"Davvero l'essere umano può vivere tutto nell'esteriorità, nell'immediatezza del consumo, nell'asservimento alla sua stessa idea di libertà? Una società costituita da milioni di frammenti di verità individuali è una società in grado di crescere, di edificare o è soltanto una comunità erratica, che si sposta come le mandrie nelle grandi pianure, mossa solo da una giornaliera ricerca di cibo? Essendo scomparsa un?idea collettiva di bene e di male, quali sono i valori in base ai quali vengono educate le nuove generazioni? Esiste ancora un'educazione "sentimentale" dell'uomo oppure ci si è arresi a una deriva incontrollabile delle emozioni più istintive? Le riflessioni raccolte in questo libro - in parte inedite, in parte apparse sui quotidiani in questi ultimi anni - nascono dal desiderio di mettere a fuoco, in questi tempi così ricchi di capovolgimenti e novità, una sorta di discernimento. Che cosa è per l'uomo e che cosa è contro l?uomo. Perché da questo discernimento dipenderà in gran parte la qualità del mondo che andremo a costruire. La posta in gioco, infatti, è l'idea stessa di natura umana." Susanna Tamaro
Acuminato e tagliente come una spada, caldo e accogliente come un focolare inglese. Queste due immagini che Chesterton usava per definire l'ortodossia cristiana si attagliano perfettamente anche al loro autore. L'uomo dei paradossi era esso stesso un paradosso: razionale e passionale, libero e amante dell'ordine, enigmatico e solare. Non fu filosofo, ma nei suoi libri si trova la migliore filosofia, e questo libro ne ricostruisce il percorso attraverso saggi, romanzi, pamphlet polemici, articoli. Impossibile ricavarne un sistema, semmai - secondo l'uso della scolastica - glosse, note a margine, appunti di lettura. Ne emerge alla fine il quadro di un realista in lotta con il nichilismo, di un razionalista in lotta con i razionalisti, di un uomo libero in lotta con i libertari, di uno spirito religioso in lotta con le religioni, di un uomo che infine abbracciò la follia della croce per combattere la pazzia del riduzionismo moderno, tenendo fede al suo motto: "Per uno che sappia appena tenere in mano una spada è sempre un onore accettare un duello". Rileggere Chesterton aiuta a diventare protagonisti della sfida lanciata da Benedetto XVI alla postmodernità: "Allargare i confini della ragione". Prefazione di Stefano Alberto.
Descrizione del libro: Nel mondo contemporaneo, caratterizzato da una mobilità illimitata, ma anche da un crescente disorientamento culturale e religioso, un numero sempre maggiore di persone avverte la nostalgia della patria, un concetto che sembrava ormai obsoleto. Indagando questo sentimento, Anselm Grün non si limita ai luoghi che ci sono familiari, come quelli dell’infanzia. Il concetto di «patria» è più ampio di qualsiasi spazio fisico, abbraccia ad esempio la lingua, la musica (e i ricordi che risveglia in noi), la fede nella quale siamo cresciuti, fino ai social network, nei quali i giovani (ma non solo) si «incontrano» e creano comunità di tipo nuovo. La patria è tutto ciò che ci dà sicurezza nella vita, scrive Grün: persone comprensive, luoghi amati, il senso di protezione che possiamo trovare in Dio. Attraverso un percorso guidato, l’autore ci invita a compiere una ricerca personale, aiutandoci a capire, grazie ai suggerimenti pratici collocati al termine di ogni capitolo, dove ciascuno di noi può ritrovarla.
«Lo scopo di questo libro non è quello di dare risposte, bensì di porre domande. Se ce le poniamo, ci avviciniamo maggiormente a noi stessi e forse anche a ciò che significa la patria per ciascuno di noi. Al tempo stesso, però, sperimenteremo ciò che Bloch esprime con la sua famosa definizione della patria. La patria è qualcosa “che si mostra a ognuno nell’infanzia, ma dove nessuno è ancora mai stato”. Sarei lieto che i miei pensieri aiutassero i lettori a scorgere il baluginio della patria nella loro infanzia e, riflettendo e indagando su di essa, a giungere in spazi nuovi della loro anima.»
Nota sull'Autore: Anselm Grün, nato nel 1945, è monaco nell’abbazia benedettina di Münsterschwarzach, in Alta Baviera. Nelle sue numerose pubblicazioni e conferenze affronta i bisogni e le domande esistenziali degli uomini del nostro tempo. Molto apprezzato come consigliere e guida spirituale, è uno degli scrittori cristiani più letti al mondo. Tra le sue numerose opere tradotte in italiano, ricordiamo le ultime pubblicate: Chi sei tu, Dio?, scritto con Wunibald Müller (Queriniana, 2011); Sto al tuo fianco. L'accompagnamento dei morenti e delle persone in lutto (San Paolo, 2011); L'arte di diventare adulti. In dialogo con i giovani (Paoline, 2011).
