
Peppino puoi incontrarlo ogni notte sugli autobus di Roma, con un bustone in mano e la faccia da bambino. È sardo, ma vive a Roma, anzi a Pomezia. Ha trentotto anni, ma è sempre stato un po' "lentarello". La sua voce ingenua, comica, sgangherata descrive il mondo scintillante e decadente delle sue notti, ma anche l'irresistibile compagnia di ultimi del mondo in mezzo a cui è cresciuto e vive: ciascuno aggrappato a un sogno o a un dolore, a un tentativo come un altro per non essere invisibile. Un eroe stralunato racconta tutta la crudeltà di esistere, con uno sguardo infantile e sghembo che diventa l'unica forma di resistenza al male.
Ci sono categorie di persone che dicono di sapere cos'è la guerra e, per quello, la sostengono: i capi militari che la fanno per motivi ideologici, i soldati che si arruolano per soldi, i tecnocrati che la "consigliano" come stimolo per la modernità e per la scienza. E poi ci sono quelli che non possono capirla, come le famiglie delle vittime che si vedono riconsegnare un figlio in una bara o i ragazzi che osservano il deflagrare delle bombe in tv, come fossero scene di un film o di un videogioco. In questo saggio Fabio Mini usa l'attualità come trampolino per un discorso che diventa universale e riesce a parlare a tutti: a chi dice che la guerra sia fatta in nome della pace e a chi la odia, a chi la fa per mestiere e a chi soprattutto, come la maggior parte di noi, la osserva dalle pagine dei giornali, pensando che è così che debbano andare le cose, e non sia nostro compito provare a cambiarle.
Dopo "Il fondamentalista riluttante", in cui si racconta l'andata-e-ritorno nel mondo occidentale di un giovane pakistano di buona famiglia, Changez, laureato a Princeton, analista finanziario rampante e "giannizzero" dei tempi moderni, in "Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente" Mohsin Hamid presenta la storia di un'altra ascesa. Questa volta, però, Hamid cambia classe sociale, ambientazione e voce, proiettando il lettore quasi direttamente nei panni del "tu" protagonista, cui è rivolto il suo peculiare libro di autoaiuto. Dal poverissimo villaggio di una non meglio precisata nazione dell'"Asia emergente", il "tu" protagonista muove il primo passo: l'urbanizzazione. Da qui, sempre guidato all'apparenza dalle istruzioni a volte singolari del manuale, il protagonista si appresta a conquistare la ricchezza a tappe forzate, facendosi un'istruzione, evitando (senza troppo successo) d'innamorarsi, scansando gli idealisti e i gruppi religiosi, ricorrendo a mezzi poco ortodossi. E dell'Asia, nel corso di questa ascesa, emergono anche i lati oscuri o sommersi: la violenza, la corruzione che rende indispensabile "farsi amico un burocrate", la presenza pervasiva anche nella vita economica dei militari, "artisti della guerra". Finché anche il "tu" protagonista di "Come diventare ricchi sfondati nell'Asia emergente" finirà, in maniera ironicamente speculare al Changez del romanzo precedente, per doversi "concentrare sui fondamentali".
Dagli anni del Risorgimento all'Unità d'Italia, dal fascismo e dalla Seconda guerra mondiale fino a oggi, la costruzione di una "religione civile" l'insieme dei valori e dei principî che fondano lo spazio pubblico della cittadinanza - è il banco di prova su cui, di volta in volta, si è misurata l'efficacia di una classe politica nel mettere mano al progetto di "fare gli italiani". Il trasformismo nell'Italia liberale, la dittatura in quella fascista, il debordante intervento dei partiti nell'Italia repubblicana, sono stati tutti elementi che hanno indebolito la costruzione politica dell'identità nazionale. Fino alla carestia morale e progettuale che ha investito uomini e partiti dell'Italia di oggi. Con un libro che somma analisi storica a riflessioni di pungente attualità, Giovanni De Luna ricostruisce la storia delle "tradizioni inventate", i tentativi di arginare l'ingombrante presenza della Chiesa cattolica, l'egemonia dei valori e degli interessi imposti dal mercato con una riflessione conclusiva proprio sugli aspetti piú inquietanti di venti anni di pensiero unico.
