Cosa fanno i laici in parrocchia
Una ricerca e alcune riflessioni di G. Villata
L’incerta primavera araba
Il convegno internazionale della Fondazione Oasis nel racconto di M.E. Gandolfi
La Spagna divisa è unita sul papa
Il reportage di G. Brunelli e F. Strazzari da un paese che attende Benedetto XVI esitando tra laicismo e nazional-cattolicesimo
Una valigia di libri e di idee
L'inserto dei Libri del mese di luglio è impreziosito dalle informazioni bibliografiche di F. Ruggiero, M. Campedelli e A. Deoriti
Studio del mese
Tornare al Vangelo
S. Pintor e M. Semeraro sugli Orientamenti pastorali
Il volume, frutto di anni di presenza sul campo, è un viaggio nell'interiorità di quanti sono colpiti da diverse vulnerabilità fisiche, psichiche e spirituali. Propone un quadro rappresentativo e non esaustivo delle tante infermità. Lo strumento è ad uso di quanti si trovano a stare accanto a chi vive l'esperienza della sofferenza e quindi in particolare di operatori pastorali, volontari, medici, infermieri, assistenti sociali, cappellani negli ospedali, parenti e amici di chi è malato.
Ogni capitolo offre un itinerario per comprendere meglio le singole patologie, non tanto dal punto di vista medico, bensì dal punto di vista umano e spirituale. Presenta una descrizione della malattia, alcune dinamiche psicologiche ricorrenti, un riferimento biblico, una testimonianza o un colloquio con un paziente e alcune indicazioni pastorali. L'ultimo capitolo non tratta di una patologia specifica, ma del destino inevitabile di ogni essere vivente, vale a dire l'esperienza del morire, con alcune indicazioni sull'accompagnamento dei morenti.
«Addentrarsi nelle diverse mappe dei sofferenti significa capirne meglio le istanze, i pensieri e i sentimenti; accoglierne i disappunti, gli sfoghi e le speranze ed essere "compagni di viaggio", non tanto per portare loro le proprie certezze, risorse o il proprio Dio, ma per scoprire i valori, le risorse e il Dio che abita in ognuno» (dalla Presentazione).
ARNALDO PANGRAZZI è nato a Cles (Trento) nel 1947. Ha completato gli studi di teologia presso i gesuiti del Weston College di Boston e dopo l'ordinazione (1974) ha lavorato per sei anni al St. Joseph Hospital di Milwaukee, dove ha dato vita a gruppi di mutuo aiuto per malati di cancro, persone in lutto, familiari di suicidi, soggetti che hanno tentato il suicidio e genitori che hanno perso un figlio. Dal 1983 al 1989 è stato consultore generale dell'Ordine Camilliano, con il compito di animare il Segretariato per il ministero. Dal 1992 al 1998 ha coordinato il servizio di cappellania presso l'Ospedale Santo Spirito a Roma. Dal 1987 è docente di pastorale e di formazione pastorale clinica presso il Camillianum, ove è stato vicepreside dal 2000 al 2006. La sua tesi di dottorato è dedicata a L'enneagramma e l'antropologia cristiana: un modello per il mondo della salute. Dal 1998 è presidente dell'Associazione Italiana Enneagramma. Ha scritto una quindicina di volumi sui temi della malattia e di pastorale sanitaria, oltre a numerosi sussidi, articoli e contributi a dizionari ed enciclopedie.
Opera di riferimento per la sua originalità e precisione esegetica, il commentario di p. Aletti esamina e discute le recenti interpretazioni sull'organizzazione e i temi strutturanti la Lettera ai Colossesi. Ha quindi il merito di far progredire, e in modo determinante, in parecchi punti l'interpretazione del testo.
Oltre all'aggiornamento della bibliografia, di questa nuova edizione va segnalata la novità della parte conclusiva, in cui l'autore sintetizza i risultati della sua ricerca: i temi portanti della lettera, l'«errore» di Colossi, lo specifico teologico di Colossesi (l'uso di mysterion, le categorie soteriologiche, le motivazioni cristologiche), l'autenticità della lettera.
