
Avere lo stesso entusiasmo dei cristiani della prima ora e ancor di più, portando nel proprio patrimonio spirituale duemila anni di bellezza e di storia cristiana. Il cristiano postmoderno ogni volta che si guarda indietro riceve una nuova spinta verso il futuro: un sano regresso per un vero progresso. Da questa profonda convinzione nasce questo testo che, mettendo insieme le meraviglie di ieri con quelle dell’oggi, propone una sintesi tra antico e moderno in una prospettiva di fede affinché il futuro sia un’apoteosi di bellezza e di santità. Futuro Antico è vedere la storia e la realtà con un occhio Kerigmatico, capace cioè di mettere insieme le epoche, il pensiero, i luoghi, le bellezze, gli uomini toccati e trasfigurati dal Risorto. Il libro stesso nasce a settecento metri di altezza perché con uno sguardo alto si vede meglio la storia e la meta. Nella sua prefazione il Vescovo di Mondovì Mons. Luciano Pacomio, biblista di fama internazionale, afferma che “Il libro di don Giancarlo Musicò è come uno “stròmaton” (“tappeto”), così come scriveva nella propria opera Clemente Alessandrino. All’interno di questo saggio si intessono insieme e si intersecano elementi autobiografici suggestivi, proposte di contemplazione, riflessioni culturali e spiccatamente teologiche”.
Don Giancarlo Musicò, nato nel 1976, nell’anno 2002 è stato ordinato Presbitero della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi (RC) nella quale svolge il ministero di Viceparroco di Delianuova; di Assistente diocesano dell’AGESCI e di Padre Spirituale dei seminaristi in formazione propedeutica. Ha conseguito il baccellierato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma 2001). Ha pubblicato il libro "Siamo fatti di cielo - Il Paradiso inizia sulla Terra" e nel 2008 "Giovani in salita".
Chiarimenti e precisazioni su come trattare la concelebrazione eucaristica e la comunione sotto le due specie, attraverso l’analisi dei documenti e dei riferimenti teologici e magisteriali.
Più messe e meno messe. Anzi, facciamo il “Messone”, un’unica messa con molte intenzioni e poi battesimi, comunioni, persino confessioni comunitarie! Soprattutto concelebrazioni e mega-concelebrazioni. La messa celebrata dal singolo sacerdote sembra ormai una specie in via d’estinzione. Tutto questo sta accadendo da circa quarant’anni, da quando, dopo il Concilio Vaticano II, è stata ripristinata nella chiesa latina la messa celebrata da più sacerdoti. Così sempre più si oscura la ragion d’essere del sacerdote cattolico: aiutare Gesù Cristo a far incontrare l’uomo con Dio – in termini classici, la mediazione – senza cui avrebbero ragione i protestanti a non vedere differenza tra prete e fedele. Per chiarire tutto questo serve la storia e anche la lettura critica dei documenti più recenti: Nicola Giampietro ne è maestro e lo dimostra in questo saggio, destinato a far riflettere. Ciò aiuta a chiarire che il Vaticano II aveva posto chiari limiti alla concelebrazione e non l’aveva imposta ai sacerdoti. Allora, ecco che il documento Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI, dopo il Sinodo dei Vescovi del 2005, auspica che il ricorso alla concelebrazione, specialmente con molti sacerdoti, vada ridimensionata. Soprattutto, questo libro aiuta a intuire le gravi conseguenze che ne vengono per i fedeli, privati della possibilità di poter partecipare in più luoghi e ore alla Santa Messa: perché essa è l’unico vero antidoto alla secolarizzazione. Dunque, un saggio che aiuta a capire che cosa non ha funzionato e cosa fare affinché la concelebrazione torni ad essere un atto sacramentale, non pura cerimonia, secondo l’ammonimento del venerabile Pio XII. Un contributo fondamentale, questo di Mons. Nicola Giampietro, alla ripresa della riforma liturgica.
