
Agli inizi degli anni Sessanta, la famosa "apertura a sinistra", giudicata dalle gerarchie ecclesiastiche contraria sia alla disciplina sia alla dottrina cattolica, sta invece giungendo a compimento. In tale contesto viene organizzato nel 1962 un convegno di studi sui rapporti tra stato e Chiesa il cui sostanziale obiettivo è comporre le posizioni. Da Dossetti ci si attende che dia un contributo al rilancio della presenza dei cattolici in politica, senza che ciò metta in discussione il magistero ecclesiastico. Ma l'ex costituente, ormai divenuto monaco e sacerdote, spiazza tutti con un discorso radicale in cui afferma che il compito primario del cristiano non è la costruzione della sfera politica, né la difesa in quell'ambito di verità cattoliche generali, ma è la ricerca della via della testimonianza evangelica dell'alterità della fede. Fino a oggi inedito, quel fondamentale discorso dossettiano è ora riproposto per la cura di Alessandro Barchi che con acribia filologica ne illumina la genesi. Due saggi di Fabrizio Mandreoli e Paolo Pombeni lo inquadrano rispettivamente sul versante teologico e su quello storico, aiutando il lettore a comprendere a fondo questo singolare documento che segna il distacco di un leader del cattolicesimo politico dal mito novecentesco del rilievo e della possibilità di una "democrazia cristiana".
Docente per circa trent'anni di Storia del Cristianesimo e, per lungo tempo, di Storia delle Religioni all'Università di Torino, studioso di fama internazionale, animatore instancabile di centri di ricerca e di iniziative editoriali volte alla promozione e alla diffusione degli studi religionistici, direttore responsabile dal 1965 al 2001 della "Rivista di storia e letteratura religiosa", voce autorevole della cultura italiana e nella comunità cattolica, Franco Bolgiani (1922-2012) ha dedicato molta parte della sua esistenza ad esplorare il terreno impervio dei rapporti tra cristianesimo e culture. Lo ha fatto - come documenta l'Introduzione di Francesco Traniello - attenendosi rigorosamente ad una metodologia storico-critica, ancorata in primo luogo all'analisi dei testi e dei documenti, ma non chiusa nel puro filologismo, perché animata sia dai profondi impulsi di natura esistenziale che lo sospingevano a quel genere d'indagine, sia dalle sue considerevoli aperture alla dimensione socio-antropologica del fatto religioso e dei fenomeni culturali, sia dal puntuale confronto con le grandi scuole di pensiero che avevano alimentato e continuavano ad alimentare gli studi di storia del cristianesimo (a partire dai suoi rapporti con il mondo ebraico e con la classicità greco-latina). Mai tuttavia Bolgiani si è curato di conferire una struttura organica agli innumerevoli prodotti del suo lavoro di ricercatore, pur appartenenti ad un medesimo e coerente discorso...
Comprendere gli aspetti cognitivi e affettivi che entrano in gioco nel momento in cui un bambino incontra un medico, un infermiere, un terapista della riabilitazione risulta di estrema importanza al fine di instaurare la migliore alleanza terapeutica possibile con il bambino stesso e con i suoi famigliari. Il volume presenta lo sviluppo psicologico umano nei suoi tratti essenziali, dalle teorie classiche agli aspetti applicativi, con l'obiettivo di fornire le indispensabili conoscenze di base necessarie agli operatori sanitari che si trovano a lavorare a stretto contatto con i bambini.
Nella storia della filosofia, della scienza e della cultura in generale, "natura" e "naturale", termini fra i più pregnanti, sono stati usati in accezioni assai diverse, ora sovrapposte, ora intrecciate, ora contrastanti, spesso cariche di implicazioni morali, affettive, estetiche, religiose. Di questa vicenda lunga e intricata dà conto il libro. Le diverse concezioni della natura, da Platone e Aristotele a Darwin fino ai giorni nostri, sono esposte in una prospettiva interdisciplinare, che prende in considerazione sia la tradizione filosofica sia le fonti scientifiche, letterarie e religiose, senza trascurare le recenti riflessioni sulle questioni ambientali.
A partire da una definizione ampia e approfondita del concetto di sicurezza, gli autori svolgono un'analisi sistematica delle minacce che caratterizzano il sistema internazionale contemporaneo. Oltre al fenomeno "classico" della guerra fra stati, sono presi in considerazione pericoli nuovi, reali o potenziali, di tipo economico, ambientale e sociale. Superando un'impostazione tradizionale - stato-centrica e militare - della sicurezza, il volume si propone come un moderno e aggiornato manuale di "security studies".
