
Un dizionario critico, articolato in voci brevi ma dense, uno strumento efficace per fornire ai lettori un panorama complessivo e sintetico di quasi un secolo e mezzo di storia italiana, oltre che un valido strumento di consultazione e di lavoro. In circa ottantatré lemmi vengono affrontate, in ottica storica, le dimensioni politica, sociale, economica e culturale italiane a partire dall'unificazione del paese. Le voci, curate dai maggiori storici dell'Italia contemporanea, hanno un andamento espositivo e forniscono un quadro preliminare dei diversi temi trattati, senza però rinunciare mai a un approccio critico, che tiene conto dei risultati del dibattito storiografico. Ogni definizione rinvia così, di volta in volta, a istituzioni, grandi avvenimenti, cesure storiche, soggetti politici e sociali, fenomeni culturali e a pochi grandi protagonisti ritenuti emblematici del loro tempo (da Cavour a Pio XII, a Moro). L'opera è corredata da una cronologia e da un'appendice statistica.
Cosa si sa oggi di quel complesso fenomeno storico conosciuto con il nome di Illuminismo? Come è possibile divulgare in forma appropriata, semplice e coerente i risultati di una ricca storiografia internazionale sull'argomento senza tradirne spirito, linguaggi, metodi d'analisi e prospettive di ricerca? Perché la storia dell'Illuminismo continua a suscitare ancora oggi tante domante e interesse? Questo volume cerca di rispondere ricorrendo alla formula del dizionario. Si tratta di un dizionario particolare, fatto di sole quarantadue voci di dimensioni ridotte che coprono il vasto e frammentato terreno della ricerca storica internazionale. Le singole voci, affidate ad alcuni tra i più riconosciuti specialisti, delineano, anche attraverso una fitta rete di rimandi interni, i confini di un mosaico teorico chiaro e autorevole.
È la storia di Gengis Khan: un nomade, un mongolo che seppe aggregare le tribù sparpagliate per le lande asiatiche, e tradurne in formidabile forza d'urto abitudini e abilità secolari. Trasformando pastori e cacciatori in un'orda di guerrieri invincibili, Gengis Khan fonderà un impero esteso in tre quarti di secolo dall'Oceano Pacifico fin quasi al Mediterraneo e dalla Siberia all'Himalaya. Forti di un esercito immenso, preceduti da una fama atroce e leggendaria, i Mongoli sconvolgeranno buona parte dell'Europa cristiana. Ma saranno anche capaci di insediare a Pechino una dinastia ammirata per il suo splendore e di imporre quella pax mongolica che schiuderà all'uomo medievale nuove opportunità di esperienze e relazioni.
Il brand è, nel bene o nel male, uno fra i principali protagonisti della scena culturale contemporanea. Trascesa la sfera dell'economia di mercato, la marca ha da tempo permeato l'intera cultura sociale. Pur continuando a farsi garante di prodotti e imprese, è diventata una forma discorsiva che, assorbendo discorsi altrui (politici, mediatici, sportivi, turistici), li ricarica di senso. Questo libro ricostruisce la progressiva affermazione del brand come attore sociale a tutti gli effetti, mostrando come esso sia un fenomeno di natura principalmente semiotica. Ricostruendo e reinterpretando il dibattito in corso, proponendo nuove e più precise griglie d'analisi, il volume si occupa del segno-marchio in rapporto alle strategie di comunicazione, alla produzione e ricezione dei discorsi sociali, alle condizioni culturali della circolazione dei testi, alle dinamiche dell'intersoggettività, alla genesi delle credenze e alla gestione della fiducia nelle persone e nelle istituzioni, alle trasformazioni dell'immaginario collettivo, alla costruzione e al riconoscimento dell'identità. L'analisi di Gianfranco Marrone dimostra come la semiotica contemporanea possa offrire allo studio del brand una grande quantità di modelli teorici, sia dal punto di vista dell'analisi a posteriori dei suoi discorsi, sia da quello della gestione in fieri del capitale simbolico della marca.
Barry Strauss è Professor of Humanity and Classics alla Cornell University, dove dirige il Peace Studies Program. Ha vissuto e studiato in Grecia, Germania e Israele e ha preso parte a molte spedizioni archeologiche. È autore, co-autore, curatore di numerose pubblicazioni e collaboratore di importanti testate giornalistiche. È Heinrich Schliemann Fellow all'American School of Classical Studies di Atene ed è stato insignito del Cornell's Clark Award per l'insegnamento. Questo libro sulla battaglia di Salamina è il primo tradotto in italiano.