Mons. Nicola Giampietro è nato a Raiano (AQ) il 9 aprile 1963. Attualmente è sacerdote nella Diocesi di Sulmona-Valva. Il 18 giugno 1996 ha difeso la Tesi Dottorale in Sacra Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo in Roma dal titolo: "Il Cardinale Ferdinando Antonelli e gli sviluppi della riforma liturgica dal 1948 al 1970", pubblicata in lingua francese, spagnola, inglese e prossimamente in lingua Polacca. Ha pubblicato numerosi articoli su riviste di liturgia. Dal dicembre 1996 è Officiale della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Karol Wojtyla quale Padre del Concilio Vaticano II è tuttora poco conosciuto. La presente antologia di tutti i suoi interventi al servizio del Concilio, sia orali sia messi per iscritto, esposta nella seconda parte del saggio, è alla sua primissima e inedita edizione. Qui troverete le risposte alle domande riguardanti i suoi grandi apporti al dibattito conciliare, per poter meglio comprendere il "fenomeno Giovanni Paolo II".
Dopo circa trent’anni di studio ed approfondimenti vari sulle tematiche apocalittiche, cominciati in concomitanza della sua conversione a Cristo, mentre leggeva la passione di Gesù descritta nel Vangelo secondo Matteo, l’Autore è approdato a dei risultati che sono stati compendiati in questo trattato sull’Anticristo. La presentazione sinottica degli eventi storico-teologici della salvezza, attraverso il discernimento critico del complesso apocalittico ad esso inerente, è riportata con metodologia globale, ritenuta autorevolmente rigorosa e scientifica. Tale lavoro ha la finalità di delineare una sistematizzazione dottrinale, cattolica, sul tema dell’Anticristo offrendo a tutti delle risposte adeguate alle domande poste sul destino ultimo della storia. Il trattato è proposto come strumento interpretativo degli odierni segni dei tempi e come manuale di resistenza cristiana in tempi di crescente persecuzione. Il popolo cristiano è esortato ad affrontare il combattimento escatologico finale con armi spirituali, rifugiandosi, in particolare, nelle odierne catacombe ovvero nel rifugio salvifico dei Sacramenti. Alla luce di taluni pronunciamenti magisteriali, l’Autore si pone nel ruolo di sentinella perché l’Anticristo è alle porte. Prevalga l’ottimismo della fede perché in Cristo la vittoria è assicurata. L’urgenza della conversione è ormai un’esigenza ineludibile: o con Cristo o senza di Cristo, o Vita eterna o Dannazione eterna, o a immagine e somiglianza di Dio o a immagine e somiglianza di Satana. Con il libro è allegato un cd contenente le tavole esplicative cui il libro fa riferimento.
Lorenzo Ventrudo, nato a Orsara di P. (Fg) il 9 dicembre 1940, ha conseguito il Diploma Accademico di Magistero in Scienze Religiose, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” nell’anno accademico 1990-1991. Ha pubblicato una monografia su Lotte operaie nella Cartiera di Foggia 1944-1974, con un approfondimento scientifico sul “Modo di Produzione Capitalistico (oligopolio) cartario italiano, alla luce della filosofia marxista”, pubblicazione della tesi in Scienze politiche, indirizzo storico-politico, dottorato conseguito presso l’Università di Bari il 3 febbraio 1975. Dopo la sua fulminea conversione a Cristo, ha lasciato l’attività politica e sindacale per impegnare il resto della vita all’edificazione del regno di Dio. Intende pubblicare quanto prima: Escatologia: fine dei tempi e delle fini e Europa, Europa, Quo vadis?.
L’insegnamento di Papa Benedetto XVI, straordinario e mai ripetitivo, è qui - nel terzo tomo della serie - ripresentato e attualizzato nei temi fondamentali che toccano la situazione della Chiesa e del mondo nel nostro tempo. Le dottissime e puntuali spiegazioni di Mons. Oliosi sui temi esposti dal Papa teologo ci offrono un Magistero abbordabile che rivitalizza la Sacra Tradizione in quest’epoca di sbandamento dottrinale e di ignoranza religiosa endemica a tutti i livelli. Uno strumento per tornare alla fede di sempre dopo la sbornia postconciliare.
