
Da sempre il male è un problema che tormenta la mente e la coscienza dell’uomo; un enigma che accompagna in modo inquietante la nostra vita. Che cos’è il male? Perché esiste il male? Ha una causa?
Il male come si rapporta al bene? Se esiste Dio, che è il Bene assoluto, come può esserci il male? Quale rapporto c’è tra il male e la divina provvidenza? Il male può avere un fine positivo?
Il presente studio intende illustrare il pensiero filosofico-teologico di Tommaso d’Aquino, nella persuasione di trovare nelle sue sapienti risposte una qualche luce al mistero del male.
«È in sostanza un problema di libertà. La libertà è come la verità: si conquista, e quando si è conquistata, per conservarla, si riconquista. È un perenne gioco dinamico, come la vita, nel quale perdono quei popoli che non l’hanno mai apprezzata abbastanza per difenderla, e non ne hanno saputo usare per non perderla».
«Nel campo economico possiamo affermare che nessun altro Paese libero ha creato tanti vincoli all’iniziativa privata come l’Italia, e in nessun Paese libero sono stati sviluppati – come in Italia – monopoli privati e pubblici. Ho letto più volte che è un errore, nel procedere a riforme sociali preoccuparsi delle leggi economiche, delle quali si arriva a negare la validità e l’importanza. Ma i riformatori sociali dovrebbero essere i primi ad esigere il rispetto delle leggi economiche».
«Solo il rispetto per la libertà individuale ci libererà dalla fatale china di uno Stato che deve fare tutto, provvedere a tutto, rilevare tutte le iniziative e farle sue». «Bisogna puntare alla formazione. Scuole serie, scuole numerose, scuole che insegnano anche senza dare diplomi, al posto di scuole che danno diplomi e certificati fasulli a ragazzi senza cultura».
«Diritti e doveri sono correlativi, non si dà un diritto senza un dovere corrispondente. L’operaio ha diritto al giusto salario, ma ha il dovere di fare il lavoro bene. Il cittadino ha il diritto di essere governato bene, ma ha il dovere di inviare ai posti pubblici elettivi persone moralmente integre e politicamente preparate. In una parola occorre moralizzare la vita pubblica».
«Lo Stato non immunizza il male né lo tramuta in bene; fa subire ai cittadini gli effetti cattivi delle azioni disoneste dei propri amministratori, governanti e funzionari». «Ma l’immoralità pubblica non è caratterizzata solo dallo sperpero del denaro, dalle malversazioni e dai peculati. Applicare sistemi fiscali ingiusti o vessatori è immoralità; dare impieghi statali o di altri enti pubblici a persone incompetenti è immoralità; aumentare i costi di impiego senza necessità è immoralità; abusare della propria influenza nell’amministrazione delle giustizia, negli esami dei concorsi pubblici, nelle assegnazioni di appalti è immoralità». «Perché la moralizzazione della vita pubblica é il miglior servizio che si possa fare alla Patria nostra».
Il volume si compone di tre Parti.
La Prima, intitolata Luigi Sturzo: fede nella libertà, fiducia nell´avvenire, è un affasciante saggio di Marco Vitale sulla vita, gli ideali e le opere realizzate da Sturzo tra il 1899 e il 1959. Marco Vitale, economista d’impresa di grande autorevolezza e fama internazionale (www.marcovitale.it), è anche ideatore, promotore e proprietario della pièce teatrale.
La Seconda, intitolata Libero e forte, è la pièce teatrale scritta da Alfredo Rivoire, e andata in scena la prima volta a Milano il 15 maggio 2009. Tale rappresentazione è riprodotta nel DVD allegato al libro.
La Terza è una sezione illustrata con molte fotografie storiche e a colori, che in modo molto agile ci fanno ripercorrere anche visivamente quell´avventura che è stata la vita di Sturzo.
La filosofia è riflessione scientifica sull'esperienza umana universale e con le sue risorse naturali può conoscere qualcosa di Dio a partire dalla conoscenza del mondo. La teologia, invece, è riflessione scientifica sulla fede: si costruisce in rapporto all'evento della rivelazione divina, presuppone la fede in Cristo e si fonda sui dogmi definiti dalla Chiesa. Oggi la catechesi e l'evangelizzazione devono fare i conti con una cultura dominante che, intenzionalmente, confonde il discorso filosofico su Dio e la religione, da un lato, con il discorso teologico, dall'altro. Il presente trattato tenta di fornire gli strumenti epistemologici per superare questa confusione, fornendo un'accurata definizione della natura e del metodo della filosofia e di quelli della teologia. l trattato spiega anche come la teologia, per servire la verità soprannaturale rivelata da Dio, debba tener conto della verità razionale che può essere raggiunta dall'uomo con la filosofia, a condizione che questa abbia seguito correttamente il suo proprio metodo. Sulla scorta di questi precisi criteri epistemologici, vengono analizzati anche i più significativi esempi di feconda collaborazione tra filosofia e teologia nella storia del cristianesimo. Quindi vengono commentati dettagliatamente i documenti del Magistero sulla funzione ecclesiale della teologia e sul ruolo della filosofia nella ricerca teologica.
