
La grande sfida nel contesto della postmodernità e della crisi antropologica che la caratterizza richiede una riflessione etica profonda. Nessuna sopravvivenza del nostro pianeta può verificarsi senza un ethos globale.
I valori propri dell’animazione-formazione vocazionale hanno un rapporto fondante con la fede cristiana, ma riconoscono anche il valore umanizzante di numerosi documenti internazionali come punti di riferimento fondanti il diritto internazionale che possono rinforzare la nostra visione etica del mondo e della vita.
Il servizio alle vocazioni opera essenzialmente e intenzionalmente per una società più rispettosa dei diritti degli individui e dei gruppi, e quindi la difesa e la promozione di tali diritti sono parte integrante del lavoro dell’animazione-formazione vocazionale.
Il richiamo ai valori etici come fondamento dell’attività umana e dei rapporti tra gli uomini ha una necessaria, diretta e profonda ricaduta sull’essere e sulla formazione dell’operatore vocazionale. In virtù di quest’atteggiamento di onestà, trasparenza, disposizione non violenta e impegnata nella costruzione sociale, egli deve avere una visione fiduciosa e positiva dell’uomo singolo che si traduce in responsabilità etica per l’altro.
L’etica professionale postmoderna si configura attorno ad alcuni aspetti particolari quali la crisi d’autorità, il dibattito attorno all’universalismo/relativismo/pluralismo e l’importanza del rispetto della libertà individuale. In particolare, i codici deontologici sono nati con una pretesa universale, cercando di definire un comportamento «corretto» in modo universale.
L’obiettivo di questo testo è quello di approfondire questa prospettiva nella configurazione di una persona impegnata nel servizio vocazionale, coerente con la visione etico-antropologica propria dell’epoca contemporanea e della «visione vocazionale» dell’uomo.
Il volume prende di mira il dato estetico e quello religioso, nel punto dove uno interseca l’altro, mostrando il loro stretto rapporto, che non si può risolvere in una semplice identità, ma neppure sono reciprocamente estranei. La riflessione deve fare i conti con situazioni critiche e con una estrema diversità ermeneutica, che poi apre in realtà una straordinaria molteplicità di percorsi. In ambito teologico la prospettiva estetica ha offerto già in tempi recenti studi di alta qualità. Sovente tali proposte si sono fermate ad un livello per lo più di carattere epistemologico, non hanno avuto un grande riflesso nella formazione teologica, e hanno conosciuto sviluppi differenziati. Il nostro libro con i suoi otto contributi non potrebbe avere la pretesa di chiudere la questione e neppure di dare una visione esaustiva della prospettiva estetica in teologia, ma vuole attirare l’attenzione ad un ambito di produzione che nei tempi recenti si dimostra molto vivace, e tuttavia può rimanere lontano dai nostri pensieri.
Dallo studio per approfondire, ripensare e, per quanto necessario, riprogettare l’intervento educativo che l’Associazione “Nessun Luogo è Lontano” ha realizzato da anni in due quartieri periferici di Roma particolarmente critici, nasce prima una ricerca, poi un convegno e quindi questo testo. Il frutto è un’interessante lettura critica, socio-culturale della città, della sua architettura dei suoi quartieri e delle sue periferie, soprattutto delle condizioni di emarginazione sociale, e dell’impegno educativo – difficile – animato da una profonda tensione “riabilitativa” e passione pedagogica.
Sono stati sottoposti a valutazione attenta finalità, programmi, strategie, esiti e soprattutto l’azione degli educatori, non limitandosi a un discorso teorico, ma accompagnando lo studio con una ricerca sul campo che ha utilizzato con grande efficacia tutte le metodologie di natura qualitativa scientificamente più idonee. E alla fine sono state anche avanzate interessanti proposte praticabili.
