
VINCENZO GAMBARDELLA è nato a Napoli nel 1955 e abita a Milano. I suoi racconti sono stati pubblicati sulle riviste letterarie "Il racconto", "clandDestino", e sul settimanale "Vita". È presente in due antologie di nuovi narratori italiani: Dire scrivere pubblicare leggere valutare (Guaraldi, 1997) e Confini (Avagliano, 1998). Per Marietti ha pubblicato il suo primo romanzo Seduto sulla tempesta (2006).
Che cosa spinge un popolo a scendere in piazza, nell’Europa martoriata da poco uscita da una guerra terribile? Le difficoltà della vita, la fame, la povertà, la mancanza di lavoro, la fatica di ricostruire un tessuto sociale e civile erano comuni in tutti i paesi d’Europa. E la situazione in Ungheria non era apparentemente peggiore di altre. Allora, di che si tratta? Nel cuore dell’uomo c’è qualcosa di più importante dell’aspirazione a un maggiore benessere. È l’anelito alla libertà, il bisogno di dare il nome alle cose, di distinguere il vero dalla menzogna, l’esigenza di mettere in gioco se stessi in un giudizio sulla realtà, il desiderio di partecipare al bene comune, di costruire insieme una società più giusta e umana. Le immagini di Erich Lessing – uno dei grandi reporter della Agenzia Magnum – si caratterizzano proprio perché, mentre documentano in tutta la loro durezza la ribellione di un popolo e la repressione del potere, insieme parlano di un desiderio di vita che trova modo di esprimersi anche nelle circostanze più drammatiche. Questo volume, pubblicato a cinquant’anni di distanza dagli avvenimenti dell'autunno 1956, non vuole solo riproporre il racconto di un evento storico, ma il grido che è in ogni uomo, in ogni tempo. Testi di Erich Lessing, François Fejtö, György Konrád, Nicolas Bauquet
Questo volume raccoglie i contributi di studiosi di ambito internazionale che prendono in esame aspetti poco noti o apparentemente marginali della teologia politica islamica contemporanea, come il dibattito filosofico in Iran, le correnti teopolitiche indonesiane (il paese al mondo con il maggior numero di musulmani), aspetti millenaristi dell’islamismo militante, mutazioni del misticismo islamico di fronte alla modernità. Il panorama composito che ne risulta fa balenare la natura profonda delle idee e delle correnti che agitano, inquietano e pacificano il mondo islamico, il mondo.
Un'opera di poesia che diventa teatro e dura, alta condivisione. Dalla visita ad un antico battistero, magico e sacro nel cuore d'Italia, nasce una voce antica e modernissima. Una donna resa quasi cieca da una guerra dei nostri giorni parla della presenza dell'acqua, del suo presentimento, della sua sete, e della speranza della perpetua nascita della vita. Una nuova opera di poesia che dà voce ai luoghi antichi e ai drammi contemporanei degli uomini. Con una nota di Teobaldo Fortunato
GLI AUTORI
DAVIDE RONDONI ha pubblicato alcuni volumi di poesia, tra i quali Il bar del tempo (Guanda 1999) e Non sei morto, amore, per una lettura con blues (I quaderni del battello ebbro 2001). Presso Marietti è uscito Poesia dell’uomo e di Dio. I Salmi nella versione poetica di Davide Rondoni (1998). Ha curato traduzioni e raccolte di vari poeti.
Ha fondato e diretto il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e dirige la rivista “clanDestino”. Si occupa di poesia anche su quotidiani e riviste e in trasmissioni televisive per il canale Sat2000.
Il volume raccoglie numerosi saggi sparsi, i più celebri, frutto di lezioniall'università, e articoli giornalistici: è possibile così cogliere la vastitàdegli interessi di Lewis, medievalista (i suoi scritti su Tasso e Dante sonoediti in italiano da Marietti) e seicentista, ma anche recensore entusiastadelle opere dei suoi contemporanei, da Orwell a Tolkien, da C. Williams a D.Sayers. Il saggio su Tolkien e "Il signore degli Anelli" è tra i contributicritici più belli sul tema. Lewis riflette anche sui propri romanzifantastici, descrivendone il processo di immaginazione e scrittura.