JEAN-NOËL ALETTI è docente di Nuovo Testamento al Pontificio Istituto Biblico di Roma, ove è stato anche decano. È noto per la sua competenza in narratologia; specialista di Paolo, tra le sue opere ricordiamo: Gesù Cristo: l'unità del Nuovo Testamento?, Roma 1995; La Lettera ai Romani e la giustizia di Dio, Roma 1997; presso le EDB ha pubblicato Il racconto come teologia. Studio narrativo del terzo Vangelo e del libro degli Atti degli Apostoli (2009).
«Comprendiamo a che cosa serviva questo testo nella comunità o nelle comunità che l'hanno visto nascere? Possiamo determinare il modo in cui questo testo giocava esattamente e funzionava nei riguardi dei primi ascoltatori?» (dalla Prefazione). Sono queste le grandi domande che p. Standaert pone a proposito del Vangelo di Marco, in un commentario che è frutto di quindici anni di lavoro.
A suo modo di vedere, sul piano letterario il testo contiene tutti i segni distintivi che ne fanno un discorso convenzionale e un'azione drammatica, la quale richiede di essere proclamata in una sola volta, d'un fiato. L'ipotesi guida della sua lettura è la seguente: Marco veniva letto durante la notte pasquale cristiana, nella veglia fra il sabato e la domenica. I suoi destinatari erano una comunità mista, a maggioranza di gentili. Per alcuni nuovi membri della comunità tale notte era il punto d'approdo della propria iniziazione: al termine della lettura integrale del racconto evangelico venivano battezzati e partecipavano per la prima volta al banchetto eucaristico.
La prima parte del commentario affronta la sezione che va dall'inizio fino a 6,13, in cui Marco propone una specie di dossier su Gesù.
Prefazione. Introduzione. Alcuni presupposti per la lettura. Il Prologo. Marco 1,1-13. LA NARRATIO: MC 1,14-6,13. Primo dittico: Mc 1,14-15.16-20. La prima grande sezione della narratio: Marco 1,21-3,6. Cinque controversie. Marco 2,1-3,6. Secondo dittico. Gesù e l'istituzione dei Dodici. Mc 3,7-12.13-19. La seconda grande sezione della narratio: Marco 3,20-5,43. Il discorso parabolico: Marco 4,1-34. Fine della seconda sezione della narratio. Marco 5,1-43. Terzo dittico e conclusione della narratio: Mc 6,1-13.
BENOÎT STANDAERT osb, monaco benedettino di St. André di Bruges, è attualmente uno dei massimi esegeti del Nuovo Testamento. Unisce grande acume spirituale a una profonda conoscenza delle lingue e degli ambienti biblici.
Il percorso storico di Gesù, i suoi gesti come le sue parole, sono da leggere in un contesto ebraico. Gesù appartiene infatti al suo popolo. Dal punto di vista religioso e antropologico, egli rimane sostanzialmente un ebreo circonciso l'ottavo giorno, che celebra Pesach, che il sabato va in sinagoga, che legge la Scrittura in ebraico e pronuncia la benedizione sul pane e sul vino. Per definire l'ebraismo di Gesù l'autore cerca di mettere a fuoco sia le somiglianze che le differenze con le varie forme di ebraismo del suo tempo, per quanto documentate o ricostruibili dalle fonti. Individua quattro tappe essenziali: le origini familiari di Gesù, la preparazione al ministero pubblico nel deserto accanto a Giovanni Battista, il ministero in Galilea che entra talvolta in collisione con l'osservanza dei farisei, la morte a Gerusalemme che comporta lo scontro con l'autorità religiosa sadducea e il potere di occupazione romano. La prima parte del testo è dedicata all'ebreo Gesù, la seconda all'ebraicità dei Vangeli. Quest'ultima affronta gli aspetti letterari e teologici, spesso problematici, che legano strettamente i testi su Gesù alla Bibbia e alla teologia ebraica, quali il compimento, la sostituzione e l'antigiudaismo cristiano. Prefazione del card. Carlo Maria Martini.