Il lavoro è frutto della collaborazione tra due Facoltà dell’Università Pontificia Salesiana, quella di Scienze della Comunicazione Sociale e quella di Scienze dell’Educazione, con apporti di professionisti che hanno consentito di affrontare tutte le dimensioni rilevanti della problematica, insieme con l’esperienza del vissuto operativo degli operatori dell’Associazione. Con lo scopo di dare un quadro di riferimento possibile a una prospettiva di promozione sociale delle “periferie”, da molto tempo oggetto di interesse sia dell’analisi sociologica che di interventi pedagogici, sempre più frutto di quella sensibilità umana maturata nella percezione delle fragilità dell’”altro” e dell’urgenza di sostegno. Il tutto tenendo chiara all’orizzonte la sfida che anche Papa Francesco ha lanciato per il 2020 proponendo – con decisione e coraggio – un vero e proprio “Patto educativo globale”.
Fabio PASQUALETTI, docente straordinario della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Attualmente copre la carica di decano della Facoltà. Tra le sue ultime pubblicazioni: Giovani che si raccontano e che sono raccontati. È possibile desiderare Dio nella società del calcolo e della modificazione comportamentale, in Marin M. (Ed.), Desiderio di Dio: la multiforme apertura umana al divino, Roma, LAS, 2019, 257-278; Tecnologicamente iper-connessi, socialmente dis-connessi, in Scarpa M. – Currò S. (Edd.), Giovani, vocazione e sinodalità missionaria. La pastorale giovanile nel processo sinodale, Roma, LAS, 2019, 25-45; Pasqualetti F. – Doni T. (Edd.), Costruttori di umanità. Dalle communities alle comunità, Roma, LAS, 2019.
Vittorio SAMMARCO, giornalista pubblicista. è stato direttore di Segnosette (settimanale dell’Azione Cattolica) dal 1993 al 1997. Insegna Giornalismo e Comunicazione politica nella FSC dell’UPS. Ha pubblicato due libri-intervista per l’editrice La Scuola: Famiglia, con Rosy Bindi (2007); Consumattori. Per un nuovo stile di vita, con Francesco Gesualdi (2009). Ha curato (con altri) il libro I germogli della buona notizia: Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo, LAS, 2017, con il saggio: Le città visibili, con gli occhiali giusti. Tra gli ultimi scritti: Verità e Relazione, ricostituenti per una democrazia indebolita, in Springhetti P. e Butera R. (a cura), È la verità che fa liberi. Dalle fake news al giornalismo di pace per una informazione responsabile, LAS, 2018; Analogico e Digitale. Tracce per una collaborazione possibile (e auspicabile?) in Pasqualetti F. e Doni T. (Edd.), Costruttori di umanità. Dalle communities alle comunità, LAS, 2019; in Desk, (gennaio giugno 2019), Comunicare la cura dei Beni comuni, antidoto al rancore e alla solitudine.
Il Libro intende raccogliere contributi rigorosamente scientifici di studiosi, critici cinematografici e teologi, elaborati per il Convegno “Fellini e il Sacro” (Rimini/Roma, marzo 2020), promosso dalla Università Pontificia Salesiana – Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale; dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” delle Diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro e dal Centro Culturale Paolo VI di Rimini, in occasione del centenario della nascita del Regista riminese. Numerosi autori indagano la spiritualità del Maestro, la ricerca di senso interiore presente nelle sue opere, con aspetti inediti della sua biografia e della sua produzione artistica. Dall’infanzia riminese al sodalizio esistenziale e artistico con Giulietta Masina; dai film denominati “trilogia della Grazia” (La Strada; Le notti di Cabiria; Il Bidone) al caso/scandalo de La dolce vita; dal rapporto giovanile con il mondo cattolico riminese all’amicizia con i Gesuiti Arpa, Taddei e Fantuzzi. Emerge un Fellini dal profilo spirituale curioso e inquieto, ma anche animato da una dimensione di gratuità e apertura profonda alla dimensione religiosa.
Il volume raccoglie alcuni studi, sia di riflessione teologico-morale sia di concreta prassi pastorale e ministeriale, che cercano di elaborare un percorso coeso e coerente al senso e al contenuto del ministero sacramentale della Riconciliazione.
