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Diritto, forza, potere, ordinamento, prassi sociale: i concetti base della giurisprudenza, rivisitati alla luce della società globalizzata. La nuova edizione di un manuale completo, rigoroso e originale su una materia fondamentale per la formazione del giurista.
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Questo non è l’ennesimo libro dedicato alle sorti contingenti della sinistra o della destra, all’analisi teorica dei loro mali, ai consigli (peraltro non richiesti) sugli oggetti e i metodi delle loro politiche, all’interrogativo se la prassi debba essere moderata o antagonista, istituzionale o radicale. Il discorso che qui si svolge non vuole distribuire patenti di ‘vera’ sinistra né di ‘vera’ destra, ma spiegare come e perché queste categorie politiche moderne continuano ad avere senso anche in uno scenario largamente postmoderno.
Indice
Premessa – 1. Una dicotomia obsoleta? – 2. Gli schemi delle teorie, e la complessità della storia - 3. L’origine della politica moderna, e le sue conseguenze – 4. L’età globale, e il caso italiano – 5. Sul presente, e sul futuro. – Conclusione provvisoria - Bibliografia essenziale
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Un accattone bambino, nella giungla cambogiana, che parla dodici lingue. Una giovane manager d’assalto del Vietnam. Un uomo dal passaporto falso nelle miniere di giada della Birmania. Federico Fubini racconta le vite invisibili travolte dalle grandi correnti globali.
Un viaggio passo passo dall’Estremo Oriente a un Occidente altrettanto estremo, passando dal Golfo del Bengala e quindi dal Persico. Man mano che si avanza, le immagini da cartolina non tengono più: il mondo cambia così in fretta che ogni donna e ogni uomo ormai porta su di sé più di un’epoca e più di una cultura. È il segreto che trasforma il pianeta, popoli mai entrati in contatto si incontrano. L’era della grande ibridazione umana è iniziata. La si legge negli occhi delle persone per migliaia di chilometri: dalla taiga russa a un passo dalla Corea del Nord alle celle d’acciaio che imprigionano certi strani ‘cinesi’ nelle carceri di Guantánamo. Tra cronaca e racconto, in queste pagine troveremo quel calderone di culture, interessi, vita, identità, che distingue l’oggi.
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Introduzione - 1. A due passi dalla stazione finale della Transiberiana - 2. Durante la guerra, lavoravano in una fabbrica oltre il Fiume Rosso - 3. Sotto le case a palafitta, vicino al Mar cinese meridionale - 4. Le antenne paraboliche nei giardini di Bogyeke Ywa - 5. Interludio: quattro navi da guerra del Bangladesh - 6. Il Buriganga è un’arteria vitale di Dhaka - 7. Nel centro di Doha, il semaforo umano aveva appena cambiato turno - 8. Alla confluenza fra il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro 9. In fondo a un vicolo dissestato, alla periferia di Tirana - Ringraziamenti - Indice dei luoghi
«È un libro d’amore e un atto di memoria. Ma è soprattutto il tentativo di far rivivere, nell’individualità della persona e della sua esistenza, una donna. Una donna che tutti quelli che l’hanno conosciuta sono concordi nel definire eccezionale e affascinante. E strettamente legato a questo tentativo è lo sforzo di prolungare la mia vita con una donna che ho profondamente amato e amerò sempre ardentemente fino alla mia morte. Ho ottant’anni. Ma questo libro non è solo un gesto d’amore e la perpetuazione di una donna degna di essere ricordata. Storico di professione, voglio cercare di scrivere una sorta di biografia che racconti una donna nella sua singolarità, nella sua individualità, ma reinserendola nel suo ambiente e nella sua epoca, anche se non ha fatto nulla di significativo dal punto di vista della ‘grande storia’».
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I. Il colpo di fulmine - II. Hanka prima del nostro incontro - III. Sposato con Hanka - IV. Una coppia franco-polacca a Parigi e attraverso l’Europa - V. Viaggi lontani - VI. Verso la scomparsa - Testimonianze - Ringraziamenti
"All'inizio c'è il mondo. Non è tutto uguale: qui è caldo, lì è mamma, là è rumore. Col tempo impariamo a distinguere e a riconoscere: di nuovo caldo, ancora mamma, altro rumore! Gli oggetti si staccano dallo sfondo e acquistano una loro individualità, cadono, si rompono, si muovono, scompaiono e ricompaiono; le sensazioni non si vedono ma si sentono, si ripresentano, si assomigliano; i suoni cambiano a seconda degli oggetti che ci sono. Questo nostro meraviglioso evolverci è materia di studio per gli psicologi e i biologi, ed eventualmente per i sociologi. Ma per un filosofo esso nasconde un'ambiguità profonda e ancora più misteriosa: stiamo imparando a riconoscere la struttura del mondo o stiamo imponendo al mondo una certa struttura? È la realtà che poco per volta ci rivela i meccanismi secondo cui è organizzata, o siamo noi a organizzare il flusso continuo della nostra esperienza?". Nel volume di Achille Varzi sono discusse le due tesi classiche sull'esistenza e la natura delle cose: da un lato, i filosofi realisti, persuasi che il mondo sia strutturato in entità di vario genere a vari livelli e che sia compito della filosofia 'portare alla luce' tale struttura; dall'altro, gli anti-realisti, convinti che buona parte della struttura che siamo soliti attribuire alla realtà esterna risieda invece nella nostra testa, nel complesso sistema di concetti e categorie che sottendono alla nostra rappresentazione dell'esperienza e al nostro bisogno di rappresentarla.
