
Il lavoro intende proporsi quale contributo finalizzato, anzitutto, ad un approccio critico nei confronti del messaggio escatologico quale esso traspare maggiormente dalla tradizione sinottica. All'interno di questa analisi e, se possibile, in vista di un suo ulteriore arricchimento in chiave ermeneutica, il presente saggio intende chiarire uno degli aspetti antropologici ad esso più intimamente connessi: quello, cioè, della vigilanza. In tale ottica, gli interrogatici cui si cercherà di offrire una risposta lungo le pagine del volume saranno essenzialmente due: in vista di quale evento è importante, per il discepolo, vegliare secondo l'accezione evangelica? Come concepire, a livello di impegno personale, un simile atteggiamento? Sulla base di tali premesse la ricerca si concentrerà poi in maniera specifica sugli apporti concettuali conseguenti all'analisi esegetico-strutturale della parabola matteana delle dieci vergini (Mt 25,1-13), intorno alla quale si rivolgerà la più diretta e motivata attenzione dell'opera. Questo testo, proprio del primo fra gli evangelisti canonici, pone in scena un duplice atteggiamento, rivelato e giudicato dalla fine; la presenza o l'assenza delle ragazze nel momento definitivo ("la porta fu chiusa", v. 10) dell'arrivo dello sposo esprime l'atteggiamento di fondo di accoglienza o di rifiuto che, fin dall'inizio, era nel loro cuore, poiché fin dal v. 2 Matteo può parlare di "stolte" e di "sagge".
In questo volume si presentano le due relazioni che hanno aperto il seminario (quella di p. Miguel Yáñez e di don Luca Bressan) cui è seguito il dibattito di circa venti esperti. Le conclusioni del dibattito sono state raccolte nell'articolo di don Pierangelo Sequeri. Si premette un testo di mons. Vincenzo Paglia che, mentre illustra sinteticamente l'Esortazione Apostolica, presenta alcune linee di approfondimento ecclesiologico e pastorale.
In un tempo di crisi della nuzialità, il cardinale Ouellet, prova a fornire un approfondimento teologico capace di supportare i preti di fronte alle sfide contemporanee. Come scrive egli stesso nell'Introduzione al volume: "i preti in esercizio e le vocazioni in cammino verso un impegno definitivo nel sacerdozio hanno bisogno di comprendere senza pregiudizi il valore e la bellezza d'una tradizione che non manca di credenziali"; ed è per questo che il volume è aperto dalla presentazione di alcuni elementi di questa tradizione, soprattutto latina. L'intendimento dell'autore è l'approfondimento teologico del rapporto tra celibato sacerdotale e il legame nuziale di Cristo alla Chiesa. Tale legame illumina il sacramento del matrimonio ma anche del celibato vissuto come vita consacrata e o come ministero ordinato.
Il volume ripropone la Dichiarazione sull'eutanasia Iura et bona, promulgata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 5 maggio 1980, previa approvazione di Giovanni Paolo II. Il testo della Dichiarazione, in versione italiana e latina, è preceduto da una Nota introduttiva dell'attuale Prefetto, il cardinale Gerhard Müller. Vengono poi ripubblicate anche le Risposte a quesiti circa l'alimentazione l'idratazione artificiali, sempre in italiano e latino del 1° agosto 2007. Con la relativa Nota di commento, così come il Discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Congresso Internazionale su "I trattamenti di sostegno vitale e lo stato vegetativo. Progressi scientifici e dilemmi etici", del 20 marzo 2004, cui la citata Nota di commento si richiama in modo esplicito. Seguono, infine, alcuni commenti di Esperti, volti ad approfondire le tematiche fondamentali presenti nella Dichiarazione.
"Sostiamo in devoto raccoglimento accanto al sepolcro vuoto, per riscoprire la grandezza della nostra vocazione cristiana: siamo uomini e donne di risurrezione, non di morte. Apprendiamo, da questo luogo, a vivere la nostra vita, i travagli delle nostre Chiese e del mondo intero nella luce del mattino di Pasqua. Ogni ferita, ogni sofferenza, ogni dolore, sono stati caricati sulle proprie spalle dal Buon Pastore… le sue piaghe aperte sono come il varco attraverso cui si riversa sul mondo il torrente della Sua Misericordia. Non lasciamoci rubare il fondamento della nostra speranza, che è proprio questo: Christos anesti! Non priviamo il mondo del lieto annuncio della Risurrezione! E non siamo sordi al potente appello all'unità che risuona proprio da questo luogo, nelle parole di Colui che, da risorto, chiama tutti noi 'i miei fratelli'". (Papa Francesco)

