
In questo numero: Riccardo Panattoni - Il lato estremo di una teologia apocalittica TRE CLASSICI: Walter Benjamin - Capitalismo come religione Franz Rosenzweig - Guerra e messianismo Jacob Taubes - Il Leviatano come Dio mortale. Sull'attualità di Thomas Hobbes L'EBREO, IL NEMICO Anselm Haverkamp - Il nemico non ha futuro Gianluca Solla - La contesa: Lutero, gli ebrei, la Scrittura Bernd Wacker - I volenterosi carnefici di Cristo? L'origine del genocidio nazionalsocialista dallo spirito dell'Apocalisse APOCALITTICA E GIUSTIZIA Johann Baptist Metz - La lotta per il tempo perduto. Tesi inattuali sull'apocalittica Giacomo Coccolini - Teologia politica apocalittica. In cammino con Johann Baptist Metz Luigi Lorenzetti - Pace giusta. Guerra ingiusta. La giustizia in terra IN DISCUSSIONE Leora Batnitzky - L'eredità filosofica di Franz Rosenzweig: Levinas o Strauss? Heinz-Jürgen Görtz - Trascendenza e fattualità. Risposta a «L'eredità filosofica di Franz Rosenzweig» di Leora Batnitzky Francesco Paolo Ciglia - Rivelazione fra storia e eternità. A confronto con Leora Batnitzky Leora Batnitzky - Rispondendo... DOSSIER Stefano Salzani - Le mutazioni della teologia estrema: il caso Iran Biblioteca di teologia politica
Massimo Caprara entra nel cuore della vita politica e culturale italiana quando la seconda guerra mondiale non è ancora finita. E da allora ne è insieme appassionato protagonista e insostituibile testimone. In un intenso e incalzante dialogo con Roberto Fontolan, Caprara racconta la "storia di una coscienza", la sua, che come in una soggettiva cinematografica attraversa le stanze della nostra storia per restituirci volti e atmosfere, parole ed eventi con straordinaria, drammatica immediatezza. Ma c'è di più. Il libro non è "soltanto" un vibrante racconto storico-politico, ma l'itinerario sofferto di chi, cercando l'ideale, ha trovato il suo contrario, l'ideologia.
GLI AUTORI
Massimo Caprara ha da poco passato gli ottanta anni. A partire dal 1944 è stato per circa vent'anni segretario di Palmiro Togliatti, ha vissuto dall'interno gli avvenimenti fondamentali della storia del Pci. Sindaco di Portici, è stato Deputato alla Camera dal 1953 al 1973, avendo inoltre ricoperto il ruolo di segretario del Gruppo parlamentare e responsabile regionale per la Campania. Nel 1969 viene radiato dal Pci assieme al gruppo del Manifesto di cui è uno dei fondatori. Giornalista professionista ha diretto l'"Illustrazione Italiana". E' attualmente collaboratore de "Il Giornale". Ha pubblicato i seguenti volumi: I Gava (Feltrinelli 1975), L’attentato a Togliatti (Feltrinelli 1978), Ritratti in rosso (Rubettino 1989), L’inchiostro verde di Togliatti (Simonelli 1996), Quando le botteghe erano Oscure (il Saggiatore 1997), Togliatti, il Komintern e il gatto selvatico (Bietti 1999), Paesaggi con figure (Ares 2000), Gramsci e i suoi carcerieri (Ares 2001). Nel 2002 è stato nominato consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul "dossier Mitrokhin".
Roberto Fontolan è nato nel 1956. Vissuti i primi infuocati anni ’70 al liceo milanese Berchet (il "liceo rosso"), fin dai tempi dell’università si è dedicato al giornalismo. Un’avventura cominciata alla radio ("Supermilano", una emittente libera milanese) e proseguita poi al settimanale "Il Sabato", al quotidiano "Avvenire", alla Rai, dove ha ricoperto diversi incarichi tra cui la direzione del Centro di Produzione di Milano e la vicedirezione del Tg1, alla televisione del gruppo "Sole 24ore", della quale è stato direttore fino al dicembre 2003. Ha realizzato numerosissimi reportage e inchieste in Italia e all’estero, ha curato e organizzato programmi televisivi, ha lavorato nelle pubbliche relazioni e nell’organizzazione culturale. Attualmente si occupa di nuovi progetti di comunicazione e svolge attività di consulenza. E’ docente presso il master di giornalismo all’Università Cattolica di Milano.
