La distruzione di Gerusalemme nel 586 a.C., che portò all'esilio in Babilonia dei maggiorenti, cambiò anche, drammaticamente, la vita di quanti rimasero in Palestina. Per F.W. Dobbs-Allsopp, la straordinaria voce della comunità palestinese che emerge con forza nei cinque poemi lirici del libro delle Lamentazioni rende incisiva testimonianza delle atrocità dell'assedio e della caduta di Gerusalemme nonché della durezza della vita sotto il dominio straniero, espressioni del castigo divino. Tuttavia, dietro la sofferenza, traspare una decisa volontà di vivere, di affrontare il dolore e comprendere le vicissitudini per raccogliere le risorse necessarie a sopportarli e trasfigurarli, fino alla supplica a Dio di ricordarsi del suo popolo, nella speranza della sua misericordia e del domani.
La filosofia si è occupata in molti modi e sensi della Bibbia che, a sua volta, l'ha influenzata, prima ancora che per i suoi contenuti, per la sua stessa struttura di testo e libro. Un rapporto non ovvio, quello tra Bibbia e filosofia, data la pretesa autoritativa avanzata dalla prima e, viceversa, la strutturale autonomia del filosofare. Attraverso alcuni tra i più significativi esempi di confronto filosofico con il Grande Codice - da Spinoza e Kant ai contemporanei, dalla tradizione ebraica a quella marxista -, il volume intende interrogarsi sulla qualità del rapporto dialettico intercorrente tra la apparente fissità dello scritto e la libertà del pensiero, in particolare rispetto all'oggi.
Persa una gamba nella battaglia di Waterloo, il giovane colonnello inglese John Charles Beckwith abbandonò la carriera militare e si dedicò agli studi, in particolari quelli storici, scoprendo, attraverso le pagine di viaggio nelle valli valdesi di W. S. Gilly, la vicenda dell'antica Chiesa riformata del Piemonte, che divenne la sua ragione di vita. Amato, anche se non sempre assecondato, "benefattore dei valdesi", Beckwith si dedicò senza sosta a fondare scuole e diffondere l'istruzione nelle valli, a costruire i templi di Torre Pellice e Torino nonché a spingere la classe dirigente valdese a passare dal francese all'italiano, preparandola a immettersi nell'onda del Risorgimento.
Ambiguo e contraddittorio almeno quanto scettico e disperato, Qohelet sembra scoraggiare ogni tentativo di commento, a maggior ragione tradizionale, soprattutto se volto alla ricerca di una precisa coerenza interna che ne difenda l'autorevolezza testuale. Il carattere provocatorio di questo libro biblico così spesso incompreso e svalutato nonché la sua saggezza non di rado iconoclasta sembrano piuttosto invitare allo scontro critico e all' opposizione, nel tentativo di arginarne gli elementi più problematici. Per William P. Brown, tuttavia, un commento fedele all'essenza di "Qohelet" deve porsi lungo una sottile linea di dialogo tra una spiegazione del testo che non debba necessariamente difenderlo e una critica che non lo rifiuti in toto, lasciando che esso diventi fonte di interrogativi che stimolano la riflessione esistenziale e teologica.
Le grandi nazioni moderne si sono costituite intorno a patti sociali e politici che ne hanno stabilito le regole di convivenza, costituendone l'anima più profonda, il tessuto destinato a garantirne coesione, integrità e durata. "Patto" è tuttavia anche un termine biblico fondamentale che rimanda alla relazione verticale tra il credente, o la comunità dei credenti, e Dio. Proprio un patto è infatti alla radice della tradizione ebraica e cristiana, così come all'origine di tante comunità di fede. In un tempo di grande crisi e incertezza come il nostro, il volume propone una riflessione a più voci - tra teologia, filosofia, etica, politica e attualità - per una rivisitazione anche critica di alcuni principi-chiave della nostra vita di cittadini e di credenti.
Edita tra il 1912 e il 1931 dalla Facoltà della Scuola Teologica Battista di Roma, la rivista di studi religiosi "Bilychnis" prese il nome dalla lucerna a doppia fiammella dei primi cristiani, nell'intento di raffigurare il bisogno di alimentare tanto la fiamma della scienza quanto quella della fede. In nome della libertà di coscienza e del "principio fecondo della collaborazione di elementi diversi", "Bilychnis" fu luogo d'incontro e di riflessione tra uomini di fedi e di posizioni differenti, ospitando, oltre a importanti voci del protestantesimo, il contributo di studiosi quali G. Levi Della Vida, D. Lattes, E. Lo Gatto, G. Tucci, G. Rensi. Le sue pagine documentano l'esigenza di un rinnovamento spirituale che si alimentava nella tensione, dialettica e talvolta contraddittoria, tra fede e ragione, tra cristianesimo e mondo moderno.
Una spia della Stasi nella Germania dell'Ovest, che ha sempre nascosto la sua attività alla famiglia, rischia di essere scoperta e decide di fuggire all'Est con moglie e figli. Michael e Thomas, però, soffrono per la perdita della loro "vera" vita, senza riuscire ad adattarsi alla nuova. Mentre la situazione si fa sempre più insostenibile anche per i genitori, la famiglia decide di tentare il ritorno in Occidente. Ma la strada verso casa sarà lunga, irta di pericoli, forzose battute d'arresto e, purtroppo, non aperta a tutti: la storia drammaticamente vera di una famiglia tedesca in trappola tra due sistemi politici contrapposti.
Tutto inizia con la telefonata in cui Giacomo, che ha sempre cercato di nascondere la sua omosessualità alla propria religiosissima famiglia, informa i genitori che è finalmente convolato a giuste nozze. Ma non con la fantomatica fidanzata, bensì con Miguel... In un carosello di situazioni a volte divertenti e a volte drammatiche, la difficoltà di confessare l'amore per una persona dello stesso sesso.
Storie di piccoli pazienti e riflessioni sulla sofferenza, la paura e il "prendersi cura" In diretta continuità con "Aiutami a non avere paura" di Cristiana Voglino - dedicato all'esperienza di accompagnare i più piccoli nelle malattie gravi - questo volume - scritto da tre professioniste del mondo educativo, a loro volta madri - riflette sulla realtà della malattia e della morte dei bambini, figli o pazienti, sul prendersi cura, sul "supportare" e "sopportare" la sofferenza, accrescendo la propria capacità di reagire. Prefazione di Duccio Demetrio. Postfazione di Rossana Becarelli.
Se la democrazia comporta la parità di trattamento giuridico tra i soggetti, la sua realizzazione nell'Italia di oggi - in cui continuano a vigere privilegi e prerogative di varia natura - resta incompiuta. Per essere davvero democratico, per garantire piena e uguale libertà, uno Stato dev'essere infatti compiutamente laico: è nella laicità il fondamento della democrazia. Ripercorrendo analiticamente - sia pure con inevitabile sinteticità - le origini storiche e le matrici culturali dei concetti di democrazia, diritti umani e libertà religiosa tipici della modernità, il volume intende approfondirne il rapporto - anche odierno - con il pensiero laico, del cattolicesimo e di altre confessioni religiose e filosofie quali, in primo luogo, protestantesimo e buddhismo.