
Rivista trimestrale di Sacra Doctrina, n. 1/gen-mar 2008. Appunti sulla formazione della prima scuola tomista (sec. XVI).
Rivista quadrimestrale n. 49/gennaio - aprile 2008. Cristocentrismo e storia. L'uso dell'anagogia nella cristologia di Hans Urs Balthasar.
«Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio» è questa l’affermazione centrale del dialogo tra l’imperatore di Costantinopoli, Manuele II Paleologo, e il maestro persiano suo ospite. Questo dialogo, avvenuto ad Ankara intorno al 1391, è tornato alla ribalta grazie alla citazione che Benedetto XVI ha fatto nel famoso discorso tenuto all’Università di Ratisbona il 12 settembre 2006.
In seguito a questo intervento si sono moltiplicati gli scambi culturali tra intellettuali cristiani e intellettuali islamici, e anche i non credenti si sono interrogati sul rapporto esistente tra Dio e la razionalità umana.
Questo libro si apre con il testo integrale del discorso di Benedetto XVI all’Università di Ratisbona; prosegue con tre contributi, di Carlo Caffarra, Angelo Scola e Giuseppe Barzaghi, che sottolineano alcuni aspetti del dialogo e, in particolare, trattano del rapporto tra Dio-Logos rivelatosi in Cristo e la ragione umana.
Quindi, è riportata la traduzione italiana del famoso dialogo tra Manuele II e il suo maestro persiano. Le affermazioni più decisive che se ne traggono sono che: 1) non ha senso professare una fede sotto la minaccia della violenza; 2) è riconosciuta la ragionevolezza della libertà religiosa e il fondamento di qualsiasi dialogo.
Con la storia di Pier, un pesciolino rosso che vuole fare sempre di testa sua, il bambino vie ne guidato con la fantasia ad approfondire le sue conoscenze scientifiche, e a riflettere sui valori fondamentali dell’amicizia, del la lealtà e del rispetto per gli altri.
Thomas Crean si confronta con passione e criticamente con le tesi esposte nel bestseller di Richard Dawkms "L'illusione di Dio". Dawkins presenta Gesù di Nazaret allo stesso tempo come una artificiosa illusione e come tracotante personaggio storico, presenta i Vangeli come inattendibili e come i prodotti logici e credibili di menti vanagloriose per un mondo fondato tanto sul materialismo quanto sull'idealismo, in cui i fatti, pur documentati storicamente, sono spesso falsificati come fantasiose e deliranti congetture. Crean smonta le tesi dì Dawkins, non si ferma ai luoghi comuni, ma sceglie di percorrere con intelligenza i sentieri della verità umana e divina, per ridonare alla persona umana la chiara consapevolezza della sua dignità e della sua più autentica e profonda vocazione.
E' l'indiscusso capolavoro di Tertulliano e anche una delle opere piu' significative della letteratura latina.
Thomas Crean si confronta e critica con passione le tesi esposte nel bestseller di Richard Dawkins L’illusione di Dio. Dawkins presenta Gesù di Nazaret come tracotante personaggio storico che genera artificiose illusioni. Sostiene che i Vangeli sono inattendibili poiché – a suo dire – frutto di menti vanagloriose, risultato di falsificazioni fantasiose e di insensate congetture. Dawkins ritiene che la religione sia in sostanza una grossa allucinazione che provoca un danno psicologico, intellettuale e sociale e si propone l’obiettivo di spazzar via quelle che lui considera le nebbie di un’educazione paurosa, cieca e infantile.
Crean smonta elegantemente, con competenza, sicurezza e ironia, le tesi di Dawkins. L’Autore non si ferma ai luoghi comuni, ma sceglie di percorrere con intelligenza i sentieri della verità umana e divina, per ridonare alla persona umana la consapevolezza della sua dignità e della sua più autentica vocazione. Si scopre che le tesi di Dawkins sono non solo, storicamente e dottrinalmente, farraginose, superficiali e infondate, ma sono più di tutto contraddittorie.
L'Autore, dopo una cruda fotografia della vita di impresa, ricerca quali sono i modelli etici prevalenti nel fare impresa oggi e ne svela i limiti dell'etica procedurale e contrattualistica.
Protagonista è il primo agonista. Così l’idea può andare. Ma se si intende uno che a tutti i costi vuole occupare la scena senza alcun diritto o qualità, allora - lo si dice, no? - è puro e semplice protagonismo. In buon milanese, questo tale non è un protagonista ma un baüscia! Il primo agonista è Cristo perché entra come Il Primo nell´Agone. Egli è nell´Agone Glorioso dall´Eternità: dalla stessa fondazione del mondo (Ap 13,8). Come noi entriamo in questo agone? Stando nella scia di Cristo vittorioso (Seguimi! Gv 21,22): lì si è certi della vittoria (Gv 16,33), ma non si vede nulla se non le spalle di Cristo. La fede è questo trascinamento, coinvolgimento nella scia di Cristo vittorioso (1 Gv 5,4). E´ proprio in questa «scia» che sta il segreto della invisibilità e della certezza della fede. E´ ciò che Dio aveva detto a Mosè, per indicare l´esperienza della sua Gloria: vedrai le mie spalle (Es 33,23).
Questa certezza nell´invisibile affidamento è la fede teologale. Entrare nella scia e nell´agone di Cristo non significa entrare da violenti nella violenza, ma entrare nel dolce giogo che assimila alla leggerezza di un atleta divino. Lo scenario dell´anima cristiana è il luogo dell´agone e il contemplativo è l´atleta assimilato a Cristo: il Primo Agonista.
Occorre un capovolgimento psichico per accorgerci di ciò che sta alle spalle del meraviglioso e del tempo. Lì l´anima si atteggia simbolicamente come balena che contempla la profondità, come passero ricercatore, come delfino studioso e come aquila che contempla dall´alto. Si deve cominciare a passeggiare nel microcosmo che è l’anima, per trovare le radici della bellezza del macrocosmo che è il mondo. Il nuovo scenario è più intenso e profondo. Nel colpo d’occhio di un’intuizione senza tempo, appare la geografia dell’anima. E l’esploratore dell’anima si trova sui sentieri del Paradiso e sulle tracce del divino. I paesaggi dell’anima sono cristiformi. La bellezza è il modo con cui le cose cadono nello sguardo dell’esteta e la vita cristiana è un’estetica assoluta. Lo sguardo cristiano è trasfigurante: vedendo l’universo in se stessa, l’anima cristiforme manda a quel paese gli arrivisti girovaghi. Ed è la fine del mondo.
Questo libro parla d'amore in termini semplici, pratici e concreti. Raccolta di riflessioni e proposte per imparare ad amare.