
Tra il 1219 e il 1220, da un capo all'altro di un Mediterraneo che ancora sembra unire più che dividere, tra Italia, Portogallo e Marocco, le vicende di alcuni uomini e donne stavano indelebilmente per sovrapporsi: il manipolo dei cosiddetti cinque protomartiri francescani (Berardo, Pietro, Ottone, Accursio e Adiuto), un canonico agostiniano portoghese di nome Fernando, destinato alla fama con il nome francescano di Antonio di Padova, e lo stesso san Francesco d'Assisi. Il libro racconta, approfondendone vari aspetti, di questa storia, attraverso il contributo di vari autori.
Duemila anni fa – come del resto in tutti i tempi – le donne palestinesi ricevevano tanti elogi da parte dei loro innamorati: si veda il Cantico dei Cantici. Elogi, ma… non molti spazi nella vita sociale. Gesù ribaltò la situazione: “scandalosamente” attento e disponibile nei confronti degli ultimi, degli esclusi e dei peccatori, lo fu molto di più con le donne. Fu amico di Marta e Maria, sorelle di Lazzaro. Incontrò una prostituta, la chiamò per nome ed ella divenne “donna”. Fece della Maddalena la prima testimone della Risurrezione… Nel corso poi di due millenni,
ovunque sceglie donne che accettano di andare controcorrente, di spogliarsi di tutto per seguirlo e le arricchisce di sapienza e di fede, le rende capaci di amare in modo appassionato e di affrontare perfino il martirio pur di perseguire il loro ideale e di contribuire al bene comune.
Ascolto attivo: che cosa significa? Da dove viene questa espressione? Che cosa lo specifica rispetto all'ascolto comunemente inteso? C'è qualche relazione tra l'ascolto attivo e il religioso ascolto di cui parla "Dei Verbum"? L'ascolto attivo ha un ruolo nella vita di fede? E quale posto occupa nella riflessione e nella pratica pastorale? Intorno a tali domande si sviluppa la ricerca presentata in questo libro.
Nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam il testo sacro fondatore è stato scritto da uomini e per millenni commentato solo da uomini, anche se il rapporto fra Dio e le donne si pone all’origine di ogni tradizione religiosa. Occorre arrivare alla seconda metà del Novecento per trovare delle donne commentatrici dei testi sacri. Una rivoluzione che per ora interessa più il cristianesimo e l’ebraismo che l’islam, ma ugualmente un mutamento ormai irreversibile e foriero di un ritorno alle origini delle religioni quando l’immagine femminile trovò ampio spazio e ascolto poi frenato e soffocato dal loro radicarsi in culture patriarcali. Nonostante tali millenarie cecità, il femminile resta il custode del mistero, del futuro, dell’infinito, del sacro. Bisogna attendere Gesù di Nazareth per rinvenire un cambiamento: nuova è la sua apertura alle donne, speciale e innovativo il suo particolare modo di rapportarsi al femminile. Le donne divengono portatrici protagoniste di un messaggio, non solo simboli muti e passivi del trascendente. Da qui in poi le cose cambiano. Ecco un saggio di queste diverse modalità di approccio al femminile e del dis-equilibrio ancor troppo contrastato con un maschile inquieto e in crisi.
Ali Ahmed Al Malahi Abdulrazzag, imam della moschea di Genova. Furio Aharon Biagini, ricercatore e docente di storia dell’ebraismo presso l’Università del Salento. Michela Marzano, filosofa, saggista, ricercatrice presso il «Centre national de la recherche scientifique» dell’Université Paris Descartes (Parigi). Lucetta Scaraffia, storica, giornalista, membro del «Comitato nazionale per la bioetica». Panaghiotis Ar. Yfantis, Università «Aristotele» di Salonicco (Grecia) - Istituto di studi ecumenici «San Bernardino» (Venezia).
Com’è cambiato l’uso del cibo nella post-modernità C’è ancora un posto a sedere per il rito della tavola? E quali gli effetti nell’universo relazionale e simbolico, religioso dell’uomo? Queste ed altre le domande affrontate nel presente saggio, godibile, appassionato. L’autore preferisce «la sfida di uno sguardo che contempla la vita di una città che parla di Dio, ed è abitata profondamente da lui». Un valido esempio di riflessione teologica per l’oggi.
Vito MIGNOZZI, presbitero della diocesi di Castellaneta (TA), è preside della Facoltà teologica pugliese presso la quale è docente ordinario di ecclesiologia e di teologia dei sacramenti. Tra le sue pubblicazioni: Come un sacramento. Uno stile per essere Chiesa oggi (2011), Cattolicità (2012), Commento ad Apostolicam actuositatem (2019), Ecclesiologia (2019). Ha al suo attivo una serie di studi su temi a carattere prevalentemente ecclesiologico, pubblicati in diverse riviste specialistiche.
Per conoscere le origini lontane dell'astrologia e dell'inveterata idea che le stelle condizionino il destino dell'uomo.
Saggio sulla relazione tra l’alimentazione quaresimale del santo calabrese san Francesco da Paola e il suo rapporto armonioso con la natura. San Francesco da Paola, meno conosciuto di Francesco d’Assisi, ha manifestato una notevole sensibilità ecologica: eremita calabrese del XV secolo, taumaturgo, riformatore della Chiesa, paciere tra le nazioni europee del tempo, fondatore di un ordine religioso ancora esistente: l’Ordine dei Minimi. Questo libretto presenta e attualizza in modo semplice e divulgativo il rapporto con la natura di questo straordinario eremita: la sua vita nelle grotte e nei boschi, la sua conoscenza delle erbe, il suo rapporto con il mare, la relazione tra la sua alimentazione di strettissimo magro – oggi diremmo “vegana” – e la sua mitezza con gli animali. Anche san Francesco da Paola, come i più grandi mistici, è arrivato all’amore universale verso tutte le creature.
