Curzio Malaparte per molto tempo dovette scontare la reputazione di sfrenato avventuriere. E in effetti la sua vita può essere a buon titolo considerata romanzesca: soldato, uomo politico, scrittore di fama, coinvolto in un turbine di amori, duelli, scandali e non meglio chiariti rapporti con il potere. Fascista, venne fatto confinare da Balbo e liberare da Ciano; comunista, venne protetto da Togliatti, nonostante lo sferzante giudizio di Gramsci; luterano e anticlericale, gli venne attribuita una misteriosa conversione. Oggi i suoi eccessi rientrano in quello che si definisce "intellettuale d'intervento", figura di cui è stato senza dubbio precursore.
Matthias Grunewald ci ha sempre attratto, soprattutto a partire da varie riflessioni fatte da scrittori, pensatori e teologi sull'Altare di Isenheim, che ci hanno illuminato più di quelle fatte dalla maggior parte degli storici dell'arte. In effetti il messaggio di tale pittore trascende l'ambito specifico della storia dell'arte, in quanto investe in maniera assai forte i due problemi di fondo dell'uomo: quello della sofferenza, quello della morte e del loro senso. Le soluzioni che egli presenta di questi problemi, sono quelle di un vero credente nel messaggio del cristianesimo, oltre che di un uomo impegnato a fondo nel portare aiuto a quelle persone sulle quali tali problemi pesavano in sommo grado, vale a dire ai lebbrosi dell'ospedale annesso al convento dei frati dell'Ordine di Sant'Antonio di Isenheim. Una interpretazione adeguata del messaggio comunicato con la creazione del grande Altare di Isenheim, che è un grandioso polittico articolato in forma di libro, non può basarsi solamente su criteri estetici e connessi con l'arte pittorica, e nemmeno può esaurirsi in ricerche che mirino a ricostruire il misterioso personaggio storico che sta sotto il nome di Grunewald.
Come 'Il piccolo principe', una favola per adulti e ragazzi, che racconta un mondo poetico, separato ma vicino al mondo reale: il mondo dei robot.
Il testo presenta gli scritti filosofici di Ernest Renan, a partire dallo studio giovanile fino a quelli della maturita'. Con testo francese a fronte.
Philipp Erlach è un giovane scrittore, in attesa di fortuna e di riconoscimenti. Quando i suoi nonni gli lasciano in eredità una casa, non esita, insieme all'amante Johanna, sposata, a riordinarla e prenderne possesso. Ma come spesso accade, entrare in una casa comporta dei rischi: quello di scoprire il mondo segreto di chi vi ha abitato. Fra pezzi di carta ingialliti, vecchie lettere e fotografie sbiadite, il passato della famiglia di Philipp si ricompone lentamente, portando alla luce storie personali mai sospettate. Una saga famigliare che affonda il dito nelle pieghe mai risolte della storia tedesca e austriaca (il nazismo, il comunismo, e la guerra fredda) e nella biografia del protagonista, Philipp (la morte forse accidentale della madre).
Xavier Zubiri (1889-1983), uno dei più importanti filosofi e teologi spagnoli, ha creato un sistema metafisico e antropologico incentrato sull'uomo inteso come "intelligenza senziente" situata nella realtà e in un contesto storico preciso. L'uomo è definito quindi "l'animale della realtà", ove la realtà è intesa in senso classico aristotelico, con alcune avvertenze: Zubiri contesta sia la "logicizzazione dell'intelletto", sia l'"entificazione della realtà" (l'identificazione immediata della realtà con l'essere). Dio viene inteso neoplatonicamente come al di là dell'essere e di ogni ente. Il suo pensiero ha avuto grandi influenze in America Latina (soprattutto nella teologia della liberazione), ma anche nei teologi cristiani ecumenici che puntano alla riunificazione dell'Oriente con l'Occidente.