"Le cento e dieci divine considerazioni" è l'opera più rappresentativa e importante per conoscere la teologia e la spiritualità del XVI secolo. Lo spirito tollerante, l'originalità del pensiero, la capacità di comunicazione e di introspezione dell'animo e il fascino personale fecero l'immensa fortuna del Riformatore.
Nell'ambito del ricchissimo epistolario di san Bernardo, il piccolo corpus di quattro lettere indirizzate ai monaci di Saint-Bertin consente di penetrare, attraverso la semplicità di una scrittura insieme autorevole e confidenziale, in quello che è il cuore della carità vissuta nel quotidiano, propria dell'esperienza cistercense. Il cammino alla santità è, in queste pagine, esperienza vera, che passa attraverso bisogni concreti, amicizia, servizio reciproco, coscienza condivisa del proprio destino. Un'esperienza possibile, vivibile da tutti gli uomini perché vissuta da uomini, e per questo proponibile oggi con la stessa forza e con la stessa tensione amorosa di Bernardo
Madri, padri, figli. Non c'è nulla di più antico e nulla di più sconosciuto di questa relazione. Che cosa significa essere genitori? Questo libro non dà consigli, non prescrive regole o comportamenti. Descrive un'identità. Non si "fa" il genitore, si "è". Il problema dell'essere genitore è il problema dell'essere persona, dell'essere vero uomo e vera donna. Coinvolge ciò che siamo fino al punto più alto che è quello di partecipare sé, di fare del proprio io la condizione per la crescita di un altro. Ciò che emerge dal vivo di queste pagine è proprio la struttura del rapporto madri, padri, figli.
GLI AUTORI
Vittoria Maioli Sanese (Rimini 1943) è psicologa della copia e della famiglia, ha fondato nel 1970 il Consultorio Famigliare (associato U.C.I.P.E.M.) di Rimini di cui è tuttora direttore. Oltre al lavoro clinico con le coppie, guida da anni gruppi di riflessione e di formazione per genitori, operatori sociali, educatori, psicologi. Ha svolto e svoge un lavoro di ricerca sulla coppia e sulla famiglia dal punto di vista psicologico, esistenziale, sociale, culturale e antropologico. Numerosi i suoi interventi in convegni, congressi e seminari.
Il Destino sembra essere l’unico regista di questo lungo racconto, e suoi protagonisti un plico di lettere di Casanova, un’Isotta Fraschini bianca e lo spazio infinito delle pianure del Sudamerica. Dalle rassicuranti colline di Treviso, dalla laguna di Grado inizia un viaggio che approderà al porto fluviale di Asuncìon. Garbata ma inesorabile discesa agli inferi, tra galopere sfrenate e canti di chiesa. In un mondo dove presente e passato convivono, dove l’assurdo diventa normale, Casanova rivive un’ulteriore storia d’amore nascosta e rivelata tra lettere perdute, ritrovate e ancora perdute, nel gioco infinito di illusione e realtà.
GLI AUTORI
Carla Tolomeo arriva al romanzo attraverso diverse esperienze. Nasce a Pinerolo e vive a Milano, si dedica ben presto alla pittura con ottimi risultati e meritato riconoscimento per le sue opere , la sua inquietudine d’artista la porta però a sperimentare sempre nuove forme d’espressione. Nel 1997 inizia a costruire le Sedie-Scultura, che hanno immediato successo in tutto il mondo. L’artista lavora per Hermès a Parigi, per Neiman Marcus a Dallas e New York, per Blumarine in Europa, America, Asia. Le Sedie sono esposte nelle più importanti gallerie d’arte e nei Musei. Non tralascia però i suoi studi letterari, approfondisce il settecento e Giacomo Casanova in particolare. Da qualche anno si dedica alla scrittura cercando nella parola un ulteriore mezzo di espressione e comunicazione.
