
"Il libro è un ottimo manuale di apologetica perché riprende e approfondisce in modo preciso ed estremamente elementare i dogmi fondamentali della Chiesa senza tralasciarne nessuno, dando a ciascun di essi la sua importanza nella gerarchia del complesso dogmatico e sapendo però rendere questo approfondimento di carattere teologico criterio di lettura della realtà, criterio di confronto con la mentalità anche non cristiana". (dalla prefazione di Luigi Negri
La sterminata e profonda produzione di Giovannino Guareschi non finisce mai di stupire. Difficile per chiunque riuscire a leggere tutto quello che questo fecondissimo e dimenticato autore ha dato alla letteratura italiana. Un uomo tutto d’un pezzo che anche oggi, per tutti, vale la pena conoscere più possibile, attraverso la sua opera, come attraverso la sua vita. Con questo breve saggio antologico, Walter Muto si accoda umilmente alla schiera di ben più illustri critici guareschiani (solo per citarne alcuni, Conti, Gnocchi, Gulisano, Palmaro, Torelli) e cerca di perseguire un duplice scopo: innanzitutto suscitare la curiosità dei lettori per un’opera ancora attuale, in quanto attinge e allo stesso tempo descrive il cuore dell’uomo. E poi, nondimeno, mettere in luce la vera radice del piccante, geniale ma sempre elegante e rispettoso umorismo di Guareschi. Attraverso gli scritti di Giovannino si arriva facilmente a dimostrare una semplice quanto profonda tesi: l’umorismo, quello vero, è cristiano.
GLI AUTORI
Walter Muto è fra gli autori dei saggi Help. Il grido del rock (Itaca, 2008), Cosa sarà. La ricerca del mistero nella canzone italiana (Itaca, 2009) e Amazing Graze. Canzoni e storie di gospel, blues, soul e folk music (Itaca, 2010). Dal 2003 è collaboratore fisso del mensile "Tracce" con una rubrica di approfondimento musicale. Saltuariamente collabora con le riviste on-line "Cultura Cattolica", "Il Sussidiario" e "La Bussola Quotidiana".
Dall'allestimento di una mostra e di uno spettacolo su Guareschi è nata l'idea di questo breve saggio.
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Un serrato confronto tra un filosofo e un teologo sul gesto umano del costruire e sul senso dell'abitare. Dialogando con Heidegger, Derrida, Blanchot, Augé, Lévinas, Baudrillard, Benjamin, la Bibbia, ed altro ancora, il saggio riflette sulla differenza tra lo spazio ed il luogo, sulla natura della casa, sul tema della città e sulla perversione della convivenza umana nelle megalopoli contemporanee.
Due persone unite nella tragicità del loro destino ad Auschwitz. Il volto di Edith Stein: catturato nel quadro dei suoi contemporanei, di coloro che poterono guardarla, apprendere e memorizzare i suoi tratti, entrare nel flusso del suo sguardo. Il volto di Etty Hillesum: tracciato dai suoi stessi scritti nell'incontro con altri volti, incisi «sulle ampie pareti del cuore». Una scoperta fontale e coinvolgente che lega le due testimoni di umanità e di ricerca di Dio: il volto quale principio di interiorità propria e altrui
Una storia del nostro tempo sullo sfondo di due terre, il Polesine e l'Istria, annodate in un intreccio di radici e sentimenti.
Il 1757 è un anno di svolta nella vita di Rousseau, segnato da una passione improvvisa per madame d'Houdetot, passione che pretendeva di superare tutti gli ostacoli. Egli inizia così un percorso di allontanamento dalla società colta del suo tempo, rappresentato parallelamente dal suo spostamento dalla città alla campagna. Gli amici filosofi lo abbandonano e la vicenda del suo innamoramento s'intreccia con una serie di rotture, di rimproveri, di amicizie perdute. L'amore per la contessa risulta impossibile, ed è allora che Rousseau trasforma questa situazione negativa in una possibilità più alta, un amore puro che non si estinguerà mai, proprio per la sua assenza di realizzazione concreta. È così che nascono le "Lettere morali"
L'estetica come disciplina filosofica nata a metà del Settecento si è caratterizzata in buona parte proprio per le sue esclusioni - conoscenza di ordine sensibile e non intellettuale, giudizio soggettivo privo di qualsiasi presa conoscitiva sull'oggetto, filosofia dell'arte e non della natura, contemplazione delle forme estranea a ogni interesse pratico, ... L'estetica di John Dewey si caratterizza invece proprio in termini "inclusivi". In che senso? Forse perché rivendica che gli aspetti estetici ineriscono alle nostre esperienze del mondo: dipendendo radicalmente da un ambiente per sopravvivere, innanzi tutto godiamo o patiamo per ciò che ci circonda
Due imprenditori, uno scultore, un poeta, un formatore. La sfida alla quale rispondono in questo libro prende le mosse dal lavoro che ciascuno con fatica e passione realizza nella vita di tutti i giorni. Parole come educazione, valori, famiglia, crescita umana, eccellenza, responsabilità, soddisfazione vengono riscoperte nei contesti più vari e in qualche modo insospettabili