
Questo è il primo testo in Italia ad affrontare in modo sistematico il legame tra scienza e diritti umani. Il terreno più importante su cui Giovanni Sabato incentra la sua ricostruzione è quello della diretta partecipazione degli scienziati a risolvere, o cercare di risolvere, questioni importanti in cui la messa in discussione dei diritti si manifesta o si è già consumata. Marcello Flores
Statistici che hanno provato il genocidio in Guatemala, scienziati che con foto satellitari hanno svelato i massacri del Darfur, antropologi forensi che dall’Argentina a Srebrenica hanno rivelato il destino degli scomparsi, sbugiardando i loro assassini. Giovanni Sabato racconta come scienziati di varie discipline aiutino a chiarire le violazioni dei diritti fondamentali e quanto il loro lavoro abbia inciso nelle scelte politiche, nei tribunali e nella vita di chi ha subìto gli abusi.
Indice
Prefazione di Marcello Flores - 1. I bambini rubati - 2. I sei di Tripoli - 3. La storia scritta dalle ossa - 4. Estrarre le verità nascoste fra i numeri - 5. I volti imprevisti della tortura - 6. Sentinelle dal cielo - Note - Ringraziamenti - Indice analitico
Massimo Severo Giannini (1915-2000) è stato uno dei più grandi giuristi europei del '900, uno dei padri della Costituzione, ministro per la funzione pubblica, collaboratore di molti giornali. Ha contribuito all'allargamento dei confini del diritto con contributi di grande importanza per la storia e per la sociologia: "Studioso prestato alla politica, è stato progettista di molte nuove leggi, consulente ascoltato, legislatore, e ha aperto una nuova stagione di riforme amministrative. Fu maestro ineguagliato nell'arte propria dei giuristi di distinguere, classificare, ordinare, nonché in quella di problematizzare. Guardando sempre con occhi nuovi una materia, era capace di farne vedere aspetti finallora sconosciuti". Questo volume raccoglie gli scritti di Giannini di maggior interesse per la teoria giuridica e per la storia e, quindi, di maggiore interesse per un pubblico vasto, anche di non giuristi. Il materiale è stato raccolto in cinque sezioni: gli ordinamenti giuridici, lo Stato e la sua storia, l'amministrazione e i diritti, centro e periferia, la scienza del diritto amministrativo. In ciascuna sezione sono pubblicati gli scritti più originali e significativi di Giannini, editi in un lungo arco di tempo (1939-1994).
Questo non è solo un bel libro di storia. C’è la zampata dello studioso di genio.
Franco Cardini
È noto che, come diceva Croce, si fa sempre storia del presente. In questo buon uso del passato Alessandro Barbero è un campione sempre pronto allo scatto. Barbari è un libro affascinante.
Silvia Ronchey, “Tuttolibri”
«Un mondo che si considera prospero e civile, segnato da disuguaglianze e squilibri al suo interno, ma forte di un’amministrazione stabile e di un’economia integrata; all’esterno, popoli costretti a sopravvivere, minacciati dalla fame e dalla guerra, e che sempre più spesso chiedono di entrare; una frontiera militarizzata per filtrare profughi e immigrati; e autorità di governo che debbono decidere volta per volta il comportamento da tenere verso queste emergenze. Potrebbe sembrare una descrizione del nostro mondo, e invece è la situazione in cui si trovò per secoli l’impero romano di fronte ai barbari.»
