“È un piacere essere qui.
Lo sarebbe molto meno se ci fosse una vostra visita a casa mia.”
Silvio Berlusconi
in occasione della cerimonia per i 230 anni dalla fondazione della Guardia di Finanza
Forse non tutti sanno che i soldi non versati in Italia al Fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Prodotto interno lordo. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all’anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese.
Ma, soprattutto, non tutti conoscono l’inesauribile fantasia creativa di chi froda il fisco: esiste un paese, Antartictland, paradiso fiscale virtuale per chi non vuole pagare le tasse, fondato nel cuore del polo Sud, con tanto di bandiera e moneta; si è arrivati ad allegare materassi ai giornali per sfruttare il favorevole regime fiscale concesso all’editoria; il settore delle pompe funebri tocca livelli record di evasione tanto che si dovrebbe dedurre che al Nord un morto su due si sotterra con le proprie mani mentre al Sud si sale a due su tre.
Tragedia e commedia, dunque. Un campionario surreale di giochi di prestigio e trucchi diffusi in tutta Italia, regione per regione, nessuno escluso, privati, sia famosi che sconosciuti, e aziende, sia piccole che grandi.
La prima inchiesta puntuale, rigorosa, documentata, che sorprende e diverte, che racconta un malcostume talmente diffuso da non essere neppure più percepito. Anzi, che sembra perfino legittimato. Almeno prima di questo libro.
Tutto ha inizio con Tommaso Florio a metà Seicento in Calabria, a Melicuccà, e poi a Bagnara, dove il figlio Domenico e quindi il nipote Vincenzo esercitano il mestiere di fabbro. L'ascesa comincia con Paolo e Ignazio, figli di Vincenzo, sbarcati a Palermo a fine Settecento per dedicarsi al redditizio commercio delle droghe. Con Vincenzo, figlio di Paolo, la ditta si trasforma in una holding: dal commercio all'attività finanziaria, dalla pesca del tonno alla produzione vinicola e zolfifera. La svolta è legata allo sviluppo della navigazione a vapore: Vincenzo e il figlio Ignazio colgono l'onda della modernizzazione e creano una flotta, che consente a Ignazio di collocarsi ai vertici dell'high-society internazionale. I primi segni della crisi giungono dopo la sua morte nel 1891, ma il nuovo Ignazio non sembra rendersene pienamente conto e continua a vivere nel suo mondo dorato assieme alla moglie, la bellissima donna Franca celebrata da poeti e artisti. Il risultato è la lenta dissoluzione dell'impero economico ereditato con il fratello Vincenzo, l'inventore della famosa Targa Florio, nonostante i tentativi di salvataggio operati dai vari governi italiani, da Giolitti a Mussolini. E anche i Florio, non senza loro grave responsabilità, come recita un aforisma americano a proposito di famiglie di immigrati "che iniziarono in maniche di camicia, nel corso di tre generazioni si ritrovarono in maniche di camicia", come già gli antenati calabresi.
Pubblicato originariamente nel 1961, e' il piu' importante contributo di Reale sulla Metafisica di Aristotele.
L'Autore ripercorre, in un volo vertiginoso e seducente, gli eccessi, la fantasia e la grandiosità di un padre amato e odiato, temuto e venerato, sofferto ed emulato: Pascal Jardin, detto Zubial". "
Il volume fornisce sia una presentazione storica dell'ontologia dalle origini ai giorni nostri, sia lo stato dell'arte nel panorama contemporaneo.
Dario Antiseri è un filosofo cattolico, innamorato di Pascal. Giulio Giorello è un matematico e un filosofo che ama definirsi "ateo protestante". Possono le loro voci concordare sul valore della libertà da due prospettive così distanti? È la sfida di questo volume, che i due autori raccolgono in due interventi distinti sul pluralismo, il no a ogni pretesa di assolutismo o verità, la laicità come terreno comune sui cui discutere per laici, atei e credenti. Un libro che interviene nel cuore del grande dibattito della nostra democrazia, in cui a confrontarsi sono la scienza, la libertà d'espressione, la Chiesa e la fede in Dio.
Questa edizione riunisce per la prima volta in un unico volume tutti i principali scritti di Rainer Maria Rilke sull'arte e la letteratura. Con testo tedesco a fronte.
Da uno dei filosofi contemporanei piu' originali e discussi, una riflessione sulla liberta', la pluralita' costitutiva del soggetto e il senso della comunita'.
Vi sono luoghi che la maggior parte degli uomini ha evitato per millenni e di fronte ai quali ha provato paura e sgomento: le montagne, gli oceani, le foreste, i vulcani, i deserti. Inospitali, ostili, desolati, evocano la morte. Eppure, dagli inizi del Settecento tali loci horridi cominciano a essere frequentati intenzionalmente e percepiti come "sublimi", dotati di una più intensa e coinvolgente bellezza. Come tali, hanno fatto sentire l'uomo più vivo, lo hanno fatto resistere alla banalità dell'esistenza. Sebbene gli sviluppi delle tecniche, la diffusione del turismo di massa e lo scempio del paesaggio abbiano smussato tale sentimento del sublime, sottraendogli parte di quegli ingredienti essenziali costituiti dall'incertezza e dalla paura, vi sono oggi fattori che ne favoriscono la rinascita. L'egemonia della tecnica, le prime spedizioni interplanetarie hanno aperto all'umanità nuove frontiere del sublime. Tuttavia, il nostro rapporto con la natura è completamente cambiato, travolto dalla modernità. Cosa ne è in questo nuovo contesto delle antiche paure che i paesaggi incutevano? Siamo ancora capaci di avvertire, di fronte alla natura, il senso dei nostri limiti? Cosa ci dicono oggi i paesaggi di noi e delle nostre debolezze?
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In questo breve scritto l'Autore descrive in positivo e in negativo le virtu' dell'eroe: talento, discrezione, capacita' di dissumulazione, volonta' e cuore, buon gusto, capacita' di discernimento, conquista del consenso, adattamento e, paradossalmente, persino alcuni vizi e difetti.