"Il fenomeno generale dello 'spazio pubblico', che si produce già in interazioni semplici, mi aveva sempre interessato per via della misteriosa facoltà per cui l'intersoggettività concilia elementi diversi senza equipararli l'uno all'altro. Gli spazi pubblici fanno intravedere strutture di integrazione sociale. Nelle società moderne, è specialmente lo spazio pubblico politico della comunità democratica ad acquistare importanza per l'integrazione della società. Infatti le società complesse possono tenersi insieme soltanto grazie alla solidarietà astratta e giuridicamente mediata fra cittadini dello Stato. Tra i cittadini che non possono più conoscersi personalmente, una fragile comunanza si può creare e riprodursi soltanto tramite il processo di pubblica formazione dell'opinione e della volontà. La condizione in cui si trova una democrazia si può accertare solo sentendo il polso del suo spazio pubblico politico." Habermas torna ad analizzare il rapporto tra sfera pubblica e privata, in tre saggi sulla intersoggettività dell'essere umano, l'unico in natura che possa essere definito 'animale politico': vale a dire vivente nello spazio pubblico.
Quanto riescono a incidere gli apparati investigativi e di polizia italiani, scoprendo e reprimendo i delitti di corruzione? Rispetto all'improvviso emergere di una enorme massa di reati connessi al malaffare politico-amministrativo, qual è stata la reazione degli organi giudiziari? Le pene infitte sono state più o meno severe? Che cosa rende difficoltosa l'emersione di questi delitti e come si auto-giustificano gli autori di pratiche corruttive o clientelari? E qual è, di fronte alla corruzione, la reazione del mondo politico? Piercamillo Davigo e Grazia Mannozzi cercano di dare riposta a quesiti cruciali, scegliendo di far parlare soprattutto le cifre e costruendo una rigorosa ricerca empirica sul fenomeno della corruzione in Italia e sulla reazione delle agenzie di controllo (dalla polizia alla magistratura). Gli autori hanno raccolto e analizzato i dati disponibili in materia di denunce, condanne e loro distribuzione geografica, riti processuali utilizzati, quantità e qualità delle sanzioni comminate, percentuali delle sentenze concretamente eseguite, e li hanno incrociati con l'esame delle riforme normative intervenute dal 1983 al 2002.
"Non paragonabile con la nozione di 'rivoluzione scientifica', quella di Rinascimento, o Rinascenza, o Rinascita, o 'Renovatio', fu, giova ripeterlo, un ideale e un programma che realizzò un rinnovamente profondo all'insegna di un ritorno al passato [...]. D'altra parte lungo i secoli in cui il mito operò, non si mantenne uguale a se stesso. Coglierne l'origine, le differenze, lo sviluppo; determinare l'intreccio fra un'idea-forza e la riflessione storica sul suo dinamico affermarsi [...]: tali alcuni degli scopi di questo libro." Un'opera viene presentata in una nuova edizione introdotta da un testo di Michele Ciliberto.
Malebranche è uno dei protagonisti del Seicento filosofico francese. Di questo pensatore era da tempo assente in libreria l'opera principale, "La ricerca della verità", un'opera nella quale lo spirito di geometria della filosofia cartesiana si incontra con i vertici speculativi della tradizione agostiniana. Questa edizione rappresenta l'unica disponibile in italiano e viene ora riproposta con una nuova introduzione di Emanuela Scribano, una delle massime esperte della filosofia del Seicento.
Il volume raccoglie una selezione degli articoli di cronaca politica che Scoppola ha pubblicato sulle pagine di "Repubblica" negli ultimi diciassette anni, dal 1989 a oggi. Nel loro dipanarsi, questi 'pezzi di Italia' seguono un filo conduttore cruciale: il tema irrisolto del rapporto fra Chiesa e Stato. Un rapporto che, a ben guardare, è anche dialogo e contrasto fra i poli conflittuali dell'esperienza religiosa e di quella politica e quindi, in definitiva, fra coscienza e potere. Al centro di questa tangenza contraddittoria, Scoppola individua il partito dei cattolici italiani - prima la Democrazia cristiana, poi quanto le sopravvive - e ne fotografa, con la passione del coinvolgimento personale e la lucidità dell'analisi politica, la storia e l'evoluzione difficile in questi ultimi anni di convulsa transizione, da Tangentopoli alla comparsa della Lega, dal bipolarismo che ha lasciato spiazzate le aspirazioni dei centristi ai referendum elettorali degli anni Novanta, dalla nascita del nuovo Partito popolare di Martinazzoli fino alla Seconda Repubblica, all'Ulivo, a Berlusconi e al ritorno del centrosinistra al governo. Chiude il volume una riflessione inedita sul lascito ideale di Aldo Moro al paese, lascito che passa attraverso la grande esperienza politica dello statista democristiano, ma coinvolge anche la sua tragica fine.