Indice
Introduzione Frontiere e mobilità umana nell’impero romano - I. Deportazioni e immigrazione sotto il principato - II. L’arruolamento di stranieri nell’esercitofino agli Antonini - III. Una svolta: l’epoca di Marco Aurelio - IV. Esercito e cittadinanza nell’età dei Severi - V. La crisi del III secolo - VI. Ripopolamento e reclutamento sotto la tetrarchia - VII. L’età di Costantino - VIII. Immigrazione e reclutamento sotto la dinastia di Costantino - IX. Ideali umanitari e sfruttamento degli immigrati sotto Valentiniano e Valente - X. Teodosio e il tentativo di assimilare i Goti - XI. Truppe limitanee e impiego di barbaria difesa delle frontiere XII. Una leggenda storiografica: i «laeti» - XIII.L’esercito come «melting-pot» - XIV. Il fallimento dell’integrazione gotica Conclusione Note - Bibliografia - Indice dei nomi
Uno dei massimi storici dell’arte rinascimentale racconta l’irripetibile stagione della Roma di Paolo III, Michelangelo, Giulia Farnese, prima dell’avvento letale della Controriforma. Massimiliano Panarari, “Il Venerdì di Repubblica”
Con una narrativa avvincente e appassionata che non cede all’acquiescenza culturale – e parla anche dell’oggi, cosa credete? – il restauratore e studioso racconta come, a metà del ’500, franino le aspirazioni a una cristianità meno avida di potere qual era quella spietata e perversa dei papi. Un affresco accurato e accorato per rammentarci come non si possa mai dare per assodato l’essere uomini liberi. Stefano Miliani, “l’Unità”
Con vivace vena narrativa e sapiente ricostruzione storica, che sintonizza il segreto della creatività su trame biografiche anche affannate e misere, Forcellino fa rivivere, in 1545, figure di artisti, letterati, nobildonne, e voci popolari di sberleffo. Giuseppe Amoroso, “Corriere della Sera”
Quando, in quale momento della sua storia, l'essere umano ha cominciato a percepire se stesso come un soggetto libero e capace di autodeterminarsi? Quando ha acquisito la consapevolezza di essere l'autore delle proprie azioni? La cognizione della propria autonomia morale non è un dato innato. Per molto tempo gli esseri umani si sono sentiti in balia di forze esterne, superiori, incontrollabili e invincibili, a cominciare dalle forze della natura, spesso divinizzate. La conoscenza della propria libertà è infatti il risultato di una faticosa presa di coscienza, una fondamentale, lunga e difficile conquista del pensiero, che sta alla base e costituisce il presupposto di concetti etici e successivamente giuridici come "colpa" e "responsabilità". Ulisse è uno dei personaggi la cui storia consente di seguire i passaggi di questa straordinaria "invenzione".
IL LIBRO
Francesco Barbagallo è stato il primo a raccontare il potere della camorra come potere imprenditoriale quando nessuno osava farlo, ancorandolo a un passato indispensabile per interpretare il presente. Storia della camorra è un libro fondamentale perché frutto degli studi di uno dei più grandi storici italiani, di un intellettuale che declina le dimensioni economica, criminale e imprenditoriale della camorra, attraverso il tratto umano che le è proprio e che la condannerà all’estinzione. Dalle catastrofi – dice Barbagallo – per fortuna si può emergere. Roberto Saviano
Soffusa di racconti e leggende sulle sue origini, sulle sue forme organizzative e sui riti di accesso, a distanza di quasi due secoli dalla sua nascita nei vicoli di Napoli, la storia della camorra non è mai stata raccontata per intero. Questa è la prima ricostruzione complessiva dall’ 'onorata società' dell’Ottocento alla criminalità globalizzata di oggi. Francesco Barbagallo descrive i suoi costumi, le regole, la mentalità, gli affari, gli intrecci con la politica e le altre organizzazioni criminali, necessari per tessere la rete con cui oggi gestisce un patrimonio enorme. Al tempo dei Borboni, quando inizia la sua attività delinquenziale e si dà un’organizzazione, la camorra controlla le estorsioni su quasi tutte le attività produttive, i mercati, le case da gioco, la prostituzione. Si rappresenta come una sorta di aristocrazia della plebe ed entra nel vivo del tessuto sociale, praticando una forma di amministrazione, privata e illegale, della fiscalità, della sicurezza, della giustizia. La storia sembra non scalfirla, nonostante le repressioni postunitarie e l’impegno dei grandi intellettuali che hanno lottato per portare la questione meridionale al centro dell’interesse del nuovo Stato unitario, nonostante ogni tentativo di farle terra bruciata attorno. Nel corso degli anni non cessa di evolversi tra corruzione e clientele, accaparrando nuovi spazi di azione e nuove forme ben più consistenti e di più ampio respiro rispetto ai suoi tratti storici. Oggi la camorra è attiva su scala mondiale, ha circa 6000 affiliati, i suoi utili sono calcolati in 13 miliardi di euro, in un quindicennio il suo fatturato si sarebbe quintuplicato. Manovra le tecnologie più avanzate, sa sfruttare al meglio le garanzie di impunità di mercati sempre meno controllati, è parte integrante della finanza globale. Chi la pensa come il frutto del sottosviluppo, prende un abbaglio.
