
Draghi rossi con sette teste. Cavalli infernali che sprigionano fuoco, fumo e zolfo. Violenti scoppi di tuoni, terremoti, tempeste di grandine. Stelle che precipitano sulla terra. Isole inghiottite dalla furia del mare. Nugoli di mostruose cavallette che tormentano gli uomini. Tenebre, piaghe, sofferenze inaudite. Città che sprofondano, torri e mura che crollano. Stagni di fuoco ardente... Ci troviamo all'interno dell'ultimo libro del Nuovo Testamento che sigilla, con il suo enigmatico linguaggio, la lunga serie dei libri che formano la Bibbia. Si tratta dell'Apocalisse, un testo straordinario quanto difficile, formato da scene sovraccariche di immagini, metafore e visioni, molte delle quali si impongono per la loro spaventosa rappresentazione. Ma questo singolare libro sacro che ha i bagliori di una bellezza severa, da gioiello barbarico, non deve essere letto come la summa delle catastrofi. Nonostante la stranezza dei particolari e l'orrore di certe descrizioni, l'Apocalisse è un libro ispirato da Dio e, dunque, portatore di un messaggio di salvezza e consolazione.
"Suggerimenti e suggestioni rispetto al modo in cui si può presentare la filosofia a persone da 0 a 150 anni e oltre, che non la conoscono, che la conoscono per luoghi comuni, che la odiano per colpa di qualche professore o di qualche 'autore'". Così recitava, tra il serio e il faceto, il primo sottotitolo di quest'opera, che in un primo momento voleva essere un semplice vademecum per invogliare docenti di scuola alla pratica filosofica con bambine e bambini. Negli anni, il fiorire e il consolidarsi di questa pratica ha arricchito di esperienze, esempi e riflessioni teoriche e suggestioni pratiche questo libro, dove si parla di filosofia, ma filosofia intesa come pratica, "cantiere" e non "tempio", ricerca continua, per e a tutte le età, di quel sapere che, come dice lo stesso dizionario, "porti un effettivo vantaggio all'uomo". In questa investigazione, che ha come coordinate forti la relazione (dunque la comunicazione) e il grande rispetto per tutto ciò che concerne l'umano, si attraversano scuole, università e luoghi "altri", come quelli della riflessione personale e dei rapporti umani, fino a quello più compiuto di tutti, l'amicizia.
Il volume è il frutto d'indagini negli archivi sia romeni che italiani(statali e ecclesiastici) e pontefici configurandosi come un contributo alla ricerca storica di un periodo difficile della Romania. Strutturato in tre parti, il libro è un lavoro d'inchiesta rigorosa e ricco di implicazioni che porta alla luce una vasta mole di fonti inedite. L'autore ricostruisce il rapporto Stato-Chiesa, non poco tormentato e conflittuale, tra il regime di Bucarest e le principali confessioni del Paese cioè ortodossa e cattolica di entrambi i riti. Nella prima parte si tratta su alcuni aspetti importanti della storia della Chiesa in Romania nel XX secolo: la nascita del Patriarcato e la firma del Concordato con la Santa Sede. La seconda parte presenta del modo in cui le confessioni, sia ortodossa sia cattolica, hanno risposto alle ingerenze più insistenti del regime sin dall'arrivo al potere del governo filosovietico del Dr. Petru Groza il 6 marzo 1945. L'ultima parte si occupa del confronto con le autorità comuniste, per alcuni momento di compromesso e per altri invece di resistenza o di scontro aperto.
Il diritto canonico, fin dal Medioevo, ha postulato la capacità penale delle persone giuridiche, apprestando apposite sanzioni compatibili con la loro peculiare natura. Tuttavia, il vigente Codice, ribaltando una tradizione giuridica plurisecolare, ha espunto dal proprio sistema penale qualsiasi canone riferito espressamente agli enti, abrogando le norme contenute nel Codice del 1917. Il volume intende analizzare le ragioni della riforma e verificare se - in considerazione della peculiarità del diritto penale canonico che prevede un'applicazione attenuata del principio di legalità della pena - sia possibile parlare, ancora oggi, di capacità, imputabilità e responsabilità penale delle persone giuridiche nel diritto canonico.