Da molti anni ormai mi sono convinto che gli angeli esistono. Questa convinzione non viene da un’impostazione teologica, ma si è andata formando in me lentamente, dal basso, per così dire, osservando la vita e gli esseri umani. Ignoravo che sugli angeli esistesse una letteratura sterminata, religiosa e filosofica, anche contemporanea. Sono rimasto colpito quando ho visto che «The Economist» del 20 dicembre 2008 pubblica un articolo di ben tre fitte pagine intitolato: Angels, con sottotitolo: Angels are notable for their trespassing into the modern world. (...) La riflessione sull’esistenza degli angeli nasce dalla mera osservazione di quante persone cattive, corrotte, amorali, distruttrici, incapaci e idiote mi capita di incontrare ogni giorno, e dalla connessa, spontanea domanda: ma come è possibile che nonostante tanto male, il mondo vada avanti e, talora, anche abbastanza bene? (...) C’era però ancora un punto importante che dovevo sistemare. Per la tradizione cristiana, ebraica e musulmana, gli angeli sono creature invisibili, immortali, di natura spirituale e non corporale. Invece gli angeli che io vedevo erano uomini e donne in carne ed ossa, concrete, ordinarie, anche se in essi si notava qualcos’altro di non visibile. La conferma alle mie idee l’ho poi trovata. Dunque la via è aperta.
Marco Vitale
Ci voleva un economista, nel solco della più nobile e autentica tradizione di questa scienza fatta per l’uomo, con l’autorevolezza di chi sa affrontare la realtà in modo pragmatico, per ridarci un po’ di respiro in quest’epoca in cui il mito del più forte si sta imponendo anche nelle forme estreme del bullismo e della sopraffazione. Marco Vitale raccoglie i ricordi di alcuni “angeli” incarnati in persone vere e reali che ha incontrato nella sua vita e li descrive con tratti semplici e struggenti. (...) Gli Angeli nella Città dà sostanza ad una verità incontrovertibile – che invano si tenta di nascondere esaltando la dimensione oggettiva di un mercato senza volto e senz’anima, che conta solo sull’onnipotenza della tecnica –. E cioè che la forza per andare avanti, per andare “oltre”, sta nella persona umana, nella soggettività interiore, nelle qualità di uno spirito generoso, sensibile, solidale con l’altro, in cui competenze e umanità si fondono. Gli angeli raccontati da Marco Vitale sanno cogliere l’essenziale, rifiutano i formalismi, trasformano le minacce in opportunità, le preoccupazioni in contesti sereni, le fragilità in energia benefica. Prendono a cuore le esigenze dell’altro, gli infondono fiducia, lo accompagnano con naturalezza nel superare i limiti della paura, della disperazione, della sofferenza, della solitudine, dell’insicurezza. Gli stanno vicino. Stanno con lui. E questo “stare con” è l’architrave di tutto.
Dalla Prefazione di Angelo Ferro
Dio dimora in noi, con noi. Questa verità di fede è una convinzione pervasiva e profonda, ovunque presente nell’Europa Occidentale, tra la fine del XII e la prima parte del XIII secolo. Anche l’avventura spirituale di Francesco di Assisi si sviluppa nel segno vivificante della Santa Trinità. Francesco sperimenta come Essa sia intimamente presente nei recessi del suo cuore.
Qui lo Spirito Santo forgia Francesco ad immagine del Figlio Unigenito dell’Altissimo Padre, resosi nostro fratello nell’umiltà dell’Incarnazione. Una verità disattesa, e forse sorprendente per molti, dato che solitamente si pensa al Poverello soltanto rapito davanti al Natale di Greccio e alle stigmate ricevute a La Verna.
Nella mitezza e nella povertà della sua vita, Francesco è una “terra diventata cielo”, abitato e trasfigurato dalle tre Persone divine. In queste pagine scopriamo che l’inabitazione trinitaria è il centro nascosto della sua vita in Dio e con Dio.
Nella cultura contemporanea è largamente diffusa l’opinione secondo la quale sarebbe impossibile stabilire una qualsiasi relazione tra verità e mistero.
L’impossibilità deriverebbe per un verso dalla convinzione che esistono molte ipotesi di verità, generate da culture e persone diverse, tutte valide e non giudicabili con categorie esterne all’ambito di appartenenza, e per l’altro dalla asserita inconoscibilità del mistero. Sarebbe quindi necessario ammettere la pluralità e non unicità del fatto religioso e la sua separazione dal problema della verità.