L'atto di pregare e la preghiera attraversano la Bibbia dall'inizio alla fine. Sotto molti aspetti l'Antico e il Nuovo Testamento si mostrano armonicamente all'unisono. Al di là delle differenze cresciute nella storia e nella cultura delle diverse confessioni di fede, la venerazione del Dio comune a tutti supera quello che divide. Non c'è infatti un modo di pregare veterotestamentario e uno neotestamentario: esiste solo la preghiera biblica.
Il volume fa parte di una collana che illustra i contenuti dell'Antico e del Nuovo Testamento sui temi fondamentali della fede. Ogni tema è presentato da due autori: uno per l'Antico e uno per il Nuovo Testamento, che poi, in un dialogo conclusivo, discutono come le idee centrali dell'AT vengono filtrate, assunte o modificate nel NT. Il lettore può così percepire la tensione e l'unità esistente tra i due Testamenti.
Ecco il piano completo dell'opera: 1. C. Dohmen - T. Söding, Il Dio uno; 2. K. Koenen - R. Kühschelm, La fine dei tempi (2001); 3. J. Schreiner - R. Kampling, Il prossimo lo straniero il nemico (2002); 4. G. Vanoni - B. Heininger, Il Regno di Dio (2004); 5. H.-J. Fabry - K. Scholtissek, Il Messia (2005); 6. C. Brüning - K. Kertelge, Il problema del male; 7. G. Fischer- K. Backhaus, Espiazione e riconciliazione (2002); 8. G. Steins - M. Theobald, La creazione; 9. I. Müllner - P. Dschulnigg, Feste ebraiche e feste cristiane (2006); 10. U. Berges - R. Hoppe, Il povero e il ricco nella Bibbia (2011); 11. C. Frevel - O. Wischmeyer, Che cos'è l'uomo (2007); 12. F.-L. Hossfeld - K. Berger, Lo Spirito di Dio; 13. P. Deselaers - C.-P. März, Morte e risurrezione; 14. G. Fischer - K. Backhaus, La preghiera nella Bibbia (2011).
GEORG FISCHER sj, nato nel 1954, fa parte della Compagnia di Gesù dal 1972. È professore di Antico Testamento alla Facoltà teologica dell'Università di Innsbruck.
KNUT BACKHAUS, nato nel 1960, è professore di esegesi del Nuovo Testamento alla Facoltà teologica di Paderborn.
Come cercare e trovare la propria vocazione? Vocazione a che cosa? Per l'autore si tratta di «un serbatoio continuamente rinnovato d'energia che non smette d'irrigare l'umanità e la Chiesa nel più profondo di se stesse» (dall'Introduzione).
Theobald legge in modo originale e profondo il tempo di crisi che stiamo attraversando, per aiutare a scoprire nella vita di ogni persona la vocazione cristiana al servizio del mestiere di uomo e di donna e a individuare le diverse vocazioni particolari che nascono all'interno della Chiesa in trasformazione.
Il suo percorso prende avvio incrociando qualche figura biblica dell'Antico e del Nuovo Testamento. Distingue successivamente la 'vocazione umana' e la 'vocazione cristiana', arrivando così a descrivere la struttura fondamentale dell'esistenza umana nel suo svolgimento tra la nascita e la morte, a mostrare che l'uomo ha bisogno di figure con cui identificarsi per dare forma alla propria vita e incontrare finalmente Gesù, il quale introduce nelle dimensioni ultime della propria "formazione" a immagine di Dio.
