
La prima storia complessiva dell'etica antica, da Omero a Plotino, esauriente come un manuale, ma senza la schematicità del manuale. L'autore parte dall'analisi dei problemi etici espressi nei linguaggi della poesia, della tragedia e della storiografia, per passare poi alla lettura delle maggiori opere del pensiero antico, fornendo di ognuna puntuali introduzioni. Un'attenzione particolare, alla fine di ogni capitolo, è dedicata all'eredità moderna e al significato attuale dei probelmi dell'etica antica, proponendo in modo esplicito un collegamento fra ricostruzione storica e discussione teorica contemporanea.
Indice
Premessa – I. Gli inizi e le costanti; II. Il problema dell'«Iliade»: dialettica della morale pre-politica; III. La morale politicizzata: apogeo e crisi; IV. Verso l'interiorizzazione della morale: ventura e sventura dell'anima; V. Conflitto e ricomposizione: il progetto dell'anima e della città in Platone; VI. Ricomposizione senza conflitto: l'etica di Aristotele fra società e natura; VII. Libertà difficili: la passione e il destino; VIII. Il mito del saggio; IX. La fine delle virtù e l'esodo dell'anima; Breve aggiornamento bibliografico 1996; Indice degli autori e dei luoghi citati
Omicidi, estorsioni, droga, contrabbando, collusioni,minacce ma anche reazione alla prepotenza, condanne, battaglie vinte, legalità, impegno e bellezza. È il Mezzogiorno raccontato da David Lane, il caustico e provocatorio corrispondente dall’Italia per l’“Economist”.
Parte da Gela, luogo profondo della Sicilia, questo taccuino di viaggio, e prosegue verso nord, passando per Corleone, Palermo, Messina, Reggio Calabria, Gioia Tauro, la piana di Sibari, Otranto, Eboli, Napoli e Casal di Principe, con l’ultima tappa a Teano. David Lane ha attraversato il nostro Meridione da un capo all’altro. Ha visitato i paesi e le città, ha visto le meraviglie di cui è ricco, ha apprezzato lo splendore del suo patrimonio artistico e culturale e ha incontrato molte persone per bene. Ma ha anche toccato con mano la realtà del Sud, percepito le paure e i timori, visto la bruttezza, avvertito la violenza, i dubbi e sospetti, scoperto come lavorano i politici. Ha acquisito documenti giudiziari, sentenze, mandati di cattura e ordini di sequestro, letto i resoconti dei viaggiatori stranieri del passato, registrato ore di interviste, ma soprattutto ha ascoltato la gente. Le sue sono storie di preti e di professori, di sindaci e di sindacalisti, di poliziotti e pubblici ministeri, di agricoltori e imprenditori, di giovani e anziani che raccontano come si vive, quali difficoltà si affrontano e quali speranze si nutrono in quelle terre profanate.
