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Cosa distingue una società moderna? Come avviene il processo di modernizzazione? Esiste un solo modello o è possibile parlare di modernità multiple?
Il concetto di modernizzazione è tra i più usati nel linguaggio politico e giornalistico, tuttavia non è sempre approfonditamente chiarito nei suoi diversi significati. Attraverso la riflessione critica sulle teorie e sui problemi pratici dei paesi che ne sono coinvolti (come, ad esempio, la crescita urbana, lo sviluppo sostenibile, l’estensione del diritto di voto), Alberto Martinelli ha tracciato in questo volume una sintesi complessiva di cosa sia la ‘modernizzazione’. In questa nuova edizione, l’autore interroga anche il rapporto tra globalizzazione e modernità, a partire dalla tesi che esistano ‘modernità multiple’ all’interno di un processo oramai divenuto globale. Uno scenario in cui entrano di prepotenza nuovi protagonisti, a partire dai grandi paesi emergenti come Cina e India, e nuovi nodi da sciogliere, anche a causa della attuale crisi economica e finanziaria.
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Prefazione alla presente edizione – Premessa - Il concetto di modernizzazione; La teoria classica della modernizzazione: la modernizzazione delle società tradizionali del ‘Terzo mondo'; Le critiche alla teoria classica della modernizzazione e gli approcci alternativi; La modernità e i futuri possibili; Modernità e globalizzazione; Bibliografia; L'autore; Indice dei nomiS
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La cittadinanza non definisce solo uno status giuridico o politico ma anche un progetto di convivenza civile. In Italia, come nel mondo, il sistema educativo riconosce, perciò, l’esigenza di creare una ‘scuola della cittadinanza’ in cui, oltre ad apprendere le norme del diritto e i principi di funzionamento dello Stato, imparare a vivere ed esercitare concretamente diritti e doveri. Il volume affronta il tema delle nuove competenze civiche e le proposte didattiche sui temi della cittadinanza – costruite sugli assi dell’identità e appartenenze, alterità, dignità e diritti, partecipazione – che consentono di attuare e innovare contenuti e pratiche di insegnamento-apprendimento in classe.
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Parte prima: I. La cittadinanza alla prova - II. La scuola dei cittadini - III. Una nuova cultura civica - IV. Competenze per la cittadinanza - Parte seconda: V. Identità-appartenenze - VI. Alterità-relazioni - VII. Diritti-dignità - VIII. Partecipazione - Riferimenti bibliografici
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È lecito leggere Pinocchio come due romanzi in uno. Il Pinocchio I comprende i capitoli I-XV e vede la fulminea «corsa verso la morte» del burattino; il Pinocchio II si svolge dal capitolo I alla fine, ingloba in sé Pinocchio I come suo materiale e cellula primaria, e lo dilata trasformandone via via il senso. Questa duplicità dinamica dell’opera collodiana ne fa uno dei pochissimi casi di libri per l’infanzia in cui la finzione scopre e corrode la mistificazione.
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Prefazione di Giulio Ferroni - Introduzione quasi teorica – I. Come leggere Pinocchio: una breve premessa di metodo – II. Pinocchio primo e secondo – III. Nascita di un burattino - IV. La forma catastrofica di Pinocchio I – V. La transvalutazione di Pinocchio I in Pinocchio II – VI. Per chi è stato scritto Pinocchio? - Nota bibliografica - Postfazione. Pinocchio molteplice di Fabrizio Scrivan
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Dove sono finiti gli appunti di Peppino Impastato, l’agenda del commissario Ninni Cassarà, le videocassette di Mauro Rostagno, le relazioni dell’agente Nino Agostino, i files di Giovanni Falcone, l’agenda di Paolo Borsellino, il dossier del maresciallo Antonino Lombardo e tutte le altre prove trafugate dagli infedeli servitori dello Stato? Chi sono i mandanti occulti dei delitti eccellenti di Cosa Nostra? E gli insospettabili tesorieri? Quali le complicità e le trattative con la politica?