INDICE
1. La camorra al tempo dei Borbone - 2. Alle luci della ribalta, tra Garibaldi e l’Italia - 3. “Questione di Napoli”, “questione meridionale”, bassa camorra e clientele borghesi - 4. La città ammodernata, la “camorra” amministrativa, l’inchiesta Saredo - 5. Successo e disfatta della camorra nella “belle époque” - 6. Dai camorristi ai guappi, tra il fascismo e la repubblica - 7. La nuova criminalità organizzata in Campania - 8. Le guerre tra le nuove camorre - 9. Le imprese economiche dei clan e la politica degli anni ’80 - 10. Camorra, società e politica nei primi anni ’90 - 11. La criminalità campana verso il terzo millennio - 12. L’espansione globale di un sistema criminale moderno - 13. Gli ultimi anni: il potere della camorra, lo sfacelo dei rifiuti - Conclusioni - Bibliografia - Cartine - Indice dei nomi
IL LIBRO
Il viaggio di John Kampfner comincia da Singapore, paradiso dei consumatori, poi in Cina, da lì in Russia e poi verso il mondo arabo. Non ha come meta quei regimi tirannici che governano con la canna del fucile. È diretto in quei paesi che sostengono di aderire ai valori democratici, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna e poi, tra questi, l’Italia. Perché l’Italia conta, non per una qualche rilevanza geostrategica, ma perché funge da esempio di una democrazia posticcia. John Kampfner non parla di leader o uomini politici. Parla di noi, dei cittadini, e delle nostre priorità. Le domande cruciali sono queste: perché la gente, in tutto il mondo, indipendentemente dalla cultura, dalle circostanze e dalla storia, appare sempre più disposta a rinunciare alle proprie libertà in cambio di ricchezza? Perché ha conferito ai propri leader un potere quasi illimitato di prendere decisioni su questioni riguardanti la libertà? Perché ha venduto la sua acquiescenza in cambio di una coltre di sicurezza temporanea e di una prosperità che si è rivelata illusoria? Perché ha lasciato che la democrazia si tramutasse in qualcosa che non sarebbe mai dovuta diventare: un mezzo per fornire consumi.
INDICE
Prefazione all’edizione italiana - Introduzione - 1. Singapore: modello confortevole - 2. Cina: protagonista defilato - 3. Russia: capitalista rabbioso - 4. Emirati Arabi Uniti: denaro facile - 5. India: alternativa popolosa - 6. Italia: one-man show - 7. Gran Bretagna: Stato di sorveglianza - 8. Usa: sogno infangato - Conclusione: le priorità della gente – Bibliografia - Ringraziamenti - Indice dei nomi e delle cose notevoli
IL LIBRO
«Identità è una parola avvelenata. Il veleno contenuto in questa parola così nitida e bella, così fiduciosamente condivisa, di uso pressoché universale, può essere tanto oppure poco, talvolta persino impercettibile e quasi innocuo. Ma anche quando è impercettibile, la tossicità è presente in numerose idee che la parola contiene e, accumulandosi, può manifestarsi alla lunga, in maniera inattesa e imprevista. Perché e in che senso identità è una parola avvelenata? Semplicemente perché promette ciò che non c’è; perché ci illude su ciò che non siamo; perché fa passare per reale ciò che invece è una finzione o, al massimo, un’aspirazione. Diciamo allora che l’identità è un mito, un grande mito del nostro tempo».
