
Figure cariche di fascino e simbolismo, unti dalla Chiesa come rappresentanti del divino nella gestione del potere temporale, spesso venerati dal popolo come santi e guaritori: i re dell'Occidente medievale esercitavano un potere assoluto che incarnava in sé l'auctoritas e la potestas romane, ma riceveva nuova linfa e giustificazione dalla consacrazione religiosa. Erano re guerrieri che guidavano i loro uomini in battaglia, re laici che esercitavano un potere giuridico-sacrale ed erano, infine, i garanti della fecondità e della prosperità delle loro terre e dei loro sudditi.
Nella notte del 19 novembre 1943, Renzo Ravenna e la sua famiglia varcano clandestinamente il confine italo-svizzero, costretti alla fuga dalle persecuzioni razziali. A rendere unica la loro vicenda è un particolare importante: Renzo Ravenna - amico fraterno di Italo Balbo - era stato podestà in carica a Ferrara dal 1926 al 1938, primo e unico ebreo a ricoprire un ruolo simile nell'Italia di Mussolini. I dodici anni del suo podestariato attraversano le diverse fasi del ventennio fascista e la sua vicenda umana e politica si fonde con la parabola di Balbo, la storia di una città alla ricerca dell'antico splendore e il rapporto complesso e sfuggente ad ogni semplificazione fra ebraismo e Regime, fino all'abominio delle leggi razziali.
Dagli incunaboli pre-omerici al tramonto della civiltà ellenica, attraverso i misteri di Eleusi, la religione 'dionisiaca' e 'apollinea', l'orfismo, Platone e il neoplatonismo, Erwin Rohde scardina la ricorrente tesi della Grecia 'olimpica' terra di pacata razionalità e riconduce l'origine della fede greca nell'immortalità dell'anima all'estasi dionisiaca, un'esperienza religiosa antichissima, devota a potenze infere e permeata dal senso tragico dell'esistenza.
Capitale un tempo di uno sterminato impero, durante il Medioevo Roma smarrisce, insieme al ruolo di unica e incontrastata potenza mondiale, la forza e la bellezza che le erano proprie. Nel vuoto d'autorità seguito al crollo dell'impero, il papato si impone come nuovo punto di riferimento e Roma diventa la capitale della cristianità. Nel racconto di autorevoli studiosi, l'alternarsi di crisi ed espansione che cesellò la particolare fisionomia della Roma medievale: lo strapotere dell'aristocrazia, la crescita demografica e urbanistica, il primo giubileo nel Trecento, la decadenza culminata nel trasferimento della sede pontificia ad Avignone, il ritorno del papato che avrebbe fatto di Roma il teatro delle sue nuove ambizioni.
Rincorrendo la massa stracciata dei senzatetto che vivevano di mille espedienti o i nobili ricchi di ville e palazzi, l'autrice analizza cosa voleva dire avere una dimora o esserne privi, cosa significava mettere su casa, che rapporto c'era tra casa e famiglia. Poi la curiosità si spinge oltre la soglia delle abitazioni permettendo di scoprire chi preparava il cibo e cosa si mangiava, come si è trasformata la dieta e come si stava a tavola, come ci si riparava dal freddo e ci si faceva belli.
"... a un figlio - beh, veramente a tre: Lidia, Fabio e Adrian, nell'ordine. Ricordi, Adrian, quando eri a scuola e ti chiedevano cosa faceva tuo padre? Tu farfugliavi: economista, giornalista... economista giornalista... giornalista... economista... giornalista economico... Ma, alla fine, capivano quello che faccio? No, rispondevi. Ma almeno tu lo capisci? Veramente neanch'io, confessavi. Questa mi sembra già una ragione sufficiente per scrivervi un libro..." (Fabrizio Galimberti)
Il risultato di un processo di sviluppo, ovvero l'emergere di un individuo adulto, con le sue caratteristiche le capacità specifiche, dipende da una complessa interazione fra la specificazione genetica e l'esperienza. Questo volume riunisce le conoscenze relative ai diversi livelli di analisi dell'argomento, dalla formazione dei circuiti neurali agli esempi di maturazione funzionale del sistema nervoso, al ruolo dell'ambiente e dell'esperienza.
"Accanto alla Trieste austroungarica è sempre esistita un'altra Trieste. Accanto alla città dei caffè letterari, della composta amicizia di Svevo e Joyce, c'è sempre stata un'altra città, morbida, disinvolta, picaresca, dai connotati quasi carioca. C'è un edonismo antico, morale, nei triestini. E anche un vitalismo moderno un po' easy-golng, alla californiana. Trieste è una città meridionale, la città più meridionale dell'Europa del Nord." A spasso per vicoli e piazzette, lungo gradinate a picco sui mare, bighellonando nella bora che spezza il fiato e pulisce l'aria: quindici itinerari narrativi svelano e ricompongono il puzzle affettivo e affettuoso di una Trieste ricolma di storia, curiosità, contraddizioni.
"La vita ci è stata data per servire - diceva Galante Garrone - per mostrarci solidali con l'umanità intera battendoci, pur nel nostro piccolo, per gli ideali eterni di giustizia, di libertà, di pace, di progresso." Era questa la morale laica di un uomo che credeva fermamente che lo Stato siamo noi, e che lo ha servito con coerenza prima come magistrato, poi come giurista e storico all'università, scrivendo libri e intervenendo sulla stampa per quasi mezzo secolo, lavorando per un Paese migliore. Attraverso la biografia di Galante Garrone, ripercorriamo le fasi più tormentate della storia italiana del Novecento e le grandi discussioni connesse.
Un saggio lucido, polemico, chiaro, sulle ragioni della nostra Costituzione, sulla sua distorta applicazione, sui dibattiti antichi e recenti in merito alla riforma, sull'ultimo disastroso progetto di stravolgerla. Michele Ainis insegna Istituzioni di diritto pubblico nell'Università di Teramo. Oltre all'impegno accademico, svolge un'intensa attivita di edirorialista.