Descrizione del libro: I brevi saggi raccolti in questo volume furono scritti nell’arco di vent’anni per due giornali inglesi, «The Illustrated London News» e «The New Witness». In essi Chesterton prende di mira alcuni aspetti del suo tempo (ma anche del nostro...), indicativi di un atteggiamento ideologico di irragionevole, e un po’ ottuso, scetticismo nei confronti della Tradizione – assai diffuso tra i suoi (e nostri) contemporanei – e di ingenua fiducia verso tutto ciò che ha l’apparenza della novità. Tra gli argomenti fatti oggetto della sua critica, compaiono la venerazione per gli animali domestici, il proliferare delle sette, il consumismo, il divorzio, lo spiritismo, l’esotismo, la fiducia incondizionata nelle conquiste della scienza, l’ateismo, l’individualismo, la divulgazione pseudoscientifica e, come suggerisce il titolo del primo saggio di questa raccolta (Sulla serietà), l’incapacità di sorridere della (e alla) vita.
Nota sull'Autore: Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, le opere La Chiesa cattolica, Eretici, Ortodossia, La mia fede, Ciò che non va nel mondo, Il profilo della ragionevolezza, La nuova Gerusalemme, L’uomo comune, L’imputato i romanzi Il Napoleone di Notting Hill e I paradossi del signor Pond e l’Autobiografia.
Descrizione del libro: Pubblicato per la prima volta nel 1901, L’imputato è la raccolta di saggi con cui G. K. Chesterton inaugura la sua carriera di «principe del paradosso». Questi sedici articoli sono altrettante arringhe appassionate in difesa di ciò che di bello offre il brutto del mondo, in aperto conflitto con la mentalità di allora – e anche di oggi – ma, soprattutto, in contrasto con quella memoria monotona «che impedisce di vedere le cose nel loro splendore». Gli argomenti trattati sono i più vari; su tutto, però, campeggia il desiderio di celebrare la poesia della vita nella sua immensa varietà. Chesterton fruga nei cumuli di polvere della storia e in ciascuno trova un tesoro: non si rassegna a liquidare come prosaico o banale ciò che il mondo considera tale, ma scava nell’immaginazione per andare oltre i luoghi comuni, convinto che essa non serva «a rendere consolidate le cose strane, quanto piuttosto a rendere strane le cose consolidate», trasformando i fatti in meraviglie. Fedele a quella che sarà la missione di tutta la sua vita, egli ci restituisce il ritratto di un pianeta fatto di miracoli, dove possiamo finalmente riaffermare il nostro «amore naturale per la grandezza, per la vitalità, per la varietà, per l’energia, per la bruttezza».
Nota sull'Autore: Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, le opere La Chiesa cattolica, Eretici, Ortodossia, La mia fede, Ciò che non va nel mondo, Il profilo della ragionevolezza, La nuova Gerusalemme, L’uomo comune, i romanzi Il Napoleone di Notting Hill e I paradossi del signor Pond, e l’Autobiografia.
Un numero sempre maggiore di persone ritorna oggi ai grandi classici della spiritualità in cerca di nutrimento e conforto. Fra essi un posto a parte hanno i Vangeli, i testi che fondano la fede cristiana e sono una delle radici della nostra civiltà.
Questo piccolo volume ne propone 90 passi, seguiti da brevi riflessioni dedicate ai temi più diversi: la preghiera, la figura di Gesù, la solidarietà, il male, la famiglia, l’amore, il lavoro, l’ambizione, l’egoismo, il sesso, il perdono, la conversione, la speranza, la povertà… Sono brani da meditare in una pausa, mentre si va al lavoro, da soli o in compagnia, un gesto per il nostro benessere spirituale in mezzo allo stress quotidiano.
In un mondo in cui è sempre più difficile orientarsi e dove molti, se non tutti, sono alla disperata ricerca di modelli e obiettivi per la propria esistenza, il mosaico composto dall’autore ha la forza della semplicità e dell’immediatezza. I Vangeli parlano all’uomo di ogni tempo e la verità che Dio ha proposto ai contemporanei di Gesù è la stessa che ci serve oggi, anche se il modo di vivere è cambiato e le situazioni possono sembrare incomparabili.
Domenico Sigalini usa parole «al passo con i tempi e con il nostro stile di vita», ma tocca il cuore di chiunque – credente o no – avverta il bisogno di vivere in modo più profondo.
Nota sull'Autore: Domenico Sigalini è nato a Dello, provincia e diocesi di Brescia. Si è laureato in matematica all’Università degli Studi di Milano. Nel 1991 è stato chiamato a Roma come Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI e ha collaborato tra l’altro alla preparazione e celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù a Denver, Manila, Parigi, Toronto e soprattutto Roma. Dal marzo 2005 è Vescovo della Diocesi Suburbicaria di Palestrina, e dal 3 novembre 2007 anche Assistente Ecclesiastico Generale dell’Azione Cattolica Italiana. Nel settembre 2010 è stato nominato Presidente della Commissione Episcopale per il laicato. Autore di diverse pubblicazioni, collaboratore di riviste pastorali e giornali di ispirazione cattolica per ragazzi e giovani, è molto apprezzato e amato da questi ultimi anche per il suo stile spesso fuori dagli schemi e per la sua dialettica coinvolgente.
