
In questo commentario Katharine Doob Sakenfeld presta particolare attenzione alle interpretazioni meno comuni della storia di Ruth e ne propone una lettura sociologica oltre che teologica. Attenta al senso del testo e a un metodo di indagine basato sull'interculturalità, Doob Sakenfeld guida i lettori attraverso pagine bibliche culminanti in una visione di speranza espressa attraverso la narrazione di una vicenda umana che si dispiega sullo sfondo dell'intervento di Dio. Nel libro di Ruth, Dio agisce in modo nascosto e misterioso affinché tutto sia trasformato e opera attraverso le azioni quotidiane di quanti cercano di esprimere la loro fede in un interagire corretto e leale con quanti hanno vicini, dando concretezza al vero significato della comunità umana.
La rappresentazione dell'Inquisizione romana tra Cinque e Settecento e l'ampio dibattito che prese le mosse dalle accuse di crudeltà e ingiustizia del tribunale inquisitoriale, giungendo al rifiuto di ogni forma di persecuzione religiosa e a una riflessione matura sui diritti della coscienza del singolo.
Dalla quarta di copertina:
In questo volume Michaela Valente analizza la rappresentazione e l'immagine dell'Inquisizione romana tra Cinque e Settecento.
Oltre che sulle classiche opere di Paolo Sarpi e Philipp van Limborch, Valente si sofferma su una serie di trattati e pamphlet che, a partire dalla contestazione delle finalità religiose del tribunale inquisitoriale romano, finivano per esprimere il rifiuto di ogni forma di persecuzione.
Ne emerge l'ampio dibattito europeo che, a fronte di una controversistica cattolica incapace di rispondere alle accuse di crudeltà e ingiustizia, avrebbe portato - tramite il richiamo alla tradizione evangelica di non-coercizione e alla separazione tra peccato e reato, e quindi tra Stato e Chiesa - a una riflessione matura sui diritti della coscienza del singolo.
Mentre vive con ansia e forse con disillusione i drammatici fatti d'Ungheria del 1956, con L'umanità di Dio Karl Barth illustra e spiega la seconda "grande svolta" del suo pensiero passando dal Dio "totalmente Altro" al Dio che dice "sì" all'uomo, al Dio umano che in Gesù Cristo si fa egli stesso uomo.
"La sua libera affermazione dell'uomo, la sua libera partecipazione alla sua esistenza, il suo libero intervenire per lui, questa è l'umanità di Dio".
Un'umanità che riconosciamo nel Gesù testimoniato dai Vangeli, lieta novella della reale trasformazione del mondo in lui.
Così, ci dice Barth, se siamo veri testimoni della reale trasformazione del mondo in Gesù Cristo siamo persone che lottano: Dio ha voluto come partner un uomo libero, le cui azioni sono autentiche e valide.
Il volume comprende inoltre - in prima traduzione italiana - il saggio L'umanità di Cristo.
Insieme a Lutero e Zwingli, che considerò suoi maestri e cercò invano di pacificare, Martin Bucer (1491-1551) è uno dei padri fondatori delle chiese riformate d'Europa.
Arrivato a Strasburgo nella primavera del 1523, in breve tempo fece della città un vero e proprio laboratorio teologico, a cui partecipavano anche i laici, e una terra d'asilo per molti rifugiati, tra cui il giovane Calvino.
Domenicano, scomunicato per aver sposato una monaca, ebbe sempre a cuore l'unità dell'unica chiesa di Cristo anche quando Carlo V impose il ritorno del cattolicesimo a Strasburgo: con immutata convinzione e passione cercò, inutilmente, il dialogo con Roma e si batté per il superamento delle divisioni tra luterani e zwingliani.
Figlia di un tempo di grandi trasformazioni, con la sua nuova concezione del mondo e dell'individuo la Riforma protestante ha contribuito a determinare cambiamenti sociali di grande rilievo.
Il ritorno alle fonti e la centralità della Bibbia hanno portato a una diffusa alfabetizzazione, allo studio approfondito delle lingue antiche, alla nascita di case editrici.
La rivalutazione delle potenzialità e del valore dell'individuo hanno condotto alle battaglie in favore della libertà religiosa, dei diritti umani, della parità di genere.
Ma l'apporto dei protestanti è stato significativo anche nell'ambito della musica, della scienza, dell'economia, del welfare, della democrazia, dell'ecumenismo...
Nelle file protestanti non mancano, inoltre, numerosi premi Nobel.
Il volume intende mettere in luce come la laicità costituisca una componente imprescindibile della concezione moderna della democrazia, del costituzionalismo e dei diritti civili e religiosi in una società politicamente, culturalmente e socialmente pluralista.
Interventi di
Piero Bellini, Alfonso Di Giovine, Tullio Monti, Stefano Rodotà, Massimo L. Salvadori, Franco Sbarberi, Carlo Augusto Viano, Gustavo Zagrebelsky
Dalla quarta di copertina:
In tutto il mondo si assiste a un ritorno del "sacro" e della dimensione religiosa nella vita di tutti giorni fatto che sembra in apparenza andare contro quello che pareva costituire l'inarrestabile e progressivo fenomeno di secolarizzazione e/o laicizzazione delle società occidentali.
Nella società contemporanea, sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa, la laicità delle Istituzioni costituisce il più sicuro punto di riferimento per evitare l'inasprimento di fenomeni di fondamentalismo e integralismo religioso, di ogni matrice, pericolosamente disgregativi del patto di civile convivenza fra tutti i cittadini, uguali e portatori degli stessi diritti e doveri di fronte alle Istituzioni.
In tale scenario, la cultura laica è chiamata con forza a ridestarsi dal torpore, troppo a lungo assaporato, in cui l'aveva fatta cadere l’illusione che certe conquiste fossero state acquisite una volta per tutte, almeno nell'Occidente liberale.
"Dobbiamo o no fare una Costituzione democratica, che abbia alla sua base i diritti di libertà? Tra questi c'è il diritto di eguaglianza di tutti i cittadini, la libertà di religione, la libertà di coscienza".
Piero Calamandrei (1947)
In questo volume Giorgio Bouchard dimostra un fatto sottovalutato, e talvolta addirittura negato, da alcuni studiosi italiani ed europei, ossia che la concezione politica di Barack Obama – primo presidente nero degli Stati Uniti e premio Nobel per la pace a meno di un anno dall’elezione – è fortemente intrecciata al suo pensiero religioso.
Figlio di una protestante secolarizzata e di un musulmano ateo, buon conoscitore del cristianesimo e dell'islam, Obama unisce alla tradizione liberal americana una fede cristiana moderna, aperta e dialogante, riuscendo a parlare in modo convincente sia ai credenti sia ai "laici", e a proporre a tutti una vera e propria rigenerazione morale e civile della società.
A cent'anni dalla nascita di Tullio Vinay, la figlia Paola ne ripercorre la vita e la straordinaria vicenda dell'impegno, insieme religioso e sociale, a favore degli oppressi e dei perseguitati.
Fondatore del Centro ecumenico Agàpe nelle Valli valdesi del Piemonte e del Servizio Cristiano di Riesi, nel cuore di una Sicilia gravata da pesanti servitù sociali e culturali, strenuo difensore dei prigionieri politici nel Sud Vietnam, senatore della Repubblica da indipendente di sinistra, nel 1981 Vinay ricevette l'onorificenza di "Giusto delle Nazioni" dallo Stato di Israele per aver salvato numerosi ebrei dalla deportazione.
La biografia di Tullio Vinay scritta da sua figlia Paola rende giustizia a un personaggio essenziale nella storia del nostro paese lungo il Novecento.