
L'appassionata e profetica testimonianza di una chiesa a servizio degli ultimi.
Quale coraggio conosciamo? Quello dell'eroe che sconfigge il nemico o quello che si apre all'imprevisto e fa spazio al cambiamento? E' fatto di slancio, cuore e muscoli, oppure è forza interiore che sostiene il cammino della vita? Ogni forma di questa disposizione dell'animo vive nell'equilibrio dinamico tra vita e morte, azione e passione, esplorazione e sicurezza. Forza dell'istante e sviluppo di solide basi, si impara nel contatto vivo col mondo e si affina nell'assumere la responsabilità di se stessi davanti a ciò che vogliamo trasformare.
Nell'imponente mole di studi riguardano gli scritti giovannei, manca una specifica monografica sul "dono". L'Autore, con cura ed esemplare chiarezza, prende in esame il Vangelo e la Prima Lettera di Giovanni. In realtà, per Giovanni, "tutto è dono" perché Gesù Cristo è il dono di Dio al mondo, dalla cui "pienezza abbiamo ricevuto dono su dono". Poiché ogni dono nasce dall'amore, allo sguardo stupito e acuto di Giovanni si pare un orizzonte di relazioni tutte intessute d'amore.
Un testo che esprime profonda fiducia nella umana capacità di discernimento senza ignorare la complessità del presente e le distorsioni degli stili di vita dominanti.
Il fecondo quanto inaspettato intreccio tra i percorsi di Pieper e di Bonhoeffer - due interpreti della sapienza della Parola e della ricerca umana di senso - sollecita ad assumere la ricerca del vero e del bene come fecondo lievito operante nella storia, contestando radicalmente qualsiasi rassegnata accettazione dell'esistente.
Sapienza e intersoggettività, autonomia della coscienza ed esercizio del discernimento rendono possibile la realizzazione di un'esistenza autenticamente umana senza rinchiudersi nella logica del privilegio di sè.
Ecco la testimonianza più efficace: offrire la propria persona (il proprio corpo, il proprio sangue) perché Colui, al quale si dà testimonianza, sia di nuovo presente, oggi; e chi vede possa credere, e credendo abbia vita eterna.
Mariachiara Fincati
Il testo di Josef Ratzinger condensa delle profonde riflessioni sul senso della morte, inquadrando tale evento entro una cornice teologica con particolare riferimento alla cristologia: "Morire significa essere con Cristo" (Fil 1,34). Se lo studio dell'autore comprende vari ambiti di interesse, sia nell'ordine storico-biblico che escatologico-apocalittico, il punto nevralgico di questa riflessione è l'apprendimento-scoperta del valore e del significato che la morte, intesa come evento umano, rappresenta per il credente. Secondo l'autore ha senso, perciò, progredire nella conoscenza della morte secondo quella che lui stesso definisce "la novità cristiana", oltrepassando così, da un lato, l'antica prospettiva greco-pagana, dove seppur non in maniera totale e definitiva la morte segnava la fine dell'essere uomo nella totalità-coordinamento di tutte le sue funzioni vitali e individuali, destinato ad un ambiguo futuro essere nel non essere, sostanzialmente entro una visione dualistica corpo-anima; dall'altro, nell'AT "tutto ciò che è connesso con la morte è qualificato come impuro, anche il culto dei morti", e perciò la morte segna anche qui uno "smaltimento" (seppur non di tipo dualistico come per i greci) dell'uomo destinato ad un'esistenza d'ombra nello Sheol.
Perché si devono pagare le tasse? Come combattere l’evasione fiscale? Una grande riforma del sistema fiscale è in cantiere in Italia. Il volume vor- rebbe contribuire a realizzare una riforma giusta e a far prendere coscienza che la solidarietà e la condivisione si chiamano oggi: pagamento corretto delle imposte.
Giovanni Cereti, presbitero genovese, ha esercitato il proprio ministe- ro pastorale a Genova, a Bouar (Repubblica Centroafricana) e a Roma. Dottore in Giurisprudenza e in Teologia, ha tenuto corsi di Teologia ecumenica e di dialogo interreligioso in diverse Facoltà ecclesiastiche. Presso Cittadella Editrice ha pubblicato: Divorziati risposati. Un nuovo inizio è possibile? (Assisi 2009).
"Lo studio dei tre testi 'strategici', fondamentali nello sviluppo di questa Lettera pastorale (Tt 1,1-4; 2,11-14; 3,3-7), rappresenta un'illustrazione ben ragionata degli interessi soteriologici ed escatologici che sottostanno allo scritto. L'autrice mostra che il dinamismo della fede cristiana è compreso tra la grazia dell'incarnazione e la gloria della vita eterna. Questo dinamismo diviene esso stesso epifania divina sotto forma di un'etica "estetica", contrassegnata dalle belle opere, espressione di uno stile di vita che custodisce l'insegnamento apostolico, testimonia ai lontani l'appartenenza alla compagine ecclesiale, e li attrae verso il Signore".
A inizio 2009 l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti italiani (UAAR) tentò di pubblicizzare su alcuni autobus questa frase: “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”. Subito divampò la polemica fra “l’irriverenza atea” e “la nefasta influenza cattolica in Italia”. In questo clima di forti contasti nacque l’idea di accet- tare la provocazione e dare una risposta rivolta a tutti, credenti e no. Una risposta che segue l’invito dell’apostolo Pietro: “Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi ... Tuttavia fatelo con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza”. Questo libro accoglie le ragioni di chi non crede in Dio, combattendo le false immagini che di Lui sono state date e indagando più a fondo il suo mistero con temi ed esperienze tratte dalla Bibbia e dalla vita degli autori.
Il curatore: Gabriele Giammarini è nato nel 1964 a Fossato di Vico, nel perugino, vive ora ad Ancona. Laureato in economia, lavora da oltre 20 anni nel campo delle professioni contabili ed economico-aziendali, collaborando con società ai vertici mondiali nel settore.
Gli autori: Alberto Maggi Eugenio Lampacrescia FrancescoGrasselli Giovanni Varagona Lidia Maggi Lino Maggioni Vito D’Ambrosio
Scriba della misericordia di Dio, Luca è tutt’altro che sdolcinato; anzi, tra i quattro evangelisti è forse il più esigente. A chi legge il suo Vangelo, egli non concede il lusso di essere subito sazio. Luca ha un messaggio che è sempre “oltre” rispetto a quello che sappiamo già, perché così è stato Gesù: un salvatore più grande rispetto alle attese e alle capacità di chi lo incontrava. È questo il filo rosso che emerge dalla lettura del Vangelo, di cui vengono qui presentati sei brani particolarmente significativi.
Carlo Broccardo, prete della Diocesi di Padova, ha conseguito il dottorato in Scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma. Attual- mente insegna Sacra Scrittura alla Facoltà Teologica del Triveneto ed è coordinatore dell’Apostolato Biblico diocesano. Con Cittadella Editrice ha pubblicato La fede emarginata. Analisi narrativa di Luca 4–9 (2006).