
Leo Longanesi nell'ultima fase della sua vita, trascorsa a Milano, dove diede vita anche all'omonima casa editrice, fondò e diresse "Il Borghese". Durante la sua direzione la rivista mirò a dare visibile rappresentanza alla borghesia italiana che inclinava a destra e nutriva ostilità verso ogni pensiero progressista. Questo libro partendo dall'analisi della posizione tenuta dal "Borghese" nei confronti dei diversi aspetti politici, sociali e culturali dell'Italia degli anni Cinquanta, affronta anche problemi di ordine generale quali l'influenza di Longanesi sul giornalismo e la cultura italiana, la questione della destra culturale nell'Italia repubblicana, la trasformazione della società alla vigilia del "miracolo economico".
Tra i saggi presenti nel volume: Burchkardt in the Twentieth Century Sketch of a 'Rezeptionsgeschichte' (L. Gossman); Momenti della fortuna di Jacob Burckhardt in Italia (C. Cesa); Burckhardt, Nietzsche and Socrates (O. Murray); 'Nur künstlerische gedanken' Die Bedeutung Michelangelos in Jacob Burckhardts 'Kunst der Renaissance' (M. Seidel); Jacob Burckhardt, Holbein e il Rinascimento del Nord (M. Ghelardi); Das Bild des 'Condottiere' dei Jacob Burckhardt Militarisierung und Renaissancerezeption um 1900 (D. Erben); Dal cielo o dal purgatorio della realtà? Warburg e Burckhardt su Leonardo (B. Roeck); Jacob Burckhardt und 'Das Denkmal im modernen Sinne' (P. Seiler); Jaco Burckhardt ungeschriebene Ästhetik (G. Boehm).
"La bella addormentata nel bosco", "Cappuccetto rosso", "Barbablù", "Il gatto con gli stivali", "Cenerentola", "Pollicino"... Le favole che continuano a far sognare i bambini europei da più di tre secoli si sono installate nella coscienza culturale occidentale come un bene di tutti e di nessuno: una vera e propria proprietà collettiva, di cui ognuno può riappropriarsi raccontandole a sua volta. Proprio questo secolare riuso sembra averne offuscato l'origine. Le scrisse a fine Seicento un raffinatissimo cortigiano di Luigi XIV, architetto e uomo di lettere, accanito difensore del primato dei Moderni sugli Antichi, che vi trasfuse l'ironia, l'esprit de finesse, l'acutezza morale e psicologica di cui il suo secolo miracolosamente disponeva. La sua prosa trasparente, cartesiana, elegante contribuì in maniera decisiva al successo di un'opera che continua a fare le delizie del lettore colto come di quello ignaro, del professore e del bambino. Questa edizione si ripropone dunque di risalire alla lettera dei racconti, presentando sia un testo francese filologicamente affidabile, sia una nuova traduzione che cerca di rispettarne lealmente lo stile. Grazie anche a introduzione e note, sarà così possibile una lettura nuova, storicamente attendibile, di un testo che irresistibilmente si tende a collocare nel tempo mitico dell'infanzia. Introduzione di Daria Galateria. Età di lettura: da 6 anni.
Giaime Pintor, protagonista di primo piano, con Cesare Pavese, Norberto Bobbio e Leone Ginzburg, dell'attività della casa editrice Einaudi, a soli ventiquattro anni, nel dicembre del '43, cadde in combattimento in uno dei primi episodi di guerra partigiana. Figura eroica della Resistenza diventerà, dopo la scomparsa, il punto di riferimento ideale per più generazioni di antifascisti. Pintor, però, fu anche un personaggio complesso, profondamente radicato nella sua epoca: studioso della letteratura e del pensiero tedesco, distaccato alla commissione d'Armistizio tra Italia e Francia e qui incaricato di mantenere i rapporti con la delegazione di Berlino, non fu affatto disimpegnato nei confronti del regime fascista fino alla sua caduta.
La legge del bene e del male è scritta fin dalla nascita in ciascun individuo? Oppure sono la cultura, l'educazione, le buone maniere a impedire all'uomo di prevaricare, di delinquere, di uccidere? Stefano Lorenzetto ha girato il Belpaese alla ricerca degli italiani che fanno il bene per il bene, indipendentemente dalla professione, dallo stato sociale dal credo religioso. Ne sono uscite venticinque storie esemplari: dall'imprenditore di Varese che assume solo dipendenti down alla mamma di Torino che realizza i desideri impossibili dei bambini gravemente malati; dallo scienziato di Siena che ha perso l'unico figlio e ora fa il padre ai ragazzi senza famiglia al medico di Parma che cura gli hanseniani nel lebbrosario genovese.
Pubblicato postumo nel 1923, a pochi mesi dalla morte dell'autrice, "Il nido delle colombe" è la raccolta con cui John Middleton Murry intraprende l'opera di canonizzazione della moglie, accostando a racconti già pubblicati su rivista, altri inediti o incompiuti.
Oggi sempre più persone si sentono schiacciate dal divario tra le informazioni che dovrebbero assimilare e quelle che riescono effettivamente a interiorizzare. Ciascuno di noi è costretto ad armeggiare più volte al giorno con una mezza dozzina di strumenti differenti (telefono, cellulare, sgreteria telefonica, fax, e-mail) per essere certo di non aver trascurato nessun messaggio importante e la paura più grande della nostra epoca è diventata quella della disconnessione, dell'essere tagliati fuori dal flusso incessante di notizie che percorre la società delle reti... L'autore analizza la società dell'informazione eccessiva, tracciando un quadro delle cause e delle conseguenze dell'overdose cognitiva.
Sono passati soltanto sessant'anni o poco più, ma l'Italia di allora, del regime trionfante, dei valori condivisi, dell'ordine borghese e piccolo-borghese, si è completamente dissolta, nella sequenza di tragici rivolgimenti e frenetiche trasformazioni, fino al punto di svanire nelle tenebre di una liberatoria rimozione. Carlo Mazzantini, invece, non ha dimenticato nulla di quel tempo, non il calore degli affetti familiari o il fremito di una passione patriottica alimentata dalle celebrazioni della vittoria sul Piave, non il rigore di un'educazione religiosa o la rassicurante retorica del decoro; anzi, in queste pagine, torna a riassaporare la confortante sicurezza di un mondo forte nella sua disarmante semplicità.
Questo racconto d'esordio di Schnitzler è oggi considerato uno dei testi più interessanti sulla psicologia del morente e sulla relazione tra letteratura e medicina. Allo scrittore Felix viene diagnosticata una malattia che gli lascerà al massimo un anno di vita; Marie, sconvolta, giura a Felix, suo amante, di non poter vivere senza di lui e di volerlo seguire nella morte; il medico Alfred conforta il malato con parole di speranza e rimane a fianco di Marie quando lei sfuggirà alla morsa dell'amante che vorrebbe trascinarla con sé.