Mons. Gino Oliosi (1934), canonico, esorcista e penitenziere della diocesi Verona, ex docente di filosofia e teologia, ha all’attivo numerosissime pubblicazioni sulla spiritualità diocesana, sul sacerdozio ministeriale e comune dei fedeli, sul rapporto fra Scrittura, Tradizione e Magistero. Tiene frequenti rubriche su radio Pace. Con Fede & Cultura ha pubblicato il libro Alla scuola di Benedetto XVI volume 1, volume 2 e volume 3 e il testo Il demonio come essere personale.
Baldi giovani e dolci ragazze, nel cui cuore il bimbo e la bimba che eravate chiede ancora un intenso abbraccio a tutta la realtà, voi che chiedete di crescere, sperimentare, ragionale, di dire la vostra, di donarvi e collaborare, di difendere la giustizia e di servire a un grande ideale... voi, rileggete voi stessi nella storia dell'intramontabile Antonio Rosmini.
Evangelia è una raccolta di brevi ma dense riflessioni sui Vangeli Festivi dell'Anno Liturgico: ciclo "C". Destinatari sono soprattutto i Fedeli, ma forse anche i Celebranti potrebbero trovarvi suggerimenti per le loro Omelie. Trattandosi di riflessioni piuttosto pregnanti di significato, esse si prestano ed esigono un atteggiamento di meditazione, più che di semplice lettura. Il commento ai singoli brani evangelici è fatto in chiave "liturgica", cioè secondo il particolare significato di quel brano nel contesto delle singole ricorrenze liturgiche, quali si vanno snodando durante l'anno, così da risultare, l'insieme di queste riflessioni, un corpo unitario, interpretativo della verità cristiana nel suo ripresentarsi annualmente mediante il ciclo liturgico, che scandisce il tempo e illumina il senso della vita cristiana.
Bernardino De Longhi è lo pseudonino dell’Autore, che ha scelto di non comparire con il suo vero nome. È un cultore di Discipline Religiose e ha pubblicato, con altro nome, vari saggi di spiritualità cristiana , biografie di Santi ecc…
Santino Cavaciuti, curatore del volume, è stato professore di Filosofia presso l'Università di Genova, e ha al suo attivo numerose pubblicazioni, sia di Storia della Filosofia (in particolare della "Filosofia riflessiva francese"), sia di Filosofia Teoretica, ma anche di altre disciline – come storia locale, biografia ecc…
«Questo mondo nel quale noi viviamo ha bisogno di bellezza, per non cadere nella disperazione. La bellezza, come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione» (Paolo VI, Messaggio agli artisti, 8 dicembre 1965).
«Troppo spesso, però, la bellezza che viene propagandata è illusoria e mendace, superficiale e abbagliante fino allo stordimento e, invece di far uscire gli uomini da sé e aprirli ad orizzonti di vera libertà attirandoli verso l’alto, li imprigiona in se stessi e li rende ancor più schiavi, privi di speranza e di gioia» (Benedetto XVI, Discorso agli artisti, 21 novembre 2009).
È in questo contesto che si inserisce la denuncia fatta da Ratzinger della nuova cultura iconoclasta oggi imperante, la quale, pur accettando di essere invasa da immagini di ogni genere, ha perso il gusto per l’immagine bella e significativa, dalla sfera artistica a quella letteraria, in particolare nell’ambito del sacro. Ciò esige una nuova educazione all’immagine che tenga conto del suo vero valore e delle possibili distorsioni che esso può subire, nonché dell’uso fatto da coloro che ne hanno saputo trasmettere lo spessore, anche nella sfera letteraria. A tal fine uniamo ad una disamina filosofica e teologica sull’immagine anche un saggio sull’esemplare e sapiente uso delle immagini, proposto da sant’Antonio da Padova nei Sermones, ove brilla la profondità delle splendide simbologie bibliche.
