
“Santi per vocazione sull’esempio di San Carlo Borromeo” è l’invito che quest’anno l’Arcivescovo rivolge a tutti i fedeli della Diocesi di Milano come percorso per l’anno pastorale 2010-2011.
È un invito che prende occasione dall’anniversario dei 400 anni della canonizzazione di san Carlo. Non un evento tra i tanti che hanno caratterizzato nei secoli la storia della realtà ecclesiale ambrosiana, ma il momento in cui il popolo di Dio che vive a Milano e, anzi, la comunità di fedeli dell’intera Chiesa, ha preso solennemente e gioiosamente coscienza che un pastore “secondo il cuore di Dio” era stato donato al gregge di Cristo. Un pastore che in un periodo non facile di crisi e di cambiamento – anzi di messa in questione dei fondamenti della vita cristiana e della stessa comunione ecclesiale – aveva saputo essere guida per una riforma ecclesiale che prima delle strutture riguardasse il cuore. Per questo motivo, l’anniversario della ca-nonizzazione di san Carlo, come in genere tutti gli anniversari che riguardano questo grande santo vescovo, è sempre stato celebrato come un’occasione profonda di rinnovamento per la Chiesa di Milano e anche per l’intera Chiesa.
Non può essere diverso per questo quattrocentesimo anniversario. E mentre invochiamo l’intercessione di san Carlo, siamo quindi chiamati a metterci “in cammino con lui”. È questo il titolo del presente sussidio che si affianca e avvia l’attuazione – e per tale motivo è destinato principalmente agli operatori pastorali – degli itinerari che l’Arcivescovo indica nella sua lettera “Santi per vocazione”, in particolare nei paragrafi “Va’ e anche tu fa’ così”. Il secondo capitolo presenta pertanto le “Schede sulle linee operative del Percorso pastorale”, sette proposte che andranno lette, studiate, precisate e attuate ai vari livelli in cui si articola la ricca e complessa realtà della nostra Diocesi.
Nella consueta omelia nella Messa Crismale, il nostro Arcivescovo Dionigi Tettamanzi si ferma a riflettere sul senso della vocazione al presbiterio.
A partire dal 2006 le Comunità pastorali, nate dall'intuizione dell'Arcivescovo Dionigi Tettemanzi, sono diventate una delle realizzazioni più evidenti della pastorale di insieme della Diocesi di Milano. Diffuse ormai su tutto il territorio, esse hanno richiamato un crescente attenzione come testimonia la sessione del Consiglio pastorale diocesano: queste pagine, a partire dai lavori dell'assemblea, desiderano offrire un ulteriore apporto alla riflessione, tanto più utile quanto più frutto del confronto e dell'ascolto reciproco tra laici, Vicari episcopali, Arcivescovo. Dopo aver pubblicato i testi fondamentali e alcune tracce di lavoro nel volume "La Comunità pastorale" la Commissione arcivescovile per la Pastorale di insieme e le nuove Figure di ministerialità mette a disposizione questo nuovo strumento, nel desiderio di favorire ogni ulteriore contributo.
Questi Atti del 5° Incontro sull'Oriente Cristiano di tradizione siriaca, oltre a offrire uno studio su una preziosa raccolta del fondo siriaco della Biblioteca Ambrosiana, sviluppano nuclei tematici coerenti della storia delle Chiese sire, mettendo a fuoco due aspetti specifici della vicenda della Chiesa Siro-orientale tra VI e VIII secolo: un primo momento delinea il contesto cristologico e lo sfondo storico-ecclesiale del periodo, mentre un secondo momento, dedicato a significative figure di Padri della Chiesa, configura una tematica assai coesa, la mistica siro-orientale. Gli Atti costituiscono dunque l'occasione di un primo accostamento a questa corrente di pensiero religioso, che è tra le più stimolanti e profonde della tradizione siriaca.
Nel consueto incontro con gli amministratori locali il Card. Dionigi Tettamanzi si chiede quale sia il ruolo dei cristiani in politica.
Carissime ragazze e carissimi ragazzi della Cresima,
forse vi stupirete un po’ nel ricevere una lettera dal vostro Arcivescovo. Voi di solito siete velocissimi nello scambiarvi molti sms, magari scrivete qualche mail, ma può essere che qualcuno ancora non abbia mai ricevuto una lettera personale. Perché mi è venuto in mente di scrivervene una?
