
Negli anni Novanta vengono aperti al pubblico gli archivi di Berlino Est e la teologa Katharina von Kellenbach ritrova tra gli schedari una busta contenente alcuni documenti appartenenti a una donna, Regina Jonas, nata nel 1902 a Berlino e ivi ordinata rabbino il 26 dicembre 1935. La notizia suscita grande interesse e da quel momento Regina Jonas viene spesso citata come personaggio straordinario, precursore dei tempi. La sua vicenda non va però considerata come un evento singolare. Le pagine di questo volume presentano la figura della rabbina Jonas, infaticabile insegnante e "curatrice di anime", nel contesto della società della Berlino dei primi anni Trenta. Deportata nel ghetto di Terezín, massima rappresentazione della resistenza non armata a cui durante la Seconda guerra mondiale presero parte molti intellettuali tedeschi, Regina scelse di rimanere a condividere il destino dei suoi correligionari, per difendere il valore più sacro per l'ebraismo: la vita.
"Padre Piero Buschini è pienamente consapevole delle difficoltà che si incontrano nel cammino della vita e si offre come compagno di strada, capace di darci la formazione necessaria per seguire la via buona del Vangelo grazie alla sua fede professata e praticata, alla conoscenza profonda della Parola di Dio e alla vicinanza continua al prossimo, donata nel corso di tutta la sua grande esperienza di educatore in diversi ambiti, dalla famiglia alla comunità, la scuola, gli amici e gli allievi, fino agli ultimi di questo mondo. Egli non cessa di indicarci il percorso attraverso il quale si possono trovare le risposte che alimentano la costanza e l'impegno per realizzare, al di là di ogni inciampo e di ogni delusione, l'umanità che è in noi, in quanto figli del Padre. Va pertanto alla radice dell'uomo, ne tocca le contraddizioni e la profondità e ci ricorda che dobbiamo fare riferimento all'Antico e al Nuovo Testamento, per trovare la nostra storia, storia di appartenenza a un popolo in cammino e a una tradizione, di rivelazione e di certezza: Gesù, come era stato profetizzato, è risorto." (Dalla Presentazione di Maria Teresa Lupidi Sciolla)
L'uomo è sempre chiamato a superarsi. Non possiamo accontentarci delle nostre abitudini, delle nostre leggi, del nostro modo di fare politica. Dobbiamo impegnarci per un mondo più umano, per creare una maggiore giustizia per tutti, una giustizia mai disgiunta dalla fraternità. Il Vangelo ci mostra un Dio diverso da quello delle vecchie tradizioni religiose: non più il Dio della legge, ma il Dio dell'amore, che si apre incondizionatamente agli uomini, alle loro pene e alle loro speranze. Un Dio che non opprime l'uomo, ma lo rinfranca e lo risana. Un Dio che ha cura di quelli che cadono, che invece di condannare perdona, che anziché punire libera. Nella nostra epoca, così disincantata, non basta parlare di giustizia, doveri, bene comune, programmi pastorali: occorre fare esperienza diretta dell'amore che dona con gioia e suscita entusiasmo, irradiando la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio.
Attraverso il dono dello Spirito, Gesù risorto è veramente con noi come presenza nuova, forza interiore, chiarezza misteriosa che ci guida nelle scelte decisive della nostra vita. Chi cammina secondo lo Spirito è capace di intuizione profetica, perché è in grado di percepire, lungo il corso della storia, i nuovi fermenti di giustizia e fraternità che annunciano la nascita di una società nuova, più umana, quella che il vangelo chiama "Regno di Dio". Gesù ha indicato più volte questo compito dello Spirito: "Vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto" (Gv 14,26). Non si tratta di una memoria inerte ed evocativa, ma di una memoria affettiva e creativa, che ci cambia dentro come lo stupore di fronte alla bellezza e alla grandezza dello Spirito.
Le pagine di questo volume sono una parte importante del percorso ricostruttivo nell'ambito della ricerca sulla politica ecclesiastica riformatrice dei vescovi nel Piemonte medievale, sia in senso teorico-storiografico sia in senso pratico-applicativo. Se si può parlare di riforma vescovile in Piemonte, e in particolare del consolidarsi dell'autorità ecclesiastica, questa è riscontrabile alla fine del secolo X e all'inizio dell'XI, quando i presuli difendevano la libertas della propria chiesa di fronte alle nuove iniziative romane che tentavano di imporre il primato della sede apostolica attraverso l'ingerenza nelle questioni locali. Accanto alla difesa delle autonomie, questi vescovi erano partecipi di uno spirito riformatore che guardava al modello della Chiesa imperiale, anch'essa attraversata in quel momento da ideali di riforma. A partire dalle singole figure dei presuli subalpini, l'autrice tenta di ricostruire gli elementi che concorrono al consolidamento dell'autorità ecclesiastica del vescovo, protagonista sin dal Medioevo di orientamenti riformistici.