Il rapporto tra verità e mistero e le questioni inerenti alla compresenza di differenti religioni sono temi attuali, ma non nuovi: la cultura tardo-antica li aveva già affrontati. La cultura classica, infatti, si era posta la domanda sulla verità. Il cristianesimo ha affermato la presenza della verità determinando l’esigenza di mutamenti nelle prospettive dei culti esistenti e nella formulazione di teorie sulla religione.
Il dibattito culturale dei primi secoli della nostra era può dunque offrirci preziosi spunti di riflessione per una migliore comprensione del nostro presente.
«La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda» Gv 6,55.
L’Eucaristia è il mistero in cui riceviamo Cristo che, con l’evento della passione e della morte si è offerto per noi. Riceviamo il suo Corpo consegnato sulla croce e il suo Sangue «versato per molti, in remissione dei peccati» Mt 26,28.
Con il metodo delle domande e risposte, questo sussidio per la catechesi esordisce introducendo agli aspetti fondamentali del sacramento e alle verità di cui consiste; racconta, quindi, i miracoli eucaristici accaduti nel corso di venti secoli; mostra infine la testimonianza dei cristiani esemplari, i martiri e i santi. Introduce il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, con una lettera personale.
Questo piccolo libro segue quello sulla Confessione (Piccolo catechismo sul sacramento della Penitenza) e precede quello sulla Cresima (Il sacramento della Confermazione). È pensato per aiutare i ragazzi a vivere consapevolmente il sacramento che chiedono.
Testo con illustrazioni a colori.
Terza edizione.
La dottrina dei dodici apostoli è una breve e chiara esposizione della fede cristiana; un piccolo catechismo e insieme una raccolta di norme liturgiche e disciplinari. È un testo antichissimo – redatto forse in Siria verso il 50-60 d. C. – che mostra di non conoscere i Vangeli nella loro versione attuale, in quanto successivi.
Ci dà informazioni preziosissime sulle prime comunità cristiane. Tratta della formazione dei catecumeni e dei missionari; della scelta dei vescovi e dei diaconi; dei rapporti interni alle giovani e piccole Chiese; dell’importanza del lavoro svolto con serietà e impegno; della responsabilità data e richiesta all’assemblea dei fedeli.
Di massima importanza sono i brani relativi al battesimo, all’eucarestia – che aveva ancora una forma molto diversa dall’attuale – e all’agape fraterna, che all’epoca precedeva l’eucarestia.
Non conosciamo il suo autore. Il testo integrale è stato scoperto solo alla fine del 1800, all’interno di un manoscritto ritrovato a Gerusalemme. Ma l’Opera era già nota a causa delle citazioni che ne avevano fatto i Padri della Chiesa; segno che essa era, già nei primi secoli, molto diffusa per la sua autorevolezza.
La beneficenza è un dovere della vita cristiana, che ha come origine e modello la beneficenza di Dio per noi. L’amore del prossimo, infatti, ha come sua ultima radice l’amore di Dio, ossia la benevolenza di Dio per noi manifestata nella sua opera di salvezza.
Partendo da questi fondamenti teologici contenuti nella Sacra Scrittura, Cipriano espone le ragioni, la necessità e le modalità delle opere di carità, che hanno una dimensione personale ed ecclesiale.
La bontà di Dio ci ha fatto dono della salvezza in Cristo tramite il battesimo,ma ci offre un ulteriore mezzo di purificazione e di guarigione dai nostri peccati tramite la beneficenza e le elemosine, i cui vantaggi spirituali sono molteplici. Del resto, la generosità verso il prossimo è generosità verso Dio, poiché quanto è donato al povero e al bisognoso è donato a Dio.
Non si può dimenticare, infine, che il giudizio che Cristo pronuncerà sulla nostra vita verterà sull’amore che avremo negato o donato ai fratelli.
Con il metodo delle domande e risposte, questo sussidio per la catechesi presenta gli aspetti fondamentali del sacramento della penitenza: l'esame di coscienza, il dolore di aver peccato, l'accusa delle proprie colpe, l'assoluzione e la penitenza sono letti alla luce dell'amore che Dio ha per la persona umana e che si manifesta in particolare nel dono della grazia santificante. Ampio spazio è dedicato alla spiegazione di alcuni brani evangelici nei quali Gesù stesso perdona i peccatori o manifesta la misericordia del Padre. Sono raccontanti anche episodi e testimonianze tratte dalla vita di alcuni santi per illustrare il loro rapporto con il sacramento della penitenza. Questo libro illustrato segue quello sull'Eucaristia (Piccolo catechismo eucaristico) e quello sulla Confermazione (Il sacramento della Confermazione). È pensato per aiutare a vivere con consapevolezza e fede il perdono e la misericordia di Dio. Introduce il Cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, con una lettera personale.