"La cura della parola" ha attraversato tutto il Novecento fino a giungere ai giorni nostri, influenzando la medicina e la cultura occidentale. Ma come è nata la psicoanalisi? Quali i percorsi di pensiero e le correnti che la identificano? Questo volume presenta le origini e lo sviluppo del pensiero psicoanalitico dal suo fondatore fino ai giorni nostri. A partire dagli esordi e dalle prime riflessioni di Freud, l'autore ci accompagna in un percorso di lettura cronologico da un lato e teorico dall'altro che attraverso i principali autori (da Jung, Adler e Anna Freud fino a Kohut, Bion, Lichtenberg e Ferrari) permette di conoscere e comprendere le radici e le teorie che definiscono e rendono unica la psicoanalisi rispetto ad altre forme di psicoterapia. Tutto ciò immergendoci nei casi clinici famosi e nelle vite dei protagonisti di un movimento non solo teorico-clinico, ma anche culturale che, nato con "L'interpretazione dei sogni" nel 1901, ancora oggi ci affascina e contribuisce al nostro benessere.
Storia costituzionale e forma di governo, crescita della democrazia ed espansione delle libertà, mercato e interesse pubblico, costruzione europea e prospettive sovranazionali: sono i percorsi lungo i quali si è venuta articolando, nell'arco di cinquant'anni, la riflessione giuridica di Giuliano Amato. Un impegno instancabile e fecondo, dedicato non solo a innovare ricerca e saperi ma anche a coniugarli con le domande via via più urgenti poste dalle nostre democrazie, sempre fragili e non sempre in grado di affrontare le sfide dei tempi. Analisi fini e penetranti che hanno avuto come stella polare la realizzazione compiuta di una democrazia pluralista, partecipata, solidale e responsabile, e che trovano ora in questo volume un loro ordine. Augusto Barbera, Sabino Cassese, Maurizio Fioravanti, Giulio Napolitano contribuiscono ciascuno con un proprio commento a illustrare le tappe di questo viaggio intellettuale.
In Europa e in Italia la crisi economico-finanziaria scoppiata nel 2008 sembra non finire mai: la Fondazione Edison continua così a occuparsene, ricostruendone la cronistoria e offrendone ai lettori un'analisi e proposte puntuali, anche con questo quarto volume, che esce dopo quelli di Marco Fortis "La crisi mondiale e l'Italia" (2009) e "Dentro la crisi: 2009-2011. America, Europa, Italia" (2011) e quello di Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis "Debito e crescita. L'equazione della crisi" (2013). La serie di articoli qui presentata copre il periodo che va dalla fine del 2012 alla prima metà del 20l4. quando nella perdurante crisi economica italiana, in cui la ripresa del Pil continua a stentare, è comparso un elemento di novità e di possibile fiducia per il futuro: l'esito elettorale del 25 maggio 2014. Dal rafforzamento del Governo Renzi, la cui determinazione è incoraggiante, l'Italia si attende riforme strutturali per rilanciare crescita ed occupazione ed una forte pressione sulle istituzioni europee per superare il rigore con lo sviluppo socio-economico.
L'evoluzione umana è stata favorita, fin dall'alba dei tempi, dalla particolare capacità che hanno gli individui di interagire gli uni con gli altri, attraverso la risonanza emotiva e la comprensione della mente altrui. Una capacità che si riattiva ogni volta che nasce un bambino, nella relazione con i genitori, dapprima, e poi con i coetanei e con il gruppo sociale. Ma l'empatia è qualcosa di connaturato al cervello umano o è il frutto delle influenze dell'ambiente? O non dobbiamo parlare piuttosto di interazione fra genetica e ambiente?
Proseguire sulla strada dell'unione? Come? Quella che abbiamo oggi è una unione economica solo in minima parte: troppo ancora contano le decisioni dei governi, nazionali e locali, e le tante corporazioni di ogni paese. Né si può parlare di unione monetaria finché non si realizza l'unione bancaria. Allora che cosa fa difetto alla nostra "unione molto incompleta"? È mancata soprattutto - come sottolinea questo saggio - la volontà di realizzare un destino comune. Ogni unione presuppone infatti il desiderio di realizzare un bene che ci accomuna, cioè quanto si fa "per" gli altri e non solo "con" gli altri. Di qui l'importanza della solidarietà e della cooperazione, valori senza i quali il sogno europeo di venticinque anni fa rischia di svanire.