
Il sapere teologico elaborato dopo il Concilio di Trento reagisce agli attacchi della Riforma, e risponde ai problemi legati alla conquista violenta e all’evangelizzazione del Nuovo Mondo. Vengono alla ribalta gli interrogativi sulla libertà e la grazia, mentre la contrapposizione teologica tra “natura” e ”soprannatura” accredita anche il rinnovato interesse per il diritto naturale in campo giuridico e politico. Cresce perciò la riflessione sulla comune natura umana, sul significato e il valore dei costumi, delle leggi e delle istituzioni di popoli diversi da quelli fino ad allora noti. Altrettanto florida risulta la riflessione sulle ragioni della vita umana associata e sulla legittimità, la necessità e i limiti del potere politico in seno alla società civile. In ambito europeo, mentre si intensificano i conflitti tra le diverse confessioni cristiane, per altro ugualmente esposte al pericolo turco, si impone il problema della convivenza di confessioni e organizzazioni ecclesiali diverse.
GLI AUTORI
Franco Buzzi, nato nel 1948, è sacerdote della Diocesi di Milano dal 1972. Ha studiato teologia e filosofia a Milano, Roma e Monaco di Baviera. E’ membro del Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana di Milano.
In quest'opera, che affronta tematiche artistiche muovendosi liberamente tra filosofia, antropologia e religione, e in un costante dialogo critico con Freud e con Girard, l'autore offre un'interpretazione completamente inedita di Leonardo. Non più l'immagine consueta e abusata del genio universale del Rinascimento, ma una personalità tormentata e complessa, che ha trovato nelle sue creazioni l'unica alternativa a una vita affettiva e sociale fortemente segnata dalla sua nascita illegittima. La tesi di Giuseppe Fornari è che il rapporto drammaticamente incompiuto e inespresso coi genitori, e in particolare col padre, che mai darà riconoscimento legale al suo primogenito, sia stato determinante non solo nello stimolare le ambizioni di un giovane di talento, ma anche nel fargli vivere e approfondire le grandi verità del cristianesimo, che trovano una modernissima illustrazione nelle principali opere sacre di questo artista. Un saggio di notevole spessore che sottolinea l'importanza della matrice cristiana nell'ispirazione dell'opera di Leonardo, e a sostegno di questa tesi mette in luce particolari poco noti.
Due scienziati e due scrittori, a partire da diverse esperienze, hanno conversato con giovani universitari sul significato del termine "ragione" e sull'esperienza della conoscenza come apertura appassionata al reale. Interventi di: Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all'Università degli Studi di Milano Davide Rondoni, poeta Massimo Caprara, giornalista e scrittore Pierluigi Strippoli, docente di Biologia e Genetica all'Università di Bologna Presentazione di Luigi Caimi
La filosofia del secolo XIV nutrì un particolare interesse per i problemi della conoscenza, spesso al centro di animati dibattiti e di approfondite indagini, nella prospettiva di una nuova concezione del sapere, rivolto alla realtà contingente e singolare, in misura più consistente che in epoche precedenti. Oltre agli aspetti logico-epistemologici, messi in luce dalla storiografia degli ultimi anni, un posto di particolare rilevanza ebbe la riflessione sulla natura della conoscenza e sul suo oggetto, sia nelle sue specifiche determinazioni, sia nella sua più generale definizione di termine della conoscenza o di realtà “conosciuta”. La soluzione proposta dal francescano Pietro Aureoli, nota come dottrina dell’esse apparens, aprì un orizzonte nuovo nella cultura del secolo XIV, mettendo in luce, attraverso precise analisi, il valore intenzionale della conoscenza. Il superamento del dualismo fra apparenza e realtà, la determinazione del modo d’essere dell’oggetto conosciuto, l’unità fra soggetto e oggetto nella conoscenza, furono i principali cardini di una dottrina che intese rispondere alle fondamentali domande: “che cosa significa conoscere?” e “che cosa si conosce?”. Sviluppata da Aureoli in occasioni differenti, ma in modo coerente e rigoroso, anche dal punto di vista terminologico, la dottrina dell’esse apparens si rivela una fonte importante per lo studio dell’intenzionalità, sia sul versante storico, sia su quello speculativo. L’esposizione e l’analisi critica della dottrina aureoliana, seguite dalla ricostruzione delle principali reazioni che essa suscitò e dei motivi che spinsero a rifiutarla nel corso del secolo XIV, offrono la possibilità di cogliere un momento significativo della storia del pensiero, non solo medievale.