Non è mai facile riuscire a spiegare ciò che esattamente un autore vuole esprimere con un suo lavoro, e diventa ancora più complesso spiegare il significato di una raccolta di lettere che in questo nostro caso danno corpo al volume. Nel saggio introduttivo di Maria Romana De Gasperi ci sono alcuni periodi che anche stralciati dal testo danno una felice interpretazione del contenuto. Dice l'autrice del saggio: "Dal carteggio sono state scelte le lettere che si riferiscono a questo primo periodo tra il 1928 e il 1929. Alcune contengono chiaramente delle indicazioni di carattere politico ideologico, ... altre invece hanno l'apparenza di un colloquio a due, moderato dal timore della censura." Non era la censura il solo timore di De Gasperi, ma anche "il timore che la pace tra Stato e Chiesa venga a turbare gli spiriti migliori al punto di perderli alla stessa fede cristiana." Tutte queste lettere descrivono il cammino delle trattative tra lo stato fascista e il Vaticano. Un interessante spaccato di storia d'italia recente.
GLI AUTORI
Alcide De Gasperi è il più grande statista italiano del 900’, nel dopo guerra ha guidato l’Italia nella grande impresa della ricostruzione. Nel periodo fascista ha lungamente sofferto, e queste lettere ne sono testimonianza. La figlia Maria Romana raccoglie gli scritti del padre e ne è riferimento ufficiale, curerà la grande mostra itinerante che sarà la manifestazione più importante delle celebrazioni indette per ricordare lo statista a cinquanta anni dalla morte. L'inaugurazione della mostra avverrà a Roma in Ottobre con l'intervento del Presidente della Repubblica.
Uno strumento d’accesso allo studio della Dissertazione di Kierkegaard per il Dottorato, Del concetto di ironia... (1841), certo la meno nota delle di lui opere pubbliche, sia per la molto tarda fortuna già in Danimarca (dopo il 1924), forse perché ritenuta mero prodotto accademico, e già così contravvenendo ai postulati di quei primi critici positivisti, sia, precisamente, quanto al suo contenuto, innanzi tutto per il «discredito» che sembrerebbe portare appunto sul ricco resto di quelle opere già l’uso in essa delle fonti antiche riguardo all’interpretazione di Socrate come «ironia», privilegiandovisi Aristofane piuttosto che Senofonte e Platone... Di necessità, allora, innanzi tutto ricostruire essenzialmente le tracce di «ironia» nel mondo greco, le ragioni della sua successiva dimenticanza, della sua riscoperta solo tra i Romantici tedeschi, nonché, e però insieme, quelle dello stesso rapporto di «ironia» con Socrate, ed arrivare in tal modo allo scritto kierkegaardiano il quale, presa questa «ironia» nel suo costituirsi in concetto, ha manifestamente l’intento di svolgere un’analisi di questo rapporto nella compiutezza teoretica. Ma anche di necessità, oggettivamente, come si dice, incontrare alcuni argomenti decisivi per le sorti stesse della «filosofia», almeno a quel tempo, al momento della sua celebre crisi dopo l’Idealismo, dunque il Teorema d’Immanenza, la struttura della dialettica, il problema di che cosa questa sia; e per contro, soggettivamente, assistere al prepararsi ad affrontarli da parte di quel giovane studiosissimo, mediante un programma innanzi tutto stilistico-espressivo volto alle condizioni primigenie della «filosofia» come «filosofia», e magari, al modo in cui si crederà nella pur sempre scarsa recente letteratura, per ciò in lotta con il suo Cristianesimo, nonché, al modo in cui si crederà in aggiunta, arrivando egli, alfine, con la maturità degli anni, ad un «fondamentalismo cristiano» escludente non solo della «filosofia» ma dell’uomo. È sicuro però che, già all’attuazione di quel programma stilistico con la Dissertazione, l’Università avrebbe subito richiuso le sue porte alle spalle di quel giovane appena proclamato Magister.