Il libro raccoglie le relazioni delle grazie ottenute per intercessione della monaca passionista madre Leonarda Boidi (Quargnento 1908 - Alessandria 1953), di cui è in corso il processo di beatificazione.
Davvero una donna straordinaria la Baronessa Sofia Novellis di Coarazze: è quanto emerge con nettezza dalle pagine di Giancarlo Chiapello.
Il profilo biografico è tracciato attraverso la descrizione della lunga e intensa attività di crocerossina e di dama dell’UNITALSI, che accompagnò e riempì gran parte della sua vita dal 1915 fin quasi alla vigilia della sua morte.
Sofia donò tutto il suo tempo e tutta se stessa al prossimo (con un coinvolgimento personale diretto anche in situazioni estreme), in particolare a quello provato dalle guerre, dai campi di concentramento (sofferti in prima persona), dalla malattia, con una dedizione totale, a tal punto che la sua esistenza è stata letteralmente un “essere per gli altri”.
La sua lunga vita attraverso le grandi tragedie del Novecento – le due guerre mondiali, i lager e i totalitarismi – ne costituisce una piccola ma singolare chiave di lettura, in positivo: uno splendido esempio di come il male (enorme o piccolo) non si debba subire ma contrastare con il bene compiuto.
Dalla Prefazione di don Giuseppe Tuninetti
Giancarlo Chiapello
Nato a Torino il 30 agosto 1974, residente a Moncalieri (To).
Fin da giovane impegnato nel volontariato parrocchiale nel servizio dell'animazione dei giovani e nell'organizzazione di attività oratoriane si occupa anche della formazione degli animatori.
La passione per la politica, intesa come un'alta forma di esercizio della carità, l'ha portato negli anni ad essere impegnato nella dirigenza locale e provinciale del Partito Popolare Italiano ed eletto nel 2002 consigliere comunale di Moncalieri dove ha ricoperto le cariche di capogruppo e presidente della Commissione consigliare permanente cultura, giovani, infanzia, pari opportunità.
Rieletto nel 2010, è attualmente capogruppo dei Popolari oltre che segretario popolare cittadino e regionale. È stato negli anni responsabile dei giovani popolari dopo lo scioglimento del PPI e responsabile nazionale sia propaganda e studi sia organizzativo del movimento laico di ispirazione cristiana «Italia Popolare» fondato da Alberto Monticone, ex presidente nazionale dell'Azione Cattolica. Fondatore del Centro Studi Sociali «Mario Becchis».
Oltre ai libri curati per Effatà, ha pubblicato Mario Becchis, il Sindaco intellettuale, ed. Iniziative Editoriali (Moncalieri, To).
La doppia cittadinanza interpella i cristiani fin dalle origini, in quanto, a partire dal Vangelo, sono chiamati da un lato a mantenere un senso di concretezza, abitando la storia, dall'altro a rivolgere lo sguardo altrove, verso il Padre, in un costante atteggiamento di affidamento e sequela.
Queste pagine, soffermandosi su due linee portanti - una antropologica e l'altra cristologia -, ci accompagnano lungo un percorso di lectio che va dal libro della Genesi per concludersi con l'Apocalisse. L'autrice, attraverso il commento e la meditazione dei passi biblici, ci interpella e ci guida nella comprensione di come viviamo la doppia appartenenza, a partire dal nostro rapporto con la storia, gli altri, la gestione del denaro, la relazione con il corpo, il tema delle cose ultime, gli affetti e, soprattutto, il nostro vivere in una tensione costante tra il "qui" e l'attesa del Regno, della Gerusalemme celeste.
«A quel tempo si cominciò a invocare il nome del Signore » (Gen 4,26). Non da subito, quindi, ma solamente a un certo punto della propria storia gli esseri umani iniziano a invocare il nome del Signore. È un nuovo modo di comprendere se stessi, il proprio ruolo nella storia e le conseguenze che comporta l'assenza di Dio dal proprio orizzonte. Invocarlo significa sentirne ora dolorosamente la mancanza. Questa sorprendente notazione dei racconti biblici annuncia il tema della ricerca di san Giovanni della Croce: la coscienza mistica. Ad essa appartiene tutto quanto ha a che fare con la sorpresa di ciò che ha avuto inizio, e in particolare l'esperienza originaria della libertà, che conduce l'uomo a partecipare della capacità generativa: agendo, egli crea nuovi fatti storici. Questo volume è legato al precedente (dedicato a Dietrich Bonhoeffer) nel progetto di esplorare il travaglio della libertà confrontandosi con due autori tra loro distanti nel tempo, ma non nello spirito.
Un genio del nostro secolo che non si è mai occupato di religione, ma ha inventato un modo di comunicare da cui sarebbe bene trarre spunto per essere convinti e convincenti nell'annuncio cristiano.
Il fondatore-guru della Apple ha colpito l'immaginario di milioni di persone, per le sue doti (e i difetti) personali e la creatività che hanno dato vita ad alcuni dei prodotti tecnologici più importanti di questi anni.