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Perché ancora un libro sull’Italia e la Seconda guerra mondiale? Perché nuovi strumenti interpretativi e documenti finora inediti gettano una luce nuova sulle relazioni fra Italia e Usa, l’influenza sovietica, il passaggio dal fascismo alla democrazia. In questo volume «gli autori non si sono proposti di cambiare gli ‘eroi’ e i protagonisti del pantheon degli italiani che guidarono il paese dalla crisi del fascismo e della guerra sino alla ripresa democratica. È cambiato il modo in cui essi sono investiti da luci diverse, che mettono in ombra alcuni aspetti e ne illuminano altri, prima meno visibili. Nelle pagine del libro poco spazio hanno trovato le masse, le loro lotte, le loro sofferenze, le loro speranze. Si doveva cambiare registro e cercare di comprendere come e perché la gente comune fosse costretta a subire le regole di una gabbia costruita attorno a sé e di capire come questo involucro prendesse forma sino a diventare un limite invalicabile se non sporadicamente, con ripetuti tentativi per allentare le maglie della rete o di uscire dalla ‘muraglia cinese’ costruita attorno. Perciò in queste pagine ha trovato posto quasi soltanto l’azione di uomini: alcuni geniali, molti normali, altri mediocri, altri ancora pessimi». Ma tutti protagonisti della continuità strutturale dell’Italia in quegli anni che vanta un’anomalia: il fascismo, la guerra e la monarchia passarono lasciando meno cicatrici, e meno profonde, che in altre parti d’Europa, a dimostrazione che lo Stato nazionale era pronto a cambiare forma, non a dissolversi.
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Introduzione - Parte prima La gabbia alleata: I. Usa e Italia: dalla «non guerra» ai progetti di «pace separata» - II. Equivoci e inganni di un armistizio - III. La carta sovietica - IV. Riscossa diplomatica - V. La leggenda della «svolta di Salerno» - Parte seconda Il ritorno dell’Italia sulla scena internazionale - VI. Il governo Bonomi e gli Stati Uniti - VII. Liberazione o resa tedesca? - VIII. La tentazione neutralista e Trieste italiana - Note - Indice dei nomi
Giordano Bruno non ha mai cessato di essere una di quelle poderose figure dell’immaginario collettivo attraverso le quali trovano espressione le tensioni ideologiche e culturali di un’intera epoca. È potuto diventare così volta a volta il simbolo del libero pensiero per gli illuministi, di una prepotente volontà anti-intellettualistica per i romantici, dell’anticlericalismo per i laici del Novecento. Il libro di Francis A. Yates – un grande classico della storia delle idee – ricostruisce per intero il pensiero di Giordano Bruno e lo ricollega alla tradizione magica ed ermetica rinascimentale, troppo spesso fraintesa.
Frances A. Yates – scrive Cesare Vasoli – colloca il filosofo in «una prospettiva storiografica veramente nuova, nella quale molti aspetti e motivi della drammatica vicenda filosofica e umana del Bruno trovano finalmente una collocazione più esatta, [...] una vera e propria storia dell’ermetismo, al di là della stessa esperienza bruniana, sino agli anni di Campanella ed oltre, alle origini di tendenze filosofiche, movimenti religiosi e ideologie politiche che continuarono ad operare anche nella nuova realtà dell’Europa seicentesca e settecentesca».