Lo strumento viene così, più in generale, a proporsi, e almeno nel fatto, siccome osa sperarlo il suo autore, per accesso istituzionale giusto a Kierkegaard.
GLI AUTORI
Alessandro Cortese (Milano 1940) insegna Istituzioni di Filosofia presso l'Università di Trieste. Si è dedicato in particolare allo studio del pensiero di Vincenzo Gioberti e di Søren Kierkegaard, di cui ha curato l'edizione italiana di Enten-Eller (Adelphi 1976-1989). Per Marietti sta curando una Collezione di Carte personali e Opere pubbliche di Søren Kierkegaard (1831-1843), della quale sono già a disposizione il n. 5, Due discorsi edificanti del maggio 1843 (2000), e il n. 1 f.s., “L’attrice” di Inter et Inter (2002).
Il volume che presentiamo nasce da una serie di articoli che l'autore ha pubblicato su avvenire nel periodo che ha preceduto e durante il conflitto in Iran. Sono stati rivisti e integrati in funzione della conclusione, si fa per dire, del conflitto. L'intervento di Andreoli è chiaramente rivolto verso la pace e la sua conservazione, infatti l'umanità tutta deve difendere ad ogni costo questo bene, per non perdere tutte quelle cose buone che inevitabilmente vengono a mancare quando, nella vita quotidiana della gente, irrompe drammaticamente la violenza. Oltre ad un'introduzione dell'autore il voume si avvale della prestigiosa prefazione di Mons. Piero Coda.
GLI AUTORI
Vittorino Andreoli è laureato in medicina e specializzato in neurologia e psichiatria. Autorevole studioso della psiche, ha pubblicato vari volumi. Tra i più recenti vanno ricordati: Dalla parte dei bambini (Milano 1998); Cronaca dei sentimenti (Milano 2000); Delitti (Milano 2001). I romanzi: Yono-Cho (Milano 1994); Una piroga in cielo (Milano 2002). Il saggio Elogio della normalità è uscito presso Marietti nel 2002.
Giorgio La Pira possedeva un centro da dove partiva e cui ritornava. Esso era costituito dalla meditazione della Bibbia, dalla lettura dei mistici, dall’orientamento della riflessione a san Tommaso d’Aquino maestro, studiato e applicato con genialità alle questioni del tempo, onde proiettare sul presente la luce di una sapienza che resiste allo scorrere dei secoli. Questi elementi davano forza al suo pensiero e respiro alla sua azione politica, sociale, amministrativa, di costruttore di pace. Abbattere muri e costruire ponti era la sua divisa. La singolarità di La Pira fu di cogliere le virtualità di molte posizioni dell’Aquinate che possiedono consistenti derivazioni religiose, morali, politiche. L’opera di Tommaso costituiva per lui l’architettura razionale che assegnava contemporaneità al Vangelo, inteso come luce per il presente. Una profonda armonia univa gli apparentemente opposti: il sindaco originalissimo e il santo dell’intelligenza e del rigore. Si intesero alla perfezione entro quella logica del concreto che fu regola per il primo.
GLI AUTORI
Vittorio Possenti è professore ordinario di Filosofia politica presso l’Università di Venezia, dove dirige il Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani. E’ autore di circa 20 volumi, alcuni dei quali tradotti in varie lingue. Fra i suoi scritti più significativi: La buona società, Vita e Pensiero 1983; Filosofia e società, Massimo 1983; Le società liberali al bivio, Marietti 1992; Razionalismo critico e metafisica, Morcelliana 1996, 2ed.; Approssimazioni all'essere, Il Poligrafo 1995; Terza navigazione. Nichilismo e metafisica, Armando 1998; Filosofia e Rivelazione Città Nuova 2000, 2ed; Religione e vita civile, Armando 2002; L’azione umana, Città Nuova 2003. E’ membro del Comitato Nazionale di Bioetica e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.