Aggiornato alle recenti manovre finanziarie del 2011 e al progetto di riforma del mercato del lavoro del 2012, il volume nasce dai corsi di lezioni di diritto del pubblico impiego tenuti dall'autore presso la Libera Università Mediterranea Jean Monnet di Bari e presso l'Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, nonché dalla sistemazione del materiale giurisprudenziale raccolto per l'Osservatorio sul lavoro pubblico della rivista Giustizia civile. Per facilitare lo studio e la consultazione con finalità professionali, l'esposizione ripercorre l'impianto del testo unico e l'analisi della disciplina è condotta con continuo riferimento agli orientamenti della giurisprudenza sugli istituti del rapporto di pubblico impiego "privatizzato". Non mancano, per gli eventuali approfondimenti, le citazioni di dottrina, specialmente riguardo agli istituti non ancora compiutamente sistemati dalla giurisprudenza. Pur essendo destinato allo studio universitario, per il taglio non puramente teorico, i costanti richiami agli indirizzi giurisprudenziali e l'indicazione delle più recenti novità legislative (alcune ancora in sede di approvazione parlamentare), il volume costituisce un ausilio per gli studiosi del settore e per le attività professionali e di servizio dei magistrati, degli avvocati amministrativisti e laburisti e dei dipendenti pubblici, soprattutto quelli addetti agli uffici per la gestione del contenzioso lavoro.
Cosa decreta il successo di un criterio di liquidazione del danno non patrimoniale? L'oggettività dei parametri su cui si fonda? La razionalità? Così potrebbe sembrare, ma la storia offre risposte più complesse. Non conta tanto l'oggettività in sé dei parametri su cui si fonda il criterio, quanto piuttosto la loro capacità di oggettivarsi, di divenire condivisi. Il criterio tabellare ha avuto successo non perché il valore del punto sia oggettivamente il valore della salute, ma perché abbiamo iniziato a credere che lo sia. Né si deve attribuire un ruolo eccessivo alla razionalità di un criterio. Un criterio di successo viene sovente elaborato ricorrendo ad una logica consequenziale, ma "vince" la gara con gli altri solo quando inizia ad essere applicato perché percepito come appropriato, senza interrogarsi sulla sua maggiore o minore "razionalità", Cosa trame sul piano applicativo? In chiusura del libro si invita a guardare con disincanto alla distinzione tra danno patrimoniale/non patrimoniale (in sé non oggettiva) e ad evitare, nell'elaborazione dei criteri di liquidazione, fraintendimenti linguistici sui concetti di "oggettività" e "razionalità".
Con una trattazione aggiornata al 31 agosto 2012, il presente Diritto delle imprese. Manuale breve segna una svolta nell'approccio all'insegnamento del Diritto commerciale: l'impresa (come nozione generale) e le imprese (come fattispecie destinatarie di concreti blocchi settoriali della disciplina) vengono poste al centro della riflessione dottrinale e, soprattutto, all'interno del più ampio "contenitore" costituito dal "mercato", la cui regola principe e qualificante è quella della concorrenza. Il binomio impresa-mercato concorrenziale è a fondamento dell'intero impianto concettuale dell'opera. La sistematica del Manuale risulta quindi vicina alla realtà, costituendo una scelta originale e innovativa. Nell'ordine sono trattati i temi della concorrenza, della contrattazione, del finanziamento dell'impresa e dell'analisi dei mercati regolamentati. Accanto alla novità sistematica, il Manuale si propone come novità anche per una cifra stilistica semplice, non autoreferenziale, ma ugualmente di pregio: un'esposizione chiara che utilizza il linguaggio della realtà e dell'economia per consentire al lettore la massima comprensione sia della ratio delle norme, sia dei valori e degli interessi in cui le stesse norme di volta in volta operano.
I contenuti del testo riflettono le novità legislative più significative intervenute nel decennio. Codice del consumo, codice dell'amministrazione digitale, franchising, commercio elettronico, acquisto di immobili da costruire, patti di famiglia, contratto di rete, amministrazione di sostegno, codice dei contratti pubblici, codice del processo amministrativo, trascrivibilità degli atti di destinazione patrimoniale, riforma societaria, regolamento Roma I sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali: sono solo alcune delle nuove discipline normative, intervenute dopo la prima edizione, che per il loro impatto sulla nostra materia hanno richiesto un lavoro di aggiornamento. Per un lavoro molto attento alla prassi, come questo vuole essere, il diritto del contratto è fatto in larga misura delle regole che i giudici elaborano e applicano per risolvere le liti sul contratto: una rappresentazione fedele e aggiornata della materia non può esimersi da dare conto di movimenti, mutamenti, sviluppi del quadro giurisprudenziale.
Prendendo spunto dal capitolo del Concilio Vaticano Secondo dedicato alla dignità del matrimonio e della famiglia, l'autore si sofferma sulla genesi di questo sacramento e sull'iter seguito dalla Chiesa per giungere al concetto di matrimonio attualmente inteso. In maniera concisa e lingua chiara, poi, egli articola la trattazione in dieci capitoli suddivisi in opportuni paragrafi e caratterizzati da una conclusione relativa a ciascun capitolo. Il trattato è quindi denso ma sintetico e ordinato, scevro da inutili lungaggini e da prolissità, allo scopo di essere consultato non solo dal celebrante, ma anche dagli operatori del diritto e da tutti i cattolici. Dopo di aver illustrato i canoni preliminari del matrimonio canonico, l'autore passa a trattare i doveri dei pastori di anime e dei fedeli, quindi gli impedimenti, il consenso matrimoniale (rilevandone l'ignoranza, il dolo, la simulazione e la violenza), la forma liturgica e quella straordinaria del matrimonio segreto, i doveri e i diritti dei coniugi, la separazione e la convalidazione.
Il Trattato di Biodiritto contribuisce alla conoscenza del trattamento giuridico delle questioni bioetiche, offrendo un panorama eterogeneo ed esaustivo di contributi e di riflessioni. Nel tentativo di far fronte alla complessità della materia, la riflessione giuridica si affianca a una vasta gamma di prospettive e di discipline, dalla filosofia alla scienza politica, dalla medicina e dalla biologia alla sociologia e all'antropologia, dal diritto alla medicina legale. La struttura e l'impostazione dell'opera rispondono, così, alla natura e ai fondamenti della materia e alle questioni da essa sollevate.