
All'indomani dell'armistizio l'Italia si presenta divisa in due: a Nord quel che resta del fascismo, con la Repubblica sociale, e a Sud il Regno, con un governo fantoccio imbastito dagli americani. Il nemico di ieri è divenuto il liberatore di oggi, mentre l'esercito alleato si è trasformato in occupante. Romano Bracalini ricostruisce, grazie anche a documenti inediti e articoli di giornale dell'epoca, i quasi due anni di occupazione militare alleata al Centro e al Sud del nostro paese. Quello che ne esce è un quadro di devastazione materiale e morale. All'iniziale entusiasmo per l'ingresso dei "liberatori" e la fine della guerra fa seguito un periodo di incertezza, violenza, disillusione e grande penuria. Le infrastrutture sono state distrutte dai bombardamenti, le condizioni igieniche precarie scatenano epidemie, mancano il cibo e l'acqua, prospera il mercato nero, impera l'arte del sopravvivere, e persino le relazioni sociali assumono un carattere spesso commerciale: la prostituzione offre vie di fuga dalla miseria, annunci privati offrono matrimoni a condizioni economiche vantaggiose.
Tra il 1945 e il 1989 si è consumato uno dei più lunghi e tormentati conflitti della storia: la guerra fredda. Se alla fine della seconda guerra mondiale le intenzioni comuni di Stalin, Truman e Churchill erano orientate alla realizzazione di un sistema internazionale pacifico e cooperativo, nei fatti i diversi orientamenti di fondo e gli interessi divergenti produssero una situazione completamente diversa: un mondo instabile e sempre sull'orlo di una catastrofe. Le posizioni opposte di USA e URSS rispetto alle grandi crisi internazionali, la nascita della NATO e del Patto di Varsavia, la corsa agli armamenti e lo sviluppo di sempre più sofisticate tecnologie nucleari fecero sì che l'intero pianeta si trovasse diviso tra due poli di uguale forza e potere, in una paradossale situazione di precaria ma in fondo durevole stabilità: la concreta minaccia di uno scontro apocalittico tra due forze di peso analogo rese, infatti, necessarie alcune forme di cooperazione e aiutò a consolidare una linea di continua negoziazione. Con questo libro Lewis Gaddis ricostruisce nei dettagli un'epoca di grandi tensioni e di spaventosi rischi che si è conclusa improvvisamente nel 1989, lasciando dietro di sé un mondo senza equilibrio.
Sono qui raccolti gli scritti più significativi dell'enorme produzione narrativa di Tolstòj, straordinari per l'attualità degli argomenti e la modernità dell'approccio. Risalenti agli anni 1890-1910, si tratta di saggi, articoli, lettere aperte, appelli al popolo, ai governi, all'umanità, che diffusero con grande clamore quella che potremmo chiamare "l'eresia tolstoiana": il grande scrittore perora la causa della renitenza al servizio militare, teorizza la disobbedienza civile, attacca le maggiori confessioni religiose, il sistema di produzione capitalistico. Tra il fastidio e l'aperta ostilità degli ambienti accademici ortodossi, Tolstòj vuole la fondazione di un mondo nuovo, il regno del Dio-amore e dell'uomo autentico, mosso da un'esigenza di verità: ciò che occorre a ciascun individuo per comprendere il senso della propria vita e per viverla nel modo migliore.
"Tu che mi ascolti" fu il saluto terreno che Alberto Bevilacqua diede alla madre Lisa da poco scomparsa. Ora lo scrittore torna a quell'idelae colloquio certo di poterle confessare i segreti che non ha mai potuto svelare per non turbarla nel suo male depressivo. Protagonista di questa narrazione è un figlio non voluto dal padre, "il Mario", affascinante ufficiale dell'aviazione durante la dittatura, donnaiolo impenitente, che solo nell'umiliazione delle ritorsioni subite dopo la guerra trova la via della propria coscienza. Ed è allora che il figlio, già costretto dall'immaturità del genitore a divenire precocemente adulto, può diventare, standogli accanto, sinceramente il padre del proprio padre.
I bambini che sono convinti dell'esistenza di polli a sei cosce, le stagioni che non esistono più, l'importanza delle code negli uffici pubblici, il Babbo Natale che va scomparendo nell'era di Internet: sono alcuni dei temi di questi ventun racconti quotidiani. La festa delle donne e quella dei morti, il "debito" con Simenon e alcuni segreti riguardanti il commissario Montalbano, la storia del catanonno contrabbandiere e la Sicilia con i suoi drammi e le sue speranze: Andrea Camilleri racconta e si racconta in queste pagine scritte fra il 1997 e il 1999 per i quotidiani "Il Messaggero", "la Repubblica" e "La Stampa".
Che Guevara ripercorre gli intensi momenti della rivoluzione cubana, dallo sbarco sulle coste dell'isola nel dicembre del 1956 fino alla vittoria finale del gennaio 1959. In questo libro, per la prima volta pubblicato nella versione integrale e autorizzata dalla famiglia Guevara, il rivoluzionario argentino, con il suo stile asciutto e diretto, presenta una cronaca puntuale ed emozionante della guerriglia, descrivendo in modo vivido le fatiche della vita sulle montagne, la difficoltà di organizzare un esercito disciplinato ed efficiente, gli imprevisti, le decisioni difficili e gli errori. E soprattutto esalta le qualità umane e l'eroismo dei combattenti, le battaglie e le molte vittorie che permisero all'Esercito ribelle di entrare nella storia. La prima parte del volume contiene la versione originali dei "Passaggi della guerra rivoluzionaria" pubblicati nel 1963 con il consenso e la revisione del Che; la seconda riunisce ulteriori scritti usciti successivamente.
