza, la ricerca della felicità e, soprattutto, il mare." Mirko Sbarra crea aforismi che sono frammenti dell'anima. Con "il pensiero del cuore" dà voce a sentimenti ed emozioni nei quali si sono ritrovate finora moltissime persone. Nel 2017 è uscita la prima edizione di "Come battiti del mare" per una piccola casa editrice indipendente. Qui ne viene presentata una versione impreziosita, riveduta e ampliata dall'autore.
Questa incredibile storia inizia sul molo di un porto americano, con un giovane immigrato ebreo tedesco che respira a pieni polmoni l'entusiasmo dello sbarco. È il seme da cui nascerà il grande albero di una saga familiare ed economica capace di cambiare il mondo. Acuto e razionale, Henry Lehman si trasferisce nel Sud degli Stati Uniti, dove apre un negozio di stoffe. Ma il cotone degli schiavi è solo il primo banco di prova per l'astuzia commerciale targata Lehman Brothers (perché nel frattempo Henry si è fatto raggiungere dai fratelli Emanuel e Mayer). Con il tempo, al cotone si sostituiscono il caffè, lo zucchero, il carbone, e soprattutto la nuova frontiera di un'industria ferroviaria tutta da finanziare; ai padri subentrano i figli e i nipoti, in un mosaico di umanità diverse, assortite, contraddittorie. Spiazzante e pirotecnico, "Qualcosa sui Lehman" è un libro in cui non c'è più spazio per le tradizionali differenze fra generi: il romanzo si amalgama al saggio, l'epica al teatro, con continue incursioni nel cinema, nelle canzoni, e perfino nelle formule matematiche e nei fumetti. Una forma letteraria che, sfidando in un corpo a corpo artistico XIX e XX secolo, apre di fatto uno squarcio sul futuro.
Mi chiamavo Luca Borgoni, avevo 22 anni. Stavo per laurearmi ed entrare in quella fase della vita in cui ogni giorno si è meno "ragazzi" e più "uomini", e la domanda "Che cosa farai da grande" si trasforma in "Adesso che fai?". Sabato 8 luglio 2017 mi avventurai su per il Cervino, in Valle d'Aosta. Era una bella giornata ed era cominciata alla grande. Finì nel peggiore dei modi. Mentre mi issavo su per una parete verticale, le mie mani mancarono la presa. Che volete che vi dica? Andai su e non tornai indietro. Però mettete via i fazzoletti, questa non è una storia lacrimevole. Non mi importa niente di commuovervi e roba simile, la vita è troppo breve per prenderla per il verso sbagliato." La storia di Luca Borgoni è una storia vera. Ed è una storia clamorosa. Una di quelle storie che hanno una tale energia interiore da continuare anche quando finiscono. Non a caso sua mamma Cristina l'ha scritta usando la prima persona di Luca. Suo figlio aveva il talento dello sport e una grande passione: la montagna. A piedi, di corsa, in cordata, con le pelli di foca, in snowboard. Nei rifugi, al fuoco dei bivacchi, vento in faccia sui crinali più esposti. Luca passava gran parte del suo tempo libero a sfidare i monti, la sua palestra naturale e inimitabile. Durante l'incidente sul Cervino si stava allenando per un nuovo, esaltante obiettivo: la scalata del Dhualagiri, una delle vette che guardano noncuranti il mondo da oltre ottomila metri d'altezza. Qualche mese prima Luca aveva vinto un concorso fotografico che metteva in palio quell'impresa guidata da un esperto scalatore professionista. Ma prima della partenza le sue mani avevano mollato la presa sulle rocce del Cervino. A quel punto, una serie di coincidenze e di segni provenienti da un'altra dimensione fanno scattare un'impresa nell'impresa: portare una foto di Luca sulla vetta del Dhualagiri. Realizzare il suo sogno. Chiudere il cerchio di una vita spezzata. E nell'ottobre dello stesso anno, un'eroica staffetta di scalatori ha piantato una sua foto sulla vetta tanto agognata, abbracciata da una sciarpa tibetana.
