
Pak Jun Do è figlio di una madre scomparsa, una cantante rapita e portata a Pyongyang per allettare i potenti della capitale, e di un padre influente, direttore di un orfanotrofio. Crescendo, si fa notare per lealtà e coraggio, tanto da convincere lo Stato a offrirgli una carriera molto rapida. E per lui comincia un percorso senza ritorno attraverso le stanze segrete della dittatura più misteriosa del pianeta. "Umile cittadino della più grande nazione del mondo", Jun Do diventa un rapitore professionista, costretto a destreggiarsi tra regole instabili e richieste sconcertanti da parte dei suoi superiori per sopravvivere. L'amore per Sun Moon, attrice leggendaria, lo porterà a prendere in mano la propria vita, con un sorprendente colpo di scena. Ambientato nella Corea del Nord dei nostri giorni, il libro di Adam Johnson descrive vita e accadimenti di un moderno Candido in un regime isolato e folle, un vero e proprio regno eremita in cui realtà e propaganda si sovrappongono fino a essere indistinguibili. Romanzo d'avventura, racconto di un'innocenza perduta e romantica storia d'amore, "Il signore degli orfani" è anche il ritratto di un mondo che fino a oggi ci è stato tenuto nascosto: una terra devastata dalla fame, dalla corruzione, da una crudeltà che colpisce a caso, dove esistono anche solidarietà, inaspettati squarci di bellezza, e amore.
Nel giorno di mezza estate, quando la notte bisbiglia e la gente diventa irrequieta, in una terra incantevole ai limiti del mondo, si compie un delitto feroce. Nella chiesa di Jukkasjärvi, piccola località nei pressi di Kiruna, viene ritrovato il corpo martoriato del pastore Mildred Nilsson, una figura controversa che con l'intransigenza delle sue posizioni aveva diviso le anime del paese, attirando odio viscerale e venerazione. L'avvocato Rebecka Martinsson torna a casa per tutt'altre ragioni e, senza volerlo, si trova a dare una mano all'ispettrice di polizia Anna-Maria Mella, rientrata alla centrale dalla sua quarta maternità. Perché si è arrivati a tanto furore? Da che parte sta la ragione? Può davvero la colpa essere attribuita con certezza? Nel corso delle indagini, le due donne devono confrontarsi con l'odio e l'amore ferito che si mescolano in questa terra solitaria e primitiva non lontana dal circolo polare artico, dove per mesi non compare mai il sole e la natura si sveglia d'un tratto rigogliosa di vita. Un nuovo caso per Rebecka Martinsson, in cui Åsa Larsson tratteggia con occhio attento e partecipe la complessità delle relazioni umane, celebrando allo stesso tempo la seduzione della natura incontaminata della sua terra che, quasi ai confini della civilizzazione, ha serbato intatta la forza arcaica dei sentimenti.
La «via italiana al socialismo» inaugurata da Togliatti è stato uno degli esperimenti politicamente più ambiziosi del dopoguerra europeo. In questo ampio studio Giuseppe Vacca, il maggiore studioso della storia politica comunista italiana, ne ripercorre la parabola teorica e di azione, tenendo sempre a mente il rapporto conflittuale ma vitale con l'unica altra forza popolare dell'Italia repubblicana, la Dc, e il resto del mondo cattolico. Dalla responsabilità democratica, costituzionale e antifascista della ricostruzione postbellica e la necessità da parte di Togliatti di fondare una tradizione di pensiero sull'opera di Gramsci, al complesso rapporto con il mito di Stalin e il lascito politico di De Gasperi, attraverso la stagione dei governi di centro-sinistra fino all'eurocomunismo di Berlinguer e al tentativo, tragicamente interrotto dalla morte di Moro, di un compromesso storico tra i due grandi partiti di massa italiani, quello di Vacca è il ritratto più completo di un periodo fondamentale della storia d'Italia.
Axel Steen, ispettore della sezione omicidi noto tra colleghi e criminali per la sua durezza e il carattere inquieto, vive a Nørrebro, il quartiere alternativo e multiculturale di Copenaghen, un posto dove artisti e spacciatori sono di casa e l'odore della benzina si mescola al profumo della cannella e del cumino. È da lì che, nel marzo del 2007, parte una delle rivolte di piazza più devastanti della storia moderna della Danimarca. Dopo lo sgombero della storica Ungdomshuset, il centro sociale punto di raccolta per attivisti militanti e autonomi, violenti disordini infiammano l'intera città. Ma la tensione, già insostenibile, è destinata a salire quando nel cimitero di Assistens, il cuore verde di Nørrebro, viene ritrovato il corpo di un uomo: è stato picchiato e ucciso, e tutto fa pensare che la polizia sia coinvolta nell'omicidio. Mentre la stampa soffia sul fuoco, Axel cerca di far luce su un caso dalle mille piste che sembra stare molto a cuore ai servizi segreti e che i suoi capi vogliono coprire. L'agitazione che scuote le strade avvolte dalla nebbia di roghi e lacrimogeni diventa così lo specchio dell'inquietudine di un poliziotto di trentotto anni, divorziato con una figlia, che fuma hashish per combattere l'insonnia e deve fare i conti ogni giorno con la sua folle paura di morire. Un poliziotto che, più di ogni altra cosa, vuole giustizia.