Perché ricevere una lettera è bello e fa sempre piacere: vuol dire che qualcuno ha pensato a noi, che ha qualcosa da dirci, insomma… che ci vuole bene! E per me è proprio così, cari ragazzi: anche se non posso incontrarvi tutti, ogni giorno mi ricordo di voi, prego per voi e vi porto nel cuore. Immagino i vostri volti e le vostre giornate: la scuola, la famiglia, l’oratorio, lo sport, gli amici. Penso ai vostri desideri e alle vostre domande, alla bellezza e alla fatica di diventare grandi, di essere felici, di capire tante cose. Insomma… vi penso e vi voglio molto bene! E ho anche una cosa importante da dirvi. Perciò ho deciso di scrivervi.
Voglio essere sincero con voi: perché i sogni diventino realtà, non basta aspettare qualche anno o avere un po’ di pazienza. Sì, tutte le cose grandi e belle richiedono tempo per crescere, ma il tempo da solo non è sufficiente; e poi, spesso, l’attesa ci sembra vuota e troppo difficile da vivere… Servirebbe un amico capace di accompagnarci, di sostenerci, di consigliarci, di consolarci... Ma dove trovare un amico così?
DESCRIZIONE:
Prefazione
Prete o parroco? Arcivescovo o cardinale? Porporato o monsignore? Tante volte noi giornalisti, di fronte ad “affari di Chiesa”, ci siamo trovati nel dubbio sui termini da usare, tante volte abbiamo utilizzato a sproposito quelli che sembravano sinonimi e che tali non erano. Sì, perché un parroco è necessariamente un prete ma un prete non è necessariamente un parroco. E un arcivescovo non è necessariamente un cardinale, il quale però, da parte sua, è l’unico a poter essere definito porporato, come indica chiaramente il colore (rosso porpora) della berretta. E via di questo passo, ricordando – tanto per capirci – che c’è (la) mitra e (il) mitra e che una è ben diversa dall’altro. Questo libretto, senza pretese scientifiche, è nato proprio per cercare di aiutare a usare nel modo più corretto possibile la terminologia religiosa, in particolare quella della Chiesa ambrosiana. È nato da uno dei tanti confronti fra don Davide Milani, responsabile dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Milano, e il sottoscritto, fino a qualche mese fa alla guida della sede Ansa della Lombardia: confronti su quelli che, di primo acchito, potevano sembrare semplici esercitazioni linguistiche e che invece si rivelavano particolari importanti. Una delle ultime volte, su una vicenda fonte anche di polemiche, riguardante certe prese di posizione di quello che molti giornali avevano denelfinito parroco e che tale non era, trattandosi di un semplice prete, è venuta fuori una considerazione: ci vorrebbe un piccolo dizionario (anche se può sembrare una parola grossa) per dare modo ai giornalisti di raccapezzarsi fra i tanti termini religiosi, di uso più o meno comune. Ecco qui il frutto di un lavoro che è pesato soprattutto sulle spalle di Federica Vernò, si è avvalso della consulenza e della revisione di mons. Marco Navoni, dottore ordinario della Biblioteca Ambrosiana, del supporto di “Imagina” e ha un’unica pretesa: essere d’aiuto a fugare dubbi. Se poi consentirà di evitare anche un solo errore o una perdita di tempo, avrà raggiunto il suo scopo.
Gabriele Tacchini
DESCRIZIONE:
Il presente volume propone una serie di catechesi sugli aspetti più significativi dei due sacramenti del Battesimo e della Riconciliazione a partire dalla ricca proposta biblica e liturgica delle sei domeniche della Quaresima Ambrosiana. Dal punto di vista dottrinale e spirituale numerosi sono i riferimenti agli scritti di sant’Ambrogio, dai quali emergere con chiarezza il forte legame che unisce Battesimo e Riconciliazione attraverso il tema della conversione che a essi soggiace. Oltre che un aiuto alla riflessione personale dei fedeli, l’autorevolezza dei riferimenti fa di questo testo uno strumento di formazione per tutti gli accompagnatori di itinerari catecumenali.
INTRODUZIONE - Questo testo nasce dalla rielaborazione di una serie di catechesi tenute negli anni scorsi sotto forma di quaresimali per presentare i contenuti battesimali e penitenziali della ricca selezione di pagine bibliche che la tradizione ambrosiana da secoli propone nella liturgia delle domeniche di quaresima. Ovviamente, in questa rielaborazione, ho tenuto presente anche l’ordinamento previsto dal nuovo Lezionario Ambrosiano che, attraverso l’introduzione di tre cicli per le prime due letture, ha notevolmente arricchito la proposta di temi e di prospettive.