Di questo libro hanno scritto:
«Dopo l’agghiacciante realtà di questo libro non sarete più in grado di divertirvi di fronte al solito sfavillante film di mafia.» Luke Coppen, “Catholic Herald”
«Un ritratto potente e sensibile di persone eroiche, spesso isolate, che hanno combattuto contro 150 anni di criminalità organizzata. Un resoconto meticoloso, un atto d’accusa impressionante.» Guy Dinmore,
“Financial Times”
«Una catastrofe di questo genere richiede scrittori, storici, giornalisti per spiegare, studiare e denunciare cosa è accaduto e cosa continua ad accadere. David Lane è una di queste voci. Ricco di informazioni molto dettagliate, questo libro è un’analisi di come la mafia, la camorra e la ’ndrangheta si siano arricchite, abbiano corrotto i politici e assassinato gli oppositori evitando le condanne.» John Foot,
“History Today”
«Un esempio di prima classe del giornalismo di inchiesta.» “CNBC European BusinessMagazine”
Indice
Introduzione. Misteri e mafiosi - 1 Gela. Tirannia moderna - 2 Corleone. Messe di legalità - 3 Palermo. Questioni di salute - 4 Messina. Terremoti e istituzioni - 5 Reggio Calabria. Morte violenta - 6 Gioia Tauro. Imprese perdute - 7 Sibari. Migranti - 8 Scanzano Jonico. Contagio - 9 Otranto. Traffici - 10 Eboli. Lavori stradali - 11 Napoli. Guerre di territorio - 12 Casal di Principe. Sistema mafioso - 13 Roma. Chiesa e Stato - Nota dell’autore - Indice analitico
«Il nostro seminario dovrà essere una pratica del pensare, il che significa del meditare pensieri pre-meditati da Eraclito. Allorché ci confrontiamo con i suoi testi, che ci sono tramandati soltanto come frammenti, la nostra priorità non è la problematica filologica, per quanto importante essa possa risultare. Il nostro intendimento è quello di spingerci fino alla cosa stessa, il che significa fino alla cosa che dovette stare dinanzi allo sguardo spirituale di Eraclito.» Martin Heidegger Eugen Fink
A vent’anni dalla precedente versione, da tempo esaurita, la nuova traduzione del Seminario tiene conto degli aggiornamenti apportati dagli studi più recenti e mette nuovamente a disposizione del lettore italiano un testo classico, che da un lato fornisce un’autentica ‘introduzione’ al pensiero di Heidegger e Fink, e dall’altro illumina la figura più suggestiva, ma anche più enigmatica, della filosofia greca: Eraclito di Efeso (ca. 535 a.C. - ca. 475 a.C.). Heidegger e Fink si cimentano in un’interpretazione serrata e rigorosa, fornendo un ritratto vivo di Eraclito. Quello che il lettore potrà leggere è un vero e proprio esercizio di filosofia, un colloquio attualizzante con Eraclito e con l’intera tradizione occidentale da lui discesa, che fornisce a sua volta un ritratto altrettanto prezioso di due grandi filosofi contemporanei, colti in una discussione vivace e appassionata. «Il colloquio di Heidegger e Fink ‘con Eraclito’ richiede una particolare disposizione all’ascolto – molto più che per altri luoghi del loro pensiero –, per via della presenza di due voci, del costante fuori campo, quasi sempre non esplicitato, delle loro precedenti interpretazioni e dello specifico terreno linguistico su cui si muove il seminario, una peculiare pratica di pensiero, definita senza mezzi termini: ‘parlare con Eraclito’.» Adriano Ardovino