"Una rivoluzione copernicana. Finora per parlare di Dio si mettevano in campo argomenti molteplici, questo libro ne fa piazza pulita. Finora per parlare di Dio c'era bisogno di punti d'appoggio, questo libro non ne ha. Finora per parlare di Dio si pensava al plurale, questo libro pensa al singolare. La fede, finora fondata su motivazioni esteriori, assume un volto nuovo. Il lettore si ritrova al centro di una rivoluzione che lo libera dalle protezioni e dai legami che lungo i secoli gli sono stati posti lungo il cammino. Il libro è un invito alla solitudine dell'anima e ai misteri che vi sono nascosti."
È la sera del 30 aprile 1994: un uomo emerge dalla sua Toyota davanti al numero 31 di Willow Way, si avvicina alla porta e bussa. All'interno, Karen Reed sente la voce smorzata dell'uomo che le chiede: "Ha ordinato una pizza?". Karen apre la porta. Lo sconosciuto estrae una pistola e la colpisce alla testa. Perché una donna lontana da ogni relazione con il mondo criminale, viene uccisa a sangue freddo sulla porta di casa? Misha Glenny prende spunto da un fatto locale per ricostruire la trama globale di una nuova mafia senza nazionalità e senza confini. Partendo da quella tessera, l'autore scopre un puzzle di proporzioni planetarie che si dispiega tra Balcani e Nigeria, passando per Israele, Moldavia, India, Cina, Colombia e Stati Uniti. Un puzzle che delinea la sagoma di un'economia "ombra", una forza che cresce parallelamente alla globalizzazione dei mercati e delle merci e che ammonta al 20 per cento della ricchezza prodotta nel mondo ogni anno. Per tre anni Glenny ha inseguito le piste dei trafficanti d'armi in Ucraina e ha individuato i percorsi del denaro sporco verso il paradiso del riciclaggio di Dubai. Ha ricostruito i sistemi per contrabbandare la marijuana dal Canada agli Stati Uniti e ha visitato i quartieri malfamati di Tokyo per vedere all'opera la yakuza. Ha parlato con gangster, poliziotti e vittime del crimine organizzato, per giungere a chiarire quanto questo universo poggi sulla domanda di droga, prostituzione e manodopera a basso costo da parte dei paesi ricchi.
Se è vero che la terra sta subendo un processo di riscadamento globale, sostiene Lomborg, a maggior ragione è necessario, per lavorare efficacemente al miglioramento della situazione, avere ben presente i dati di fatto, le cifre corrette e le migliori informazioni disponibili e, soprattutto, non farsi contagiare dalla "climate addiction", ovvero la tendenza a occuparsi in modo esclusivo del problema climatico trascurando innumerevoli altri aspetti della questione, aspetti che hanno un'importanza ben più cruciale. Il problema non è rispettare gli accordi di Kyoto e ridurre le emissioni di gas serra: mentre tutti sono concentrati su obiettivi a lungo termine, ci stiamo facendo scappare l'occasione di intervenire sulle dinamiche veramente determinanti, e stiamo sprecando ingenti risorse, non solo finanziarie. Con una piccola parte dei costi necessari per i grandi programmi sul clima, a esempio, si potrebbe intervenire in modo risolutivo sulle grandi malattie ancora epidemiche, salvando milioni di vite nel giro di pochi anni, invece si preferisce pensare a sforzi pluridecennali di enorme portata e bassissima garanzia di risultati concreti.
Ginevra, 20 anni, 32 chili, si fa invitare dal fidanzato recalcitrante al ristorante, per poi, ogni volta, offenderlo rifiutando il cibo e accusarlo di aver scelto un locale inadeguato. Teresa, 15 anni, riduce in tanti microscopici pezzi un cracker o una foglia di insalata perché solo così riesce a mangiarli, e conta i piselli prima di metterli nel piatto. Poi, di notte, divora un tozzo di pane preso di nascosto dalla cucina. Enrica, 16 anni, 27 chili, si fa portare ogni giorno dal padre in braccio a scuola, perché non è grado di affrontare la scala che conduce al portone del suo liceo. Anna, ricoverata in clinica, per "ingannare" i medici obbliga la madre a consumare i suoi pasti. Ancora pochi anni fa, l'anoressia era una malattia sconosciuta e poco diffusa: per molto, forse troppo tempo si è stentato a riconoscere che soffrirne non significa essere fissati, pazzi o viziati, ma malati di un disturbo subdolo e sempre più diffuso tra le giovani generazioni. L'intenzione principale di questo libro, e una delle caratteristiche che lo distinguono da altri testi sull'argomento, è quella di aiutare i familiari e coloro che sono vicini a una anoressica a comprendere cosa si nasconde dietro sintomi tanto appariscenti quanto insensati, dietro la guerra continua e inesausta che la malattia dichiara alla vita, alla felicità e alla crescita di tante ragazze.