La mafia siciliana è alle corde, rassicurano le statistiche ufficiali. Non si verificano più omicidi eclatanti, i padrini storici e i loro gregari sono in carcere, a scontare dure condanne. La convinzione che Cosa Nostra sia stata sconfitta ha già declassato la lotta alla criminalità organizzata nell’agenda della politica e della grande informazione. Eppure, restano tanti misteri da svelare attorno a una lunga e drammatica pagina della storia d’Italia. Ancora oggi, non sappiamo i nomi dei sicari di diversi omicidi, non si trovano i loro insospettabili complici e gran parte dei patrimoni che nascondono. Non si trovano i mandanti occulti che hanno tramato assieme alla commissione provinciale di Cosa Nostra. Sono i pezzi mancanti della storia della mafia, i segreti che costituiscono la vera forza dei padrini in carcere e l’eredità di chi verrà dopo di loro. Quei segreti continuano a muovere complicità e ricatti. Questo libro è un promemoria, è il diario che i cronisti di Palermo tengono a mente: vi sono annotate le tante domande finite nel nulla, i silenzi e le risposte fin troppo vaghe di chi avrebbe dovuto invece rendere conto con chiarezza. Quelle domande che avevano formulato i giornalisti, i magistrati, gli investigatori uccisi da Cosa Nostra.
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Introduzione - 1. L’ascesa dei nuovi potenti (1977-1979) - 2. Venti di guerra (1979) - 3. Il partito dei devoti (1980) - 4. La teoria del ragioniere (1981) - 5. «Qui è morta la speranza dei palermitani onesti» (1982-1983) - 6. Oltre i soliti noti (1984-1987) - 7. L’altra faccia della mafia (1988) - 8. Guerra di servizi (1989) - 9. Preparativi di trattative (1990-1992) - 10. L’ultima soffiata (1993-1995) - 11. Promemoria (1977-2009) - Fonti e documentazione sull’inventario delle prove scomparse. Ultimi aggiornamenti - Indice dei nomi
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A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c’è tra ricerca e insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell’università, a quali modelli ispirarsi. Due cervelli non in fuga denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c’è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l’investimento più lungimirante che si può fare per il futuro del paese e delle nuove generazioni.
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Introduzione - 1. Il dibattito su università e ricerca in Italia - 2. Un’università invecchiata - 3. Valutare la ricerca - 4. La ricerca negli enti pubblici - 5. Diagnosi e terapie - Conclusioni - Ringraziamenti
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Molto si è scritto sull’epopea dell’emigrazione che dall’ultimo scorcio dell’Ottocento allo scoppio della prima guerra mondiale ha svuotato le campagne e dislocato oltreoceano milioni di nostri connazionali. Minore attenzione ha riscosso l’esodo del secondo dopoguerra, forse meno spettacolare e certo meno mitizzato dell’altro. Identico fenomeno, molte analogie, ma anche molte differenze. Andreina De Clementi descrive la nuova mappa delle mete dell’emigrazione italiana nei primi dieci anni del secondo dopoguerra, la trasformazione da avventura individuale a impresa controllata dalle burocrazie statali, l’inedita domanda di mano d’opera femminile. Discostandosi da un approccio storiografico consolidato, l’autrice delinea una vicenda complessa e problematica, che affonda le sue radici nel più generale contesto economico-politico dell’epoca.
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I. Introduzione - II. Le molte vie dell’emigrazione - III. I paesi emergenti - IV. Giovani e sole - V. Protezionismi - VI. ...ma a tutto c’è un limite - VII. Smottamenti - Conclusioni - Bibliografia
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Dai racconti sulla nascita di Milano al suo divenire una delle capitali dell’impero romano; dalla fine dell’indipendenza del ducato milanese - sotto il dominio prima spagnolo, poi austriaco e francese - alla vivacità della cultura milanese testimoniata da “Il Caffè”, il più prestigioso periodico dell’Illuminismo italiano, e all’incoronazione di Napoleone Bonaparte nel Duomo; dalle Cinque Giornate del marzo 1848, anno di rivolte e di speranze, fino al 25 aprile 1945, la Liberazione, con Milano che insorge contro il nazifascismo, memore di sé e della sua storia.