Avvertenza del Curatore dell’edizione italiana - I. Tipo di approccio. – Avvio dal fr. 64 (frammenti riportati: 41, 1, 50, 47) - II. Circolo ermeneutico. – Riferimento di έν e πάντα (frammenti riportati: 1, 7, 80, 10, 29, 30, 41, 53, 90, 100, 102, 108, 114) - III. πάντα-όλον, πάντα- όντα. – Differente interpretazione del fr. 7 (frammento riportato: 67). – πάν ερπετόν (fr. 11). – Carattere di maturazione temporale delle Ore (fr. 100) - IV. Ηλιος, chiarore del giorno-notte, μέτρα-τέρματα (frammenti riportati: 94, 120, 99, 3, 6, 57, 106, 123) - V. Problema di un’interpretazione speculativa. – πύραείζων e tempo? (fr. 30) - VI. πύρ e πάντα (frammenti riportati: 30, 124, 66, 76, 31) - VII. Differenza degli interpreti: verità dell’essere (fr. 16) o prospettiva cosmologica (fr. 64). – Eraclito e la cosa del pensiero. – Il non-ancora-metafisico e il non-piùmetafisico. – Il tenersi in rapporto di Hegel ai Greci. – Le πυρος τροπαί e l’albeggiare (frammenti riportati: 31, 76) - VIII. Immorsatura di vita e morte (frammenti riportati: 76, 36, 77). – Appartenenza di uomini e dèi (frammenti riportati: 62, 67, 88) - IX. Immortali : mortali (fr. 62). – εν το σοφόν (frammenti riportati: 32, 90) - X. Stabilità dell’apertura tra dèi e uomini (fr. 62). Lo «speculativo» in Hegel. – Il tenersi in rapporto di Hegel a Eraclito. – Vita-morte (frammenti riportati: 88, 62) - XI. Il «logico» in Hegel. – «Essere cosciente» ed «esserci». – Collocazione dell’essere umano tra luce e notte (frammenti riportati: 26, 10) - XII. Sonno e sogno. – Polivocità dello άπτεσθαι (frammenti riportati: 26, 99, 55) - XIII. Riferimento alla morte, attendere-sperare (frammenti riportati: 27, 28). – Le «opposizioni» e la loro «transizione» (frammenti riportati: 111, 126, 8, 48, 51). – Domanda conclusiva: i Greci come provocazione - Nota del Curatore dell’edizione tedesca - Appendice. Dalle Annotazioni al seminario su Eraclito organizzato con Eugen Fink
In breve
Come può persistere una povertà estrema per la metà dell’umanità, nonostante l’enorme progresso economico e tecnologico, le norme morali e i valori illuminati della nostra civiltà occidentale? Perché noi – cittadini degli Stati ricchi dell’Occidente – non troviamo moralmente preoccupante il fatto che un mondo da noi fortemente dominato gravi su milioni di persone con posizioni di partenza così inferiori e inadeguate? Un autorevole filosofo a confronto con i temi della giustizia universale: Thomas Pogge indica come riformare l’ordine globale per combattere la povertà e sostenere i diritti umani.
Indice
Prefazione di Luigi Caranti - Introduzione generale - 1. Fioritura umana e giustizia universale - 2. Come devono essere concepiti i diritti umani? - 3. Scappatoie nelle moralità - 4. Universalismo morale e giustizia economica globale - 5. I limiti del nazionalismo - 6. Realizzare la democrazia - 7. Cosmopolitismo e sovranità - 8. Estirpare la povertà sistemica: istruzioni per un Dividendo Globale delle Risorse - 9. Innovazione farmaceutica: dobbiamo escludere i poveri? - Parole conclusive - Note - Bibliografia - Indice analitico
Le vicende politiche e umane dei grandi protagonisti della storia, le luci e le ombre del loro dominio, l’impronta di quei potenti che ancora oggi ci condiziona.
Da Pericle a Papa Wojtyla, passando per Augusto, Napoleone, Hitler, Stalin, De Gasperi e altri, scaltri simulatori, trascinatori di folle, imperatori, dittatori feroci, abili uomini di Stato o più umilmente pastori di anime hanno segnato il destino dei popoli. Nelle lezioni tenute con grande successo all’Auditorium di Roma (delle quali questo volume raccoglie i testi) tra ottobre 2008 e maggio 2009, alcuni fra i maggiori storici italiani e l’autorevole studiosa francese Michelle Perrot raccontano le vicende politiche e umane dei grandi protagonisti della storia e svelano le luci e le ombre dei tanti modi di governare gli uomini, quanto sia stata e sia ancora forte l’impronta di quei potenti, quanto ancor oggi quel modello e quel potere ci condizioni.