Dopo il volume D’un tratto del tutto. Una femminista alle prese con Dio, pubblicato nel 2002 e che raccoglieva i testi dal 1995 al 2000, in questo volume sono raccolti i saggi e gli interventi pubblici inerenti il suo singolare rapporto con Dio che Rosetta Stella ha scritto dal 2000 ad oggi. Una sorta di “lettera” su fatti ed eventi, cose e persone, per dire le risonanze che questi hanno avuto in lei.L’autrice affronta con una buona dose di temerarietà le “questioni ultime” (Dio, l’aldilà, ecc) e la teologia che ne parla, senza essere teologa. Ma lo fa lo stesso, perché ha qualcosa di nuovo da dire. E lo dice in mezzo al magma post laicista, post femminista, post secolarista.
GLI AUTORI
Rosetta Stella si è dedicata allo studio del pensiero della differenza sessuale incrociato alle forme della spiritualità cristiana. Già collaboratrice del quotidiano "L'Unità" per la pagina delle religioni, collabora attualmente a "Il Manifesto" e a diverse riviste tra cui "Noidonne", "Bailamme", "Liberal", "Religiosi in Italia", "Prospettiva Persona". E' stata dirigente nazionale dell'UDI (Unione Donne Italiane) e docente presso il centro culturale Virginia Woolf di Roma. Ha contribuito alla fondazione della rivista “Via Dogana” della Libreria delle donne di Milano.
Per Marietti ha ideato e curato nel 2000 il volume Sul Magnificat, che raccoglie il commento di autori diversi ad ogni singola riga del Magnificat.
«Non si possono riassumere in poche parole le "schegge" raccolte da Antonazzi in queste pagine. In queste parole lo studioso e l'erudito mostra la sua capacità di sintonizzarsi con i sentimenti di un cristianesimo di popolo e non di dotti. L'Autore ha il senso d'una Chiesa che viene dai secoli, destinata al futuro, in cui non si può troppo esaltare o troppo drammatizzare una stagione o un'esperienza, fosse quella che si ama di più o che si detesta. A proposito del Grande Giubileo del 2000, offre, ad esempio, una lettura equilibrata: "Le grandi manifestazioni giubilari sono un valore autentico. Non mi sentirei, tuttavia, di condividere una enfatizzazione pericolosa, perché alle folle di fedeli in Piazza S. Pietro è facile contrapporre folle altrettanto e non raramente più numerose che riempiono gli stadi...". Le osservazioni di Antonazzi spiazzano per la loro originalità. Sono quelle di un uomo contemporaneo e di un prete. Lo sguardo del prete non pesa, ma arricchisce quello dell'uomo contemporaneo». (dalla Prefazione di Andrea Riccardi)
GLI AUTORI
Mons. Giovanni Antonazzi ha ricoperto alte cariche nella gerarchia ecclasiastica, in particolare nella Propaganda Fide.
Fondatore dell’Istituto di Ricerche Storiche dell’Alto Lazio, ha sempre associato la sua attività culturale di storico ad un gusto per l’osservazione e l’analisi che ha saputo trasferire sulla pagina con misura, fermezza e arguzia, come nel volume pubblicato da Marietti nel 1997 Dietro il sipario. Sprazzi di vita ecclesiastica romana. A lui si deve l’edizione critica dell’enciclica Rerum Novarum; ha lavorato alle “Edizioni di Storia e Letteratura” con don Giuseppe De Luca, al quale ha dedicato la monografia Don Giuseppe De Luca. Uomo cristiano e prete (Brescia 1992).
In questa storia del spagnolo l'Autore colma una lacuna, un oblio ingiustificato verso gli autori ispanici che si può cogliere semplicemente sfogliando i grandi libri filosofici; come sottolinea Fernando Savater, autore della prefazione a questo libro, l'attenzione è maggiormente rivolta ad autori e filosofi francesi, tedeschi, inglesi. Questa sintetica storia del pensiero spagnolo che, partendo dalla generazione del 1898, annovera anche figure di filosofi-poeti tra cui A. Machado, senza trascurare la ricostruzione delle varie tradizioni culturali – catalana, basca, castigliana – le scuole (quella di Madrid e di Barcelona), la drammatica esperienza dell’esilio in paesi latinoamericani di gran parte degli intellettuali (tra cui Gaos, Zambrano, Nicol ,García Bacca, Ferrater Mora) negli anni bui del franchismo, sullo sfondo degli eventi socio-politici del XX secolo. Prefazione di Fernando Savater
GLI AUTORI
Ordinario di Filosofia Morale presso l’Università di Trieste, ha dedicato numerosi saggi all’ispanismo filosofico. Tra i libri più recenti: Introduzione a Ortega Y Gasset (Laterza, Bari 1996). Introduzione a Unamuno (Laterza, Bari 2001). Per Marietti ha curato l’edizione italiana di Ortega y Gasset, Cos’è filosofia e di Zubiri, Luomo e Dio.