Gerusalemme è la città universale, la capitale di due popoli, il santuario di tre religioni. È stato il gioiello ambito dagli imperi, il luogo indicato dalle profezie per il giorno del Giudizio e il campo di battaglia dello scontro di civiltà della nostra epoca. Da re Davide a Barack Obama, dalla nascita del giudaismo all'annuncio di Cristo fino al sorgere dell'islam, dal sionismo al conflitto israelo-palestinese, "Gerusalemme" ripercorre l'epopea di tremila anni di fede, massacri, fanatismo e pacifica convivenza. Quale mistero e quali eventi hanno fatto di questa cittadina sperduta su un altopiano dei monti della Giudea, stretta tra il Mediterraneo e il Mar Morto, la Città Santa per i fedeli del Libro, il «centro del mondo» e la chiave per la pace in Medio Oriente? Grazie a una narrazione avvincente e a uno stile che coniuga le necessità descrittive dello specialista con il gusto per l'excursus e l'aneddoto, Simon Sebag Montefiore svela i mille volti di una città in perenne mutamento e le sue diverse incarnazioni, restituendoci ogni epoca e ogni personaggio nella loro vivida lucentezza. La biografia di Gerusalemme viene raccontata attraverso guerre, intrecci amorosi, rivelazioni di uomini e donne che hanno costruito e distrutto questa città. Con un ritmo incessante si succedono sulla scena protagonisti illustri: da Salomone, Saladino e Solimano il Magnifico alla regina Cleopatra, da Adriano a Churchill; da Abramo a Gesù e Maometto; dal mondo antico di Nabucodonosor e Giuda Maccabeo, Erode e Nerone, ai tempi moderni del Kaiser Guglielmo, di Disraeli, Mark Twain e Lawrence d'Arabia, fino ai giorni nostri con Peres, Rabin, Clinton e Arafat. Attingendo a nuove fonti d'archivio e alle conoscenze più recenti, oltre che ai documenti di famiglia e a un'intera vita di studi e ricerca, Montefiore getta luce su questioni essenziali per comprendere la città: la santità, il misticismo, il ruolo giocato dall'identità e dall'aspirazione all'egemonia che ne hanno caratterizzato la storia e ne marchiano a fuoco il presente. In questa cronistoria l'autore rievoca ambienti, sentimenti e passioni di Gerusalemme, trasmettendo al lettore gli strumenti - i fatti - per interpretarne le tragedie, di ieri e oggi, ma anche il giusto disincanto per non smarrirsi nelle sue inestricabili contraddizioni. Alla scoperta di come Gerusalemme è diventata la sola città al mondo che vive da sempre in due dimensioni, quella celeste e quella terrena.
Sahra si muove nel mondo con eleganza e fierezza ed è accesa, sotto il velo, da un sorriso enigmatico, luminoso. È una giovane somala che vive con la cognata Faaduma e la nipotina Maryan nel centro di seconda accoglienza di un paese in Calabria. Finché un giorno sparisce, lasciando tutti sgomenti e increduli. A mettersi sulle sue tracce, "come un investigatore innamorato", è il suo insegnante di italiano, Antonio Cerasa, che mentre la cerca ne ricostruisce la storia segreta e avvincente, drammatica e attualissima: da un villaggio di orfani alla violenza di Mogadiscio, dall'inferno del deserto e delle carceri libiche fino all'accoglienza in Calabria. Anche quando tutti, amici compresi, sembrano voltargli le spalle, Antonio continua con una determinazione incrollabile la sua ricerca di Sahra e di Hassan, il fratello di lei, geologo misteriosamente scomparso.
«Ieri mi sono comportata male nel cosmo./ Ho passato tutto il giorno senza fare domande,/ senza stupirmi di niente.» È con questi versi - un mea culpa che è anche una dichiarazione d'intenti - della poetessa polacca Wis?awa Szymborska che il cardinal Ravasi apre, il 1° gennaio, il suo "Breviario dei nostri giorni", un testo che propone al lettore, di volta in volta, una frase, un detto, una citazione tratti da opere di autori di epoche, culture, fedi diversissime fra loro, o anche di nessuna fede, ma sempre capaci di condensare in poche, incisive parole una verità, un'esperienza, un insegnamento. Ogni citazione è seguita da una riflessione, che ne distilla, goccia a goccia, tutto il succo. Sono spunti che hanno la forza dell'aforisma, del detto essenziale, così brevi da poter essere letti nell'arco di cinque minuti, poiché, come il grande Cervantes, anche Ravasi si dice convinto che «non c'è buon ragionamento che sembri tale quando è troppo lungo». Nell'arco dell'anno si spazia da Plutarco a Oscar Wilde, da Kant a Woody Allen, da Voltaire a Gandhi, a Pavese, passando per Einstein e Wittgenstein. Dagli autori «impegnati» ai commentatori «leggeri», tutti offrono un'occasione preziosa per fermarsi un attimo a meditare, attività che non ha solo una valenza religiosa, anzi, «è un'esperienza radicale umana, una sorta di medicina dell'anima» capace di dare «una scossa al cuore intorpidito» da una malsana sonnolenza. E proprio come il breviario ecclesiastico, che raccoglie i testi della preghiera ufficiale quotidiana della Chiesa ed è chiamato anche «Liturgia delle Ore» perché scandito sulla trama delle ore della giornata e secondo lo svolgersi dell'anno liturgico - Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua -, anche questo breviario spirituale e laico accompagna il lettore durante tutti i 366 giorni dell'anno solare. È quindi un testo ritmato su una cadenza quotidiana, da leggere e meditare passo dopo passo: «un canto ogni giorno, un canto per ogni giorno» come recita un antico motto giudaico. Quelle che Ravasi fa scaturire da ogni singola citazione sono infatti riflessioni da centellinare, da prendere a piccole porzioni, assaporandole e meditandole con calma e tranquillità. Solo così, «all'eccesso che genera nausea si sostituisce il piacere piccolo ma intenso che imprime un fremito al palato dell'anima».