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La democrazia di Pericle di Luciano Canfora - L’impero di Augusto di Andrea Giardina - La santità governata. I tre papi di san Francesco di Chiara Frugoni - Solimano il Magnifico di Alessandro Barbero - Napoleone e il bonapartismo di Alberto Mario Banti - Mussolini e il fascismo di Emilio Gentile - Stalin e il comunismo di Andrea Graziosi - Hitler e il nazismo di Vittorio Vidotto - La repubblica di De Gasperi di Giovanni Sabbatucci - La Chiesa di papa Wojtyła di Andrea Riccardi - Donne e uomini di fronte al potere di Michelle Perrot - Gli autori - Referenze iconografiche
Maestri e paradigmi sono le due parole chiave scelte da Mario Ricciardi in questo manuale introduttivo per ordinare il complesso campo di interessi della comunicazione. I grandi maestri – da Lévi-Strauss a Barthes, da Adorno a Innis, da Berners-Lee a Castells, per citarne solo alcuni – sono coloro che hanno compreso e valutato le svolte fondamentali della nostra società e gli effetti della rivoluzione tecnologica. I paradigmi sono le interpretazioni e le teorie sui nessi tra comunicazione e informazione, tra comunicazione e politica, tra comunicazione e business fino al nuovo ambito dell’industria culturale. Gli uni e gli altri collaborano a ridefinire la comunicazione come crocevia di culture e di ricerca scientifica e umanistica.
Indice
Premessa - Parte prima Comunicazione e civiltà: Oralità e scrittura - Lingua e segni - Scienza dei media - Parte seconda I media nella società - Comunicazione e politica - Comunicazioni di massa e società di massa - Parte terza Tecnologie, comunicazione e reti - Macchine per comunicare - Ipertesti e Internet - Parte quarta La società digitale: Digital media contro mass media - Media e network - Bibliografia
Che cosa vuol dire comunicare? In che modo comunichiamo quando non usiamo le parole? Come si può aumentare la consapevolezza dei processi comunicativi in cui, lo vogliamo o meno, siamo protagonisti nella vita di tutti i giorni? Luigi Anolli ci guida in un percorso di comprensione di una delle attività umane più complesse e in continua trasformazione. Dalla comunicazione a gesti a quella mediata dai computer e internet, questa Prima lezione è una storia affascinante che parla della vita stessa.
Indice
I. Che cosa vuol dire «comunicare» - II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica - III. Come il bambino sviluppa le competenze comunicative - IV. Tra significato e intenzione - V. Comunicare con le parole - VI. Comunicare senza parole - VII. Comunicare con gli altri - VIII. Quando la comunicazione si complica - IX. Dai mass media ai new media - Note - Indice dei nomi
I libri: siamo abituati a vederli, toccarli, annusarli. Sono compagni di vita, un piacere e insieme una necessità. Ma oggi, nell’era degli e-book e dei libri in rete, il mondo dei testi e della lettura sta vivendo una rivoluzione. La quarta, dopo il passaggio da oralità a scrittura, da rotolo a libro paginato, da manoscritto a libro a stampa. Sei lezioni, piacevoli e discorsive, alla scoperta dei sorprendenti strumenti che ci aiuteranno a leggere.
Nel 1951, Isaac Asimov pubblicava su una rivista per ragazzi un breve racconto: Chissà come si divertivano! Il racconto – ambientato nel futuro – si apre con una descrizione stupita del libro a stampa, residuo di un’epoca ormai superata e quasi dimenticata: «Margie lo scrisse perfino nel suo diario, quella sera. Sulla pagina che portava la data 17 maggio 2157, scrisse: “Oggi Tommy ha trovato un vero libro!” Era un libro antichissimo. Il nonno di Margie aveva detto una volta che, quand’era bambino lui, suo nonno gli aveva detto che c’era stata un’epoca in cui tutte le storie e i racconti erano stampati su carta. Si voltavano le pagine, che erano gialle e fruscianti, ed era buffissimo leggere parole che se ne stavano ferme invece di muoversi, com’era previsto che facessero: su uno schermo, è logico.» La descrizione proposta da Asimov sembra oggi straordinariamente attuale. Lo schermo è quello, piccolo e portatile, di dispositivi dai nomi strani: Kindle, iPad, Nook… È davvero questo il futuro che aspetta il libro? Gli e-book riusciranno a raggiungere e superare la perfezione e la comodità dei libri su carta? E quali conseguenze avrà, sul libro come oggetto culturale e sulle abitudini di noi lettori, l’incontro con il mondo digitale?