Può un filosofo vissuto venticinque secoli or sono fornire un antidoto all'individualismo sfrenato e all'infelicità oggi dilaganti? Pietro Del Soldà ne è convinto: Socrate, pensatore sempre inattuale, proprio per questo è in grado di provocarci in ogni tempo. L'autore rilegge la visione socratica quale via per abbattere le innumerevoli barriere che poniamo tra noi e gli altri: sul piano individuale, dove l'abitudine a indossare maschere rischia di annullare «gli strati profondi del nostro essere», producendo un'esplosione di solitudine; a livello politico, dove il singolo individuo è ormai separato dalla società, dalle istituzioni e da ogni autorità esterna, vissuta come oppressiva; sul piano comunitario, dove tanti «Noi» si contrappongono a quanti, di volta in volta, individuano come i «diversi». Immaginando il dialogo tra Socrate e una galleria di personaggi emblematici (il ragazzo convinto che quello che fa nella vita non abbia nulla a che vedere con ciò che è nel profondo, il cittadino sfiduciato, lo scienziato ricco di un sapere astratto, il razionalista cinico ecc.), il volume lancia una sfida avvincente alla ricerca non della ricetta unica per tutti, ma di una via per ciascuno alla felicità.
Un ritratto familiare e un autoritratto ironico, leggero, delicato. Colmo di humor, di esprit, di sfumature. Una vita raccontata attraverso brevi eventi, ricordi, splendidi e gustosi flash uniti da un sottile filo conduttore che rivela i pensieri, i sentimenti, gli stati d'animo di una donna e un'artista straordinaria.
Un nuovo caso sconvolge la routine quotidiana del commissario Stefania Valenti: in una mattina di dicembre, poco prima di Natale, la carcassa di un suv viene avvistata nelle acque del lago, in località Ponte del Diavolo, sulla strada tra Lezzeno e Bellagio. Nella macchina, intrappolato tra le lamiere, viene scoperto il cadavere di Irina Bogdanov, una donna di origine russa di trentotto anni che possiede una bellissima villa sul lago: la donna è annegata in circostanze misteriose, dopo un rocambolesco incidente. Cosa le è accaduto? Si tratta di una disgrazia o c'è qualcosa di più? Le indagini fin dall'inizio si concentrano sulla vita della donna, nonostante la sua situazione sentimentale appaia inizialmente tutt'altro che tormentata: figlia di un magnate dell'industria del petrolio, separata di fatto dal marito, un misterioso uomo d'affari italiano, da anni Irina Bogdanov conduceva una vita riservata. Mentre in questura tutti aspettano l'imminente arrivo del nuovo commissario capo, Stefania Valenti inizia a indagare sulle cause della morte della donna, nel tentativo di risolvere il mistero legato all'incidente. Qualcuno ha volutamente manomesso i freni dell'auto. Chi voleva uccidere Irina? La soluzione del caso si annida nelle poche frequentazioni della donna, sullo splendido scenario delle grandi ville sul lago, degli hotel a cinque stelle e delle serate all'insegna della mondanità.
È la storia di un vecchio pescatore che a Scano Boa "in cima" al Delta del Po, vive l'ultima disperata avventura: la pesca dello storione. È ancora una sconfitta e decide di morire. Sulla chiatta che trasporta la sua bara, una donna, raccolta lungo il tragitto, partorisce il suo bimbo. La vita e la morte, a Scano Boa, si accordano.
Se è vero che nessuna battaglia si è mai svolta come era stata programmata né come viene raccontata dai vincitori, nel caso di Caporetto, che la storiografia non è ancora riuscita a spiegare compiutamente, agli errori si sommano volontà mistificatrici che l'hanno resa un simbolo ambiguo. Partendo dal volume che le dedicò in occasione del cinquantesimo anniversario, Mario Isnenghi torna sull'episodio della nostra storia che più di tutti ha rappresentato uno «scatenamento dell'immaginario, il virtuale che si sovrappone al materiale»: qualcosa che va molto oltre la dimensione militare ed entra nella psicologia e nella politica del nostro paese. Restituendo la parola ai «sommersi» e ai «salvati», emerge infatti il quadro di una situazione in cui, in assenza di informazioni oggettive, ciascuno reagì secondo le proprie ideologie e pregiudizi, producendo alternativamente moti d'orgoglio e letture devianti, la cui influenza arriva fino a oggi. Uno snodo cruciale tutto da chiarire, per trovare un filo conduttore che va ben oltre la rievocazione e il ricordo.
Con la preoccupante affermazione dei movimenti antiestablishment nelle principali realtà occidentali, tutte le iniziali diagnosi ottimistiche sulla tenuta delle democrazie liberali appaiono meno fondate. Per spiegare cosa sta succedendo, Giovanni Orsina rilegge le vicende dell'ultimo secolo individuando tre momenti fondamentali. I primi due - la trasformazione del rapporto tra Massa e Potere a partire dagli anni trenta e la cesura rappresentata dal Sessantotto, quando entrò in crisi l'idea che la Storia procedesse secondo una logica - sono comuni a tutto l'Occidente. I caratteri peculiari che rendono più grave la situazione del nostro paese vanno individuati, invece, nella svolta di Tangentopoli, con il trionfo dell'antipolitica. Da allora molte cose sono cambiate: basti pensare che, mentre dopo il 1992 la Lega Nord era il principale alfiere dell'antipolitica, oggi è il più vecchio partito in Parlamento. Siamo di fronte a un ulteriore passaggio: l'avanzata dei movimenti antiestablishment si salda alla crisi dei sistemi democratici. Se l'ultimo ventennio non ha visto sorgere proposte risolutive, cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

