
Sottoposta a correzioni e censure, travisata dai contemporanei che non capendola la vissero come il prodotto di un'immaginazione confusa, ristretta, romanticamente persa nella lettura della Bibbia e nella ricerca dell'amore, la poesia di Emily Dickinson solo con l'edizione critica del 1955 è conosciuta nella sua forma originaria. Con questa raccolta Barbara Lanati intende smentire l'immagine tuttora prevalente della Dickinson come vergine riservata, chiusa e timida del New England, la ragazza perbene vittima del potere del padre e del vittorianesimo imperante, e intende restituirne, con la traduzione, la scrittura inquieta e inquietante, astratta e insieme raffinatamente sensuale sgorgata da una vita fatta di reclusione, silenzio. Scabra, dura, ironica, spoglia di rime e facili assonanze che ne avrebbero ammorbidito il passo spasmodico, la poesia della Dickinson trascrive l'esperienza di una donna che seppe abbracciare la condizione della solitudine e farne un provocatorio strumento di conoscenza e avvicinamento all'uomo.
Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L'appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l'esistenza per sempre. Rimanere lì, all'improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
La crisi attuale è un'occasione per rinnovare il capitalismo sul piano culturale e strutturale. Il modello neoliberista, dell'iperconsumo individualizzato e della crescita infinita, che si è rivelato insostenibile, è ormai alle nostre spalle e la nuova fase che si apre ci traghetta verso un capitalismo diverso, qui chiamato "capitalismo a valore contestuale". Il cambiamento riguarda le pratiche economiche e i modelli di business, ma anche, contemporaneamente, il modo di concepire la libertà dei soggetti e la loro realizzazione di sé. Il nuovo modello di sviluppo che si profila poggia sull'idea di una crescita integrale foriera di una nuova prosperità. Esso combina i tratti di quattro promettenti prospettive culturali, tra le altre: la nuova ecologia politica di Joseph Stiglitz, Amartya Sen e Jean-Paul Fitoussi; il convivialismo, che si radica nell'antiutilitarismo di Alain Caillé; l'economia della contribuzione teorizzata da Bernard Stiegler; la generatività italiana di cui è capofila lo stesso Magatti. Di tali prospettive si illustrano anche alcune traduzioni nelle pratiche.
È nel dissenso che l'avventura, l'interesse, la sfida della vita intellettuale vanno cercati. E se è vero che gli mancano regole stabilite alle quali ispirarsi per sapere cosa dire o fare, è altrettanto certo che l'intellettuale che non voglia tradire la sua missione non ha né cariche da difendere, né territori da consolidare o custodire: è un esiliato e un emarginato, un dilettante che possiede la capacità di sfruttare appieno le rare opportunità di discorso concesse, sa conquistare l'attenzione del pubblico, è pronto alla battuta e al dibattito più dei suoi avversari. È soprattutto, autore/attore di un linguaggio che dice la verità al potere.
La 'ndrangheta ha mangiato il Nord Italia, e ha cominciato a farlo almeno sessant'anni fa nel silenzio generale. Il suo impero invisibile con gli anni ha preso il controllo di un sistema economico che si è sempre voluto ritenere immune. Questo era il teorema: che il Male restasse confinato al Sud, alla periferia dell'organismo, in modo da salvare l'intero, da preservarlo. Ma quella raccontata da Giuseppe Catozzella nel primo e unico romanzo-inchiesta sulla 'ndrangheta al Nord è una macchina brutale e intelligente, che per la prima volta vediamo all'opera nei modi quotidiani in cui la violenza e la sopraffazione si mischiano all'astuzia e alla corruzione umana. È una mafia che ci è molto più vicina di quanto immaginiamo. Quella che governa nelle strade, si impossessa dei bar, dei ristoranti e dei locali alla moda, entra nelle aziende pulite e nei cantieri edili, gestisce in monopolio tutto il traffico della cocaina. Giuseppe Catozzella ha seguito Pasquale nel suo percorso criminale di affiliazione a un clan; è stato il compagno di banco di Vincenzo, che comandava la scuola perché appartenente alla cosca che comanda nel nord di Milano; ha amato zia Severina, che ha deciso di morire nel suo bilocale per difenderlo dalle famiglie che rivendono le case popolari; ha spiato il lavoro clandestino dentro i gironi dell'Ortomercato di Milano. "Alveare" è un romanzo-inchiesta sulla 'ndrangheta, inquietante perché non inventa nulla.
"Venga, le ho detto. Perché? Guardi fuori, è già l'alba. E allora? È ora che lei torni a casa a dormire. Cosa c'entra che ora è, sono mica una bambina. Non è questione di ore, è una questione di luce. Che cavolo dice? È la luce giusta per tornare a casa, è fatta apposta per quello. La luce? Non c'è luce migliore per sentirsi puliti. Andiamo". Si incontreranno per tre volte, ma ogni volta sarà l'unica, e la prima, e l'ultima.