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Introduzione - I. Il libro e il cucchiaio - II. Il libro magico del cancelliere Tusmann - III. Dalla carta allo schermo (e ritorno?) - IV. Problemi di forma - V. Da Kant a Google: gestione dei diritti e dei contenuti digitali - VI. Quali libri ci aspettano? - Conclusioni: falsi pretendenti e legittimi eredi - Note - Bibliografia e risorse di rete - Fonti delle illustrazioni
Usato come nuovo, usato perché è ecologico, usato perché non posso fare altrimenti, usato perché mi ricorda qualcosa o qualcuno: le cose hanno una vita che ci riguarda da vicino. Molto di più di quanto crediamo. Potrebbero essere loro il fulcro della civiltà del terzo millennio.
Non facciamo mai caso che in albergo, al ristorante, al bar, al cinema, dormiamo tra lenzuola e mangiamo in piatti già usati centinaia di volte, ci mettiamo in bocca posate che altri hanno già utilizzato, ci accomodiamo su sedie e poltrone che hanno già sostenuto molti altri corpi. L’appartamento dove viviamo, se non è di nuova costruzione, è già stato abitato da molte altre famiglie. Le città che frequentiamo sono già state utilizzate per centinaia o migliaia di anni. L’intero pianeta è stato ed è usato e condiviso da miliardi di altri esseri umani. Dono, baratto, condivisione, abbandono, esproprio e saccheggio hanno da sempre un peso molto maggiore di quanto si pensi: l’atteggiamento, i sentimenti e le finalità che accompagnano queste azioni ci svelano la realtà del nostro rapporto con le cose, che è quasi sempre carico di senso e di affetti, ben più delle pulsioni o dei ragionamenti che guidano all’acquisto del ‘nuovo’, dove prevalgono invece sensazioni e scelte imposte dal mercato. Ma il riuso ha potenzialità nascoste: perché le cose che scartiamo ogni giorno sono tantissime e perché il recupero conviene sia a chi cede che a chi acquisisce, riduce il prelievo di materie prime e la produzione di rifiuti, promuove condivisione e commistione di gusti e stili di vita, aumenta l’occupazione. Promuovere il riuso si può fare in breve tempo e con poche risorse.
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1. La vita delle cose - 2. Il distacco: tenerezze e rancori - 3. Ambigue passioni - 4. In cammino verso il riuso - 5. Cose da recuperare - 6. La cultura del riuso - 7. Condividere i beni - 8. Il souk della sostenibilità - Bibliografia
La realtà italiana è incerta. Si tradisce, è sospetta. La realtà italiana è un’operazione a somma zero. L’Italia è un paese a somma zero.
«Qui l’Italia si vede benissimo. Quello che hai scoperto è che l’Italia è la prosecuzione di Palermo con gli stessi mezzi. Hai scoperto, dice, che Palermo è l’Italia.» Tre giorni a Palermo, alla fine dell’estate, come occasione per prendere le misure del presente italiano. Perché se davvero la parte è in grado di descrivere il tutto, allora immergersi in fenomeni quotidiani apparentemente irrilevanti – andare in spiaggia al mattino e a spasso per la città durante il pomeriggio – può diventare un modo per confrontarsi con la tragicomica brutalità del nostro paese. Un paese ‘spaesato’ nel quale i paradossi si mescolano ai miraggi, le intenzioni concrete alle velleità, i bar del centro spariscono e i bagnanti in spiaggia fabbricano tutti insieme un idolo di sabbia. E Berlusconi, il fantasma di Berlusconi, pervade ogni cosa rivelandoci il processo in atto: la disponibilità nazionale a rassegnarsi, senza rabbia, con stucchevole fierezza, alla propria miseria.