Se estrarre dalle domeniche della quaresima ambrosiana il tema del battesimo è tutto sommato ovvio e abbastanza facile – perché sappiamo che originariamente proprio per la preparazione dei catecumeni al battesimo nacque la quaresima e in funzione di ciò la tradizione aveva selezionato le letture domenicali – meno scontato è invece cercare di presentare la catechesi scritturistica di tali domeniche anche in funzione del sacramento della riconciliazione. Ho forse la presunzione di esserci riuscito, anche se tali letture non per questo furono originariamente selezionate: in ogni caso lo stretto legame che anticamente legava al battesimo il sacramento della penitenza, significativamente definito talvolta come “secondo battesimo”, grazie al tema generale della conversione che a questi due sacramenti soggiace, mi ha permesso di portare avanti un discorso che mi pare abbastanza unitario e organico.
Ho arricchito queste semplici riflessioni sul battesimo e la penitenza, talvolta un po’ scontate e prevedibili, con frequenti riferimenti agli scritti del nostro patrono sant’Ambrogio, il cui magistero, al contrario, non è mai scontato e prevedibile, ma si rivela ancor oggi originale, acuto, pastoralmente incisivo, concreto e teologicamente elevato.
Così almeno ho la certezza che queste pagine serviranno senz’altro per il cammino spirituale di qualche fedele ambrosiano, non certo per merito mio, ma per le parole e gli insegnamenti di sant’Ambrogio!
Marco Navoni
30 novembre 2009
Commemorazione del battesimo di sant’Ambrogio
Mons. Marco Navoni
Nato a Milano nel 1953, sacerdote ambrosiano dal 1977, canonico del Duomo e della basilica di Sant’Ambrogio, dal 1991 è dottore della Biblioteca Ambrosiana. Insegna storia della liturgia al Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra. Ha pubblicato studi e contributi in particolare sulla storia della Chiesa di Milano e della liturgia ambrosiana. Per l’Editrice ITL-Centro Ambrosiano ha pubblicato Ambrogio maestro di vita consacrata, Il ministero sacerdotale in Sant’Ambrogio, La Settimana santa ambrosiana, La liturgia delle ore e L’anno liturgico ambrosiano alla luce del nuovo Lezionario.
La Bibbia parla sovente della malattia, in particolare nei Salmi. Il Nuovo Testamento ci presenta Gesù che “curava ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (Mt 4,23). Il Siracide ci ricorda di “onorare il medico per le sue prestazioni, perché il Signore ha creato anche lui” (Sir 38,1) e a tutti dice: “Figlio, non trascurarti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà” (Sir 38,8). Il buon operatore sanitario terrà dunque in grande conto l’operato dei medici e degli infermieri, ma cercherà di penetrare più a fondo nel cuore del malato. Proprio in vista di tale penetrazione sono contento che si pubblichino, sotto il titolo”Sofferenza e salvezza” e il sottotitolo “C’è una risposta al dolore dell’uomo?”, i contributi che diversi docenti hanno offerto per il corso biennale che si tiene ormai da diciotto anni per gli operatori pastorali della sanità presso la Curia Arcivescovile di Milano. Sarà possibile così anche ad altri usufruire di quanto il Servizio per la pastorale della salute ha fatto per formare i suoi operatori. Essi non possono dirsi “competenti” alla maniera dei medici o degli infermieri, ma mettono al servizio del malato le loro energie spirituali così da completare quanto viene fatto sul piano biologico. Il libro risponde perciò a molteplici domande sulla sofferenza e sul suo significato, partendo dalla percezione del dolore nella società contemporanea per arrivare alla visione cristia-na della sofferenza e alle risposte che vengono date dalle Istituzioni pubbliche. Si danno poi consigli pratici per trattare con i malati e comprendere il mondo della sofferenza. C’è anche un capitoletto dedicato all’arte e un altro dedicato alla musica. Così chi scorre l’insieme del libro può avere una visione abbastanza completa dei tanti aspetti che compongono la pastorale della salute, e prepararsi ad essere attivo in questo settore. Raccomando in particolare quanto qui è detto, soprattutto a partire dal capitolo ottavo, sulla “compassione”. Attraverso di essa sarà possibile ottenere molto dalla gente, rovesciando anche situazioni esistenziali gravi di blocco spirituale e di chiusura in se stessi. Auguriamo dunque a queste pagine di seminare la verità sull’uomo, così da poter raccogliere i frutti di questa semina in un aumento, sia nei malati come nei sani, di speranza e di fiducia in Dio, Padre buono.
Card. Carlo Maria Martini
Arcivescovo emerito di Milano