CHRISTOPH THEOBALD, gesuita, è nato a Colonia. Professore di teologia fondamentale e dogmatica al Centre Sèvres di Parigi, è direttore di Recherches de Science Religieuse. Tra le sue pubblicazioni: Le canon des Ecritures: études historiques, exégétiques et systématiques (1990); La Pensée musicale de Jean-Sébastien Bach. Les chorals du Catéchisme (1993), Histoire des dogmes. IV: La Parole du salut (1996), Présences d'Evangile. Lire les Evangiles et l'Apocalypse en Algérie et ailleurs (2003), Le péché originel. Heurs et malheurs d'un dogme (2005). Presso le EDB: La Rivelazione (22009), Il cristianesimo come stile. Un modo di fare teologia nella postmodernità, 2 voll. (22010), Trasmettere un Vangelo di libertà (2010), «Seguendo le orme...» della Dei Verbum (2011).
«La nonna di Cappuccetto Rosso forse oggi presiede il consiglio di amministrazione di una multinazionale. Oppure ha deciso di trasferirsi a vivere in una zona residenziale meno pericolosa della casetta in mezzo al bosco». Oggi la terza età ha in effetti mutato le proprie caratteristiche e già si parla di quarta età, distinta dalla precedente per un diverso grado d'indipendenza e di autonomia delle persone.
Si dice che si comincia a invecchiare quando si comincia a guardare indietro. Il cristiano sa di poter continuare a guardare avanti, perché il fulcro della sua vita è oggetto di speranza.
Redatto secondo lo schema vedere-giudicare-agire, il testo disegna, nella prima parte, gli orizzonti della vecchiaia nella società contemporanea. Prosegue poi raccogliendo i passi fondamentali sulla vecchiaia presenti nella rivelazione biblica e nel magistero recente della Chiesa. Torna quindi a volgere lo sguardo verso la realtà per collaborare ad aprire a Dio e ai fratelli il cuore che vive la sua terza o quarta età. Una ulteriore parte è dedicata alla confessione di fede nel Dio di Israele e Gesù: essa tenta di chiarire il senso della vecchiaia cristiana.
JOSÉ-ROMÁN FLECHA ANDRÉS, sacerdote della diocesi di León, in Spagna, è professore emerito di teologia morale alla Pontificia Università di Salamanca; ha pubblicato nel settore di sua competenza diversi manuali di studio nonché riflessioni bibliche e pastorali, tra cui Cercatori di Dio, figure bibliche. Dal 1995 vive nella residenza per anziani delle Piccole sorelle dei poveri di Salamanca.
Il volume raccoglie documenti e fonti orali che testimoniano la freschezza umana e religiosa della personalità di padre Guglielmo Gattiani, umile frate minore cappuccino, totalmente dedito al Vangelo sine glossa, capace di aderire alle forme estreme della povertà evangelica. La nuova edizione si presenta arricchita di nuovi dati e considerazioni.
Quello che emerge dalla biografia è l'impossibilità di relegare padre Guglielmo nostalgicamente al mondo del passato. Egli è uomo di pace, il cui sguardo sulla realtà ha molto da dire sul futuro.
PAOLO BERTI, bolognese, laureato in architettura a Firenze, dopo aver lavorato in uno studio professionale, inizia gli studi teologici per entrare nell'Ordine dei frati Cappuccini. Ordinato sacerdote, si dedica all'apostolato itinerante e alla predicazione, con corsi e esercizi spirituali presso numerosi istituti religiosi. Già segretario nazionale dell'evangelizzazione dei Cappuccini, attualmente fa parte di una commissione dell'Ordine per l'Evangelizzazione nell'Emilia-Romagna. È inoltre componente del GRIS - Gruppo di ricerche informazioni socio-religiose, con sede a Bologna. Ha scritto varie biografie: santa Clelia Barbieri, don Giuseppe Codicé, don Olinto Fedi; presso le EDB ha pubblicato quella di p. Raffaele Spallanzani: Padre Raffaele. Un seminatore di gioia (2008). Nel suo sito web www.perfettaletizia.it pubblica le omelie domenicali e schede su tematiche di attualità (droga, miti, islam e altro ancora).