
Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canale innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei e per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze si incroceranno, e si scopriranno strettamente uniti, eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": due numeri primi vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Un romanzo d'esordio che alterna momenti di durezza e spietata tensione a scene rarefatte e di trattenuta emozione, di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.
Il volume contiene: "La congiura di Catilina" curato da Giancarlo Pontiggia; "La guerra giugurtina" curato da Lucia Zuccoli Clerici con un'introduzione di Domenico Magnino; "Gli uomini illustri" curato d Luca Canali.
Luglio 1936: in una Spagna nel caos, alcuni generali, tra cui Francisco Franco, mettono fine al debole governo del Fronte Popolare con un tentativo di colpo di stato che presto degenera in guerra civile. Nei lunghi e tragici anni della lotta per il potere, Franco potrà contare sull'aiuto delle altre nazioni già comandate da regimi totalitari: Italia e Germania. Ma se Hitler si limita a dare soltanto un aiuto in campo aeronautico, Mussolini stabilisce con il Caudillo un rapporto molto più stretto. La fornitura, proseguita per circa quattro anni, di materiale bellico italiano e la partecipazione militare del nostro paese. Terminata la guerra civile, Mussolini cercò di convincere Franco a scendere in campo nella seconda guerra mondiale, ma il dittatore spagnolo, pur favorendo italiani e tedeschi in alcuni campi respinse sempre con decisione ogni pressione volta a fargli dichiarare guerra alle potenze democratiche, e dette continue assicurazioni a queste ultime di non avere alcuna intenzione di abbandonare la sua posizione di neutrale.
La storia di Haregwoin Teferra, eroina per caso di Addis Abeba, che ha trasformato il profondo dolore per la morte del marito e di una figlia nel coraggio di accogliere e allevare decine di orfani dell'Aids. Haregwoin era sull'orlo di una profonda depressione quando il prete del suo villaggio le portò due bambini, figli di due fra i milioni di morti che il virus dell'HIV provoca in Africa. A dispetto delle resistenze dei propri familiari, li prese con sé e iniziò a rivivere insieme a loro. Ma questo era solo l'inizio. La voce si sparse in fretta, e ogni giorno arrivarono a bussare alla sua porta genitori sieropositivi oramai in fin di vita, supplicandola di accogliere i loro piccoli. Oltre ogni limite economico e di buon senso, Haregwoin ha continuato ad allargare la sua famiglia, fino a creare un vero e proprio asilo per orfani e un rifugio per le madri ammalate. Tra racconto e denuncia, l'autrice punta l'attenzione su un olocausto dimenticato, con oltre venti milioni di vittime nel solo continente africano.
L'"Anabasi" è il racconto del lungo e avventuroso viaggio verso la patria e la salvezza di diecimila mercenari greci, assoldati dal principe ribelle Ciro, sconfitti e abbandonati nel cuore dell'Asia minore, in mezzo ai nemici. La narrazione scabra ed essenziale di un'incredibile epopea narrata dall'uomo che prese il comando della spedizione: lo storico greco Senofonte. Le "Elleniche" raccontano la storia della Grecia dall'ultima fase della guerra del Peloponneso alla battaglia di Mantinea (411-362 a.C.). Un resoconto di cose militari condotto con la vivacità e l'immediatezza di un grande narratore.
"Non dimenticate i nostri assassini": fu questa la preghiera di 11 milioni di vittime dell'Olocausto che spinse Simon Wiesenthal, ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio del Terzo Reich, a dedicare la propria vita alla caccia dei criminali nazisti sfuggiti al tribunale di Norimberga. Grazie a un infaticabile lavoro di indagine, e alla fitta rete di relazioni da lui intrecciate con istituzioni e governi di tutto il mondo, identificò e consegnò alla giustizia 1100 responsabili dell'attuazione del diabolico progetto hitlenano di "Soluzione finale". Se, fra le prede di Wiesenthal, il posto d'onore spetta senz'altro a Adolf Eichmann, catturato in Argentina dove viveva dal 1950 sotto falso nome, e poi processato e giustiziato a Gerusalemme, altrettanto rilevante è il lungo elenco di personaggi meno famosi, ma i cui nomi erano ben noti ai sopravvissuti. Come quello di Hermann Stangì, comandante dei lager di Sobibòr e Treblinka, che quando morì, sei mesi dopo la condanna all'ergastolo, aveva scontato solo 18 secondi di prigione per ognuno dei suoi 900.000 omicidi. O del suo vice Gustav Wagner, insignito personalmente da Heinrich Himmler della Croce di ferro per l'"abilità nello sterminio", suicidatosi in Brasile mentre, a conclusione di un'estenuante battaglia burocratica, stava per essere estradato in Germania.