INDICE
Introduzione - I. L’identità inafferrabile - II. Soggetti: noi-noi o noi-altri? - III. Il mito, le critiche, le minacce - IV. Identità e impoverimento culturale. Contro l’identitarismo in antropologia - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi
IL LIBRO
Perché Galileo puntò il cannocchiale verso il cielo e perché mai dovremmo essere sicuri che la natura segua uniformemente il suo corso? Cosa distingue la scienza dalla metafisica? Come cambia e cresce la conoscenza scientifica? Dalla natura dell’osservazione all’induttivismo e al convenzionalismo, dal progresso scientifico alla libertà intellettuale, da Popper a Quine: sono solo alcune delle questioni imprescindibili che hanno segnato la filosofia del Novecento e sono divenute rilevanti per le nostre scelte di vita. In queste pagine, un’introduzione esaustiva per comprendere temi e protagonisti della filosofia della scienza nel XX secolo.
INDICE
Prefazione - Ringraziamenti - Parte prima L'induttivismo e i suoi critici - 1. Breve profilo storico: l'induttivismo, Russell e la scuola di Cambridge, il Circolo di Vienna e Popper - 2. La critica di Popper all'induttivismo e la teoria delle congetture e confutazioni (o falsificazionismo) - 3. La critica di Duhem all'induttivismo - Parte seconda Il convenzionalismo e la tesi Duhem-Quine - 4. Il convenzionalismo di Poincaré del 1902 - 5. La tesi di Duhem e la tesi di Quine - Parte terza La natura dell'osservazione - 6. Enunciati protocollari - 7. L'osservazione e carica di teoria? - Parte quarta La demarcazione fra scienza e metafisica - 8. La metafisica e priva di significato? Wittgenstein, il Circolo di Vienna e la critica di Popper - 9. La relazione fra scienza e metafisica: la posizione di Popper, Duhem e Quine - 10. Il falsificazionismo alla luce della tesi Duhem-Quine - Parte quinta Rivoluzioni e programmi di ricerca - 11. Le rivoluzioni nella scienza - 12. Tenacia e proliferazione: la «logica» del cambiamento scientifico - 13. Incommensurabilità e traduzione - 14. Fallibilismo e tolleranza - Note - Bibliografia - Indice dei nomi
IL LIBRO
Ha ancora senso pensare al diritto di resistenza negli stati democratici di diritto? E innanzitutto: che cosa significa politicamente ‘resistenza’? In cosa si differenzia da altre forme di opposizione e di cambiamento? Rispetto a chi o a che cosa è lecito o opportuno opporre resistenza? E ancora: è possibile porre un limite alla con-fusione dei poteri, ossia alle enormi capacità di influenza e condizionamento del potere economico e ideologico globalizzato? Ermanno Vitale analizza le tradizionali teorie del ‘diritto di resistenza’ alla luce delle nuove dimensioni che il potere politico, economico e ideologico ha assunto nel mondo contemporaneo e propone una definizione di resistenza costituzionale il cui scopo è difendere il patto sociale nel caso estremo in cui sia ragionevole dubitare dell’affidabilità delle garanzie istituzionali.
INDICE
Introduzione - I. Resistenza e forme di mutamento politico - II. Giustificare il diritto di resistenza - III. Resistere al potere economico ed ideologico - IV. Alla ricerca di un equilibrio sociale perduto - V. Metodi di resistenza - Indice dei nomi