Una sera del 1545, durante una cena a palazzo Farnese, a Roma, la vita di Giorgio Vasari cambiò per sempre. Il cardinale Alessandro, uno dei grandi mecenati delle arti, invitò l'artista di Arezzo a dedicarsi a un progetto cui nessuno aveva mai lavorato prima: la stesura di una biografia collettiva degli artisti vissuti tra il XIII e il XVI secolo. Cinque anni dopo, Vasari diede alle stampe la prima edizione delle "Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori", considerato da quasi cinque secoli il testo di riferimento per chiunque intenda avvicinarsi alla storia dell'arte. Per Ingrid Rowland e Noah Charney, tuttavia, ripercorrere il processo che portò alla redazione delle "Vite" non è soltanto un'occasione per conoscere a fondo un libro avvincente e minuzioso, in cui verità e allegoria sono spesso mescolate. È, piuttosto, l'opportunità per scoprire l'intellettuale rivoluzionario spesso nascosto dietro la più celebre figura del primo storico dell'arte, custode dell'eredità degli artisti del passato. Vasari, infatti, fu un erudito biografo ma anche un artista errante, apprezzato e ricercato. Viaggiò in lungo e in largo per soddisfare le richieste di mecenati e signori, e lasciò la sua impronta tra Napoli, Venezia, Pisa, Camaldoli e Bologna. Giunto all'apice della carriera, scelse di legare il proprio destino alla famiglia Medici e alla corte pontificia: nella città che fu la culla del Rinascimento progettò la Galleria degli Uffizi, affrescò il Salone dei Cinquecento, decorò la cupola di Santa Maria del Fiore e innovò lo studio e la pratica artistica fondando la prima Accademia di belle arti del mondo. Nel frattempo era diventato uno degli artisti prediletti dalla corte papale, e fu quindi chiamato da Pio V per celebrare i trionfi militari e spirituali della Chiesa all'interno del palazzo apostolico. Sfogliare la stessa biografia di Vasari, nonché le vite da lui raccolte e tramandate, offre un'affascinante chiave di lettura per addentrarsi negli intrighi delle signorie italiane e comprendere meglio un periodo storico tanto tormentato quanto seducente, attraverso i colori e gli odori delle botteghe e dei cantieri in cui operarono grandi maestri come Giotto, Paolo Uccello, Brunelleschi, Perugino, Giorgione, Michelangelo e Leonardo da Vinci. "Vasari" è un racconto ricco e incalzante in cui artisti, signori, cardinali, papi, re e imperatori si alternano su una scena cui fanno da sfondo politica, religione, violenza e complotti, ma anche un viaggio alla scoperta delle origini del nostro gusto estetico per l'arte e la sua storia.
Anno del Signore 1469. Una tempesta è in arrivo su Firenze, prestigioso crocevia di artisti e mercanti: dopo la morte di Cosimo, carismatico patriarca della potente famiglia Medici, un attentato alla vita di suo figlio Piero ne scoperchia gli inquietanti segreti. Lorenzo, il giovane nipote di Cosimo da sempre destinato a raccoglierne l'eredità spirituale, si trova costretto ad assumersi gravi responsabilità prima del tempo e a dover maturare in fretta l'abilità e la malizia necessarie per confrontarsi con i sotterfugi e le macchinazioni che regolano il grande gioco del potere. L'ascesa e l'affermazione dei Medici come una delle casate più influenti della Repubblica si sono rivelate un magnete di invidie e rancori, e una rete di intrighi si infittisce sempre più intorno alla famiglia di Lorenzo. Al proprio fianco, il giovane avrà alcune tra le menti più illuminate della sua epoca, lo splendore dell'arte di maestri immortali e l'amore contrastato di due donne straordinarie e molto diverse tra loro, mentre insieme a suo fratello e ai propri alleati si ritroverà ad affrontare nemici senza scrupoli, tradimenti, duelli e una delle più terribili congiure mai ordite. Toccherà proprio a Lorenzo il difficile compito di mostrarsi all'altezza della profezia del nonno Cosimo, per salvare il futuro dei Medici ma soprattutto per guidare Firenze - e il mondo insieme a lei - verso l'era luminosa del Rinascimento, guadagnandosi il titolo con cui la storia ce l'ha consegnato: quello di Magnifico.