Tutto è irragionevole in ciò che accade nel mondo d'oggi: più di cinque anni di stagnazione, un balzo della disoccupazione e del lavoro precario, il declino del ceto medio, l'esplosione delle disuguaglianze. Ma da dove viene questa irragionevolezza e perché la accettiamo? Questo libro è un invito al viaggio nei territori che abbiamo intravisto durante le crisi che si sono succedute dal 2007-2008: la crisi della teoria economica, la crisi finanziaria mondiale, la crisi bancaria, la crisi europea dei debiti sovrani, e, infine, quella dei nostri sistemi di misura. Con un bilancio insopportabile: noi affrontiamo l'avvenire con gli occhi rivolti al cono di luce che ci giunge dal passato. Non possiamo trovare nulla sotto queste luci, se esse non sono in grado di illuminare il tempo presente. Le nostre teorie economiche falsificate a più riprese dai fatti - e le nostre politiche rivolte a obbiettivi che derivano da esse (stabilità dei prezzi, concorrenza, sostenibilità del debito) non riescono più a rendere conto della realtà né a rispondere ai bisogni della popolazione. "Il teorema del lampione" è, in egual misura, un appello a dare più peso all'esigenza di legalità senza la quale le nostre democrazie deperiscono, le nostre economie funzionano male e il benessere della popolazione si riduce ai minimi termini.
Questo libro è un'introduzione alle principali e più affascinanti idee della matematica scritto da un matematico che a scuola avremmo voluto tutti come insegnante. La matematica è ovunque, se si sa dove guardare. Steven Strogatz ci guida con studiata gradualità nella materia, mostrandoci come essa sia intimamente connessa con la realtà che ci circonda in modi che mai avremmo immaginato. Ogni capitolo è per il lettore un'occasione di stupore e interesse, a partire dal perché i numeri siano cosi utili e procedendo attraverso le meravigliose verità implicite nel pi greco, nel teorema di Pitagora, nei numeri irrazionali o in quelli primi. Scopriremo così che le schiacciate di Michael Jordan possono servire a spiegare i fondamenti del calcolo infinitesimale, capiremo perché alcuni infiniti siano più grandi di altri; vedremo come la nostra vita sia sfiorata da nuovi tipi di matematica quando cerchiamo un ristorante in rete o proviamo a capire le paurose oscillazioni del mercato azionario. Oppure approfondiremo alcuni dei grandi o piccoli misteri della vita: come e quante volte si deve girare il materasso per farlo durare più a lungo possibile? 0. J. Simpson era colpevole? Quante persone bisogna incontrare prima di trovare quella che fa per noi? Che ci crediate o no, la matematica ha un ruolo cruciale nel dare una risposta a tutte queste domande.
In una Trieste quasi incantata, seduti su una panchina del porto vecchio, Margherita Hack e Marco Morelli si immergono in un dialogo appassionato e sincero sulle piccole e grandi questioni della vita. Da Galileo alla religione, dalla politica ai giovani di oggi, dalle favole di quand'era bambina all'incontro con il marito Aldo De Rosa, dalla Firenze degli anni Venti alla casuale scoperta delle stelle, la Hack passa in rassegna novantuno anni eccezionali, regalandoci il ritratto ironico e anticonformista di una donna "laica e ribelle".
Quando si legge o si ascolta una bella storia, bastano pochi attimi per lasciarsi trasportare nella sua atmosfera straordinaria. Le fiabe d'autore e i racconti popolari raccolti in quest'antologia, con le loro belle illustrazioni a colori, riescono a farci sognare in soli dieci minuti! Dieci minuti per dirsi buonanotte in un modo speciale. Età di lettura: da 4 anni.
Formule matematiche, scoperte e invenzioni scientifiche sono le protagoniste di queste quindici storie in cui si narrano le avventure di matematici e geniali inventori che passeggiando per le vie di antiche città o navigando per mari stranieri, scoprono l'arte del far di conto, studiano dilemmi matematici e risolvono problemi scientifici proposti da pretenziosi Re. Archimede, Pitagora, Talete e Galileo saranno quindi alcuni tra i protagonisti di queste novelle che, pagina dopo pagina, racconteranno le loro strabilianti avventure: si sperimenteranno macchine volanti e bizzarre, si inventeranno numeri enormi per contare i granelli di sabbia e si misurerà perfino l'altezza di immense costruzioni. E sarà proprio lo straordinario intuito e l'ingegnosità di questi scienziati del passato che farà appassionare anche i più piccoli alla bellezza del mondo della matematica e della scienza, lasciando trapelare da ogni novella la spontaneità della nascita di un'idea, di una formula e di un'invenzione. Età di lettura: da 8 anni.
Giovannino Perdigiorno appartiene alla stirpe dei grandi esploratori: ha curiosità e spirito d'avventura. I mondi che spesso incontra, però, non lo soddisfano completamente e cosi, dopo una breve sosta, riparte per inseguire il sogno di un "paese senza errore", dove tutto sia "perfetto" e "bello". Le scoppiettanti filastrocche e le quattro favole non concedono nulla, però, alla "lezioncina" scolastica, risultano, anzi, divertenti e fantasiose: inventando il personaggio di Giovannino Perdigiorno, insomma, Rodari ha saputo trasferire a uno dei suoi personaggi più vivi la sua vitalità, la sua voglia di ottimismo, di utopia, di scommessa sul futuro. Età di lettura: da 6 anni.