Si muove da una delineazione del vissuto post-moderno in cui il penitente vive e da cui decifra l’esperienza del proprio peccato e della propria penitenza e conversione, affrontando alcuni nodi specifici come l’esercizio della coscienza morale e come la rivendicazione di prassi discutibili e discusse. Succede poi un capitolo che riprende una tematica nodale nella prassi ministeriale sacramentale, quella della coscienza morale e della sua formazione nelle coordinate intellettuali e culturali odierne, segnate dalla giusta rivendicazione di una coscienza che sia veramente la propria e non coniugata in modo impersonale. Il terzo capitolo riprende una problematica molto attuale e molto discussa a livello teologico e soprattutto pastorale, la possibile assoluzione dei fedeli divorziati risposati, tenendo in conto quanto la recente esortazione apostolica Amoris laetitia ha offerto circa il discernimento del bene possibile operato dalla coscienza morale. Fa seguito un capitolo sul senso del segreto confessionale, precisato nel suo oggetto e nei suoi soggetti. Termina il volume un capitolo sul rapporto tra confessione e direzione spirituale. È una questione che ha interessato e interessa non solo la teologia morale-spirituale, ma anche la prassi di molti sacerdoti, mentre esula l’esercizio della direzione spirituale operata da parte di laici, consacrate o consacrati non ordinati. Una distinzione sembrerebbe doversi porre, anche per i diversi obblighi concernenti l’una e l’altra.
Carlotti Paolo è ordinario di Teologia morale fondamentale nella Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, dove dal 2017 è direttore dell’Istituto di Teologia dogmatica e dal 2018 vicerettore. è docente invitato in diversi Centri universitari e consultore presso la Congregazione delle cause dei Santi.
Tra le sue recenti pubblicazioni: La teologia della morale cristiana (2016) e La morale di papa Francesco (2017); La teologia morale italiana e l’Atism a 50 anni dal Concilio: eredità e futuro (2017) e Identità e differenza sessuale. Il gender e la teologia (2018).
Il Quarto Vangelo il "vangelo della donna"? E la tesi di questo libro. A Cana di Galilea la donna risulta il nome proprio di persona intorno a cui gravita, come intorno al suo baricentro, la verità dell'uomo.
L'intento dell'intera riflessione sul Quarto Vangelo non è quello di un nuovo commentario, ma di uno sguardo sulla totalità del kèrigma giovanneo che sia provocatorio di nuovi commentari. Tutto il contenuto dello scritto si focalizza e insiste su un solo versetto, anzi su una brevissima espressione di quel versetto, il semitismo "Quid mihi et tibi est, mulier?"; ribaltato però che sia il senso di esso, Io sguardo sull'insieme (dal punto di vista della Donna, e dunque dell'Uomo e della Donna) cambia radicalmente; è questo che legittima il titolo, mirato proprio a provocare commentari sostanzialmente rivisitati e - innovativi.
Franciszek Blachnicki (1921-1987), sacerdote polacco, è uno dei personaggi più significativi, in ambito pastorale-liturgico e catechistico, nella Polonia del dopoguerra. Negli anni Cinquanta organizzò un ritiro spirituale di quindici giorni allo scopo di educare i giovani ad una vita realmente cristiana. Tale ritiro, che prese il nome di "Oasi", si ripete periodicamente ancora oggi. L'esperienza dell'Oasi diede vita al movimento cattolico "Luce e vita".
Questo libro presenta la capacità che ha avuto Franciszek Blachnicki di unire la riflessione teologica con la pratica pastorale, cioè di fare il passaggio (pasqua) dalla scrivania alla prassi pastorale. L'autore illustra la riflessione teologica e spirituale del venerabile Blachnicki sul mistero pasquale come occasione per vivere la liberazione portata da Cristo e descrive il ricco e articolato percorso mistagogico proposto ai giovani per una riappropriazione gioiosa e feconda della fede battesimale. La rilevanza del tema del libro è chiara soprattutto nella "pastorale giovanile" e nel suo cammino di rinnovamento: centrare la proposta pastorale sul "mistero pasquale".
