
Riflessioni e preghiere del vescovo di Bergamo, una delle città più provare dalla pandemia Covid 19. Cinque grandi capitoli: dolore, solitudine, preghiera, limite, comunità. A fronte del senso di vuoto, di rabbia, di disperazione, si erge la forza della preghiera, il valore di un sorriso, il vincolo di una comunità, piccoli segni di speranza e, soprattutto, un sentimento profondo di fede e di condivisione con i sofferenti.
Il taccuino nepalese di Jacopo Fasolo è ben di più che un semplice libriccino per appunti di viaggio: il suo viaggio è non solo scoperta di luoghi e di civiltà ma anche irrinunciabile e insopprimibile esigenza di fermare per un attimo le proprie emozioni e di cercare di trasmetterle a se stesso e agli altri. Ogni pagina di questo libro sembra una lotta tra testo e iconografia: a volte il primo lambisce, invade o si sovrappone alle immagini disegnate e dipinte, altre volte sono le immagini che spingono il testo fuori dal suo spazio; non ci sono margini, né contorni salvati in alto e in basso, né respiro grafico. Le pagine del taccuino di Jacopo Fasolo sono così dense in quanto intrise propriamente di nostalgia, incapaci di trattenerla tutta; si sfogliano ma si ripassano, non si arriva mai alla fine, c'è sempre un motivo per riprendere una pagina precedente, che attrae per la sua bellezza originale. Le pagine del taccuino e gli splendidi disegni si integrano a vicenda, col risultato che la scrittura si unisce alle immagini quasi fondendosi con esse.
Il lavoro inedito di Michael Johannes Marmann (1937-2019), dal titolo Praeambula ad gratiam. Ideengeschichtliche Untersuchung über die Entstehung des Axioms gratia praesupponit naturam del 1974, viene scoperto da Simone Billeci durante gli anni del dottorato. Su suggerimento di Joseph Ratzinger, di cui Billeci è studioso, egli viene a conoscenza del suddetto lavoro. Si tratta, in sostanza, di una tesi dottorale di cui Marmann fu l'autore e Ratzinger il direttore di tesi, negli anni in cui esercitò la docenza presso l'Università di Regensburg. Pubblicato già nella sua versione originale in lingua tedesca nel 2018, con la Prefazione del Card. Gerhard Ludwig Müller, se ne offre oggi la traduzione in lingua italiana.
Questo lavoro si propone di proseguire una riflessione sull'ufficio dell'economo diocesano, partendo da un'analisi del diritto universale della Chiesa, così come si esprime nel Codice del 1983. Per la serietà della ricerca, per l'attualità e la rilevanza del tema trattato, ecco un libro che può attirare l'attenzione del lettore interessato alla ricezione dell'Aggiornamento del diritto del Chiesa, e all'applicazione dell'attuale diritto canonico alla Chiesa particolare, specialmente quella africana.
Accompagnare Gesù sulla Via della Croce, la Via Crucis, e fermarsi a meditare, contemplare e rivivere i passaggi di questo cammino che porta al Calvario, passo dopo passo, incontro dopo incontro, evento dopo evento, sempre con negli occhi e sul cuore il volto di Gesù, "l'uomo dei dolori che ben conosce il patire" (Is. 53,3), è condividere con Lui il mistero della sofferenza e della morte per giungere alla verità di luce, di pace, di gioia infinita della Risurrezione.
Giovanni Paolo I osservò: «Il vero dramma della Chiesa che ama definirsi moderna è il tentativo di correggere lo stupore dell’evento di Cristo con delle regole».
Con la «riforma missionaria della pastorale» Francesco chiede al ministro di sottrarsi alla mens “applicativa-casistica” che viviseziona, nell’esistenza, un “dato particolare” dalla “verità universale” implicata nell’agire del soggetto.
Nel discernere «caso per caso» l’atto della per-sona autocosciente dovrà interpretarsi in quanto rivela l’umano dell’uomo nel suo significato universale. Così da mostrarsi, il vero, quale evento che giunge ad evidenziarsi all’au-tocoscienza del ministro.
Presentazione di Matteo Maria Zuppi
Prefazione di Rocco Buttiglione
Il coraggio di riproporre oggi nella sua forma integrale la prima edizione di Le chiese cristiane e l'ebraismo. 1947-1982 è dato dal fatto che essa riporta i principali documenti relativi ai rapporti fra i cristiani e gli ebrei che sono stati pubblicati negli anni Sessanta e Settanta, cioè nell'epoca nella quale si è realizzata la grande conversione, prima nella chiesa cattolica e poi anche nelle altre chiese cristiane, nell'attenzione all'ebraismo e nell'atteggiamento verso gli ebrei. A dieci anni di distanza dalla promulgazione del documento conciliare Nostra Aetate, i vescovi americani potevano scrivere: "Questo decen - nio ha rappresentato un periodo unico nella storia della chiesa per le relazioni fra cristiani ed ebrei" (1975). Ed è in quest'epoca che si avvia quel nuovo rapporto di dialogo e di fraternità fra cristiani ed ebrei che ha consentito di giungere oggi, allargando il campo anche ad altri sog - getti, alla pubblicazione di un'enciclica come Fratelli tutti che ci invita a realizzare una fraternità universale per assicurare un futuro di giustizia e di pace alla nostra umanità e alla nostra Terra.
Il nuovo libro di Mons. Luigi Mistò è una confidenza del cuore, scritta nel segno della comunicazione dell'esperienza di fede. In esso è raccolta una vicenda umana, cristiana e sacerdotale. In queste intense e vibranti pagine trasudano esperienze personali e comunitarie, amicizie e rapporti, scelte e riflessioni, preghiere e contemplazioni, opere e giorni: semplicemente la storia di una vita. Il lettore può rispecchiarsi dietro le parole di questo testo, prendere spunto e condividere, verificare e immaginare, approfondire e rimotivare così la sua personale vicenda spirituale.
A fronte delle tante interpretazioni extra ecclesiali sviluppatesi in questi ultimi secoli, Billeci propone un ritorno ad una più equilibrata ma decisa interpretazione teologica, sorretta anche da una rinnovata ontologia, del mistero dell'unione ipostatica. L'Autore sottolinea come il passaggio da un'interpretazione ontologica a favore di quella biblica, con il prevalente uso del metodo storico-critico, ha sì portato importanti novità e arricchito le chiavi di lettura della figura di Gesù Cristo, con l'aiuto anche delle scienze umane, ma in diversi esiti si è tradotto nello sbilanciamento del mistero dell'Incarnazione a favore dell'uomo Gesù, non più inteso nel contesto della sua unione ipostatica con la divinità del Figlio di Dio Incarnato.
Come si spiega il fatto che quando facciamo esperienza di Dio, quando lo sentiamo vivo in noi, tutto il resto non conta più, e anche le cose più nobili, lo studio stesso diventa spezzatura? Il mondo visibile, così bello ed espressivo, appariva a Charles meno reale di quello invisibile. Che velo e quale tenda è questo mondo dei sensi! Bello, ma sempre un velo. Questo mondo appare ai nostri occhi come un velo vano, che, malgrado i suoi molteplici colori, non può nasconderci la visione di ciò che sta dietro. Noi cominciamo a poco a poco a percepire che non ci sono che due esseri in tutto il creato: la nostra anima e Dio che l'ha creata. (Da Charles Stephen Dessain, John Henry Newman, a cura di B. Picascia, nell'Anno della Fede 2013).