Nei suoi cinquant'anni di vita, Rocco e i suoi fratelli non ha mai perso il suo status di opera-chiave di un'epoca in cui il cinema assolveva un ruolo capitale nella cultura del nostro paese. Raccogliendo l'eredità trasgressiva di La dolce vita, il film di Visconti ha urtato sensibilità molto accese in un momento di delicata transizione politica, suscitando un aspro dibattito che ha coinvolto la censura, la politica e la magistratura. Facendo ricorso a documenti in buona parte inediti reperiti in vari archivi, e prendendo le mosse da un'analisi filologica delle carte del regista, questo volume propone nuove ipotesi sulle complesse e tormentate fasi che portano alla stesura della sceneggiatura, sulle fonti (in particolare sul ruolo svolto da Giovanni Testori), sulle vicende censorie e sulla ricezione di quella che resta una delle opere più studiate di Visconti, riletta alla luce del suo contesto culturale.
"Questo libro raccoglie alcune riflessioni che ero solito inserire nel bollettino della parrocchia e che poi ogni domenica durante la Messa delle 8.30, la Messa dei bambini, commentavo usando esempi tratti dalla loro vita. Tuttavia, con il tempo, mi sono reso conto che anche gli adulti desideravano che parlassi loro nello stesso modo. Perché questa pedagogia, questo modo di presentare il cristianesimo? La fede ha bisogno di essere verificata nella vita, perché solo così acquisisce consistenza e crea una nuova civiltà. Che cosa fece san Benedetto, che cosa fecero i gesuiti quando giunsero in questi luoghi? Dimostrarono come l'incontro con Cristo cambi il cuore e definisca un nuovo criterio per vivere, trasformando la vita e rendendola più umana. Che cos'è la vita senza tutti quei dettagli che la realtà ci chiama a vivere ogni giorno? Il bagno, la cucina, la sala da pranzo o la camera da letto fanno parte della realtà, e se Cristo non cambia anche la maniera di usare il bagno o di mangiare, significa che è puro moralismo. Come ha affermato Benedetto XVI: 'Il contributo dei cristiani è decisivo solo se l'intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà." (Aldo Trento)
I saggi che David Schindler ha raccolto in questo libro rappresentano una sintesi della sua riflessione antropologica. L’autore si interroga sulla profonda crisi dell’Occidente contemporaneo, evidente in ogni ambito della vita sociale (economico, politico, religioso e culturale), e ne individua la causa principale nel prevalere di un interesse personale egoistico che strumentalizza il prossimo in nome della libertà del singolo, ignorando l’intima chiamata dell’uomo alla comunione e al dono. In tale contesto anche la tecnologia – che secondo il filosofo canadese George Grant è divenuta l’ontologia della nostra epoca – gioca un ruolo determinante poiché ha modificato la nostra concezione di ciò che è bene, favorendo un’idea dell’essere umano priva di profondità e di trascendenza.
Contro questa deriva delle società occidentali, che allontana dalla logica dell’amore propria dell’essere creato, Schindler ricorda l’insegnamento di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, i quali propongono il ritorno a un diverso modo di pensare basato sui principi della gratuità e della relazionalità.
Lo scontro qui illustrato è in essenza quello tra la cultura della vita e la cultura della morte, che, proponendoci di vivere come se Dio non esistesse, «finisce facilmente per negare o compromettere anche la dignità della persona umana e l’inviolabilità della sua vita» (Evangelium vitae, n. 96).
Nota sull'Autore: David L. Schindler, autore di libri e articoli nel campo della metafisica, dei rapporti fra teologia e cultura e della biotecnologia, insegna teologia fondamentale presso l’Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi sul Matrimonio e la Famiglia di Washington. È co-direttore della rivista «Communio: International Catholic Review» e nel 2002 è stato nominato consultore del Pontificio Consiglio per i Laici.
Pubblicato per la prima volta nel 1974, "Racconti di vent'anni" raccoglie le opere brevi di Arpino apparse in "La babbuina e altre storie" e in "27 racconti", più venticinque inediti. Snodandosi lungo un percorso che va dai racconti realistici a quelli che si potrebbero definire "dell'assurdo", dalle narrazioni "del sabato sera" - in cui alcune figure della letteratura mondiale, come Don Chisciotte, Faust e Sandokan, rivivono in chiave moderna fino a quelle dell'ultima sezione, dove si getta una luce sulle manifestazioni del paranormale, l'intera raccolta è una giostra di caratteri, volti, casi, in cui la forma breve del racconto contiene il respiro ampio del romanzo. Attraverso la descrizione delle dinamiche di coppia, dei rapporti tra genitori e figli, della trama di relazioni che compongono la società italiana del suo tempo, Arpino ci restituisce l'immagine di un'umanità stretta tra le ineludibili necessità del reale e la fuga nella dimensione della favola: una situazione nella quale anche il lettore contemporaneo può facilmente riconoscersi.