Il capolavoro dell'Imperatore Filosofo, ultimo epigono del neostoicismo romano (di cui in parallelo vengono pubblicati gli scritti minori), in una nuova traduzione con testo greco a fronte; i Pensieri di Marco Aurelio sono riflessioni morali, rivolte a sé medesimo, miranti a rendere l'animo imperturbabile e tranquillo, rinchiuso in una sorta di cittadella interiore, al riparo dagli agenti esterni (gli eventi del fato) e interni (le passioni), che sono sempre causa di sofferenza e turbamento se non vengono disciplinati dalla ragione egemonica, che deve ridurli al rango di indifferenti. Solo così è possibile raggiungere la tranquillità interiore nell'accettazione del destino, unica salvezza a portata di mano con le sole forze della ragione.
Testo poetico che viaggia sui binari della memoria. Prepotente e soave a un tempo, il ricordo trascina negli anni della guerra, e della gioventù dell'autore, che rievoca figure e storie, raccogliendo le testimonianze dell'amico Piero. Incontriamo così curiosi personaggi legati alle vicende della lotta partigiana, nella cornice nebbiosa di Varallo Sesia. Il primo è Tita, padre dell'amico Piero, famoso per la sua abilità nella pesca con la mosca, in realtà attivissimo "passatore" che aiutava i fuggiaschi a raggiungere la Svizzera. Tra costoro anche un ufficiale tornato volontariamente per guidare una banda di comunisti (lui monarchico) e insignito della medaglia d'oro per la morte eroica. Affascinante ritratto dagli emblematici risvolti umani è il maestro Costantino Burla, esempio di integrità morale, che si oppone al fascismo nei fatti, per il modo in cui svolge il proprio compito e resiste a ogni forma di prepotenza e di angheria. Del tutto diverso è il partigiano straniero Frank, australiano, ma in realtà agente segreto britannico, che diventa amico sincero del capo comunista Moscatelli e che riesce ad aiutarlo e a proteggerlo, passando continuamente dall'Italia alla Svizzera, fino a svanire nel nulla dopo la guerra. Fra aneddoti e testimonianze, valori universali e pittoreschi dettagli di vita quotidiana, un libro che si legge non soltanto come un "diario dei ricordi", ma che soprattutto si sfoglia come un album di fotografie.
La secolarizzazione dell'immaginario. O, per essere ancora più precisi, il decadimento dei materiali già religiosi all'interno dell'immaginario contemporaneo. Una questione cruciale e scandalosa, nel senso più propriamente cristiano di questi termini. Basti pensare che l'horror e la pornografia, per esempio, utilizzano strategie ben note all'oratoria e all'arte sacra, mutandole però di segno, secolarizzandole e scristianizzandole. Tutto sta a capire se queste forme non continuino a irradiare ugualmente qualcosa della loro origine religiosa, proprio come scorie radioattive in lento decadimento.
Giorgio de Chirico, così come si considerava un grande pittore, allo stesso modo si considerava un grande scrittore. L'anno 1945 è l'anno che de Chirico dedica alla definizione di se stesso: l'anno dell'esposizione a Roma dell'"Autoritratto nudo" e dell'esecuzione dell' "Autoritratto in costume del '600", ma soprattutto l'anno della prima edizione di "Memorie della mia vita", l'opera che, ripercorrendo le tappe della sua vita e quelle perfettamente coincidenti del suo lavoro artistico, ci mette in contatto con la sua arte. Il libro è strutturato in due parti: la prima ripercorre la vita del pittore dalla sua adolescenza fino alla consacrazione in Maestro da parte delle avanguardie e si conclude nel 1945, anno della pubblicazione oltre che delle Memorie anche del romanzo autobiografico "Une sventure de Monsieur Dudron" e del saggio "Commedia dell'arte moderna"-, la seconda, datata 1960, separata dalla prima da una serie di documenti, lettere e appunti di de Chirico, riprende il racconto della sua vita da dove l'aveva interrotta, cioè tredici anni prima. Un saggio dal titolo "Tecnica della pittura", la Biografia e la Bibliografia essenziale degli scritti di de Chirico concludono il volume che presenta altresì un'Introduzione di Carlo Bo e una Postfazione di Paolo Picozza.