Alcuni circoli ebraici e alcuni organi di stampa fecero gran rumore in occasione della promulgazione del Motu proprio di Benedetto XVI che ripristinava la Messa antica, paventando la reintroduzione della preghiera per gli Ebrei, quella da cui Papa Giovanni XXIII aveva tolto l’aggettivo “perfidi”. In questa temperie si colloca il commento dell’Autore di questo libro, sacerdote cattolico, alla nuova preghiera pro conversione Iudaeorum per la forma straordinaria del rito romano. Se dinanzi al sangue prezioso del suo Figlio il Padre ha volto lo sguardo alla povera umanità peccatrice e l’ha salvata, non deve questo essere annunziato a tutti, compresi “i nostri fratelli maggiori” affinché volgano con noi lo sguardo al Figlio Salvatore? Questo volgere lo sguardo è l’inizio della conversione, opera della Grazia divina, che quest’opera vuole inaugurare.
Don Alfredo M. Morselli nasce a Bologna il 24 ottobre 1958. Nel 1980 interrompe gli studi universitari per entrare in seminario; viene ordinato sacerdote a Massa (MS) nel 1986. Nel 1991 consegue la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontifico Istituto Biblico. L’obbedienza lo porta a svolgere il suo ministero principalmente in parrocchia, ma ha anche insegnato varie discipline teologiche e si dedica – quando possibile – alla predicazione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio. È stato tra i primi sacerdoti italiani ad avventurarsi nell’apostolato in internet, agli albori della storia di questo mezzo di comunicazione. Dopo la promulgazione del Motu proprio «Summorum Pontificum», ha l’incarico – assieme ad altri confratelli – di celebrare la S. Messa gregoriana a Bologna. Attualmente è parroco in diocesi di Bologna, presso le parrocchie di S. Venanzio Martire, in Stiatico di San Giorgio di Piano (BO), e dei SS. Filippo e Giacomo Apostoli, in Casadio di Argelato (BO). Tra le sue pubblicazioni, il libro La negazione della storicità dei Vangeli. Storia, cause e rimedi (2006).
“Mi considerano pazzo perché non voglio vendere i miei sogni in cambio di oro; e io li giudico pazzi perché pensano che i miei sogni abbiano un prezzo”
Kahlil Gibran
Sono un infermiere che da più di vent’anni lavora in ambito psichiatrico, sia in strutture di tipo riabilitativo sia in reparti per pazienti acuti. Ho iniziato con questa tipologia di pazienti poiché, avendo una sorella con problemi psichiatrici che abita lontano da me, curando loro era come se mi prendessi cura di lei, una persona splendida alla quale voglio molto bene. In tutti questi anni ho avuto modo di constatare come la malattia, soprattutto quella psichica, allarghi la dimensione interiore dell’uomo. Tale dimensione interiore traspare anche da queste bellissime poesie, che ho potuto raccogliere in questo periodo e che, a mio parere, costituiscono il traboccare spontaneo di sentimenti possenti. In esse io ritrovo il sorriso e le lacrime di questi malati, ritrovo i loro sogni e le loro aspettative che non sono poi così diverse dalle mie, come si può constatare dai versi che anch’ io ho scritto nel tempo e che ho inserito in questa raccolta. Nei giorni vissuti con loro, questi pazienti hanno preso tanto di me, anche perché mi sono lasciato “prendere”, in barba ai consigli di chi mi spingeva a non lasciarmi coinvolgere troppo. Ho appurato tuttavia che nessuno di loro se n’è andato senza lasciarmi nulla in cambio, prova evidente che due anime non si incontrano mai invano.
Giorgio Celsi è nato a Fossombrone (Pesaro-Urbino) nel 1963. Da più di vent’anni lavora in qualità di infermiere in ambito psichiatrico. È presidente dell’associazione “Ora et Labora in Difesa della Vita”.