Dopo aver perso il padre in quello che ha tutta l'aria di essere stato un doppio suicidio d'amore, Yoshie si trasferisce dalla sua casa di Meguro a un minuscolo e vecchio appartamento a Shimokitazawa, un quartiere di Tokyo famoso per le sue stradine chiuse al traffico, i ristoranti, i negozietti, nonché meta degli alternativi della capitale. Qui Yoshie spera, aiutata dall'atmosfera vivace, di superare il dolore e dare una nuova direzione alla sua vita. Un giorno, però, sua madre le si presenta a casa all'improvviso con una borsa Birkin di Hermès e qualche sacchetto. Inizia così una bizzarra convivenza che unisce le due donne lungo il percorso di elaborazione del lutto che le ha colpite, le pone di fronte a verità inaspettate, le aiuta a scorgere fiochi lumi di speranza nel buio di una quotidianità ferita. "Moshi moshi" "pronto" al telefono - è il racconto di una rinascita, la favola delicata e struggente della vita di un quartiere, la storia di una madre, di una figlia, di un grande dolore e di qualche piccola felicità inattesa.
Capita a tutti di rimanere senza parole quando qualcuno si rivolge in modo villano. I commenti personali e le osservazioni arroganti possono provocare ferite profonde che spesso restano inespresse, e quindi fanno ancora più male, oppure, al contrario, possono scatenare reazioni rabbiose, alla fine altrettanto dannose. Barbara Berckhan, autrice molto nota in Germania per i suoi numerosi libri dedicati alla comunicazione interpersonale, spiega come agire in queste situazioni, illustrando tecniche di autodifesa verbale che permettono di mettere al tappeto qualsiasi avversario in modo elegante e inoffensivo. L'autrice suggerisce metodi pratici per controbattere agli attacchi verbali (aggressioni, insulti, osservazioni assurde, prese in giro), traendo ispirazione dalle arti marziali.
Scritto nell'arco di sessant'anni, iI "Faust" rappresenta uno dei punti più alti della letteratura mondiale di ogni tempo. Ispirata dalla figura storica di un alchimista tedesco vissuto nel XVI secolo, la vicenda è incentrata sullo scellerato patto che un uomo sapientissimo, Faust, stipula con un rappresentante del Diavolo, Mefistofele, al fine di poter accedere ai segreti più arcani del mondo. In vita Mefistofele servirà Faust con le sue arti magiche, per poi ottenerne in punto di morte l'anima e consegnarla alla dannazione eterna. Diverse sono le scene rese immortali dalla penna di Goethe: la seduzione attraverso mille espedienti di Margherita, il sabba delle streghe nella notte di Valpurga, l'Imperatore tedesco alle prese con l'inflazione, la disperata difesa della propria casa di Filemone e Bauci... Nonostante i mille misfatti e l'accordo sottoscritto con il Maligno, nel momento finale Faust verrà salvato grazie alla forza creatrice che muove l'universo: il principio femminile dell'Amore.
Pubblicato nel 1886, questo racconto descrive la vita di Ivan Il'ic, un borghese di buona famiglia, di discreta intelligenza e qualità mondane, costantemente preoccupato del parere dei superiori, che con le loro azioni potrebbero agevolarne la scalata sociale. Anche il matrimonio sembra confacersi alla pratica di vita da lui perseguita nella vita professionale: ha sposato la moglie più per convenienza d'affetto e sociale che per reale innamoramento. Tutto procede per il meglio, fin quando il protagonista non subisce un banale incidente domestico. Cadendo da uno sgabello Ivan Il'ic accusa un forte colpo al fianco, un dolore che con il passare del tempo sarà sempre più costante, costringendolo a consultare numerosi medici per cercare di venirne a capo. Nella situazione di disagio indotto dalla malattia cambiano così le sue priorità. Nell'avere pietà di se stesso, comincia sempre più a essere insofferente verso la rumorosa indifferenza della gente sana. Nessuno lo comprende né gli presta ascolto, tranne un muzik, un paesano, che fin dal giorno dell'incidente aveva cominciato a prendersi cura di lui, peraltro con un atteggiamento improntato a una straordinaria serenità. La malattia lo induce pertanto a rivedere tutta la scala dei valori che aveva ispirato la sua vita, guidandolo alla comprensione della verità: tutto è stato falso, nella vita familiare come nel lavoro. Ma alla fine della sua vita la menzogna si ritira, e Ivan Il'ic riuscirà a morire sereno, con il sorriso sulle labbra.