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Prefazione all’edizione italiana - Prefazione - Abbreviazioni - I. Ermete Trismegisto - II. Il "Pimander" di Ficino e "l’Asclepius" - III. Ermete Trismegisto e la magia - IV. La magia naturale di Ficino - V. Pico della Mirandola e la magia cabalistica - VI. Lo Pseudo-Dionigi e la teologia di un mago cristiano - VII. Cornelio Agrippa e la sua rassegna della magia rinascimentale - VIII. Magia e scienza nel Rinascimento - IX. Contro la magia - X. L’ermetismo religioso nel secolo XVI - XI. Giordano Bruno: il primo viaggio a Parigi - XII. Giordano Bruno in Inghilterra: la riforma ermetica - XIII. Giordano Bruno in Inghilterra: la filosofia ermetica - XIV. Giordano Bruno e la cabala - XV. Giordano Bruno: dagli Eroici furori al culto di Elisabetta - XVI. Giordano Bruno: il secondo viaggio a Parigi - XVII. Giordano Bruno in Germania - XVIII. Giordano Bruno: l’ultima opera pubblicata - XIX. Giordano Bruno: il ritorno in Italia - XX. Giordano Bruno e Tommaso Campanella - XXI. Dopo la datazione di Ermete Trismegisto - XXII. Ermete Trismegisto e le controversie fluddiane - Indice analitico
La Rivoluzione francese, la rivoluzione industriale, le nazioni e i nazionalismi, il Risorgimento, lo studio storico delle classi sociali, la Grande Guerra, la rivoluzione bolscevica e l’Unione Sovietica, il fascismo, la seconda guerra mondiale, il totalitarismo, fino alla storia delle donne e alla globalizzazione. Sono quindici gli itinerari che Alberto Mario Banti ha selezionato per introdurci alla storia contemporanea, guidati con mani sicure dagli autori e dalle opere che ne hanno proposto le interpretazioni più significative.
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Premessa - 1. La Rivoluzione francese - 2. La rivoluzione industriale - 3. Nazioni e nazionalismi - 4. Il Risorgimento italiano - 5. Lo studio storico delle classi sociali - 6. Imperialismo/colonialismo - 7. Disciplinamento del desiderio, disciplinamento dei corpi - 8. La Grande Guerra - 9. La rivoluzione bolscevica e l’Unione Sovietica - 10. Il fascismo - 11. La seconda guerra mondiale: «guerra civile europea», occupazioni e Resistenza - 12. Il nazismo e lo sterminio degli ebrei - 13. Il totalitarismo - 14. Storia delle donne, storia di genere - 15. La globalizzazione - Le parole della storia - Profili biografici - Indice dei nomi
È possibile organizzare le informazioni senza tentare di manipolare chi le utilizzerà? Ed è possibile decifrarle senza essere manipolati? Probabilmente no, perché ogni classificazione implica delle scelte, ma questo libro aiuta a ridurre al minimo entrambi i rischi, svelandoci i concetti, i valori, le istituzioni e le professioni che regolano il mondo dell’informazione e della documentazione.
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Premessa - I. Informazioni e documenti - II. Metadati e indici - III. Valori per l’organizzazione dell’informazione - IV. Rilevanza sociale della classificazione - V. Le istituzioni della memoria - VI. Competenze informative - VII. Le discipline dei documenti - Bibliografia - Indice analitico
«Il carattere nazionale è stato un elemento centrale delle riflessioni di una parte importante del mondo intellettuale e politico dal Risorgimento alla Repubblica, e il discorso sui vizi degli italiani è stato anche parte integrante della lotta politica, nel senso che è stato regolarmente messo in campo e utilizzato come strumento nella battaglia per la definizione della nazione».
Dai patrioti risorgimentali che volevano che gli italiani prendessero in mano il loro destino, al fascismo che voleva trasformarli in una massa disciplinata e militarizzata, fino all’Italia postbellica, in ogni epoca il discorso sul carattere nazionale ha assunto toni e contenuti differenti. Nel corso del tempo le analisi dell’ ‘italianità’ hanno contribuito a richiamare l’attenzione sulla vita pubblica e la qualità della cittadinanza, ma sono anche state utilizzate dai nazionalisti per i loro scopi sciovinistici, oppure sono servite da alibi per nascondere responsabilità precise. Ricorrenti autostereotipi negativi hanno continuato a circolare anche quando si inventavano le narrazioni dei ‘primati’ o della ‘brava gente’. Ma può esserci davvero una speranza di cambiamento se il carattere di un popolo si percepisce in questo modo e se il passato ha lasciato su di esso un’impronta quasi ‘genetica’ ? Come ben ricostruisce Silvana Patriarca, «l’idea del carattere nazionale ha un fardello ideologico troppo pesante ed è troppo semplicistica per essere il veicolo di considerazioni critiche. In ogni comunità, e specialmente nelle nostre società sempre più globalizzate, il lavoro di autocritica e di esame di coscienza collettivo richiede un vocabolario diverso e più complesso. Le sfide dell’Italia multiculturale che viene emergendo richiedono nuove forme di discorso pubblico, meno autoreferenziali e più aperte al mondo esterno. La creazione di una società più inclusiva e più aperta non sarà possibile senza una riconsiderazione critica di vecchi miti nazionali e abitudini discorsive».
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Introduzione - Ringraziamenti - I Ozio e rigenerazione - II Formare cittadini di carattere - III Individualismo latino: il carattere nazionale nell’età dell’imperialismo - IV Tra «prove» e «rivelazioni»: virtù della guerra - V «Una sostanza difficile da modificare» - VI «Autobiografie» della nazione - VII «Brava gente»? - VIII «Gli italiani sono fatti così» - Conclusioni - Bibliografia - Indice dei nomi