Il sapere teologico elaborato dopo il Concilio di Trento reagisce agli attacchi della Riforma, e risponde ai problemi legati alla conquista violenta e all’evangelizzazione del Nuovo Mondo. Vengono alla ribalta gli interrogativi sulla libertà e la grazia, mentre la contrapposizione teologica tra “natura” e ”soprannatura” accredita anche il rinnovato interesse per il diritto naturale in campo giuridico e politico. Cresce perciò la riflessione sulla comune natura umana, sul significato e il valore dei costumi, delle leggi e delle istituzioni di popoli diversi da quelli fino ad allora noti. Altrettanto florida risulta la riflessione sulle ragioni della vita umana associata e sulla legittimità, la necessità e i limiti del potere politico in seno alla società civile. In ambito europeo, mentre si intensificano i conflitti tra le diverse confessioni cristiane, per altro ugualmente esposte al pericolo turco, si impone il problema della convivenza di confessioni e organizzazioni ecclesiali diverse.
GLI AUTORI
Franco Buzzi, nato nel 1948, è sacerdote della Diocesi di Milano dal 1972. Ha studiato teologia e filosofia a Milano, Roma e Monaco di Baviera. E’ membro del Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana di Milano.
In quest'opera, che affronta tematiche artistiche muovendosi liberamente tra filosofia, antropologia e religione, e in un costante dialogo critico con Freud e con Girard, l'autore offre un'interpretazione completamente inedita di Leonardo. Non più l'immagine consueta e abusata del genio universale del Rinascimento, ma una personalità tormentata e complessa, che ha trovato nelle sue creazioni l'unica alternativa a una vita affettiva e sociale fortemente segnata dalla sua nascita illegittima. La tesi di Giuseppe Fornari è che il rapporto drammaticamente incompiuto e inespresso coi genitori, e in particolare col padre, che mai darà riconoscimento legale al suo primogenito, sia stato determinante non solo nello stimolare le ambizioni di un giovane di talento, ma anche nel fargli vivere e approfondire le grandi verità del cristianesimo, che trovano una modernissima illustrazione nelle principali opere sacre di questo artista. Un saggio di notevole spessore che sottolinea l'importanza della matrice cristiana nell'ispirazione dell'opera di Leonardo, e a sostegno di questa tesi mette in luce particolari poco noti.
Due scienziati e due scrittori, a partire da diverse esperienze, hanno conversato con giovani universitari sul significato del termine "ragione" e sull'esperienza della conoscenza come apertura appassionata al reale. Interventi di: Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all'Università degli Studi di Milano Davide Rondoni, poeta Massimo Caprara, giornalista e scrittore Pierluigi Strippoli, docente di Biologia e Genetica all'Università di Bologna Presentazione di Luigi Caimi
La filosofia del secolo XIV nutrì un particolare interesse per i problemi della conoscenza, spesso al centro di animati dibattiti e di approfondite indagini, nella prospettiva di una nuova concezione del sapere, rivolto alla realtà contingente e singolare, in misura più consistente che in epoche precedenti. Oltre agli aspetti logico-epistemologici, messi in luce dalla storiografia degli ultimi anni, un posto di particolare rilevanza ebbe la riflessione sulla natura della conoscenza e sul suo oggetto, sia nelle sue specifiche determinazioni, sia nella sua più generale definizione di termine della conoscenza o di realtà “conosciuta”. La soluzione proposta dal francescano Pietro Aureoli, nota come dottrina dell’esse apparens, aprì un orizzonte nuovo nella cultura del secolo XIV, mettendo in luce, attraverso precise analisi, il valore intenzionale della conoscenza. Il superamento del dualismo fra apparenza e realtà, la determinazione del modo d’essere dell’oggetto conosciuto, l’unità fra soggetto e oggetto nella conoscenza, furono i principali cardini di una dottrina che intese rispondere alle fondamentali domande: “che cosa significa conoscere?” e “che cosa si conosce?”. Sviluppata da Aureoli in occasioni differenti, ma in modo coerente e rigoroso, anche dal punto di vista terminologico, la dottrina dell’esse apparens si rivela una fonte importante per lo studio dell’intenzionalità, sia sul versante storico, sia su quello speculativo. L’esposizione e l’analisi critica della dottrina aureoliana, seguite dalla ricostruzione delle principali reazioni che essa suscitò e dei motivi che spinsero a rifiutarla nel corso del secolo XIV, offrono la possibilità di cogliere un momento significativo della storia del pensiero, non solo medievale.