Dariusz Wypych (27 novembre 1983), è sacerdote nella diocesi di Koszalin-Kolobrzeg in Polonia. Ha conseguito il dottorato in Pastorale Giovanile e Catechetica presso l'Università Pontificia Salesiana di Roma.. Attualmente è Direttore dell'Ufficio Catechistico della Curia Diocesana e professore di Teologia Pastorale nel Seminario Maggiore.
Il testo contiene quarantotto meditazioni di Hans Urs von Balthasar sulla vitati Gesù che egli scrisse contemplando altrettante immagini tratte da uno dei più antichi cicli pittorici della via di Gesù, il più antico dell'arte tedesca: dal Codice Egbert, dall'Evangeliario di Ottone III e dall'Evangeliario dell'Imperatore Enrico III, opere in miniatura realizzate allo scriptorum dell'Abbazia di Reichenau.
L'autore, mentre contempla le immagini e riflette sulle interpretazioni che gli artisti hanno dato ai vari episodi della vita Gesù, medita su di essi, approfondisce il loro significato e comunica al lettore i suoi sentimenti e le sue intuizioni.
La visione delle origini, di ciò che Gesù ha fatto e insegnato, ci fa intuire chi è Dio, che cosa è il mondo e che cosa Dio fa per il mondo.
Gli eventi originari possiedono una forza superiore che non può essere distrutta. La parola di Gesù, che la Chiesa annuncia, e l'Eucarestia, fonte della vita comunitaria, sono in cammino lungo i secoli.
L’Istituto di Teologia Pastorale dell’Università Pontificia Salesiana ha promosso la pubblicazione del presente volume che interagisce con il Sinodo dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, raccogliendone le sollecitazioni, interpretandone i contenuti, prospettando piste di cammino per la pastorale giovanile. Il riferimento non è solo all’Assemblea generale, svoltasi dal 3 al 28 ottobre 2018, ma anche a ciò che l’ha preceduta e soprattutto a ciò che dovrà o potrà seguire. È in atto un processo sinodale ed è importante pensare la pastorale giovanile in rapporto ad esso. Ciò ci porta a prendere in considerazione tutti e tre i principali documenti sinodali: l’Instrumentum Laboris che raccoglie il contributo delle Chiese locali, il Documento finale che costituisce la sintesi del lavoro dell’Assemblea, l’Esortazione Apostolica Christus vivit di papa Francesco che raccoglie e rilancia il cammino. Si comprende così il sottotitolo del volume: La pastorale giovanile nel processo sinodale. Tale processo è aperto e si intreccia con l’attuale cammino ecclesiale e culturale segnato, come rimarca continuamente papa Francesco, da sfide epocali. La pastorale giovanile si libera, così, da visioni settoriali, allarga i suoi orizzonti; si comprende come luogo dove meglio si colgono le sfide e dove ci si può aprire a nuovi percorsi ecclesiali e culturali. Nuovi perché con i giovani e con mentalità sinodale (dall’Introduzione).
Sono note le non poche difficoltà teoriche e pratiche cui da decenni va incontro la realizzazione dell’autorevole invito rivolto dal Concilio Vaticano II: «Si promuova molto una congrua conoscenza delle lingue della Sacra Scrittura e della Tradizione». A tale desiderio e necessità vuole rispondere Theotókos, questo originale tentativo di introdurre allo studio del greco biblico-patristico facendone cogliere la bellezza e assaporare il gusto. Lo studente percorre un viaggio ideale e avvincente, punteggiato di soste e dialoghi, e quasi senza accorgersene, assimila vocaboli isolati e in contesto, espressioni e intere frasi o proposizioni. Il sussidio ha cura di proporre non solo l’apprendimento dei vocaboli, ma introduce progressivamente lo studente alle regole grammaticali e, dove richiesto o opportuno, alle nozioni fondamentali di sintassi che permettono di progredire nella conoscenza e nella percezione gustosa e gratificante della lingua greca (G. Claudio Bottini, ofm, Preside emerito dello Studium Biblicum Franciscanum – Gerusalemme).