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Nota dell’editore - 1. I miti di fondazione di Eva Cantarella - 2. 7 dicembre 374 Ambrogio vescovo di Milano di Franco Cardini - 3. 29 maggio 1176 Barbarossa sconfitto a Legnano di Alessandro Barbero - 4. 9 febbraio 1498: Il «Cenacolo» svelato di Pietro C. Marani - 5. 1° novembre 1535-19 dicembre 1548: Dagli Sforza agli Asburgo di Spagna di Giuseppe Galasso - 6. 1° giugno 1764: La nascita del «Caffè» di Marco Meriggi - 7. 26 maggio 1805: Bonaparte incoronato in Duomo di Antonino De Francesco - 8. 18-22 marzo 1848: Le Cinque Giornate di Ernesto Galli della Loggia - 9. 28 aprile 1906: L’Esposizione internazionale di Giuseppe Berta - 10. 25 aprile 1945: La Liberazione di Sergio Luzzatto - Gli autori
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«Caro figlio, in questo libro cercheremo di riflettere un po’ sul fatto fondamentale che gli uomini non vivono isolati, ma riuniti in società. Parleremo del potere e dell’organizzazione, del mutuo soccorso e dello sfruttamento dei deboli da parte dei forti, dell’uguaglianza e del diritto alla differenza, della guerra e della pace. Parleremo delle ragioni dell’obbedienza e di quelle della ribellione. Tu mi conosci: anche se in questo libro penso di schierarmi del tutto apertamente da una parte o dall’altra, qualora mi vada di farlo, non ho intenzione di fare la morale alla fine su chi sono i ‘buoni’ e chi i ‘cattivi’. Andremo alla ricerca delle questioni fondamentali, di ciò che è in gioco nella politica e non di ciò a cui giocano i politici».
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Prologo - Prologo all’edizione 1993 - 1. Siamo qui riuniti... - 2. Obbedienti e ribelli - 3. Vediamo un po’ chi è che comanda - 4. La grande invenzione greca - 5. Tutti per uno, uno per tutti - 6. Le ricchezze del mondo - 7. Come far guerra alla guerra - 8. Liberi o felici? - Epilogo. Potevamo arrivare fin qui - Dizionario del cittadino che non ha paura di sapere - Commiato
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Il regime fascista, ci racconta Emilio Gentile in questo nuovo e avvincente saggio, non era soltanto retorica, ma anche pittura, scultura, architettura, urbanistica. Gentile si conferma il vero erede italiano di Gorge Mosse, attento, come lo fu lo storico tedesco, agli aspetti dell’estetica del potere.
Dino Messina, “Corriere della Sera”
Si aprì l’era del ‘piccone risanatore’. Per Mussolini attrezzo-simbolo di un attivismo frenetico che finiva per considerare Roma e la sua architettura passata e futura – come spiega molto bene Emilio Gentile – come arsenale di miti, deposito di destini imperiali, ma anche bersaglio di risentimenti che il duce nutriva fin dalla giovinezza nei confronti della città eterna.
Filippo Ceccarelli, “la Repubblica”
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Prologo. Parole, pietre, miti - 1. Porca Roma - 2. Mussolini antiromano - 3. Nuova romanità - 4. Il rigeneratore - 5. Roma mussolinea - 6. Sui colli fatali - 7. Duce imperiale - 8. La capitale del futuro - 9. I Romani della modernità - 10. Gli italiani non sono Romani - Epilogo. Quel che resta del mito - Note - Fonti delle illustrazioni - Referenze iconografiche
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Scritto con esemplare chiarezza, il libro si giova di uno sguardo sull’argomento di ampiezza europea. Sottolineo questo aspetto perché troppo spesso chiudiamo l’analisi dell’azione della Chiesa dentro i nostri rissosi confini.
Corrado Augias, “Il Venerdì di Repubblica”
Rudolf Lill, storico di consumata perizia, presenta con inusuale e determinata nettezza una tesi complessa e, insieme, assai semplice: quella secondo cui il progressivo accentrarsi del potere nelle mani del papa non avrebbe giovato alla chiesa, anzi l’avrebbe molto danneggiata.
Emma Fattorini, “Il Sole 24 Ore”
Lill, storico di razza e grande conoscitore della vicenda politica europea, racconta la parabola di una ambiguità relativa alla potestà papale, iniziata nel secolo XI e non ancora conclusa.
Dalla Prefazione di Alberto Melloni
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Prefazione di Alberto Melloni - Premessa - Introduzione - 1. La pretesa papale di governare l’intera Chiesa (XV-XVIII secolo) - 2. L’affermazione della pretesa papale nel XIX secolo - 3. L’infallibilità papale: da Leone XIII a Pio XI (1878-1939) - 4. L’infallibilità papale: Pio XII (1939-1958) - 5. I papi del Concilio: Giovanni XXIII e Paolo VI (1958-1978) - 6. La svolta del 1978: Giovanni Paolo I e i primi anni di Giovanni Paolo II - 7. Aspetti della restaurazione