Il gesuita Matteo Ricci arrivò a Macao nel 1582 e, dopo aver soggiornato in varie città, si trasferì a Pechino, dove visse dal 1601 al 1610 alla corte dell'imperatore Wanli della dinastia Ming. Fu Ricci a scoprire che la Cina coincideva con il Catai descritto da Marco Polo e a farne conoscere per primo, attraverso le sue lettere e i suoi scritti, la cultura e le tradizioni. La vita del gesuita è qui raccontata dalla giornalista Michela Fontana che a Pechino ha vissuto a lungo.
La storia degli ebrei russi è stata, rispetto a quella delle altre comunità ebraiche presenti in Europa, la più ricca di sfumature, suggestioni e contraddizioni, in quanto caratterizzata da intense fiammate di partecipazione rivoluzionaria alla vita politica e culturale dalla quale abitualmente erano esclusi. Confinati nei villaggi della cosiddetta "zona di residenza", una sorta di enorme ghetto a cielo aperto che si estendeva dall'Ucraina alla Lituania, gli ebrei vissero per secoli in condizione di isolamento, con una propria lingua e una propria fede, fino a raggiungere, all'inizio del XX secolo, la considerevole cifra di 5 milioni di individui. Di fronte al diffondersi dell'antisemitismo, fomentato dal regime zarista, e la tolleranza nei confronti di pogrom sempre più cruenti, gli ebrei non solo andarono a ingrossare le file dei maggiori gruppi politici d'opposizione, ma fondarono un proprio partito, il Bund, che per primo in Russia difese energicamente gli interessi e i diritti di larghe masse di diseredati. Poi si avverò la previsione di un cinico ministro zarista: un terzo degli ebrei russi emigrò in America, un terzo morì sui campi di battaglia della Grande Guerra e un terzo finì per assimilarsi, gettandosi nelle fauci del leone sovietico. Il libro ripercorre le tappe fondamentali dell'ancora poco noto itinerario degli ebrei in Russia e nell'Unione Sovietica, e rivisita il dibattito sulla "questione ebraica" in seno al marxismo, da Marx ed Engels a Kautsky e Lenin.
Ammiano Marcellino, uno fra i maggiori autori della tarda latinità, testimone straordinario della decadenza imperiale, scrisse nei suoi "Rerum Gestarum libri XXXI" l'ideale prosieguo delle "Histoire" di Tacito. A noi sono pervenuti solo gli ultimi diciotto libri, fonte storiografica preziosissima per gli anni del declino romano. Dalla narrazione traspare tutto il sentimento della fine di una grande civiltà, e soprattutto la dilagante, irrazionale paura che pervade la società imperiale alla fine del XV secolo; paura provocata da un potere sempre più corrotto e autoritario, dalla devastante incursione dei barbari, dal presagio di un'apocalisse, paura che è in parte comparabile alle angosce e alle incognite dell'uomo moderno. Raccontandoci così una frattura epocale, Ammiano Marcellino ci fornisce un raffinato strumento di riflessione sulla nostra condizione attuale.
Clare incontra Henry per la prima volta quando ha sei anni e lui le appare come un adulto trentaseienne nel prato di casa. Lo incontra di nuovo quando lei ha vent'anni e lui ventotto. Sembra impossibile, ma è proprio così. Perché Henry DeTamble è il primo uomo affetto da cronoalterazione, uno strano disturbo per cui, a trentasei anni, comincia a viaggiare nel tempo. A volte sparisce per ritrovarsi catapultato nel suo passato o nel suo futuro. È così che incontra quella bambina destinata a diventare sua moglie quando di fatto l'ha già sposata, o sua figlia prima ancora che sia nata...