L'opera rappresenta un tentativo di rileggere il concetto di laicità alla luce dei problemi posti dall'irrompere nelle società occidentali della multiculturalità e multireligiosità. La laicità, categoria concettuale immanente alla modernità occidentale, mostra i segni evidenti di una crisi, dettata prevalentemente dall'incapacità di governare le dinamiche della diversità religiosa che, nella società multiculturale, si caratterizza soprattutto sul piano antropologico e culturale. La tesi sostenuta nell'opera è che la modernità e la laicità come categoria politica e giuridica indissolubilmente legata alla modernità conservano ancora intatte le risorse per far fronte ai problemi posti dalla diversità culturale, ma solo se potranno essere rilette in chiave interculturale. È proprio la laicità interculturale la categoria gius-politica in grado, questa la tesi di fondo, di rispondere ai problemi posti alla scienza giuridica da una società sempre più marcatamente multireligiosa e multiculturale.
Questo volume, che nasce come condensato delle pluriennali lezioni universitarie tenute dall'autrice, costituisce un agile supporto per chiunque voglia accostarsi al diritto penale. Nel rispetto del rigore scientifico, il linguaggio comprensibile, la ricchezza esemplificativa e gli accorgimenti grafici ne fanno un'opera di rapida consultazione. Aggiornato alle ultime riforme legislative e ai più recenti approdi giurisprudenziali, il testo offre le essenziali conoscenze di base degli argomenti trattati, affiancando ad esse l'articolata esposizione delle principali dispute dottrinarie. L'accurato lavoro di analisi si caratterizza per la particolare attenzione rivolta alla giurisprudenza costituzionale e per la concretezza dell'esposizione, che filtra la complessità del diritto penale, lasciandone intravedere le possibili evoluzioni future. La trattazione si articola in una parte generale, che ricostruisce in maniera esaustiva le linee evolutive del diritto penale e gli istituti che lo compongono, e in una parte speciale, che offre una panoramica attuale e dettagliata delle tematiche penali di maggior interesse per gli operatori sociali.
Il presente volumetto si propone di far conoscere le principali istituzioni per il tramite delle quali la Chiesa è governata nella sua dimensione universale e nella sua dimensione particolare, comprendendo quale rapporto di derivazione esiste tra la natura della Chiesa, che è anche una peculiare società visibile legata dal vincolo della comunione tra i suoi fedeli, e le strutture necessarie per il suo governo. In particolare il volume contiene una prima riflessione sulla riforma avviata da papa Francesco relativamente alla curia romana, allo Ior, alla struttura economico-amministrativa della Santa Sede, alla prevenzione ed al contrasto del riciclaggio, con riferimenti all'ultima Esortazione apostolica Evangelii gaudium.
Questa ricerca si pone l'obiettivo di ripensare, in chiave moderna, il modello fisiocratico di Quesnay del 1758 per, poi, adattarlo all'attuale scenario economico italiano. La proposta che nasce è quella di un intervento dello Stato nell'economia quale catalizzatore della ripresa industriale, economica ed occupazionale e garante della giustizia e dell'equità sociale.
Il libro contiene un prototipo di ricerca sociale professionalizzata finalizzata allo sviluppo socio-economico, condotta per conto della FAO nella Repubblica di HAITI. Detta ricerca viene proposta come studio del caso, come esemplare metodologico di un'analisi condotta sul terreno per accompagnare un complesso progetto di sviluppo. La detta ricerca è professionalizzata, dal fatto che essa è stata condotta da un Assistente Sociale-Ricercatore e quindi con una particolare ottica rivolta alle persone ed alle comunità nonché alla utilizzazione operativa delle conoscenze acquisite.
Il volume affronta la ricerca sociale professionalizzata, cioè la ricerca realizzata dagli operatori sociali quali ad esempio gli assistenti sociali, gli educatori professionali, i dirigenti dell'assistenza infermieristica, in funzione del "conoscere per meglio operare". Non si tratta di un vero e proprio manuale di ricerca, quanto piuttosto di un tentativo di evidenziare le differenze tra la ricerca attuata dagli scienziati sociali e quella - spesso misconosciuta - realizzata dagli operatori sociali. Numerosi esempi concreti arricchiscono l'opera per facilitarne la lettura e rivalutare così una ricerca che rappresenta, appunto, "l'altra faccia della luna".

