Un aiuto per affrontare l'esperienza del «fine vita» personale e di familiari e amici che assistiamo: le risposte delle grandi religioni, della medicina e infine indicazioni pratiche che nascono dall'esperienza sul campo.
Un invito a entrare nel mondo biblico, popolato di famiglie, di storie d'amore e di crisi familiari e a lasciarsi conquistare dal fascino di queste narrazioni. L'autore si focalizza su sette coppie bibliche, ne scruta e osserva le dinamiche di relazione e interpella il lettore sul suo desiderio di amare ed essere amato. I riferimenti biblici sono arricchiti da continui rimandi alla vita di san Francesco e dall'esperienza concreta di sette coppie di oggi, giovani e meno giovani del ventunesimo secolo, che narrano la loro vicenda coniugale. Le sette coppie bibliche oggetto di lettura: Adamo ed Eva, Shelomoh e Shûlammît. Abisag e Davide, Gomer e Osea, Gesù e la donna samaritana, Gesù, Marta e Maria, Maria e Giuseppe.
La vita di Francesco viene illustrata e anche vissuta da Stefano Nava: ci prende per mano e ci porta lontano, in un tempo che è anche il nostro. Prezioso volume che disegna Francesco con schizzi e poesia, che fa desiderare di assomigliare un poco, almeno un poco, a santo Francesco. Ci ricorda che è possibile e vero il tenero abbraccio tra un Dio che profuma di mandorlo e un uomo, ogni uomo, che odora di polvere.
Nella sua terza esortazione apostolica (Gaudete et exsultate) papa Francesco, come il santo di Assisi di cui porta il nome, ha sposato la missione di riparare la Chiesa con una riforma spirituale fatta di parole (e scritti) gesti e sentimenti (passioni, urgenze). Papa Francesco cita il Rosario come una via di santità. Ecco allora questo sussidio con le meditazioni tratte dalla "Gaudete et exsultate" per far risuonare la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale. Una santità della porta accanto (GE 6-9) cercata nelle persone a noi vicine e vissuta nella vita ordinaria.
Romanzo biografico su santa Elisabetta d'Ungheria, donna affascinante sia nei suoi aspetti freschi e gioiosi, sia nei suoi lati più bui e sofferti. La sua santità è la faticosa ricerca di equilibrio tra forze contrastanti, impersonate dalle sue guide spirituali: da una parte la letizia e l'entusiasmo dei francescani; dall'altra il cupo rigore e il gelido fanatismo di Corrado di Marburgo incapace di apprezzare la squisita bellezza del fiore che coltiva. La protagonista e i personaggi principali sono pennellati con vigore, così come il contesto storico: la potenza crescente dei langravi di Turingia e Sassonia, l'ascesa dei Cavalieri Teutonici, gli inizi del francescanesimo, la crociata e l'imperatore Federico II.
Odorico da Pordenone (1265-1331), francescano dei frati minori, compì uno dei viaggi più sorprendenti del medioevo: da Venezia a Trebisonda, dall'Asia Minore per mare raggiunse l'India, Sumatra, Giava, Indocina e Cina fino a Khanbaliq (Pechino) e ritorno via terra. Dal 1318 al 1330. Il suo viaggio di andata durò otto anni e, dopo aver trascorso tre inverni a Pechino, tornò in Italia, a Padova, dove trovò ospitalità nel convento della Basilica del Santo. Qui dettò le sue "favolose" memorie, una Relazione del suo lungo viaggio in Oriente che testimonia incontri, relazioni, usi e costumi a volte "impossibili" da credere. Luca Salvagno, uno dei maestri del fumetto italiano, ha ritratto la storia del beato Odorico da Pordenone con una narrazione scenografica, descrizioni leggendarie, privilegiando volti e luoghi straordinari di un mondo lontano. Età di lettura: da 11 anni.
Quando si sceglie di diventare preti è sempre forte e anche prioritario il desiderio di vivere quale pastore tra le pecore, inebriandosi del loro «odore», direbbe papa Francesco. Ma poi quando l'«ordinazione» ti ci getta in mezzo ben presto si scoprono come ostacoli e opposizione le incombenze amministrative e burocratiche delle parrocchie. I più avveduti e «aggiornati» si attorniano di (bravi e validi) collaboratori laici, ma ugualmente codici e regolamenti ti sbattono contro responsabilità ancora indelegabili. Si deve corre più per quelle faccende che per la gente. Fino a quando poi qualcuno va a perdere del tutto non solo «l'odore delle pecore», ma anche la passione per il proprio ministero. «CredereOggi» stavolta si fa carico di questo tema, che interessa i parroci, i preti (e diaconi) certamente, ma non solo. Infatti se molti laici capissero questa difficoltà diverrebbe per loro molto evidente che la parrocchia non può funzionare con queste remore o, peggio, se la si bazzica come un ufficio pubblico (per documenti) o come spazio «indisturbato» per sbrigare alcune faccende «spirituali» tramandate dai propri avi. Facile dire: siate preti e non funzionari!; siate pastori e non amministratori! Facile criticare: il parroco non molla l'osso... se poi è impossibile anche solo delegare responsabilità (non solo amministrative). La rivista cerca di evidenziare e analizzare il problema giuridico e teologico sotteso a queste questioni «amministrative», indicando possibili diverse impostazioni possano prepararne il superamento.
Storia “a strisce” di san Francesco di Assisi, fumetto pubblicato a puntate sul “Messaggero dei ragazzi” da ottobre 2015 ad agosto 2017, 140 tavole qui raccolte in un unico volume. Maurilio Tavormina, autore di testo e immagini, è un giovane e originale fumettista capace di raccontare l’avventura di Francesco senza mai rivelarne il volto.
Con rigore storico, fedeltà alle fonti e uno stratagemma narrativo ci fa conoscere la vita del Santo attraverso le peripezie di una banda di piccoli amici, capeggiati niente meno che dal nipote stesso di Francesco, Piccardo (personaggio storico).
Un'agenda che ha come tema "la nostra fede fondata su quella degli apostoli". Giorno per giorno il messaggio degli apostoli racconta le loro grandezze e i loro limiti, indica che c'è posto per ogni uomo nella casa di Dio, in terra come in Cielo.
Il Novecento è stato il secolo di Auschwitz e della violenza. Le guerre hanno contato milioni di morti, e l’umanità si è rivelata in grado di distruggere il pianeta che la ospita. Eppure nel secolo scorso la sicurezza non era quell’ossessione che oggi offusca lo sguardo. Ci siamo risvegliati dall’illusione del progresso e delle sue magnifiche sorti, scoprendoci aridi di pensiero e privi di futuro. In un presente pieno di insidie, l’incertezza si tramuta in paura, e la paura in aggressività.
Per dare una nuova possibilità all’umanesimo occorre fare i conti con le grandi tragedie del Novecento. E nell’elaborazione del passato trovare le ragioni di un cambio di paradigma, capace di far propria la cultura del limite e la forza della nonviolenza. Occorre trasformare l’idea di sicurezza: non difesa dagli altri, ma cura dello stare assieme.