I saggi che fanno parte del presente volume sono dedicati alla filosofia di base del Codice dei beni Culturali. Dopo aver analizzato il significato di bene culturale e quello di patrimonio comune, concetti stravolti dal codice stesso anche con l'introduzione del concetto di privatizzazione, il volume esamina i problemi teorici e giuridici sollevati dal codice per i musei e per il patrimonio in genere, per l'architettura contemporanea, e per i beni ambientali e in particolare per la tutela e la conservazione del paesaggio. Il volume è chiuso da una appendice normativa che comprende il testo del Codice e il Regolamento.
La riconquista cattolica sul protestantesimo e sull'Impero ottomano dei territori degli Asburgo in Austria è una delle grandi svolte della storia europea sia per l'ampiezza della realizzazione sia per le conseguenze di lungo periodo. A metà del XVI secolo ci voleva molta audacia per immaginare che l'Austria, la Boemia e l'Ungheria potessero ritornare alla Chiesa cattolica, ancora incapace di condurre a buon fine la riforma del concilio di Trento. Ma, verso il 1730, questi territori sono ritornati in larga parte al cattolicesimo. Questo studio analizza questo rivolgimento che ha visto alle prese non solo cattolici e protestanti di tutte le confessioni e sette, ma anche cristiani e musulmani.
La poesia di Marco Massimiliano Lenzi rappresenta una doppia rivelazione: in primo luogo quella di un poeta importante, di valore indiscutibile, giunto alla prima pubblicazione di peso in età non giovanissima. La seconda rivelazione è forse ancora più significativa, perché il libro di Lenzi (fusione di canzoniere e poema, frutto di scaldica conoscenza del libro attesta l'esistenza di una linea etrusca della poesia italiana maturata negli ultimi lustri del Novecento, sotto i fari di Luzi, Bigongiari, peraltro diversissimi fra loro, con le opere di Ceni, Carifi, anch'essi lontanissimi l'uno dall'altro per cifra e stile, ma affini in una particolare tensione morale.
La nostra epoca ha riscoperto il mito e lo ridefinisce di continuo: il termine "mito" è usato nelle accezioni più diverse, sia dal lessico comune sia dai vocabolari specialistici e le teorie sul mito si moltiplicano. Chiarita la terminologia di riferimento, Ries traccia una storia delle teorie del mito che, prendendo le mosse dalle prime attestazioni del vocabolo mythos nei poemi omerici, giunge fino agli albori del XX secolo, e propone l'analisi di alcuni modelli di interpretazione contemporanei. Dall'analisi di Ries emerge una concezione del mito non soltanto come "fenomeno umano", ma come fenomeno prima di tutto "religioso", che ha svolto e svolge un ruolo imprescindibile nella nella vita dell'uomo nella sua tensione verso il sacro.
CASTELLI MEDIEVALI D’EUROPA
Questo volume presenta il modo con cui le esigenze di controllo del territorio, di difesa personale e di abitazione sono state affrontate dalla nobiltà nel medioevo. L’autore documenta la necessità di collegare i dati architettonici e archeologici con lo sviluppo complessivo della società medievale e con le forme di organizzazione del potere al fine di escludere un approccio puramente tecnico che tenderebbe inevitabilmente all’analisi dei soli caratteri difensivi dei manufatti. In una prospettiva ampiamente europea, dal Baltico al mar Mediterraneo, dalla Spagna ai Balcani, si presentano per ogni periodo storico e regione per regione, i castelli e i resti archeologici di maggior rilievo. Grazie alla ricca scelta di illustrazioni si offre una descrizione efficace dei castelli europei, delle loro somiglianze e delle loro differenze, come espressione di un unico sviluppo tecnico, militare e sociale che contribuì a formare l’Europa prima dell’avvento degli stati nazione.
La prima parte del volume comprende saggi più propriamente di teologia fondamentale: Verbo, Scrittura tradizione; Verbo e storia; Le implicazioni del Verbo; Dio parla come uomo. Nella seconda dove prevalgono tematiche cristologiche ed ecclesiali l'autore propone con forza il superamento del divorzio tra teologia e preghiera.
´Summaª della vicenda speculativa di Newman (1801-1890) che sostanzia con singolare coerenza e continuit‡ tutto líarco della sua lunga, intensissima esistenza, la Grammatica dellíassenso (1870) presenta ancora e soprattutto oggi una straordinaria attrattiva ideale. Il nichilismo contemporaneo proclama líimpossibilit‡ e dunque líinutilit‡ di ogni tentativo di individuare il senso dellíesistere; Newman propone uno scavo paziente, tenace e aderente alla realt‡ data per rintracciare le radici a cui si ancora líitinerario dellíuomo, dalla prima aurorale consapevolezza alle forme pi˘ alte e complesse dellíintuizione di universi e mondi che da ultimo si proiettano al di l‡ dellíorizzonte stesso del mondo presente. La domanda iniziale circa la natura e la validit‡ della conoscenza di fede porta cosÏ a un cammino a ritroso armoniosamente e coralmente articolato secondo le nervature interne della realt‡ verso il fondamento primo dellíesperienza, in cui líesistere e il conoscere si congiungono in un misterioso saldissimo connubio. Sta in ciÚ la novit‡ e líunicit‡ di questo testo capitale, manifesto del metodo naturale del pensare, richiamo allíimmediatezza del dialogo con la realt‡, invito a ritrovare la semplicit‡ e lo stupore dellíinfanzia spirituale, da cui soltanto nasce ogni forma di autentica edificazione umana.
Dalla introduzione di Luca Orbetello
Questo libro è la saga di un popolo. Un libro di grande fascino storico che ci racconta chi sono i palestinesi, chi è il "palestinese", vale a dire l'identità palestinese. L'identità si svolge in tre momenti, in tre figure. Gente della Terrasanta è la prima figura e ci porta sino al XIX secolo; la seconda figura ci fa cogliere i palestinesi ai tempi del mandato britannico, il palestinese è invisibile; lo Stato di Israele è la terza figura. Contro i venti della storia, i palestinesi sono oggi tornati visibili ed è una responsabilità internazionale il loro diritto al ritorno e a un paese, visto che è stata una responsabilità internazionale l'averli resi invisibili.
Molti devono lasciare l'Africa. Anche Manal è dovuta scappare e rifugiarsi in Europa. Ma l'Africa è nel suo cuore e i suoi colori restano nei suoi occhi perché un giorno vi possa far ritorno.