Daniele DE ROSA è nato nel 1980 ad Arzignano (Vicenza). È presbitero della diocesi di Vicenza dal 2008. Ha conseguito il baccellierato in teologia presentando l’estetica teologica di H.U. von Balthasar. Dal 2017 è parroco dell’unità pastorale di Roncà. Ha al suo attivo le pubblicazioni: Chesterton. La sostanza della fede (2017), San Francesco di Paola. Il profeta dell’essenziale (2015), San Francesco di Paola. Mistico e riformatore del suo tempo (2013).
Scrivere oggi di «cammini» e «pellegrinaggi» è rischioso: la bibliografia è ormai a dir poco sterminata (non c'è libreria che non abbia uno scaffale dedicato) e poi tra siti, blog attivi, riviste specializzate, serate a tema, ecc. c'è di tutto e di più. Da un punto di vista "confessionale", inoltre, il tema è stato da sempre visto come «pellegrinaggio» in senso stretto (e costretto) e sviscerato in tutti i modi. Moltissimi ormai «camminano», e ognuno s'è fatto la propria esperienza e ha maturato le proprie idee in proposito. Perché allora dedicare una monografia al tema? Perché paradossalmente manca del tutto una riflessione proprio in quello che ci coinvolge e ci compete: l'approfondimento teologico e spirituale (con annessi pastorali). In tal senso il fascicolo parte assumendo la categoria esodale per un nuovo discorso su Dio, un'adeguata teologia e quindi una pertinente antropologia ed ecclesiologia. Per dirla brutalmente: Dio non è un motore immobile. Ma cosa ci dice di lui il fatto che egli è "in movimento" (Deus viator)? Qual è in tal senso l'esperienza di Gesù? I cristiani, poi, dovrebbero essere «quelli della via» (At 9,2) e la chiesa (popolo in cammino) una comunità «in uscita» tra andare e stare... Insomma, se camminare rende liberi, rende anche più religiosi, più credenti, più cristiani, più fratelli, più umani...
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Le grandi tradizioni sapienziali affermano che senza consapevolezza della morte non c’è consapevolezza della vita. Oggi abbiamo completamente dimenticato quest’arte, eppure autorevoli studi scientifici confermano che ignorare la morte non ne allontana l’angoscia, semmai ne aumenta il terrore. In queste pagine l’autore propone l’attualità delle intuizioni di sapienti e profeti, santi e filosofi antichi: insegnano a non dimenticare la morte, a imparare ad amare la vita fino in fondo, e arrivare così forse a scoprire che la morte non esiste: esiste solo vita. Perché Tutto è Vita.
Destinatari
* tutti * familiari, volontari, pazienti, malati * formatori, medici
Autore
Guidalberto BORMOLINI, sacerdote e monaco, laureato alla Pontificia Università Gregoriana e dottorando in Teologia Spirituale presso l'Ateneo Sant’Anselmo a Roma. È docente al Master “Death Studies & the End of Life” dell’Università di Padova. Si occupa della formazione sui temi della spiritualità e del dialogo interreligioso nel fine vita presso numerosi Hospices, Asl e strutture ospedaliere. È fondatore e presidente di TuttoèVita Onlus.
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Sapere cos’è, qual è o chi è la sapienza non è facile. San Paolo parla di una sapienza che non è di questo mondo… Ma allora come va inteso il «pentateuco sapienziale» (Pr, Gb, Qo, Sir e Sap) oggi? Il fascicolo compie un percorso che riserverà al lettore delle sorprese interessanti a partire dalla rilevante esperienza di inculturazione testificata dall’intera letteratura sapienziale biblica. Dagli orientamenti della ricerca attuale si ricava, infatti, che ci sono nodi da sciogliere come l’identità stessa della sapienza (metafora o persona?), l’innegabile rapporto con la sapienza egizia e mesopotamica (quali dipendenze?), la sua contestualizzazione storica (testi atemporali?), la teologia stessa dei «saggi» da rivalutare in rapporto all’altra Scrittura e alla teologia “sistematica”, ecc. Che sia necessaria oggi una riconsiderazione complessiva del significato della sapienza, per la coscienza umana universale come fulcro stesso della vita e del pensiero, è ormai certo anche per superare le non poche dispute e fraintendimenti presenti nella stessa cristianità. Le risposte dei «saggi», infatti – e il fascicolo le lascia intendere –, sono diverse da quelle strutturate da certi esponenti di teologie congegnate su verità e valori indiscutibili; non sono detentori della verità, ma innamorati di Dio e della sua sapienza radicata nella creazione e nella vita: là dove Dio si fa incontro all’uomo.
Destinatari
* Tutti. * seminaristi, religiosi e religiose, educatori, formatori, catechisti, parroci, insegnati di religione, direttori spirituali, counselor, terapeuti
Autore
La rivista «CredereOggi» è pubblicata dalle «Edizioni Messaggero Padova» sotto la responsabilità dei Frati minori conventuali di sant’Antonio di Padova. Contributi di GIUSEPPE BELLIA - LUCA MAZZINGHI - SIMONE MORANDINI - DINH ANH NHUE NGUYEN - SERENA NOCETI - MARIA CARMELA PALMISANO - MARIAGRAZIA PAPOLA - SERAFINO PARISI - ANGELO PASSARO - SEBASTIANO PINTO - GERMANO SCAGLIONI - MARTINO SIGNORETTO.