Ha La Pira qualcosa da comunicare al XXI secolo o è personalità consegnata al passato? Vi è in lui la ricerca di punti saldi che orientino il cammino storico, per evitare che l’umanità appaia una ‘nave senza nocchiero in gran tempesta’. Con la storiografia del profondo cercava di far emergere le forze invisibili che agiscono nella storia. Grande globalizzatore, pensò il compito delle nazioni e dei popoli, la nuova presenza della religione nelle relazioni mondiali, il valore della nonviolenza in un mondo dominato dalla corsa agli armamenti e dall’equilibrio del terrore, e propenso a credere più alla forza che alla ricerca di intese. Facendo perno sulla spiritualità di La Pira, i contributi restituiscono il suo profilo interiore, quel centro da cui partiva e dove ritornava nel dialogo con Dio e la storia, luogo di una spiritualità profetica e oggettiva imperniata sul fatto della Resurrezione di Cristo. Contributi di: Oscar Luigi Scalfaro, don Silvano Nistri, Carmelo Mezzasalma, Luciano Martini, Giovanna Carocci, Andrea Riccardi, Dalmazio Mongillo, Giulio Conticelli, Jean-Dominique Durand, Fernanda Dima, Paola Ricci Sindoni
GLI AUTORI
Vittorio Possenti è professore ordinario di Filosofia politica presso l’Università di Venezia, dove dirige il Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani. E’ autore di circa 20 volumi, alcuni dei quali tradotti in varie lingue. Fra i suoi scritti più significativi: La buona società, Vita e Pensiero 1983; Filosofia e società, Massimo 1983; Le società liberali al bivio, Marietti 1992; Razionalismo critico e metafisica, Morcelliana 1996, 2ed.; Approssimazioni all'essere, Il Poligrafo 1995; Terza navigazione. Nichilismo e metafisica, Armando 1998; Filosofia e Rivelazione Città Nuova 2000, 2ed; Religione e vita civile, Armando 2002; L’azione umana, Città Nuova 2003. E’ membro del Comitato Nazionale di Bioetica e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Prefazione di Franco Buzzi Presentazione di Mario Furlan «Apro questo libro di poesie e mi trovo immediatamente immerso nel mondo della natura e dei sentimenti umani più genuini. Il poeta abita “sotto il cielo“ che contiene tutto: colori, nuvole, venti, voli d’uccelli, montagne, foglie, fiori e farfalle, spiagge, mari, il sole radioso e la bianca luna con le stelle, piogge torrenziali, tempeste e neve, albe e tramonti. Ma il poeta senza fissa dimora conosce bene anche la disperazione di chi si lascia andare e cerca evasione sulla strada senza ritorno della droga che uccide: pieno di umana compassione contempla quel corpo esanime che viene raccolto – quasi come spazzatura – dal marciapiede, quel giovane volto rinchiuso nella sua giacca a vento e portato via, in silenzio, tra l’indifferenza di tutti. Il pensiero corre al sordo dolore di una famiglia. Tra l’altro, in tutti questi testi poetici, gli affetti familiari restano sempre saldi e fanno da solida cornice a tutti i drammi dei protagonisti». (dalla prefazione di Franco Buzzi)
Diviso in tre parti, il libro attraversa alcuni luoghi classici del pensiero filosofico politico: “violenza”, “potere” e “libertà”. Nella prima parte tali luoghi vengono declinati attraverso il riferimento fondamentale al concetto di “sovranità”. Quest’ultimo viene caratterizzato come momento della decisione, mostrando la necessità di un presupposto criminale al dispiegarsi della sua azione. Nella seconda parte il volume si focalizza su alcune implicazioni di carattere “teologico-politico”. Termini di riferimento teologico come “fondamentalismo” e “apocalisse” vengono messi a confronto con termini tipicamente politici come quelli di “rivoluzione” e “anarchia”. Nell’ultima parte il testo ruota attorno alla necessità di un ripensamento del concetto di “comunità”; quest’ultimo pensato anche nelle sue implicazioni “cristocentriche”. Il volume si avvale inoltre di due excursus che mettono a confronto il tema dello “sterminio degli ebrei” con i recenti “genocidi” perpetrati nella ex-Jugoslavia durante la guerra degli anni ’90.